“Signore,
tu sai tutto,
tu sai
che ti voglio bene”
(Gv
21, 17)
Rivediamo le giornate, le emozioni, le preghiere,
le suppliche, i monologhi televisivi… in questi giorni di Chiesa e di Spirito
Santo. Come in un “Diario Spirituale” domandiamo perdono, ringraziamo,
lodiamo e preghiamo il Signore per il dono di Giovanni Paolo II. Nel ricordo
del Papa defunto ma sempre vivo nei nostri cuori, preghiamo il Signore
per il Successore di Pietro, in spirito di fede. Tutto il mondo e noi cristiani
in particolare stiamo vivendo momenti unici di fede e di Chiesa. Preghiamo
per la Chiesa che vive il Conclave.
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.
“Accogliendo ora la
sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le
strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa
parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza
dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]
Invoco lo Spirito Santo:
Nell’attesa del Conclave...
O Spirito Santo Consolatore,
che ci infondi fiducia
e coraggio nelle parole della fede
mentre versiamo le
nostre lacrime
sul nostro caro Pontefice
Giovanni Paolo II
che, nella tua comunione
con il Padre e il Figlio
hai voluto accogliere
nella Dimora degli eletti,
ti preghiamo per l’avvenire
della Chiesa di Dio:
fa’ che non perdiamo
la fiducia nel domani
fa’ che non rinunciamo
alla nostra identità cristiana,
ma che raccogliamo
e facciamo nostra l’eredità
del Servo dei Servi
di Dio,
come testimone della
risurrezione.
Concedi alla comunità
dei battezzati
di continuare nella
propria missione
di essere apportatrice
agli uomini del volto di Cristo
e della speranza nel
Risorto.
Assisti il Collegio
dei Cardinali che si
unirà per chiamare
il Successore di Pietro.
Dona ai Cardinali,
successori degli Apostoli, il dono del discernimento,
affinché possano
comprendere la Tua
Volontà
sulla nuova guida
visibile della Chiesa.
Dona loro Sapienza
e Intelletto
perché possano
percepire il Tuo alito ispiratore
e orientali nelle
scelte per un ministero petrino
nell’ottica della
divina paternità.
Illumina con gli stessi
doni anche i singoli fedeli,
le associazioni, i
gruppi e l’intera Comunità Ecclesiale
perché sappiamo
accettare con gioia ed entusiasmo
il Vicario di Cristo
e Successore di Pietro
senza riserve e retoriche
di sorta.
Aiutaci, o Spirito
Santo,
con tutti i tuoi doni,
a saper accogliere
il nuovo Papa guardando a lui
come ad un dono della
Provvidenza del Padre,
chiamato da sempre
da Dio,
approvando in lui
la grandezza
dell’amore del Dio
Uno e Trino.
Tu che hai suscitato
lo spirito di coesione
e di interazione fra
gli apostoli che partivano per la missione,
aiutaci a stringerci
tutti attorno al Successore di Pietro
nella realizzazione
della comunione
al fine di realizzare
la condivisione fraterna,
il vincolo di unione
in vista dell’evangelizzazione,
la concordia fra di
noi per la testimonianza di Cristo nel mondo,
la carità che
Egli presiede nelle Chiese.
Scendi, o Spirito Santo,
e illumina la tua Chiesa
in questo momento
di fede della Chiesa.
La Madre di Gesù
Cristo ci ottenga lo Spirito Santo.
Veni, Sancte Spiritus,
veni, per Maria.
VENI CREATOR
Vieni, o Spirito creatore
visita la nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
O dolce consolatore
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco,
amore,
santo crisma dell'anima.
Dito della mano di
Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette
doni,
suscita in noi la
parola.
Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel
cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo
amore.
Difendi dal nemico
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.
Luce d'eterna sapienza
svelaci il grande
mistero
di Dio Padre e del
Figlio
uniti in un solo amore.
Amen
Contemplo i segni della Passione che sono
impressi nel Crocifisso.
“Raccolti intorno alla
Croce del Signore, guardiamo a Lui…”
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza
dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]
LECTIO
Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano – Gv 21, 1-19
1
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli
sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2
si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle
di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3
Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero:
«Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla
barca; ma in quella notte non presero nulla.
4
Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva,
ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5
Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?».
Gli risposero: «No». 6 Allora disse loro:
«Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete».
