1. Ho intenzione
di incontrare il Signore nella preghiera. Stampo il Ritiro on line di questo
mese. Spengo il cellulare. Preparo accuratamente i posti e i segni.
2. Mi inginocchio e venero il Crocifisso, l’icona, la Parola accendendo un lumino o la luce di Tor Vergata.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.
Invoco lo Spirito Santo:
3. LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano del Vangelo di Giovanni (Gv 6,48-66).
Io sono il pane
della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;
questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia
non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia
di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è
la mia carne per la vita del mondo”.
Allora i Giudei si
misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne
da mangiare? ”. Gesù disse: “In verità, in verità
vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il
suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il
mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così
anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane
disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.
Queste cose disse
Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Molti dei suoi discepoli,
dopo aver ascoltato, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può
intenderlo? ”. Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli
proprio di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se
vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo
Spirito che dá la vita, la carne non giova a nulla; le parole che
vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono”.
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano
e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: “Per questo
vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso
dal Padre mio”.
Da allora molti dei
suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
Parola del Signore
Si prende in mano una penna.
Il Vangelo si legge con la penna e non soltanto con gli occhi! “Lettura”
vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose
importanti.
Occorre che risultino bene
le azioni che vengono descritte, l’ambiente in cui avviene il fatto, il
soggetto che agisce e chi riceve l’azione.
È un’operazione facilissima,
che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.
4. MEDITATIO Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! “Il Grande Silenzio” della Meditatio deve durare almeno 30 min.
Il brano che stiamo pregando
è inserito nel cap. 6 del Vangelo secondo Giovanni, il capitolo
sul “pane di vita”. Nel Vangelo di Giovanni c’è una lunga catechesi
eucaristica in questo capitolo ma non c’è l’istituzione dell’Eucaristia,
come nei Vangeli Sinottici. Incomincia con la moltiplicazione dei pani,
poi i discepoli sono raggiunti da Gesù che cammina sul mare, il
discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao, da cui è tratto
il brano, e la professione di fede di Pietro.
È una catechesi, forse
la prima fatta così, sull’Eucaristia. La comunità cristiana
ha visto e ha fatto suo il Corpo e il Sangue di Cristo. Giovanni fa proprie
le sollecitazioni e le meditazioni e le mette per scritto. In tanti modi
si è formato ed è stato tramandato il Vangelo. Però
è importante considerare il fatto che, sotto ogni pagina di Vangelo,
c’è una comunità viva e pulsante.
Alcuni versetti, per meditare:
Ø Vv 48 ss “Io sono il pane della
vita. …” < Io sono >…< Io sono > il Vangelo di Giovanni è
tutto cosparso dell’ < Io sono > fino nell’orto degli Ulivi al cap.
18. Dal cap. 3 dell’Esodo, il nome di Dio è codesto. Gli Ebrei potevano
pensarlo, pregarlo ma non dirlo. Avevano trovato una forma sostitutiva.
Per questo è detto più volte < Io sono >: è il
nome di Dio. Ma il nuovo nome di Dio è Gesù, che è
“disceso dal cielo”.
Penso che Gesù è
il nuovo nome di Dio? Credo che Gesù è Dio? Credo che, se
vivrò di Eucaristia, vivrò in eterno? Come mi immagino la
vita eterna? Come un passaggio o una continuazione?
Ø Vv 52 ss “Allora i Giudei…” Sempre
questi Giudei hanno qualcosa da ribattere a cosa dice Gesù. Fanno
ipotesi, perché non capiscono il suo linguaggio.
Mi sembra strano che Gesù
si sia fatto così vicino a me nel pane e nel vino? Come può,
e non soltanto come termini, come può un uomo che è vissuto
2000 anni fa, è morto appeso in croce darci il suo Corpo e il suo
Sangue? Sono come i Giudei di allora?
Ø Vv 57 ss “Come il Padre…” È
una equazione facile. Per risolverla però ci vuole l’amore. È
la sbirciatina agli appunti al momento giusto durante un compito. Colui
che mangia di Gesù deve per vivere per lui! E allora tutto cambia
nella vita.
Vivo per Gesù? Mangio
di lui? Lo amo? Permetto a lui di amarmi? Sono convinto di vivere in eterno,
o sono “in ferie”, in vacanza da Dio?
Ø Vv 61 ss “Questo vi scandalizza?…”
La parola di Gesù non è una parola statica ma che si proietta
al futuro. Gesù, dopo aver fatto la catechesi, domanda, quasi a
bruciapelo, se sono scandalizzati da questo discorso, anzi gli chiederà
poi se i dodici vogliono andarsene da lui. E ci sarà la professione
di fede di Pietro, a nome degli apostoli.
Voglio andarmene, non voglio
sentire il discorso di Gesù? Mi sento scandalizzato, offeso, imbarazzato?
Oppure già mi sono allontanato dal Signore?
La meditazione non è
fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù,
a diventare preghiera.
5. ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare. Se sei in difficoltà, prega così:
O Dio nostro Creatore,
Tu hai cura paterna
di tutti
e hai voluto che gli
uomini
formassero una sola
famiglia,
si trattassero tra
loro come fratelli,
e dividessero nella
giustizia i beni della terra.
Oggi viviamo in un
mondo
dove gli uomini dipendono
sempre più
gli uni dagli altri.
Donaci la forza del
Tuo Spirito
perché non
ci chiudiamo in noi stessi,
ma sentiamo viva la
responsabilità sociale
e la esercitiamo attivamente.
Rendici aperti e sensibili
alle necessità altrui,
pronti a sacrificare
qualcosa di nostro
per collaborare all'edificazione
di una società
più giusta
nella quale l'uomo
sia sempre più uomo.
L'amore che Cristo
Tuo Figlio ha avuto per l'uomo
sia l'esempio e la
sorgente del nostro impegno.
6. CONTEMPLATIO Si avverte il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Adoro, in ginocchio, il Crocifisso, segno della Risurrezione.
7. ACTIO
Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.
Per impegnarci più a fondo nella preghiera, potremo, come la preghiera del cuore, ripetere più volte, come un Rosario, anche in tram, in auto, per strada… diverse parole del brano come “Io sono il pane della vita. Io sono il pane vivo. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Chi mangia questo pane vivrà in eterno…”
Si compie concretamente un’azione
che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato
diventa ora vita!
8. Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
9. Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Quando ho finito l’Ora Canonica,
spengo il lumino o la luce di Tor Vergata.
Arrivederci!