LE CENERI
Signore,
ecco le nostre
fronti segnate dalle ceneri,
come gli
stipiti delle porte
di coloro
che stavi per liberare dall’Egitto.
Ecco i nostri
cuori segnati dalle ceneri,
quelle
delle nostre colpe bruciate dal fuoco del tuo amore.
Ecco le nostre
mani segnate delle ceneri,
quelle
delle nostre violenze distrutte dalla tua tenerezza.
Ecco i nostri
piedi segnati dalle ceneri,
quelle
dei falsi idoli dissolti al roveto ardente della verità.
I cammini dove
tu ci inviti a seguirti sono
anch’essi
segnati delle ceneri,
non come
segno di tristezza, ma come pegno di purezza.
La tua
colonna di fuoco ha bruciato la spine:
le ceneri
renderanno fertile
il terreno
pietroso delle nostre aride vite.
Così segnati
dalle ceneri eccoci, Signore,
pronti
a seguirti sulla via ardente che conduce alla Vita.
Lì,
noi vogliamo bruciare le sovrastrutture inutili,
le parole
vane, i gesti di rifiuto.
Alla chiamata
della tua bruciante Parola,
noi presenteremo
i nostri cuori e ci convertiremo al Vangelo.
(Pier)
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Ho intenzione di incontrare il Signore nella preghiera. Stampo il Ritiro on line di questo mese. Spengo il cellulare. Preparo accuratamente i posti e i segni.
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.
“Accogliendo ora
la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani
le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa
parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.
[XVII GMG Toronto,
Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]
Invoco lo Spirito Santo:
Vento del Suo Spirito
che soffi dove vuole, libero e liberatore,
vincitore della legge,
del peccato e della morte... Vieni!
Vento del Suo Spirito
che alloggiasti
nel ventre e nel cuore
di una cittadina di Nazareth... Vieni!
Vento del Suo Spirito
che ti impadronisti di Gesù
per inviarlo ad annunciare
una buona notizia ai poveri
e la libertà
ai prigionieri... Vieni!
Vento del Suo Spirito
che ti portasti via nella Pentecoste
i pregiudizi, gli
interessi e la paura degli Apostoli
e spalancasti le porte
del cenacolo
perché la comunità
dei seguaci di Gesù
fosse sempre aperta
al mondo, libera nella sua parola
coerente nella sua
testimonianza
e invincibile nella
sua speranza... Vieni!
Vento del Suo Spirito
che ti porti via sempre le nuove paure della Chiesa
e bruci in essa ogni
potere che non sia servizio fraterno
e la purifichi con
la povertà e con il martirio... Vieni!
Vento del Suo Spirito
che riduci in cenere la prepotenza, l'ipocrisia e il lucro
e alimenti le fiamme
della Giustizia e della Liberazione
e che sei l'anima
del Regno... Vieni!
Vieni o Spirito perché
siamo tutti vento nel tuo Vento,
vento del tuo Vento,
dunque eternamente
fratelli.
Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.
“Raccolti intorno
alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”
[XVII GMG Toronto,
Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]
LECTIO
Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano – Ez 36, 16-30
16
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
17
“Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava il suo paese, lo rese
impuro con la sua condotta e le sue azioni. Come l’impurità di una
donna nel suo tempo è stata la loro condotta davanti a me. 18
Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano
sparso nel paese e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato. 19
Li ho dispersi fra le genti e sono stati dispersi in altri territori: li
ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni. 20
Giunsero fra le nazioni dove erano spinti e disonorarono il mio nome santo,
perché di loro si diceva: Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia
sono stati scacciati dal suo paese. 21
Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che gli Israeliti avevano disonorato
fra le genti presso le quali sono andati. 22
Annunzia alla casa d’Israele: Così dice il Signore Dio: Io agisco
non per riguardo a voi, gente d’Israele, ma per amore del mio nome santo,
che voi avete disonorato fra le genti presso le quali siete andati. 23
Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le genti, profanato
da voi in mezzo a loro. Allora le genti sapranno che io sono il Signore
- parola del Signore Dio - quando mostrerò la mia santità
in voi davanti ai loro occhi. 24 Vi
prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò
sul vostro suolo. 25 Vi aspergerò
con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le
vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; 26
vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito
nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore
di carne. 27 Porrò il mio
spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e
vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. 28
Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo
e io sarò il vostro Dio. 29 Vi libererò
da tutte le vostre impurità: chiamerò il grano e lo moltiplicherò
e non vi manderò più la carestia. 30
Moltiplicherò i frutti degli alberi e il prodotto dei campi, perché
non soffriate più la vergogna della fame fra le genti.