La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità
di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù
amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena
udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché
era spogliato, e si gettò in mare. 8 Gli altri
discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci:
infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
9
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del
pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un
po’ del pesce che avete preso or ora». 11 Allora
Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di
centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la
rete non si spezzò. 12 Gesù disse loro:
«Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli:
«Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
13
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro,
e così pure il pesce. 14 Questa era la terza
volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato
dai morti.
15
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone
di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose:
«Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse:
«Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di
nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo,
Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le
mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta:
«Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato
che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore,
tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù:
«Pasci le mie pecorelle. 18 In verità,
in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste
da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue
mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu
non vuoi». 19 Questo gli disse per indicare
con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse:
«Seguimi».
Parola del Signore
La Parola di Dio scritta nella Bibbia si
legge con la penna e non soltanto con gli occhi!
“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando
in modo da far risaltare le cose importanti.
È un’operazione facilissima, che
però va fatta con la penna e non soltanto pensata.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura
della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più
sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”!
Il protagonista è lo Spirito Santo.
- 21, 1ss: “Dopo questi fatti…” questi
fatti sono la Passione e la Risurrezione.
Cap 20 del Vangelo di Giovanni: vi è
descritta la narrazione della tomba vuota e le apparizione di Gesù
Risorto ai discepoli.
Sento la risurrezione importante nella
mia vita? Se Gesù non fosse risorto, come sarebbe la mia vita?
- 21, 7: “È il Signore!”
Quando riconosciamo il Signore?
- 21, 17: “Signore, tu sai tutto…”
Faccio mia questa professione di fede
di Pietro?
- 21, 19: “Seguimi”
Ho seguito il Signore facendomi suo discepolo?
La parola del Papa Giovanni Paolo II
NON ABBIATE PAURA DI ESSERE GIOVANI!
Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si dice qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei giovani e che voi stessi ne avete paura. Non abbiate paura! Quando io guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il futuro a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle vostre mani. Il futuro di pace sta nei vostri cuori. [...] Dovete essere persone con una profonda fiducia nell'uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della vocazione umana.
NON ABBIATE PAURA DELLA VERITÀ!
Alcuni di voi possono esser tentati di rifuggire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell'alcool e della droga, nelle fugaci relazioni sessuali senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell'indifferenza, nel cinismo e perfino nella violenza. State in guardia contro l'inganno di un mondo che vuole sfruttare o far deviare la vostra energica e potente ricerca della felicità e del senso della vita. Ma non evitate la ricerca delle risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Non abbiate paura!
NON ABBIATE PAURA DI ANNUNCIARE IL VANGELO!
Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze della città, dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo. È tempo di predicarlo dai tetti. Non abbiate paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere Cristo nella moderna "metropoli". Dovete essere voi ad andare "ai crocicchi delle strade" e a invitare tutti quelli che incontrate al banchetto che Dio ha apparecchiato per il suo popolo. [...] Cristo ha bisogno di operai pronti a lavorare nella sua vigna. Giovani cattolici del mondo, non deludetelo. Nelle vostre mani, portate la Croce di Cristo. Sulle vostre labbra le parole di Vita. Nei vostri cuori la garanzia salvifica del Signore.
NON ABBIATE PAURA DI ESSERE SANTI!
Perseverate con fermezza accanto a Cristo, perché lui rimanga in voi! Non permettete che nei vostri cuori si spenga la luce della santità! Non abbiate paura di aspirare alla santità! Non abbiate paura di essere santi! Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un'era di uomini santi!
Con Cristo la santità - progetto divino per ogni battezzato - diventa realizzabile... Gesù cammina con voi, vi rinnova il cuore e vi irrobustisce con il vigore del suo Spirito.
NON ABBIATE PAURA DI RISPONDERE ALLA VOSTRA VOCAZIONE!
Non abbiate paura di ritornare incessantemente a Cristo, fonte della Vita! [...] Manifestando la sua fiducia, Gesù volge a voi il suo sguardo e vi invita a fare della vostra esistenza qualcosa di buono, facendo fruttificare i talenti che vi ha affidato, per il servizio alla Chiesa e ai vostri fratelli, come pure per l'edificazione di una società più solidale, più giusta e più pacifica. Cristo vi invita a riporre la vostra speranza in lui e a seguirlo sulla via del matrimonio, del sacerdozio o della vita consacrata. Nel silenzio del vostro cuore, non abbiate paura di ascoltare il Signore che vi parla!
