RITIRO ON LINE
novembre - 2005  

 

 

 

Siamo venuti per adorarlo

(Mt 2,2)

 

 

 

SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ

 

 

“Signore…”

 

Il Regno di Dio,

cioè il suo amore, la sua grazia,

la sua misericordia, la sua pace,

ha avuto modo di crescere nella mia esistenza?

 

L’ho accolto con semplicità e gioia,

sgombrando il terreno della mia vita

da quanto ne poteva ostacolare lo sviluppo?

 

Il Regno di Dio matura non nel chiasso, ma nel silenzio,

non in gesti straordinari, ma nelle piccole decisioni,

nella fedeltà quotidiana al proprio dovere e alla propria vocazione.

 

Ho pregato il Signore di far crescere un po’ di più

il suo Regno in me,

nella convinzione che se il suo influsso aumenta nella mia vita,

anch’io maturo in umanità?

 

 

Introduzione:

 

 

Il ruolo del corpo nell’esperienza di preghiera

 

Þ     Per allentare le tensioni e acquistare consapevolezza anche nella preghiera un ruolo importante è svolto dal corpo. È anzitutto a livello fisico che la distensione e la consapevolezza vanno raggiunte. In molte spiritualità, tra cui quella biblica (vedi Cantico dei Cantici), il linguaggio del corpo ha una parte essenziale nel manifestare i sentimenti del cuore o attraverso una posizione statica di abbandono, di resa, di accoglienza, di accettazione, o attraverso la posizione dinamica di offerta, di donazione, di slancio, di lotta. Questo presuppone la capacità di mettersi in ascolto del proprio corpo, di acquisirne coscienza.

 

Þ     La zona del respiro, a cavallo tra il fisico, lo psichico e lo spirituale, è di straordinaria importanza per il nostro equilibrio. È considerato “il ponte che unisce il corpo allo spirito” (Budda). La nostra respirazione dovrebbe avere un ritmo molto più profondo e tranquillo e nello stesso tempo dovrebbe essere accompagnata da un processo di tipo spirituale.

 

Þ     Espirare profondamente e prolungatamente con la prospettiva “teologico-psicologico-spirituale” di svuotarsi di tutto ciò che in noi è impuro, torbido, velenoso.

Sospendere il respiro, ed in questa pausa di apnea, porsi in uno stato di pacificazione totale.

Inspirare accogliendo l’aria carica di ossigeno, che rigenera e trasforma, con la coscienza di venire rinnovati, rivitalizzati, trasfigurati da un elemento nuovo.

È bene fare questo esercizio accompagnato da formule di preghiera esplicita che interpretano l’esercizio fisico, o ad esempio dalla Preghiera di Gesù “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”.

 

 

 

 

Ascolto della Parola di Dio

 

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (Mt 7,21)

 

Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre. (Mt 12,50)

 

Gesù disse loro: “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. (Gv 4,34)

 

Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei. (Lc 1,38)

 

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome. (Lc 1,49)

 

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede”. Gesù gli rispose: “Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo”. Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai”. Ma Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”. Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. (Mt 4,1-11)

 

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo”. Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”. Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; e anche: essi ti sosterranno con le mani,  perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. Gesù gli rispose: “È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo”. Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato. (Lc 4,1-13)

 

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”. E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu! ”. Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”. E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciateli, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: “Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina”. (Mt 26,36-46)

 

Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, qual è il più grande comandamento della legge? ”. Gli rispose: “ Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”. (Mt 22,34-40)

 

Lui che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore. Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: “Eccoci! ” e brillano di gioia per colui che le ha create. (Bar 3,33-35)

 

 

Per la riflessione…

 

“Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”

 

Con questa invocazione giungiamo nel cuore della preghiera del Padre Nostro, ma direi anche al vertice della preghiera biblico e cristiana.

 

Þ     Precisiamo innanzitutto che cosa s’intende per “volontà di Dio”. Nel linguaggio corrente si parla talvolta della volontà di Dio quasi si trattasse di un destino inesorabile, capriccioso e anche crudele, a cui sarebbe gioco-forza rassegnarsi.

La volontà di Dio è il suo progetto di salvezza, di vita, d’amore manifestato e comunicato a noi mediante Gesù. Dunque la volontà di Dio coincide con il nostro bene, con il massimo della nostra realizzazione personale e quindi con il massimo della nostra felicità. Dio sa e vuole il nostro bene, molto più di quanto lo sappiamo e lo vogliamo noi. Questa verità è di fondamentale importanza, perché essa demolisce alla radice quella menzogna diabolica che ha attraversato e contaminato tutta la storia dell’umanità, dalla prima tentazione del libro della Genesi fino alla posizione dell’ateismo contemporaneo, o peggio ancora dell’indifferenza religiosa.

Uno dei più bei versi della Divina Commedia suona: “En la sua voluntade è nostra pace”; la pace, cioè l’armonia, il possesso pieno e perfetto di tutto ciò che esaudisce la sete di felicità che è in noi, la si raggiunge accogliendo e compiendo la volontà del Signore.