Parola di Dio
La Parola di Dio scritta nella Bibbia si
legge con la penna e non soltanto con gli occhi! “Lettura” vuol dire leggere
il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.
È un’operazione facilissima, che
però va fatta con la penna e non soltanto pensata.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura
della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più
sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”!
I profeti illuminano la rivelazione successiva:
i profeti sono in attesa del Salvatore, Colui che deve venire, l’Emmanuele,
Gesù Cristo, Figlio di Davide.
Ricordo brevemente l’ambiente storico: a
Gerusalemme passano dieci anni di follie, dopo il primo parziale esilio:
nonostante le raccomandazioni di Geremia, il nuovo re si ribella e chiede
aiuto in Egitto. Dopo diciotto mesi di assedio, nei mesi di giugno-luglio
587, prende la città, fa “trucidare i figli dei re Sedecìa
in sua presenza, ed a lui poi fa cavare gli occhi e infine, incatenato,
lo conduce a Babilonia” (2Re 25,7). Gerusalemme è saccheggiata,
rasa al suolo, e i sopravvissuti vengono deportati. L’esilio a Babilonia
dura quarantanove anni (587-538). Questo oracolo è stato pronunciato
poco dopo il 587, al tempo delle incursioni in Palestina dei popoli vicini.
È uno dei passi più sublimi di Ezechiele, che è stato
orchestrato da alcuni musici. Potremo finalmente amare Dio, perché
lo stesso Dio avrà strappato il cuore di pietra, per sostituirvi
un “cuore di carne”, un cuore nel quale lo Spirito potrà gridare
liberamente “Abbà: Padre!” (cfr Rom 8,15). E allora, Dio dice, dopo
che vi avrò ricondotti a me, voi mi amerete, riconoscerete di essere
peccatori e piangerete i vostri peccati. In tal modo “il Nome di Dio sarà
santificato”. Dio li “aspergerà con acqua pura”, come si faceva
nel tempio con chi avesse contratto una macchia rituale, cambierà
il loro duro cuore in un cuore docile, ed infonderà in essi il suo
spirito, perché, perdonati ed alleggeriti dalle loro colpe, aderiscano
pienamente alla sua volontà. È l’eco dell’alleanza nuova
“scritta nei cuori”, preannunciata da Geremia. I vv 27-29 sono i più
conosciuti e, forse per questo, sono i più trascurati della meditazione
e dalla preghiera personale. I versetti che precedono questa parte sono
di introduzione e possono, in qualche modo, far comprendere i versetti
in neretto.
La forma dei verbi è al futuro, ma
questo futuro è teologico: Dio è il soggetto di questo verbi.
Soprattutto Dio ci trapianta il cuore, lo spirito. Noi solamente non provochiamoci
“il rigetto”, ma accogliamo la grazia che Dio vuole donarci.
Ø v 26: “vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo”: come può Dio trapiantare il cuore se non ci conosce? Dio decide di prenderci dalle genti, di chiamarci, di eleggerci, ci purifica, e ci da un cuore nuovo e mette dentro di noi il suo spirito.
Mi sento conosciuto da Dio? Quando?
In che modo? Mi sento chiamato da Dio? Sento che Dio ha posto il suo sguardo
su di me? Come sento questo sguardo? Come il Signore ci purifica? Che cosa
sono i miei idoli e le mie sozzure da cui devo essere purificato dal Signore?
L’”acqua pura” è il sacramento della riconciliazione? Cosa è
il cuore nuovo? Abbiamo un cuore di pietra? Perché Dio vuole donarci
un cuore di carne?
Ø v 27: “porrò il mio spirito dentro di voi”: è il percorso della vita cristiana: Dio creatore, che ci conosce fino in fondo, decide di vivere con noi , ci chiama e noi proclamiamo quanto è grande il suo amore purificatore, il suo spirito ci fa cambiare e ci ameremo come lui vuole.
Sono sempre disposto ad accettare la
venuta dello Spirito in me? O qualche volta faccio resistenza? E come ?
Sono convinto che il suo Spirito mi può cambiare? Sono pronto ad
amare i miei fratelli ,come Dio mi ama?
