Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
falli crescere in fascio di luce
Spirito di Dio, linfa d’amore
(Frère Pierre-Yves di Taizé)
Spirito che aleggi sulle acque,
calma in noi le dissonanze,
i
flutti inquieti, il rumore delle parole,
i turbini di vanità,
e fa
sorgere nel silenzio
la Parola che ci ricrea.
Spirito che in un
sospiro sussurri
al nostro spirito il Nome del Padre,
vieni a
radunare tutti i nostri desideri,
che sia risposta alla tua luce,
la Parola del Giorno nuovo.
dell’albero immenso su cui ci innesti,
che tutti i nostri fratelli
ci appaiano come un dono
nel grande
Corpo in cui matura
la Parola di comunione.
MEDITARE, CIOÈ COMPORRE IL MOSAICO DI DIO
Proseguiamo la riflessione/preghiera che parte da alcuni Salmi, aiutati da
spunti di padre Moretti, dehoniano.
I Salmi sono una musica con cui Dio ci invita a danzare con lui la nostra vita.
I Salmi
hanno il potere di svegliare ciò che dorme dentro di noi e di trascinarci
in una festa capace di illuminare tutti i momenti della vita. I Salmi ci aiutano
a comporre il “mosaico” di Dio.
Buona meditazione e buona preghiera.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
(Salmo
77)
2
La mia voce verso Dio: io grido aiuto!
La mia voce verso Dio, perché mi ascolti.
3
Nel giorno della mia angoscia io cerco il Signore,
nella notte le mie mani sono tese e non si stancano;
l’anima mia rifiuta di calmarsi.
4
Mi ricordo di Dio e gemo,
medito e viene meno il mio spirito.
5
Tu trattieni dal sonno i miei occhi,
sono turbato e incapace di parlare.
6
Ripenso ai giorni passati,
ricordo gli anni lontani.
7
Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:
medito e il mio spirito si va interrogando.
8
Forse il Signore ci respingerà per sempre,
non sarà mai più benevolo con noi?
9
È forse cessato per sempre il suo amore,
è finita la sua promessa per sempre?
10
Può Dio aver dimenticato la pietà,
aver chiuso nell’ira la sua misericordia?
11
E ho detto: «Questo è il mio tormento:
è mutata la destra dell’Altissimo».
12
Ricordo i prodigi del Signore,
sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. |
13
Vado considerando le tue opere,
medito tutte le tue prodezze.
14
O Dio, santa è la tua via;
quale dio è grande come il nostro Dio?
15
Tu sei il Dio che opera meraviglie,
manifesti la tua forza fra i popoli.
16
Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio,
i figli di Giacobbe e di Giuseppe.
17
Ti videro le acque, o Dio,
ti videro le acque e ne furono sconvolte;
sussultarono anche gli abissi.
18
Le nubi rovesciavano acqua,
scoppiava il tuono nel cielo;
le tue saette guizzavano.
19
Il boato dei tuoi tuoni nel turbine,
le tue folgori rischiaravano il mondo;
tremava e si scuoteva la terra.
20
Sul mare la tua via,
i tuoi sentieri sulle grandi acque,
ma le tue orme non furono riconosciute.
21
Guidasti come un gregge il tuo popolo
per mano di Mosè e di Aronne.
|
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
Due
icone per iniziare
Invece di definire che
cos'è meditare, prendiamo due esempi dalle Scritture; da questi intuiremo il
senso profondo della meditazione.
Il Vangelo di Luca, dopo
aver narrato i vari momenti della nascita di Gesù, descrive l'atteggiamento
spirituale di Maria con queste parole:
«19Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore»
(dopo la visita dei pastori) e dopo l'angoscia dello smarrimento di Gesù
al tempio e il misterioso dialogo dopo il ritrovamento: «Sua
madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore».
