Seguiremo per otto incontri la “Scuola di preghiera” che si è svolta nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino nel 1987, in preparazione al Centenario della morte di Don Bosco. Ero andato a questi incontri guidati da un prete salesiano, e li propongo a voi, riassumendo le sue meditazioni. Anche nello schema rinnovato di Ritiro On Line, il Signore parla al nostro cuore. L’argomento dei nostri incontri sarà il Padre Nostro, la preghiera di Gesù, preceduta da questa introduzione alla preghiera.
Grazie a quanti seguite questa “Scuola di preghiera”.
“Signore…”
Signore,
vogliamo innanzitutto prendere coscienza
che Tu sei qui con noi.
Tu sempre sei con noi,
lo sappiamo almeno teoricamente.
Ora vorremmo,
attraverso un rinnovato atto di fede
aderire a questa Tua presenza,
vorremmo stare con te,
consapevolmente.
Aiutaci a darci del TU senza pudori,
senza formalismi, senza paure,
in sincerità di fede.
Ti chiediamo perdono
per tutte le scorie di male
che quotidianamente gremiscono e appesantiscono
la nostra vita impedendoci di vederti,
di sentirti, di incontrarti, di accoglierti.
Dio Padre,
Signore dell’universo e della storia,
tu occupi un posto esiguo nella mia vita;
persone, interessi, impegni
ti fanno concorrenza:
lo riconosco con umiltà…
Cristo Signore,
che sei vissuto su questa terra
in unione intima e costante con il Padre,
così da far coincidere
in ogni circostanza
la tua volontà con la sua,
riconosco con umiltà la mia caparbietà,
la mia pretesa continua di gestire la mia vita
secondo i miei criteri e i miei disegni…
Spirito d’amore,
che sei stato inviato nel mio cuore
per gridare: “Abbà, Padre”,
riconosco con umiltà
di aver sovrastato spesso la tua voce
con richieste banali, miopi, inutili…
Introduzione:
ü Questi incontri vorrebbero essere una scuola di preghiera, un insegnamento di cosa significa pregare, di come si deve pregare. Cioè non una scuola “sulla preghiera”, ma una scuola “di preghiera”. Tenteremo di imparare a pregare, pregando, dando degli spunti per fare esperienza concreta di preghiera. “Dio dona la preghiera a chi prega”, dice un Padre della Chiesa.
ü “Pregare: perché?” Nella nostra società frenetica ed efficientista è un interrogativo frequente. Perché siamo creature, esseri dipendenti da Dio. Ciò che abbiamo e che siamo non ci è dovuto, ci è donato. Per questo non siamo mai così veri come quando preghiamo, perché riconosciamo di appartenere a Dio e di dovergli tutto. Siamo frutto di un dono incessante di Dio. Se abbiamo compreso e vissuto questo… come possiamo non pregare?
ü Lo Spirito Santo è il protagonista della nostra preghiera. “Noi non sappiamo pregare come si conviene”, dice San Paolo. Solo lo Spirito del Figlio, che il Padre ha mandato, può aiutarci nel nostro unirci a Dio. Questo Spirito grida nei nostri cuori “Abbà, Padre” e senza di Lui non possiamo far nulla, ma Egli non fa tutto. Richiede la nostra collaborazione. La nostra risposta dev’essere convinta che l’essere riuniti nel suo nome, l’essere cioè la Chiesa viva, che agisce qui ed ora, ci abilita a capire meglio chi è Dio per noi e cosa richiede da noi.
ü La preghiera è una fatica, una lotta. “Lottate con me nella preghiera”, diceva San Paolo ai cristiani delle sue comunità. Se per pregare, aspettiamo di averne voglia, non incominceremo mai. È pregando assiduamente che si giunge a gustare la preghiera.
Ascolto della Parola di Dio
Non ci sarà, con la scuola di preghiera e come negli altri Ritiro On Line, un brano specifico su cui meditare, ma spunti dati da parecchi versetti e brani biblici.
La preghiera scandisce la vita e la missione di Gesù. Luca, evangelista della preghiera, lo ha ben evidenziato.
Þ Gesù modello e maestro di preghiera:
ü Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli. (Lc 11, 1)
Luca sottolinea che Gesù è in preghiera prima di proporre ai discepoli il Padre Nostro e sgorga dalla sua esperienza di preghiera. I discepoli sono impressionati dalla relazione che intuiscono sussistere tra Gesù e il Padre, non osano interromperlo e desiderano partecipare anch’essi a questo rapporto. Anche noi, prima di inoltrarci nella riflessione e preghiera sul Padre Nostro, vogliamo sostare in contemplazione davanti a Gesù che prega.
Þ Guardiamo Gesù che prega
ü Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. (Lc 3, 21-23)
Mentre è in preghiera, Gesù riceve il dono dello Spirito e sente la voce del Padre: la preghiera è il luogo dell’incontro, della Rivelazione e della missione.
