1. Ho intenzione di incontrare il
Signore nella preghiera. Stampo il Ritiro on line di questo mese. Spengo
il cellulare. Preparo accuratamente i posti e i segni.
2. Mi inginocchio e venero il Crocifisso, l’icona, la Parola accendendo un lumino, la luce di Tor Vergata o di Toronto.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.
“Accogliendo ora
la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani
le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa
parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.
[XVII GMG Toronto,
Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]
Invoco lo Spirito Santo:
(Rito della Confermazione)
3. Contemplo i segni della
Passione che sono impressi nel Crocifisso.
“Raccolti intorno alla Croce del Signore,
guardiamo a Lui…”
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza
dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]
4. LECTIO Apro la Parola
di Dio e leggo in piedi il brano del Vangelo di Matteo
Mt 20, 1-16
1
“Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì
all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2
Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua
vigna. 3 Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri
che stavano sulla piazza disoccupati 4 e disse loro: Andate
anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò.
Ed essi andarono. 5 Uscì di nuovo verso mezzogiorno e
verso le tre e fece altrettanto. 6 Uscito ancora verso le cinque,
ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve
ne state qui tutto il giorno oziosi? 7 Gli risposero: Perché
nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella
mia vigna.
8
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli
operai e dá loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
9
Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
10
Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più.
Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno.
11 Nel ritirarlo
però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12 Questi
ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo
sopportato il peso della giornata e il caldo. 13 Ma il padrone,
rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai
forse convenuto con me per un denaro?
14 Prendi il tuo e vattene;
ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. 15 Non posso
fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché
io sono buono? 16 Così gli ultimi saranno primi, e i
primi ultimi”.
Parola di Dio
Il Vangelo si legge con la penna e non
soltanto con gli occhi! “Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando
in modo da far risaltare le cose importanti.
Occorre che risultino bene le azioni che
vengono descritte, l’ambiente in cui avviene il fatto, il soggetto che
agisce e chi riceve l’azione.
È un’operazione facilissima, che
però va fatta con la penna e non soltanto pensata.
5. MEDITATIO Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! “Il Grande Silenzio” della Meditatio deve durare almeno 30 min.
La parabola è propria di Matteo.
Come in ogni parabola, bisogna stare a non trasporre tutti i singoli dettagli.
L’amore di Dio va oltre tutto ciò che noi possiamo pretendere, non
può essere misurata dai nostri sforzi. Di fronte alla bontà
di Dio, tutti gli uomini sono uguali, chi ha lavorato per tante ore o per
poche. I chiamati della prima ora sono come gli ultimi.
Alcune sottolineature:
- prendere a giornata: era un tipo
di contratto, quasi fosse per noi “contratto di formazione”. Gli operai
erano molto disagiati perché non sapevano, in quel dato giorno,
se avessero lavorato. Una condiziona molto precaria.
Con Dio, abbiamo fatto un contratto
o siamo servi? Siamo servi inutili? Serviamo a giornata? Siamo anche precari?
- nella sua vigna: la vigna è
richiamata in tutta la Bibbia. La vigna del Signore è il suo popolo
che cammina nei secoli. La vigna è una pianta che va potata, aggiustata,
perché faccia frutto
Mi considero vigna del Signore? Sono
disponibile a essere potato come il Signore vuole? Il frutto: è
buono o cattivo?
- …alle nove…a mezzogiorno…alle tre…alle
cinque: il Signore viene a cercarci in ogni ora. È lui che prende
l’iniziativa. È lui che va in cerca di coloro che lavorano per lui.
Non c’è da presentare un curriculum per il Signore. Basta dargli
la propria disponibilità.
Sono disponibile per il Signore? Sono
totalmente disponibile o faccio riserve? Perché? A quale ora mi
piacerebbe essere chiamato? Perché?
- “Così gli ultimi saranno i
primi, e i primi ultimi”: ecco la fine della parabola. Gesù
si rivolge agli scribi e ai farisei (i primi, quelli chiamati alle nove,
forse anche prima…). Forse anche noi siamo farisei. Forse siamo stati chiamati
alla prima ora, nel giorno del Battesimo, preghiamo, facciamo oratorio,
facciamo un sacco di cose in parrocchia, osserviamo tutti i comandamenti.
Siamo stati pagati come gli operai dell’ultima ora… Non è giusto!
Chi sono gli ultimi? Perché
non troviamo giusto che il Signore ci tratti come ultimi? A che ora siamo
stati chiamati? Mi lamento con il Signore per questa “ingiustizia”?
La meditazione non è fine a se stessa,
ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
6. ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa,
per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune
frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno
fatto meditare.
Se sei in difficoltà, prega così:
Ciò che mi
muove ad amarti...
Non mi muove, Signore,
ad amarti
il cielo che Tu
mi serbi promesso,
né mi muove
l'inferno tanto temuto
perché io
lasci con ciò di amarti.
Mi muovi Tu, mio
Dio;
mi muove il vederti
inchiodato
su quella croce
e scarnificato;
mi muove il vedere
il Tuo corpo tanto ferito,
mi muovono i tuoi
affronti e la tua morte.
Mi muove infine il
tuo amore
in tal maniera che
se non ci fosse cielo,
io ti amerei,
e se non ci fosse
inferno, ti temerei.
Non hai da darmi
nulla perché mi ami,
perché se
quanto aspetto io non lo aspettassi,
nella stessa maniera
che ti amo, io ti amerei.
(Anonimo spagnolo, sec. XVII)
7. CONTEMPLATIO Si avverte il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Contemplo ed adoro, in ginocchio, il Crocifisso,
segno della Risurrezione.
8. ACTIO Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.
Si compie concretamente un’azione che cambia
il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa
ora vita!
9. Prego con la Liturgia
della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
10. Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Quando ho finito l’Ora Canonica, spengo
il lumino.
Arrivederci!