 

Þ     Allora “sia fatta la tua volontà”  non è una preghiera di rassegnazione, una specie di concessione che facciamo a Dio. È invece l’offerta gioiosa al Signore della nostra libertà per essere non degli ostacoli, ma dei collaboratori al suo progetto d’amore e di vita, nella convinzione lucida che la nostra libertà si realizza aderendo al bene e che il bene per noi coincide appunto con la volontà di Dio.

Da notare comunque che il protagonista di questa operazione è ancora una volta il Signore, come per le altre due prime invocazioni. È così che noi possiamo accedere all’intimità di Dio, diventare familiari, consanguinei di Gesù, far parte del suo Regno (cfr Mt 7,21;12,50).

Gesù e Maria di Nazareth costituiscono gli esempi più belli di quest’atteggiamento di docilità alla volontà del Padre (cfr Gv 3,34; Lc 1,38) e la Madonna constaterà gli effetti stupendi di questa disponibilità (cfr Lc 1,49).

E tuttavia anche per loro il compimento della volontà di Dio è stato difficile e duro. Pensate alla scena misteriosa della tentazioni (Mt 4,1-11 e Lc 4,1-13) e alla scena angosciosa del Getsemani (Mt 26,36-46): in entrambi i casi egli supera la tentazione del “fai da te” e assume in pienezza la volontà del Padre. Si pensi al faticoso sforzo di Maria per decifrare nella fede il disegno di Dio, dall’Annunciazione, allo Stabat Mater sotto la Croce, alla Pentecoste.

La convinzione che la volontà di Dio è buona, positiva, diretta al nostro bene, non elimina la fatica di decifrarla ed accoglierla.

 

Þ     Concretamente, come faccio a capire quello che Dio vuole da me?

Gli esempi di Gesù, della Madonna, dei santi, il messaggio del Vangelo, attualizzati dai nostri pastori, lungo la storia, già ci indicano chiaramente ciò che Dio vuole da ciascuno di noi: che siamo santi, capaci cioè di amare Dio e i fratelli (cfr Mt 22,34-40). La modalità concreta con cui adempiere questa volontà di Dio, secondo la propria vocazione, è dettata anche dalle proprie doti naturali (temperamento, inclinazioni, attitudini, talenti), dalle circostanze della vita (situazioni, incontri, esigenze del contesto sociale in cui si è inseriti), dai consigli di persone in cui abbiamo l’avventura di imbatterci, dai suggerimenti dello Spirito Santo lungo il nostro cammino. Tutti questi elementi sono in grado di funzionare se alla base c’è un atteggiamento di disponibilità e di docilità allo Spirito.

 

Þ     Un cenno di spiegazione dell’ultimo elemento della frase “come in cielo così in terra”.

La maggior parte degli esegeti concorda nel collegare questa espressione non soltanto con “sia fatta la tua volontà”, ma anche con “sia santificato il tuo nome” e con “venga il tuo regno”.

Il cielo significa qui direttamente il Paradiso, i cui abitanti, angeli e santi, sono mirabilmente e gioiosamente sottomessi al Signore, di cui cantano incessantemente la gloria e che percepiscono ormai chiaramente come l’unico e sommo bene.

Non è da escludere anche un riferimento al mondo degli astri che la Bibbia scorge in perfetta sintonia con i desideri di Dio (cfr Bar 3,33-35).

Nell’invocazione del Padre Nostro, chiediamo che quella mirabile armonia di volontà che regna fra Dio e le creature celesti, possa realizzarsi anche sulla terra, nel cuore e nella volontà degli uomini nei confronti dei progetti di Dio.

 

Il massimo risultato della preghiera è che noi diventiamo disponibili ad accogliere ed a realizzare la volontà di Dio, come diceva Frossard, “Pregare è esaudire”.

 

 

Per la preghiera…

 

 

Dimmi Gesù,

ma è proprio vero che mi hai amato così tanto?

Così tanto da esserti spogliato della "tua eternità"

per venire a condividere con me ogni respiro, ogni gioia,

ogni angoscia, tutta la mia vita, la mia morte?

 

E' proprio vero che continui ad amarmi

così tanto da sopportare i miei continui tradimenti,

le mie volontarie assenze, i miei testardi rifiuti?

 

Così tanto da rimanermi accanto come un mendicante

ad aspettare che dalla mia vita, imbandita di egoismo,

cadano briciole d'amore che possano servirti

ad alleviare le sofferenze di questo mondo?

 

Nei momenti bui ti vedo risalire,

come un tempo facevi per le gole della Giudea,

i sentieri tortuosi del mio cuore;

inerpicarti tra i dirupi profondi della mia anima a cercare

qualche anfratto nascosto "dove posare il capo",

con il saio reso sporco da i miei innumerevoli peccati.

 

Perdonami, Gesù,

se io non voglio proprio capire quanto sia grande il Tuo amore

ma Tu non stancarti di me!

“La Tua Pasqua trasformerà il mio cuore di pietra in un cuore di carne”

e allora potrai finalmente abitare in pienezza la mia esistenza

e trovare il luogo giusto dove issare il trono della Tua Croce

dal quale regnare per sempre!

 

...Mio Signore! Mio Dio! Mio Tutto!

 

 

Per il mese…

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Cerco ogni giorno di trovare un po’ di tempo per pregare, anche solo per ruminare la frase che il Signore mi ha indicato nella riflessione.

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di preghiera recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!