Maria è stata coinvolta
in avvenimenti più grandi di lei (l'annuncio dell'angelo, la maternità
dell'anziana cugina Elisabetta, la sua stessa maternità, la nascita dello strano
figlio che porta in grembo, la visita dei pastori, le profezie degli anziani
Simeone e Anna, lo smarrimento al tempio...) e cerca di capire il disegno che
sta a monte di tutti questi avvenimenti, il disegno che Dio sta realizzando.
Nella sua vita sarà sempre sorpresa da avvenimenti inattesi e sconcertanti, ma
continuerà sempre a meditare in silenzio cercando di comporre nel suo cuore il
disegno di chi conduce gli eventi. Di fronte agli interventi di Dio che non
capisce, Maria "medita".
A scuola dal Maestro
Gesù di Nazareth aveva
posto al centro della sua attenzione e della sua preghiera, il disegno del
Padre. Passava notti intere in "meditazione" per scoprire la volontà del Padre
su di lui, per farne poi il suo nutrimento: «Il
mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua
» (Gv 4,34). La sua meditazione lo portava a un dialogo profondo con il Padre,
con l'uomo e le sue vicende, con il creato. Per questo Gesù capisce l'uomo, i
suoi problemi, le sue vicende.
Fin dall'inizio della sua
vita manifesta il bisogno di ascoltare questa "voce dall'alto": Gesù rimane a
Gerusalemme per ascoltare i dottori del Tempio, che in quel contesto
rappresentavano “la verità”.
In uno dei suoi scontri
con i Giudei chiarisce ancora meglio: «Colui
che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui.
Io non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io
parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi lascia solo, perché io faccio
sempre le cose che gli sono gradite». (Gv 8,26-29).
È l'uomo autentico, che
non fa nulla senza aver prima "chiesto un parere" a Dio; è l'uomo autentico che
è guidato costantemente da una visione profonda della realtà.
Alunni del Maestro
Seguendo il suo esempio anche noi dobbiamo riflettere (meditare) sulla realtà
che è dentro di noi, sopra di noi e attorno a noi. Questa meditazione esige:
silenzio inteso come calma
interiore; rispetto inteso come
stima per quanto ci si presenta all'attenzione;
umiltà intesa come capacità di
riconoscere i propri limiti; pazienza
e costanza cioè la disponibilità di
concedere alla realtà la piena possibilità di
esprimersi.
«Meditare» è una capacità
che cresce con la maturità; è un'arte che non si sviluppa da sola, ma che esige
un grande impegno interiore.
Meditare
Meditare... su che cosa?
Che cosa mettere al centro della nostra meditazione? Seguiamo sempre le orme del
Maestro che sapeva leggere il messaggio del creato. Tutto il creato è fatto di
parole "solidificate" (il creato è nato dalle parole che Dio ha pronunciato
all'inizio). Per chi sa ascoltare tutto parla: gli alberi, i fiori, gli uccelli,
le stagioni, gli esseri umani...
Osservava e interpretava.
Dietro agli avvenimenti e alle cose c'è sempre un secondo messaggio meno
immediato ma più profondo. L’antico Israele insegna: mentre noi cerchiamo di
impadronirci dei segreti scientifici (per poter dominare meglio le forze
naturali) Israele cercava di cogliere i messaggi che gli eventi e le cose
nascondevano.
La Parola rompe il silenzio
"È
stata la Parola per prima a rompere il silenzio, a dire il nostro nome, a dare
un progetto alla nostra vita".
Sono le prime parole della prima lettera scritta dal card. Martini alla sua
diocesi.
Come dire che il
misterioso disegno che Dio sta realizzando con noi e per noi lo possiamo
scoprire a partire dalla Parola che egli ci ha rivelato. Cristo è la Parola che
apre alla comprensione di quel misterioso progetto che Dio ha su di noi.
Gli eventi della nostra
vita diventano mosaico quando li collochiamo nel disegno che Dio ha fatto. Per
questo è indispensabile capire tale disegno.
