Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.
“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]
“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”
[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]
Invoco lo Spirito Santo:
Noi ti adoriamo, o santo Spirito di Dio,
mentre con il meglio delle nostre forze
tentiamo di indovinare chi Tu mai sia per noi.
Ti chiamiamo con nomi umani, con umane parole
per non dover tacere.
Ti apriamo il nostro cuore
per accoglierti e per capire
come profondamente, anche non visto,
ovunque sei presente.
Sei l'aria che respiriamo,
la lontananza che scrutiamo,
lo spazio che ci è toccato in parte.
Tu sei la dolce luce
che ci rende attraenti gli uni agli altri.
Tu sei il dito di Dio
con il quale come per gioco Egli ha ordinato l'universo.
Sei l'amore squisito
con il quale Dio tutti ci ha creati.
Noi ti preghiamo,
Spirito di Dio che tutto crei:
da' compimento all'opera iniziata;
previeni il male che possiamo fare,
muovici al bene, fa' che siamo fedeli e pazienti,
accendi nel nostro cuore l'amicizia per tutto ciò che vive
e dacci gioia per ciò che è umano e buono.
A tutto ciò che vive Tu dai forza,
Tu agisci in modo strano e inafferrabile,
nascosto nel profondo di ciascuno
come un fermento, come un seme di fuoco.
Tu sei la nostra volontà di vita,
l'amore che ci attacca a questa terra
e che ci lega al nostro Dio.
Tu ci sproni ad andare fino in fondo
disposti a sopportare qualunque cosa,
sperando sempre come l'amore spera.
Sei l'anima delle nostre preghiere,
che cosa non potremmo aspettarci da te?
Saggezza per capirci gli uni gli altri,
abilità nel dare aiuto, ovunque e sempre.
Sei il dono fattoci da Dio,
sii dunque presente qui in mezzo a noi,
sii Dio con noi.
Amen.
(H.Oosterhuis)
Veni, Sancte Spiritus
Veni, per Mariam.
Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.
“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]
Dall’ Apocalisse di San Giovanni apostolo (Ap 21,1-8)
1Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. 2Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “ Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio- con- loro”. 4E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”. 5E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”; e soggiunse: “Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. 6Ecco sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. 7Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio. 8Ma per i vili e gl’increduli, gli abietti e gli omicidi, gl’immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte”.
Parola di Dio
La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!
“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.
È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.
MEDITATIO Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.
Siamo al penultimo capitolo dell'Apocalisse che è l'ultimo libro della Bibbia.
Apocalisse significa rivelazione. In effetti, con uno stile particolarissimo, intessuto di visioni e carico di simbolismo, questo libro manifesta realtà misteriose che Dio vuol far conoscere agli uomini e che, in gran parte, riguardano gli itinerari ultimi della storia della salvezza.
Chi ne è l'autore? Secondo Sant’Ireneo, San Clemente d'Alessandria, Tertulliano e il Codice Muratori, sarebbe San Giovanni l'evangelista. Studi più recenti direbbero di no. Comunque l'ispirazione e gli insegnamenti dell'autore del vangelo giovanneo pervadono tutto il testo.
Interessante il riaffiorare di contenuti e simboli dei profeti, specie di Daniele e di Ezechiele, per cui notiamo che il genere apocalittico sfuma nel genere profetico e viceversa. Questo brano ci fa intravedere qualcosa degli esiti meravigliosi verso cui stiamo andando.
Ecco: il mondo bello ma imperfetto e pesantemente segnato dal male, è passato. Si realizza "un nuovo cielo e una nuova terra" in cui, non solo la vita sarà libera dal male e dal dolore, ma tutto ciò che di bello, di vero, di buono, di gioioso esiste troverà finalmente pienezza e compimento, proprio per il fatto che Dio (Bellezza, Verità, Bontà e Gioia infinita) ormai pienamente e senza veli dimorerà con gli uomini e loro con Lui, in una felicità senz'ombra.