ü La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare. (Lc 5, 15-16)
Quest’annotazione, Luca la fa dopo la descrizione di un miracolo di Gesù e questo per indicare che la preghiera è la fonte permanente da cui sgorgano le parole che Egli annunzia e le opere che compie. La missione di Gesù è nutrita di preghiera, si svolge in clima di preghiera.
ü In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli… (Lc 6, 12-13)
La chiamata e la scelta degli apostoli è preceduta da un’intera notte che Gesù passa in preghiera.
ü Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: “Chi sono io secondo la gente? ”. Essi risposero: “Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto”. Allora domandò: “Ma voi chi dite che io sia? ”. Pietro, prendendo la parola, rispose: “Il Cristo di Dio”. (Lc 9, 18-20)
Prima di invitare gli apostoli a riconoscerlo, Gesù prega per la loro fede.
ü Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. (Lc 9, 28-29)
Come nel Battesimo, la manifestazione del Padre avviene mentre Gesù è in preghiera, in più il suo essere viene trasfigurato. Luca vuole suggerire che ogni cristiano, in quell’incontro con Dio che è la preghiera, può sperimentare qualcosa di simile.
Þ Ascoltiamo Gesù che prega
In tutto il Vangelo, eccetto la preghiera sacerdotale di Gv 17, sono cinque soltanto le espressioni di preghiera che Gesù pronuncia esplicitandone il contenuto.
ü “Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli”. (Lc 10, 21)
È una preghiera di lode, suggerita dallo Spirito Santo che Gesù possiede in pienezza. Dio viene lodato perché si è rivelato ai semplici, ai piccoli, mentre i sapienti non lo hanno riconosciuto.
ü Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione”. (Lc 22, 39-46)
È la preghiera più particolareggiata dei Vangeli. Nell’ultima cena, Gesù ha appena offerto la coppa del suo sangue: “Questo è il mio sangue, il sangue della nuova alleanza”. Un’ora più tardi sembra rimettere tutto in discussione. “Padre, se vuoi allontana da me questo calice”. È la tentazione del rifiuto che dura poco. Gesù è straziato di fronte alla prospettiva della Croce, ma questa alla fine vince: “Però non la mia volontà sia fatta, ma la tua”. Questa vittoria è frutto della preghiera. Il brano di Luca inizia con le parole (v 40): “Pregate per non entrare in tentazione” e termina (v 46) con le parole: “Alzatevi e pregate per non entrare in tentazione”. E al centro (v 44), il brano insiste ancora: “In preda all’angoscia, pregava più intensamente”. È una lezione per il cristiano tentato e sfiduciato: solo la preghiera può impedire di cedere.
ü Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. (Lc 23, 34)
Il crocifisso prega per i suoi crocifissori, perché la misericordia di Dio prevalga sul male.
ü Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “ Elì, Elì, lemà sabactàni? ”, che significa: “ Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ( Mt 27, 46)
Il primo versetto del Salmo 21 non è un grido di disperazione. Gesù fa suo tutto il salmo. Il Salmo 21, dopo aver descritto la sofferenza atroce di un innocente perseguitato, sboccia in un inno di ringraziamento per la salvezza ottenuta. È l’unico Salmo che parla della salvezza dei pagani e dei morti. Dunque una preghiera piena di speranza nel compimento di quella salvezza universale che è stato l’anelito costante della vita e missione di Gesù.
ü Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò. (Lc 23, 46)
Gesù vive il momento della morte completamente abbandonato al Padre.
Þ Impariamo da Gesù che parla della preghiera
ü Parabola dell’amico importuno
Poi aggiunse: “Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! ”. (Lc 11, 5-13)
ü Parabola del giudice disonesto e della vedova importuna
Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: “C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”. E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? ”. (Lc 18, 1-8)
ü Preghiera come preparazione all’evento escatologico
State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. (Lc 21, 34-36)
Per la riflessione… Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera.
Dei brani di cui sopra, ci limitiamo a evidenziare due aspetti della catechesi di Gesù sulla preghiera.
ü Che cosa dobbiamo chiedere nella preghiera? Gesù ci dice una cosa sola: il dono dello Spirito Santo. “Il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono”. Lo Spirito è in grado di farci vivere ed agire come Dio vuole, ed in questo sta la riuscita e la felicità della nostra vita.
ü Gesù insiste sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi, sull’esigenza di chiedere, di cercare, di bussare con perseveranza… Perché, possiamo chiederci, se Dio sa già ciò di cui abbiamo bisogno? S. Agostino, a questo proposito, ha una risposta folgorante: “Dio non dà se non a chi chiede, per non dare a chi non è in grado di ricevere”. Il brano di Lc 18, 1-8 termina con una frase che ci colpisce come una sferzata: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terrà?”.
La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
Per la preghiera
In questi momenti di preghiera tentiamo di dare del “tu” al Signore, usando i brani della Parola di Dio che sono risuonati alle nostre orecchie.
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla riflessione. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi dei brani ripetendo per più volte la frase/i.
Per il mese… Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Cerchiamo ogni giorno di trovare un po’ di tempo per rileggere i brani indicati, di confrontare su di essi la nostra vita, prima di passare alla lettura pregata di ogni frase del Padre Nostro.
Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di preghiera recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!