Gesù Dice a ognuno di voi: "Vieni e seguimi"! Non abbiate paura a rispondere a questa chiamata, perché Egli è la vostra forza.
NON ABBIATE PAURA DEL FUTURO!
In Cristo voi potete credere nel futuro, anche se non potete distinguerne i contorni. Voi potete affidarvi al Signore del futuro, e superare così il vostro scoraggiamento di fronte alla grandezza del compito ed al prezzo da pagare. Ai discepoli sgomenti sulla via di Emmaus il Signore disse: «Non era necessario che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». Il Signore rivolge queste stesse parole a ciascuno di noi. Per questo, non abbiate paura di impegnare le vostre vite nella pace e nella giustizia, perché voi sapete che il Signore è con voi in tutte le vostre vie.
NON ABBIATE PAURA DELLA SOFFERENZA E DELLA MORTE!
Poiché la croce di Cristo è il segno d’amore e di salvezza, non deve sorprenderci che ogni amore autentico richiede sacrificio. Non abbiate paura allora quando l’amore è esigente. Non abbiate paura quando l’amore richiede sacrificio. Non abbiate paura della croce di Cristo. La croce è l’Albero della Vita. È sorgente di ogni gioia e di ogni pace. Era l’unico modo per Gesù di arrivare alla risurrezione e al trionfo. È l’unico modo per noi di partecipare alla sua vita, ora e sempre.
Certamente il messaggio che la Croce comunica non è facile da comprendere nella nostra epoca, in cui il benessere materiale e le comodità sono proposti e ricercati come valori prioritari. Ma voi, cari giovani, non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!
OMELIA DI SUA EM. CARD. JOSEPH RATZINGER
Piazza San Pietro, Messa Esequiale del Santo
Padre Giovanni Paolo II
Venerdì, 8 aprile 2005
"Seguimi" dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore. "Seguimi" – questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato Papa Giovanni Paolo II, le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità – il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine.
[…]
Seguimi – da giovane
studente Karol Wojtyla era entusiasta della letteratura, del teatro, della
poesia. Lavorando in una fabbrica chimica, circondato e minacciato dal
terrore nazista, ha sentito la voce del Signore: Seguimi! In questo contesto
molto particolare cominciò a leggere libri di filosofia e di teologia,
entrò poi nel seminario clandestino creato dal Cardinale Sapieha
e dopo la guerra poté completare i suoi studi nella facoltà
teologica dell’Università Jaghellonica di Cracovia. Tante volte
nelle sue lettere ai sacerdoti e nei suoi libri autobiografici ci ha parlato
del suo sacerdozio, al quale fu ordinato il 1° novembre 1946. In questi
testi interpreta il suo sacerdozio in particolare a partire da tre parole
del Signore. Innanzitutto questa: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto
voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro
frutto rimanga" (Gv 15, 16). La seconda parola è: "Il buon pastore
offre la vita per le pecore" (Gv 10, 11). E finalmente: "Come il Padre
ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore"
(Gv 15, 9). In queste tre parole vediamo tutta l’anima del nostro Santo
Padre. E’ realmente andato ovunque ed instancabilmente per portare frutto,
un frutto che rimane. "Alzatevi, andiamo!", è il titolo del suo
penultimo libro. "Alzatevi, andiamo!" – con queste parole ci ha risvegliato
da una fede stanca, dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi. "Alzatevi,
andiamo!" dice anche oggi a noi. Il Santo Padre è stato poi sacerdote
fino in fondo, perché ha offerto la sua vita a Dio per le sue pecore
e per l’intera famiglia umana, in una donazione quotidiana al servizio
della Chiesa e soprattutto nelle difficili prove degli ultimi mesi. Così
è diventato una sola cosa con Cristo, il buon pastore che ama le
sue pecore. E infine "rimanete nel mio amore": Il Papa che ha cercato l’incontro
con tutti, che ha avuto una capacità di perdono e di apertura del
cuore per tutti, ci dice, anche oggi, con queste parole del Signore: Dimorando
nell’amore di Cristo impariamo, alla scuola di Cristo, l’arte del vero
amore.