Contesto:
L'autore ha appena evocato la grande scena del giudizio finale quando sono "ormai scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé" (v 11b). Ognuno è giudicato "secondo le sue opere" (v 12) e i nomi dei salvati sono scritti nel "libro della vita" (v 20,15).
Struttura
Quattro sono i nuclei.
Vv 1-2 È la visione che contempla il compiersi di quella di Isaia 65,17 che diceva: "Ecco, io creo nuovi cieli e terra nuova; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente". Ed è pure la visione di una Gerusalemme totalmente santa; così bella ormai da sembrare una sposa pronta per lo Sposo.
Vv 3-4 Questa realtà della nuova Gerusalemme, simbolo della creazione nuova interamente salva in Cristo, viene ora assimilata a quella della dimora definitiva di Dio non più ormai solo col suo popolo, ma con l'intera umanità. In questo dimorare definitivo e sponsale non ci sarà assolutamente più nulla di attinente a dolore, affanno e morte.
Vv 5-7 Dio afferma d'essere Colui che fa nuova ogni cosa e l'afferma con assoluta autorevolezza di verità. Si proclama l'Alfa e l'Omega, Colui che è prima del tempo e dopo il tempo, Colui del quale e grazie al quale tutte le cose hanno consistenza (cfr Rom 11,36). Egli, l'origine e la meta di tutto ciò che esiste, promette quell'acqua totalmente gratuita che zampilla dalla fonte della vita. Come non sentire nelle sue parole riaffiorare quelle di Isaia 55,1, proclamandole come dono definitivo al credente, partecipe della vittoria di Cristo sul male?
V 8 Il bene sarà dunque assolutamente vittorioso sul male, la vita sulla morte. Per chi però scegliesse liberamente di assimilarsi alla menzogna, opponendosi all'amore, avrà luogo la "seconda morte" pure definitiva. Questa seconda morte è il non-amore, in se stesso catastrofico.
Approfondimento del testo:
Il cielo nuovo e la terra nuova che l'autore ci fa contemplare allude al totale rinnovarsi dell'ambiente in cui vivranno i figli di Dio: quelli che hanno "scelto" di appartenergli. Sarà un mondo recuperato alla sua prima armonia. La Bibbia (cfr Gen 1,2-12,4a) ci aveva parlato di questa creazione appena nata dalla volontà amante di Dio, un mondo che poi fu rovinato da libere scelte sbagliate dell'uomo che in se stesso lasciò prevalere la sola terrestità, l'ego, il peccato.
La storia di quella salvezza di cui Cristo è protagonista si muove tra questi due poli: un mondo dapprima perfetto ma poi deturpato e l'andare verso questo altro mondo totalmente recuperato all'armonia primitiva, un mondo ancora più bello, nuovo, solare!
Il male di cui è simbolo il "mare" (inteso come altre volte nella Bibbia "abisso", sede del demoniaco) è scomparso definitivamente.
La città santa Gerusalemme è da intendersi come l'ambiente ideale (non tanto spaziale) in cui vivono quelli che hanno scelto d'essere fedeli a Dio. Se andiamo a leggere Ap.17,1 dove si parla della città di Babilonia, la grande prostituta simbolo dell'ambiente dominato dal male, si capisce meglio lo "slittare" dell'immagine della città verso quella della "sposa adorna per il suo sposo".
A chiusura della Bibbia ritorna questo fondamentale tema delle nozze! Tutta la sete d'amore, di unione pieno che è nel cuore di ogni uomo sta per avere la sua risposta definitiva. Si tratta di saper attendere: "Sì, verrò presto" è la promessa dello Sposo-Gesù in Ap.22,20.
Il fatto che Dio ora dimora per sempre non solo col popolo d'Israele, ma con tutti gli uomini, realizza e completa (su prospettiva di finale visione positiva e di esito pienamente gaudioso) quello che aveva detto Ezechiele: "Io porrò la mia dimora in mezzo a voi... Sarò il vostro Dio e voi il mio popolo" (Ez 27,37; cfr Zc 8,8).
