RITIRO ON LINE - settembre 2020
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Signore, io so che tu sei
nella fede luminosa
di una notte tellata,
di un giorno radioso
di azzurro e di sole. |
Io so che sei qui,
nella speranza gioiosa
di un bimbo che viene,
di una lettera che arriva,
di un amico che torna.
(
Mauricio Silva (1925-1977) piccolo fratello
del
Vangelo,
desaparecido) |
Veni,
Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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"PREGARE IL PADRE NOSTRO"
Gesù mette sulle labbra dei suoi discepoli una preghiera breve, audace, fatta di
sette domande – un numero che nella Bibbia non è
casuale, indica
pienezza”.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
(Mc 1, 9-15, 27-29, 32-39)
14
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».…..
(Mc 14, 26-27, 32, 35-36, 39)
32
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego»….. 35Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. 36E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu»….. 39Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE
I Vangeli ci hanno consegnato dei ritratti molto vivi di Gesù come uomo di
preghiera: Gesù pregava. Nonostante l’urgenza della sua missione e l’impellenza
di tanta gente che lo reclama, Gesù sente il bisogno di appartarsi nella
solitudine e di pregare. Il vangelo di Marco ci racconta questo dettaglio fin
dalla prima pagina del ministero pubblico di Gesù:
«35Al
mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo
deserto, e là pregava.»
(cfr 1,35).
Tutti ti cercano!
La giornata inaugurale di Gesù a Cafarnao si era conclusa in maniera trionfale.
Calato il sole, moltitudini di ammalati giungono alla porta dove Gesù dimora: il
Messia predica e
guarisce. Si
realizzano le antiche profezie e le attese di tanta gente che soffre:
Gesù è il Dio vicino, il Dio che ci
libera. Ma quella folla è ancora piccola se paragonata a tante altre
folle che si raccoglieranno attorno al profeta di Nazareth; in certi momenti si
tratta di assemblee oceaniche, e
Gesù è al centro di tutto, l’atteso dalle genti, l’esito della speranza di
Israele.
Eppure Lui si svincola; non finisce ostaggio delle attese di chi ormai lo ha
eletto come leader. E’ un pericolo dei leader: attaccarsi troppo alla gente, non
prendere le distanze. Gesù se ne accorge e non finisce ostaggio della gente. Fin
dalla prima notte di Cafarnao, dimostra di essere un Messia originale.
Nell’ultima parte
della notte,
quando ormai
l’alba si annuncia, i discepoli
lo cercano ancora, ma non riescono a trovarlo. Dov’è? Pietro finalmente lo
rintraccia in un luogo isolato, completamente assorto in preghiera. e gli dice:
«36Ma
Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce.
37Lo
trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».»
(Mc 1,36-37).
L’esclamazione sembra essere la clausola apposta a un successo plebiscitario, la
prova della buona riuscita di
una missione.
Ma Gesù dice ai suoi che deve andare altrove; che
non è la gente a cercare Lui, ma è anzitutto Lui a cercare gli altri. Per
cui non deve mettere radici, ma rimanere
continuamente pellegrino
sulle strade
di Galilea:
«38Egli
disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche
là; per questo infatti sono venuto!».
39E
andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i
demòni.»
(vv. 38-39).
E anche pellegrino verso il Padre, cioè: pregando. In cammino di preghiera. Gesù
prega.
L’intimità con il Padre
In qualche
pagina della
scrittura sembra
essere anzitutto la
preghiera di Gesù, la sua intimità con il Padre,
a governare tutto. Lo sarà per esempio soprattutto nella notte
del Getsemani.