Quando noi "meditiamo" la
parola del Signore facciamo scorta di luce per illuminare i nostri avvenimenti e
per capirne il senso. Verranno giorni in cui si farà buio e freddo nella nostra
vita e allora avremo bisogno di calore (il calore di un amore che non tradisce),
avremo bisogno di speranza (la promessa che il Signore ci ha fatto non sarà mai
smentita perché Dio è fedele), avremo bisogno di forza per proseguire il nostro
cammino (la parola del Signore meditata conforta, cioè rende forti).
Le scorte per l’inverno
I Salmi offrono all'orante degli stimoli per apprezzare la propria vita e le sue
vicende sotto la luce di Dio.
Il "giorno del Signore",
quando noi celebriamo le sue meraviglie, è il tempo in cui facciamo scorta di
"Parola"... per riuscire a capire, a decodificare le tante parole che sentiremo
lungo la settimana; facciamo scorta di suoni e di silenzi per dare un
senso ai rumori quotidiani.
Alla scuola dei Salmi
Non è facile cercare il
volto di Dio negli avvenimenti e nelle persone che incontriamo ogni giorno. Non
bastano la filosofia, la psicologia e le altre scienze... perché Dio lo si
conosce con il cuore prima che con la testa. Non siamo noi che riusciamo a
scoprire Dio, è Dio che decide di farsi conoscere da noi; è da lui che ci
dobbiamo far guidare. La sua pedagogia è particolarmente evidente nei Salmi.
Mentre li preghiamo essi liberano in noi le
capacità che Dio ci ha dato avviandoci
nell'avventura della
vita. Proviamo a seguire il
percorso spirituale del Salmo 77
(vedi il testo nel capitolo Lectio).
Percorso del Salmo
L'autore del Salmo è un
pio Giudeo rimasto in Palestina al tempo della deportazione a Babilonia. La
città di Gerusalemme e il tempio sono distrutti e sono già passati diversi anni.
Il pio Giudeo ricorda con dolore le belle feste di un tempo, e il pensiero lo
porta all'amara situazione che si è
abbattuta su Israele:
•• «6Ripenso
ai giorni passati, ricordo gli anni lontani. 7Un canto nella notte mi
ritorna nel cuore: medito e il mio spirito si va interrogando».
Sta rivivendo, nel suo
spirito, il dramma del suo popolo, la catastrofe della sconfitta militare e
l'esilio del 587 a.c.
•• «La
mia voce verso Dio, perché mi ascolti.... nella notte le mie mani sono tese e
non si stancano; l’anima mia rifiuta di calmarsi». Giorno e notte
non cessa di pregare con una costanza che commuove: non potrebbe essere meglio
espresso il dolore che grava sull'orante come una cappa pesantissima. Arriva a
rifiutare ogni parola di conforto che gli viene offerta, sente venire meno il
suo spirito; è fortemente turbato.
•• «4Mi
ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito. 5Tu
trattieni dal sonno i miei occhi, sono turbato e incapace di parlare. 6Ripenso
ai giorni passati, ricordo gli anni lontani». Nelle lunghe ore di
insonnia medita ("tu trattieni i miei occhi dal sonno"), ripensa, ricorda,
riflette, si pone mille domande, ma non riesce a darsi una plausibile risposta:
«Rifletto e
il mio spirito si va interrogando» . Si tratta evidentemente di
una notte del cuore, è il suo tormento.
••
«11E
ho detto: «Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell’Altissimo»
. In un momento di esasperazione arriva perfino a dire a se stesso: «È
mutata la destra dell'Altissimo», cioè Dio non si occupa più del
suo popolo. Ma la fede incrollabile che i suoi padri gli hanno trasmesso è così
radicata nel suo cuore, che, pur nell'impatto duro con tutte le delusioni, non
riesce a dubitare di Dio. Anche l'orante di oggi nei momenti della prova deve
ritornare al patrimonio di fede che gli è stato trasmesso dagli anziani.