Sarà il realizzarsi della piena intimità nuziale e di una consolazione che largamente ricompenserà delle cose dolorose di prima. Dio si lascia coinvolgere fino a "tergere -Lui stesso!- ogni lacrima". Risuona la parola di Paolo: "Se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove" (2Cor 5,17). La visione dell'autore dell'Apocalisse però si amplifica... Ora veramente tutto è recuperato alla novità originaria. Non solo l'uomo, ma l'intero cosmo. È Dio stesso a testificare: "Ecco io faccio nuove tutte le cose". E in quel "ecco sono compiute", come non cogliere l'eco del "tutto è compiuto" (Gv 13,30) di Gesù quando, sulla croce, pagò il prezzo di questa seconda e definitiva nascita allo splendore della vita senz'ombra di male e di afflizione?
Nel rivelarsi di Dio come fonte e meta di tutti e di tutto, e come Colui che disseta, proprio col suo essere risposta d'amore e di felicità a quello che arde nel cuore dell'uomo, è interessante vedere come qui, al termine della Bibbia, troviamo la lieta notizia di salvezza pienamente realizzzata dopo il vagabondare di Adamo (e, dopo di lui, di ogni uomo, anche il nostro incerto andare) lontano da Dio.
Dio infatti in Gen 3,15 ci prospetta la promessa di una vittoria dalla discendenza della "donna" sul serpente. E qui si dice che "chi sarà vittorioso", cioè chi parteciperà alla vittoria di Cristo (realizzata col suo mistero pasquale), sarà proclamato da Dio suo figlio.
Siamo al pieno recupero di quello che era la vocazione di Adamo. E tutto quel crescente flusso di benedizioni segno e frutto delle varie alleanze strette da Dio con l'uomo, fino a quell'eterna alleanza che fu stipulata col sangue di Gesù, qui non solo risana totalmente dalle maledizioni immesse nella storia dal peccato, ma fa esplodere la gioia del dimorare sponsale per sempre in una reciprocità di appartenenza che diventa reciprocità di vita e di amore nella felicità senza veli.
La Parola m’interpella
Ø Quando soffro, ho lucida consapevolezza che tutto sta passando e che, se accetto dalla vita anche ciò che è doloroso vivendolo con amore, le mie giornate già sin d'ora s'illuminano della mia profonda identità filiale e sponsale rispetto al Signore della Vita che dura?
Ø Un esegeta traduce alla lettera "sta facendo". Già adesso infatti Dio è all'opera a far nuovo tutto. Ci sono gemme di primavera dentro la storia di oggi. Sono in tutto il bene che viene compiuto: assai meno vistoso, per sua natura, del male. Credo che l'energia per "essere vincitore" viene dall'acqua della vita, viene cioè dalla preghiera, dai sacramenti, dal dono dello Spirito richiesto per educarmi a vivere l'amore come dono? Non importa però, come consolazione per noi che facciamo fatica, essere vincitori. L’importante è che lo Sposo ci trovi combattenti!
Ø Sono uomo, donna di "desiderio"? "Io a chi ha sete darò da bere... gratuitamente" (v 6b) mi promette la Parola!
La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
In atteggiamento (anche fisico) di pace
chiedo di crescere nella virtù della speranza.
Aiutami, Signore, a "contemplare"
con cuore saldo il gran bene che attendo:
Maranhatha!
Vieni, Signore Gesù!
CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.
ACTIO Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
JJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJ
Ritiro On Line in lingua inglese
ON LINE RETREAT
OCTOBER 2006
I worship the Word of God, the Icon and Crucifix.
I trace the Sign of my faith, the Sign of the Cross, on myself. It is the Sign which was given to me in Baptism and distinguishes me as Christian.
