Ciao
a tutti!
Speriamo che abbiate trascorso un bel mese di Maggio in compagnia di Maria.
Il
brano che abbiamo scelto per il mese di Giugno è Lc 5,1-11: la chiamata
dei primi discepoli.
Il
29 Giugno è la Solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Abbiamo
voluto meditare su questa pagina perchè Pietro è la roccia
sulla quale Cristo ha fondato per noi la Sua Chiesa.
Nella
nostra preghiera ricordiamo il Pietro di oggi, il Papa, e tutti i suoi
collaboratori perchè guidino la barca della Chiesa secondo la volontà
di Dio.
Ancora: è questo il brano che ha dato inizio alla Lettera Apostolica "Tertio Millenio Ineunte". Vi invitiamo a leggerla, a meditarla e a farla diventare vostra.
Vi chiediamo ancora schemi, preghiere, meditazioni sul Vangelo secondo Luca.
Arrivederci!
Claudio Chiozzi
cla2001@tin.it
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1. Ho intenzione di incontrare il Signore nella preghiera. Stampo il Ritiro on line di questo mese. Spengo il cellulare. Preparo accuratamente i posti e i segni.
2. Mi inginocchio e venero il Crocifisso, l’icona, la Parola accendendo un lumino o la luce di Tor Vergata.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo.
Invoco lo Spirito Santo:
Vieni, Spirito Santo,
e dammi il dono
dell’Intelletto.
Vieni, Spirito Santo,
e dammi il dono
del Consiglio.
Vieni, Spirito Santo,
e dammi il dono
della Fortezza.
Vieni, Spirito Santo,
e dammi il dono
della Scienza.
Vieni, Spirito Santo,
e dammi il dono
della Pietà.
Vieni, Spirito Santo,
e dammi il dono
del Tuo Santo Timore.
Vieni, Spirito Consolatore.
3. Contemplo i segni della Passione che sono
impressi nel Crocifisso.
4. LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano del Vangelo di Luca.
Lc 5,1-11
1 Un giorno,
mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2 e la
folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due
barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi
un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
4 Quando ebbe
finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per
la pesca”. 5 Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte
e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”.
6 E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti
si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero
ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che
quasi affondavano. 8 Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle
ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono
un peccatore”. 9 Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli
che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10 così
pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone.
Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di
uomini”. 11 Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola di Dio
Si prende in mano una penna. Il Vangelo si
legge con la penna e non soltanto con gli occhi! “Lettura” vuol dire leggere
il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.
Si sottolineano i verbi, magari in rosso,
si inquadra il soggetto principale, con una crocetta si richiama l’attenzione
sulle altre parole che mi colpiscono.
Occorre che risultino bene le azioni che
vengono descritte, l’ambiente in cui avviene il fatto, il soggetto che
agisce e chi riceve l’azione. È un’operazione facilissima, che però
va fatta con la penna e non soltanto pensata. Cerca di ricordare anche
dei brani paralleli della Bibbia.
5. MEDITATIO Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! “Il Grande Silenzio” della Meditatio deve durare almeno 30 min.
Questo stupendo racconto di vocazione è costruito su quattro piccole scene.
Prima scena (5,1-2): sono presentati
i due protagonisti: da un lato il profeta Gesù che annunzia il suo
messaggio al popolo d’Israele, dall’altro un gruppo di lavoratori affaticati
e scoraggiati per la loro misera esistenza.
La Parola di Dio è
importante per me, è l’unica legge per la mia vita? Ascolto la Parola
ogni giorno, la medito e prego sulla Parola di Dio? Nella mia vita, faccio
fatica e mi scoraggio? Quando sono nella tristezza e sono solo, mi rifugio
in Dio o nei miei ragionamenti? Sono convinto che il tabernacolo di Dio
è il nostro momento di difficoltà?: Nella quotidianità,
incontro Dio?
Seconda scena (5,3): i due gruppi
s’incontrano: Gesù cerca la barca di Simone, uno di quei pescatori
infelici e amareggiati. Si stabilisce un primo contatto.
Sono conscio di essere
cercato, preceduto e guidato da Dio? Come stabilisco il “contatto” con
Dio? Sto ad ascoltare la Parola di Gesù, come ha fatto Simon Pietro?
Permetto al Signore di entrare nella mia vita?
Terza scena (5, 4-7): l’intimità
tra i due cresce. Gesù con la forza della sua parola impone il rischio
di continuare nella speranza un lavoro che sembra senza senso e infruttuoso.
Pietro, “sulla parola” di Gesù, rischia e il risultato è
inatteso e meraviglioso.