•• «12Ricordo
i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. 13Vado
considerando le tue opere, medito tutte le tue prodezze». E torna
a ricordare le meraviglie di un
tempo, va
ripetendo a se stesso le opere del Signore; tutto questo infonde al
salmista nuova pace e serenità di spirito. Egli si rifà al passato per trovarvi
motivi di certezza che gettino luce sul
presente, perché è quello che Dio ha fatto che dà sicurezza e non quello che
abbiamo fatto noi, che è sempre precario. Per questo l'orante esprime il suo
abbandono in Dio: «14O
Dio, santa è la tua via; quale dio è grande come il nostro Dio?».
•• «15Tu
sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli. 16Hai
riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe».
Visto il buon risultato ottenuto, il salmista insiste nell'evocare i ricordi e
meditarli; a questo punto la memoria va a frugare,
senza esitazioni, nelle precise rievocazioni delle meraviglie
dell'Esodo, soprattutto
quella del Mare Rosso, e
conclude: «20Sul
mare la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque, ma le tue orme non furono
riconosciute» ; Dio condusse il suo
popolo per
una via
impossibile e, poiché le acque ritornarono
quiete come prima, non restò
traccia alcuna del
suo passaggio. Dio passa sempre con discrezione anche sulle piste della
nostra storia oggi. Non lascia
tracce ma agisce.
•• «21Guidasti
come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne» . Il
Salmo si chiude, all'improvviso, con la visione del popolo di Dio, guidato da
Dio stesso per mano di Mosè e di Aronne. Forse il salmista ha finalmente trovato
in quella visione la risposta che andava cercando; è riuscito, meditando, a
capire il senso degli eventi accaduti. O forse sta consegnando ai credenti che
verranno dopo di lui
i suggerimenti
per superare le tentazioni nella fede, e ci consente di affermare con
Giovanni: «Anche
noi abbiamo creduto all'amore»!
Invito alla meditazione
Questo Salmo è stato giustamente intitolato "meditazione notturna".
E’ la ricerca della luce nella notte buia del dolore. È un percorso in
cui ogni credente può riconoscersi. I passi fatti dal salmista potranno essere
una buona indicazione per ogni credente che intende meditare sulla situazione in
cui vive e cercar lì una risposta che lo guidi nella vita.
Elenchiamo le tappe del percorso:
-
lamentazione sul presente.
Questo Salmo non si apre come una serena meditazione, ma come una pressante
domanda a Dio perché infranga il suo silenzio e risponda all'invocazione che
sale a lui;
-
il ricordo del passato
come punto di partenza per il futuro (il ricordo degli interventi salvifici di
Dio nell'Esodo ma anche nella vita dei singoli);
-
il passaggio discreto di Dio
che non lascia orme sui sentieri dell'acqua.
Narra un'antica leggenda
che quando l'uomo pecca si rompe il filo che lo tiene legato a Dio. Se l'uomo
avverte il suo sbaglio e chiede a Dio che lo aiuti, Dio interviene a riannodare
il filo; ma quanti più nodi si fanno e più l'uomo e Dio si riavvicinano. O felix
culpa!
Peccato che l'uomo spesso
o non riconosca la sua colpa o voglia porvi rimedio da solo. Allora le distanze
rimangono.
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ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
O Gesù, fare la volontà del Padre tuo, agire in vista di lui fu il tuo cibo, fu ciò di cui vivesti. Sia anche questo il nostro cibo, la nostra vita: agire incessantemente in vista di te, vivere di ciò, vivere del pensiero della tua volontà, del pensiero della tua gloria, di questa ricerca, di questa realizzazione. |
Avere incessantemente la tua volontà, la tua gloria, dinnanzi agli occhi. Ecco la nostra vita, il nostro pane quotidiano, il nostro cibo in ogni istante, secondo il tuo esempio, o mio Signore e mio Dio. |
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
Amen
ACTIO
Mi impegno
a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si
compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che
si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti liberamente tratti da alcune riflessioni di padre Giuseppe Moretti,
dehoniano)