“Now that we are about to welcome his glorious Cross, the Cross that has accompanied young people on the roadways of the world, let this consoling and demanding word echo in the silence of your hearts: <Blessed are they…>”.
[XVII World Youth Day in Toronto, Welcoming Ceremony to the Young People, Address of John Paul II, 25 July 2002]
“God, who became a lamb, tells us that the world is saved by the Crucified One, not by those who crucified him. The world is redeemed by the patience of God. It is destroyed by the impatience of man.”
[Holy Mass for the beginning of the Petrine Ministry, Homily of Benedict XVI, 24 April 2005]
I invoke the Holy Spirit:
We adore you, holy spirit of God,
while with all our strength
we try to guess who you really are for us.
We call you by human names, by human words
so as not to remain silent.
We open our hearts to you
to receive you and understand
how deeply, even unseen,
you are present everywhere.
You are the air we breathe,
the distance we look across,
the space that's partly been assigned to us.
You're the sweet light
which makes us attractive to each other.
You're the finger of God
with which, as if for fun, He ordered the universe.
You're the wonderful love
through which God created us all.
We beg you,
Spirit of God who creates everything:
bring the initiated work to completion;
avert the evil we may do,
lead us on good paths, make us faithful and patient,
light up, in our hearts, the friendship for all that's life
and give us joy for what is human and good.
To all that's life You give strength,
You act in a strange and elusive way,
hidden in the deep self of everyone
like a ferment, like a seed of fire.
You are our will of life,
the love which links us with this earth
and ties us to our God.
You spur us to go to the hilt,
willing to bear anything,
always hoping, as love hopes.
You're the soul of our prayers,
what could we not expect of you?
Wisdom to understand each other,
ability in giving help, everywhere and always.
You're the gift given to us by God,
be present here among us,
may you God be with us.
Amen.
(H.Oosterhuis)
Veni, Sancte Spiritus
Veni, per Mariam.
I contemplate the signs of the Passion which are impressed in the Crucifix.
“Gathered around the Lord's Cross, we look to Him…”
[XVII World Youth Day in Toronto, Welcoming Ceremony to the Young People, Holy Father's Address, 25 July 2002]
1Then I saw a new heaven and a new earth; the first heaven and the first earth had disappeared now, and there was no longer any sea. 2I saw the holy city, the new Jerusalem, coming down out of heaven from God, prepared as a bride dressed for her husband. 3Then I heard a loud voice call from the throne: “ Look, here God lives among human beings. He will make his home among them. They will be his people and he will be their God, God-with-them”. 4 He will wipe away all tears from their eyes; there will be no more death, and no more mourning or sadness or pain. The world of the past has gone”. 5 Then the One sitting on the throne spoke.: “Look, I am making the whole of creation new. Write this, ”What I am saying is trustworthy and will come true.” 6 Then he said to me, “It has already happened. I am the the Alpha and the Omega, the Beginning and the End. I will give water from the well of life free to anybody who is thirsty; 7anyone who proves victorious will inherit these things; and I will be his God and he will be my son. 8 But the legacy for cowards, for those who break their word, or worship, or worship obscenities, for murderers and the sexual immoral, and for sorcerers, worshippers of false gods or any other sort of liars, is the second death in the burning lake of sulphur”.
Word of God
The Word of God written in the Bible should be read with the help of a pen, not just with the eyes!
“Reading” also involves underlining the text so as to highlight the important parts.
It's a very simple thing, but must be done with a pen, not just thought of.
MEDITATIO While sitting, I read the Word slowly, several times. Reading the Word of God is also praying. We've entered the most sacred and longest phase of our on-line Retreat: “The Great Silence”! The Holy Spirit is the protagonist.
Now we've come to the penultimate chapter of the Book of Revelation, the last of the Bible.