L’ultimo tratto
del cammino
di Gesù (in assoluto il più difficile tra quelli che fino ad allora ha
compiuto) sembra trovare il suo senso nel continuo ascolto che Gesù rende al
Padre. Una preghiera sicuramente non facile, anzi, una vera e propria “agonia” –
nel senso dell’agonismo degli atleti –, eppure una preghiera capace di sostenere
il cammino della croce. Ecco il
punto essenziale:
lì, Gesù
pregava:
«Sedetevi
qui, mentre io prego»
(Mc 14,32)
Gesù pregava con intensità nei momenti pubblici, condividendo la liturgia del
suo popolo, ma cercava anche luoghi raccolti, separati dal turbinìo del mondo,
luoghi che permettessero di scendere nel segreto della sua anima: è il profeta
che conosce le pietre del deserto e sale in alto sui monti. Le ultime parole di
Gesù, prima di spirare sulla croce, sono parole dei salmi, cioè della preghiera
dei giudei: pregava con le preghiere che la mamma gli aveva insegnato.
«34Alle
tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»
(Mc 15,34)
Signore, insegna anche a me a pregare
Gesù pregava come prega ogni uomo del mondo. eppure, nel suo modo di pregare, vi
era racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non è sfuggito agli occhi dei
suoi discepoli, se nei vangeli troviamo
quella supplica così semplice e immediata: «Signore,
insegnaci a pregare! ».
«1Gesù
si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli
disse: «Signore, insegnaci a pregare»
(Lc 11,1).
Loro vedevano Gesù pregare e avevano voglia di imparare a pregare: «Signore,
insegnaci a pregare». E Gesù non
si rifiuta, non è geloso
della sua intimità con il Padre, ma è venuto proprio per introdurci in questa
relazione con il Padre. E così diventa maestro di preghiera dei suoi discepoli,
come sicuramente vuole esserlo per tutti noi.
Anche noi dovremmo dire: “Signore, insegnami a pregare. Insegnami”.
Anche se forse preghiamo da tanti anni, dobbiamo sempre imparare! L’orazione
dell’uomo, questo anelito che nasce in maniera così naturale dalla sua anima,
è forse uno dei misteri più fitti dell’universo. E non sappiamo nemmeno
se le preghiere che indirizziamo a Dio siano effettivamente quelle che Lui vuole
sentirsi rivolgere.
L’umiltà, fondamento della preghiera
La Bibbia ci dà anche testimonianza di preghiere inopportune, che alla fine
vengono respinte da Dio: basta ricordare la parabola del fariseo e del
pubblicano. Solamente quest’ultimo, il pubblicano, torna a casa dal tempio
giustificato, perché il fariseo era orgoglioso e gli piaceva che la gente lo
vedesse pregare e faceva finta di pregare: il cuore era freddo. E dice Gesù:
questo non è giustificato «perché
chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato»
(Lc 18,14).
Il primo passo per pregare è essere umile, andare dal padre e dire: “guardami,
sono peccatore, sono debole, sono cattivo”, ognuno sa cosa dire…
Ma sempre
si incomincia
con l’umiltà,
e il
Signore ascolta.
La preghiera
umile è
ascoltata dal
Signore.
Perciò, la cosa più bella e più giusta che tutti quanti dobbiamo fare è di
ripetere l’invocazione dei discepoli: “Maestro,
insegnaci a pregare!”. Tutti possiamo andare un po’ oltre e
pregare meglio; ma chiederlo al Signore: “Signore,
insegnami a pregare”. Facciamo questo e Lui sicuramente non
lascerà cadere nel vuoto la nostra invocazione.
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Ricevi, o Signore, le nostre paure
e trasformale in fiducia.
Ricevi la nostra sofferenza
e trasformala in crescita.
Ricevi le nostre crisi
e trasformale in preghiera.
Ricevi il nostro scoraggiamento
e trasformalo in fede.
Ricevi
la nostra solitudine
e trasformala in contemplazione.
Ricevi le nostre attese
e trasformale in speranza.
Ricevi la nostra morte
e trasformala in risurrezione.
Amen
(“PREGHIERE” da “Gli Scoiattoli” di Ore Undici)
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio
Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen
ACTIO
Mi impegno a
vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore
e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego
con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto dalle catechesi di Papa Francesco )
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