Getto le reti sulla Parola
di Gesù? Sono disposto a “andare a pesca” con Gesù, anche
se penso che non riuscirò nell’intento? Il rischio mi fa paura o
lo affronto con fede? Nella mia vita, che cos’è la fede? Sono disposto
a “prendere il largo”, a mettere la mia vita nelle mani di Gesù?
Faccio un salto di qualità nella mia vita spirituale?
Quarta scena (5,8-11): la scena è
decisiva ed emblematica, centrata sui verbi classici della vocazione “lasciare
– seguire”. Luca, solo tra gli evangelisti, nota: “Lasciarono tutto”. La
povertà radicale, la scelta fondamentale per il regno è il
passo indispensabile per la sequela. E la vocazione non è solo un
“lasciare”, un distacco, una liberazione, è un “trovare”, è
un “seguire” nell’intimità Gesù, è avere “cento fratelli
e sorelle” in quegli uomini dei quali saremo “pescatori”.
Mi rendo conto di essere
peccatore? Provo stupore per tutto ciò che mi sta intorno? Provo
stupore delle opere di Dio? “Non temere!”: ho avuto paura?Mi sono ricordato
del dono dello Spirito Santo che è il timore del Signore? Mi sono
lasciato “pescare” da quelli che oggi sono Pietro? Ho tirato le barche
dell’egoismo e della paura a terra? Ho seguito Gesù, lasciando tutto,
tempo, preoccupazioni, amicizie…?
La meditazione non è fine a se stessa,
ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
6. ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla Meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare. Se sei in difficoltà, prega così:
SIGNORE, fa che io non sia uno che recita, ma uno che agisce, che vive. In Te, con Te, per Te. I Tuoi pensieri e i Tuoi sentimenti, la Tua Volontà e il Tuo Amore, siano miei partecipando all'Altare.
ESSERE TE, non solo nel momento della consacrazione, quando così evidentemente la Liturgia mi immette nella Tua Persona. Essere Te anche nel dolore del peccato, nella profondità del mistero, nello spirito di riparazione, nella totale dedizione per la salvezza del mondo.
ESSERE TE nel pianto di gemiti inenarrabili, che offri al Padre per i fratelli quaggiù. Essere Te nella purificazione, perché anch'io voglio essere agnello senza macchia, degno dell'Altare sul quale si offre; degno di Te, che mi hai preceduto; degno del Padre cui debbo essere offerto. Essere Te nell'offerta: la stessa generosità, la stessa completezza senza riserva; lo stesso slancio ardente. Un'offerta, la mia, senza sottintesi e senza ritorni, come la Tua, che una volta fatta, fu fatta per sempre. PER SEMPRE.
ESSERE TE nella consacrazione: il Tuo sacrificio è stato ed è la separazione del Corpo dal Sangue. Dunque una disintegrazione, un annientamento del Tuo Essere. Una morte. Ma sull'Altare è soltanto una disintegrazione mistica, nell'intenzione, nel desiderio, nell'amore.
NELL'ATTESA che la disintegrazione del mio essere con la morte si compia nella Tua Volontà, nella Tua pace e per il Tuo amore, accetta intanto la disintegrazione mistica della mia persona: sull'altare si spezza e si frange come il Tuo Corpo sulla croce. La carne è separata dallo spirito nella purezza; la volontà è separata da se stessa nell'ubbidienza; l'io è separato dalle cose nella povertà. Misticamente, ogni giorno MUOIO con Te. Perché con Te mi spezzo nel dolore e nell'amore, nell'ubbidienza, nel distacco da me, dagli altri, dalle cose.
ESSERE TE nella comunione. Cioè, essere consumato. Da tutti quelli che hanno bisogno di me. Attinto come l'acqua dalla sorgente, mangiato come il pane della mensa, distrutto come l'olio della lampada. Mettermi a disposizione, come Te, di tutti. Del primo come dell'ultimo, del povero come del ricco, dell'innocente, del peccatore, dell'umanità: quella che mi soffre vicino, quella che vive lontano, quella che mi chiede e quella che mi rifiuta. Di tutti. DI TUTTI. Gesù, eccomi all'Altare. Con Te. No! Non una parodia, come chi vi accede in peccato. No! Non una commedia, come chi vi partecipa prestando solo i gesti, gli occhi o le labbra. MA UNA REALTÀ. Fa' che sia la realtà piena del tuo sacrificio. ESSERE. Rappresentarti non mi basta. VOGLIO ESSERE TE.
7. CONTEMPLATIO Si avverte il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
Contemplo ed adoro, in ginocchio, il Crocifisso,
segno della Risurrezione.
8. Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Quando ho finito l’Ora Canonica, spengo il
lumino o la luce di Tor Vergata.
Arrivederci!