Its name says it all. Indeed this book, characterised by a singular style, interwoven with visions and filled with symbolism, shows mysterious sides which God wishes to reveal to man and mostly concern the ultimate ways of the history of salvation.
Who's the author? According to St. Irenaeus, St.Clemens of Alessandria, Tertullian and the Muratori Code, it's John the Evangelist. More recent studies tend to deny it. In any case, the inspiration and teachings of the author of the fourth Gospel pervade the whole text.
Particularly interesting is the re-emergence of contents and symbols of the prophets, especially Daniel and Ezekiel, so we note the apocalyptic genre fading into the prophetic genre and vice versa. This passage makes us perceive something of the wondrous results we are heading for.
Here they are: the world, beautiful but imperfect and heavily marked by evil, is gone. It is replaced by "a new heaven and a new earth", in which not only will life be free from any sort of evil and pain, but all that's nice, true, good, joyful will eventually achieve its fullness and fulfilment, right because God, who is infinite Beauty, Truth, Goodness and Joy, will live with humans and they will live with Him, in endless happiness.
Background:
The author has just evoked the scene of the last judgement, when "earth and sky vanished, leaving no trace" (v 11b). All are judged "as their deeds deserved" (v 12) and the names of the saved ones are written in the “book of life" (v 20,15).
Structure
Four key points can be identified:
Vv 1-2 It is the vision contemplating the fulfilment of Isaiah's (65,17), who said: "Behold, I will create new Heavens and a new earth; the former things will not be remembered, nor will they come to mind". It is also the vision of a totally holy Jerusalem: so beautiful as to look ready like a bride dressed for her husband.
Vv 3-4 This new Jerusalem, the symbol of the new creation entirely saved in Christ, is here compared to God's final dwelling not just with His people, but with the whole mankind. This final dwelling will no longer be affected by any pain, worry and death whatsoever.
Vv 5-7 God states He can make anything new and does it with absolute certainty of the truth. He proclaims He is the Aplha and Omega, the one who is before and after time, from and through whom all things hold together (cf Rom 11,36). He, the origin and aim of all that is in existence, promises that totally free water gushing out of the source of life. How could we fail to note, in His words, the re-emergence of Isaiah's words (55,1), considering them the final gift to the believer, who takes part in Christ's victory on evil?
V 8 Good will therefore absolutely triumph over evil, life over death. But whoever should freely choose falsehood and oppose love, will experience the “second death”, a final one as well. This second death is “non-love”, which is catastrophic in itself.
A deeper reading of the text:
The new heaven and the new earth the author makes us contemplate refer to the complete renewing of the place where the children of God, those who have "chosen" to belong to Him, will live. It will be a world restored to its original harmony. The Bible (cf Gen 1,2-12,4a) had dealt with this creation which had just come about from God's loving will, a world which was later ruined by the wrong free choices of man who let earthly needs, the self and sin get the better of him.
The history of salvation led by Christ moves between these two poles: from a world perfect at first and then ruined to another world, totally restored to its primitive harmony, an even nicer, new, bright world!
The evil symbolised by the "sea" (meaning "abyss", house of the devil, as mentioned in other parts of the Bible) is no more.
The holy city of Jerusalem is to be intended as the ideal place, not just in spatial terms, where the faithful to God live. If we read Rv. 17,1 where mention is made of the city of Babylon, the big prostitute and symbol of the place dominated by evil, we can better understand the image of the city "sliding" to that of the “bride adorned for her groom".
We find this fundamental wedding symbol again at the end of the Bible. All the thirst for love and full union which lies in every man's heart is about to be quenched. It's just a matter of waiting: "I am indeed coming soon" promises Groom Jesus in Rv. 22,20.
God dwelling forever not just with the people of Israel, but with all humans, realises and completes – with the prospect of a positive end and a fully joyful outcome – what Ezekiel had said: "I shall make my home among you... I shall be your God and you will be my people" (Ezk 37,27; cf Zc 8,8).