Dai Padri della Chiesa:
Che forse non c’è lo Spirito Santo? Chi pensa così non è degno di riceverlo. C’è e adesso. Perché, allora, nessuno parla tutte le lingue, come quella volta coloro che ne furono ripieni? Perché? Perché ciò che quel fatto voleva significare, ora si è compiuto. E che cosa è questo? La Chiesa allora era tutta in una sola casa, ricevette lo Spirito Santo: era solo in pochi uomini, ma era nelle lingue di tutto il mondo. Ecco che cosa voleva dire quel fatto. Che quella piccola Chiesa parlasse le lingue di tutte le genti; infatti, che cosa è se non questa realtà di questa nostra Chiesa, che da oriente a occidente parla con le lingue di tutti i popoli? Oggi si avvera ciò che allora si accennava. Sentimmo, vediamo. "Senti, figlia, e vedi" (Sal 44,11); fu detto: Ascolta la promessa, vedine l’adempimento. Il tuo Dio non ti ha ingannato, non ti ha ingannato il tuo Sposo, non ti ha ingannato colui che ti ha fatto la dote col suo sangue; non ti ha ingannato colui che da brutta ti ha fatto bella e da immonda ti ha fatto vergine immacolata. A te stessa tu sei stata promessa; promessa in pochi, adempita in molti.
Agostino, Sermo 267, 3
Sono molti e grandi, fratelli carissimi, i benefici divini, con i quali la larga clemenza di Dio Padre e di Cristo ha operato e sempre opera a nostra salvezza: che cioè il Padre per salvarci e vivificarci, ha mandato il suo Figlio a redimerci, e che il Figlio mandato tra di noi ha voluto chiamarsi figlio dell’uomo, per fare di noi figli di Dio. Si umiliò per innalzare il popolo che giaceva oppresso; fu ferito per curare le nostre ferite, fu servo per condurre noi servi a libertà, sopportò la morte per offrire a noi mortali l’immortalità. Sono questi i doni grandi e copiosi della divina misericordia. Ma inoltre, quale provvidenza è questa, e quanta clemenza, che si provveda al nostro bene col metodo più salutare, che all’uomo redento si procurino mezzi maggiori per una salvezza più piena? Infatti avendo il Signore guarito con la sua venuta le ferite inflitte ad Adamo e avendo curato l’antico veleno del serpente, diede all’uomo risanato una legge, comandandogli di non peccare più, ché non gli avvenga qualcosa di più grave. Eravamo coartati e costretti in breve spazio per questo obbligo di mantener l’innocenza, e la fiacchezza, la debolezza della nostra umana fragilità non avrebbe potuto far nulla se la divina pietà, soccorrendoci nuovamente, non ci avesse mostrato quali sono le opere di misericordia, aprendoci la via nel conservare la salvezza, insegnandoci a lavare con le elemosine tutte le macchie da noi in seguito contratte.
Cipriano di Cartagine, Le opere buone
e le elemosine, 1
La meditazione non è fine a se stessa,
ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa,
per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune
frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno
fatto meditare. Se sei in difficoltà, prega così:
Sii tu, o Signore,
ad amare attraverso
di noi.
Donaci il tuo cuore
per amare Dio,
nostro Padre,
donaci il tuo cuore
per amare Maria,
nostra Madre,
donaci il tuo cuore
per amare
i tuoi fratelli,
che sono anche i nostri.
E donaci tanto fiato
e aiutaci ad avanzare
verso il domani
senza guardare indietro,
né misurare
lo sforzo,
per sperare di nuovo,
come se la vita
incominciasse quest'oggi.
Donaci il tuo spirito,
perché ci
suggerisca la preghiera dal profondo,
quella che in noi
sale a te,
quella che invoca
il tuo ritorno.
Signore, ho bisogno
dei tuoi occhi:
dammi una fede viva.
Ho bisogno del tuo
cuore:
dammi una carità
a tutta prova.
Ho bisogno del tuo
spirito:
dammi la tua speranza
per me e per la
tua Chiesa.
Affinché
la Chiesa di oggi
sia una testimonianza
per il mondo.
E il mondo riconosca
i cristiani
dal loro sguardo
luminoso e sereno,
dal calore del loro
cuore
e da quell'ottimismo
invincibile
che sgorga dalla
fonte nascosta
e inalterabile della
loro gioiosa speranza.
(Card. Léon-Joseph Suenens)
CONTEMPLATIO
Si avverte il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere
dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi.
È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver
toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Contemplo ed adoro, in ginocchio, il Crocifisso,
segno della Risurrezione.
ACTIO
Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito
di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto
come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo
nell’actio.
Si compie concretamente un’azione che cambia
il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa
ora vita!
Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!