It will be the fulfilment of the total spousal intimacy and a consolation that will largely reward from the previous tribulations. God lets Himself get involved up to the point of "drying - Himself!- every tear". Paul's words re-echo: ""If anyone is in Christ, he is a new creature; the old things passed away; behold, new things have come" (2Cor 5,17). But the vision of the author of the Book of Revelation enlarges... Now everything is really restored to its original novelty. Not only man, but the whole cosmos. This is witnessed by God Himself: "Behold, I make all things new". In that "they have come to pass", how can we fail to note the echo of Jesus’ "it is finished" (Jn 13,30), when on the cross he paid the price for this second and final birth to the splendour of a spotless life unaffected by any sort of evil ?
In God’s revealing Himself as a source and aim of everyone and everything, and as the one who quench man’s thirst in giving an answer of love and joy to the burning desires lying deep in human hearts, it is interesting to note that here, on the final pages of the Bible, we find the happy news of the salvation which is fully fulfilled after the wanderings of Adam (and, after him, our uncertain journey) far from God.
Indeed in Gen 3,15, God heralds the supremacy of the woman's descendants over the snake. Here it is said that "who will be victorious", that is, who will take part in Christ’s victory (won through His Easter Mystery), will be proclaimed by God “His child” .
We have totally recovered Adam’s vocation. All that increasing flow of blessings, the sign and the result of various alliances between God and man, till that eternal alliance made with Jesus' blood… the latter, besides totally healing the curses brought into history by the original sin, sparks off the joy of eternal spousal relationship, in a sort of reciprocal belonging, slowly changing into reciprocal life, reciprocal love in full happiness.
The Word asks me questions
Ø When I’m suffering, am I well aware that everything is passing and that if I accept even the sad side of life and live it with joy, my days are lit, right now, with my deep identity as a Son of the Lord of everlasting life?
Ø An exegetist literally translates "He is doing". God is already at work to make everything new. There are spring buds in current history. It’s all the good being done: by its nature, it is much less obvious than evil. Am I convinced that the energy needed "to be victorious” comes from the water of life, that is, from prayer, the sacraments, the gift of the Spirit required to make me live love as a gift? But being victorious, as a consolation for us who struggle along, is not important. What matters is that the Groom finds real witnesses in each of us !
Ø Am I a man or a woman “with wishes” ? "I will give unto him who is athirst… water.. freely" (v 6b), promises the Word!
Meditation is not a practice for its own sake; it tends to make me enter into a dialogue with Jesus, to become prayer.
ORATIO I humbly pray for being consistent with the indications emerged from the meditatio. I express faith, hope, love. Prayer extends and becomes such for our friends, our community, for the Church, for all men. Prayer can also be recited by humming along some phrases of the passage, repeating that or those which struck me most for my meditation.
In a peaceful attitude (also physical)
I ask to grow in the virtue of hope.
Help me, my Lord, to "contemplate"
with heartfelt love the great good I’m waiting for:
Maranhatha!
Come, Lord Jesus!
CONTEMPLATIO I feel the need to only look at Jesus, let myself be reached by His thought, rest in him, receive His love for us. It’s the feeling of having the kingdom of God inside me, the certainty of having touched Jesus.
It’s Jesus preceding us, accompanying us, standing by us, Jesus alone! Let us contemplate this mystery: God drawing close to each man!
Through Him, with Him and in Him,
in the unity of the Holy Spirit,
all glory and honour is yours, Almighty Father,
forever and ever.
ACTIO I commit myself to living a verse of this passage, the one which struck me most in the meditatio, I repeated in the oratio, lived as adoration and silent prayer in the contemplatio and am now living in the actio.
An action is done which changes our hearts round and causes a U-turn in our lives. What has been meditated becomes life now!
I pray with the Liturgy of the Hours, the canonic time of the day suitable for the moment.
I conclude the lectio reciting the prayer Jesus taught us: Our Father….
Bye for now!