Seguimi! Nel luglio
1958 comincia per il giovane sacerdote Karol Wojtyla una nuova tappa nel
cammino con il Signore e dietro il Signore. Karol si era recato come di
solito con un gruppo di giovani appassionati di canoa ai laghi Masuri per
una vacanza da vivere insieme. Ma portava con sé una lettera che
lo invitava a presentarsi al Primate di Polonia, Cardinale Wyszynski e
poteva indovinare lo scopo dell’incontro: la sua nomina a Vescovo ausiliare
di Cracovia. Lasciare l’insegnamento accademico, lasciare questa stimolante
comunione con i giovani, lasciare il grande agone intellettuale per conoscere
ed interpretare il mistero della creatura uomo, per rendere presente nel
mondo di oggi l’interpretazione cristiana del nostro essere – tutto ciò
doveva apparirgli come un perdere se stesso, perdere proprio quanto era
divenuto l’identità umana di questo giovane sacerdote. Seguimi –
Karol Wojtyla accettò, sentendo nella chiamata della Chiesa la voce
di Cristo. E si è poi reso conto di come è vera la parola
del Signore: "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà,
chi invece l’avrà perduta la salverà" (Lc 17, 33). Il nostro
Papa – lo sappiamo tutti – non ha mai voluto salvare la propria vita, tenerla
per sé; ha voluto dare se stesso senza riserve, fino all’ultimo
momento, per Cristo e così anche per noi. Proprio in tal modo ha
potuto sperimentare come tutto quanto aveva consegnato nelle mani del Signore
è ritornato in modo nuovo: l’amore alla parola, alla poesia, alle
lettere fu una parte essenziale della sua missione pastorale e ha dato
nuova freschezza, nuova attualità, nuova attrazione all’annuncio
del Vangelo, proprio anche quando esso è segno di contraddizione.
Seguimi! Nell’ottobre
1978 il Cardinale Wojtyla ode di nuovo la voce del Signore. Si rinnova
il dialogo con Pietro riportato nel Vangelo di questa celebrazione: "Simone
di Giovanni, mi ami? Pasci le mie pecorelle!" Alla domanda del Signore:
Karol mi ami?, l’Arcivescovo di Cracovia rispose dal profondo del suo cuore:
"Signore, tu sai tutto: Tu sai che ti amo". L’amore di Cristo fu la forza
dominante nel nostro amato Santo Padre; chi lo ha visto pregare, chi lo
ha sentito predicare, lo sa. E così, grazie a questo profondo radicamento
in Cristo ha potuto portare un peso, che va oltre le forze puramente umane:
Essere pastore del gregge di Cristo, della sua Chiesa universale. Non è
qui il momento di parlare dei singoli contenuti di questo Pontificato così
ricco. Vorrei solo leggere due passi della liturgia di oggi, nei quali
appaiono elementi centrali del suo annuncio. Nella prima lettura dice San
Pietro - e dice il Papa con San Pietro - a noi: "In verità sto rendendomi
conto che Dio non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la
giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. Questa
è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona
novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è Signore
di tutti" (Atti 10, 34-36). E, nella seconda lettura, San Paolo - e con
San Paolo il nostro Papa defunto – ci esorta ad alta voce: "Fratelli miei
carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel
Signore così come avete imparato, carissimi" (Fil 4, 1).
Seguimi! Insieme al
mandato di pascere il suo gregge, Cristo annunciò a Pietro il suo
martirio. Con questa parola conclusiva e riassuntiva del dialogo sull’amore
e sul mandato di pastore universale, il Signore richiama un altro dialogo,
tenuto nel contesto dell’ultima cena. Qui Gesù aveva detto: "Dove
vado io voi non potete venire". Disse Pietro: "Signore, dove vai?". Gli
rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai
più tardi" (Gv 13, 33.36). Gesù dalla cena va alla croce,
va alla risurrezione – entra nel mistero pasquale; Pietro ancora non lo
può seguire. Adesso – dopo la risurrezione – è venuto questo
momento, questo "più tardi". Pascendo il gregge di Cristo, Pietro
entra nel mistero pasquale, va verso la croce e la risurrezione. Il Signore
lo dice con queste parole, "… quando eri più giovane... andavi dove
volevi, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà
la veste e ti porterà dove tu non vuoi" (Gv 21, 18). Nel primo periodo
del suo pontificato il Santo Padre, ancora giovane e pieno di forze, sotto
la guida di Cristo andava fino ai confini del mondo. Ma poi sempre più
è entrato nella comunione delle sofferenze di Cristo, sempre più
ha compreso la verità delle parole: "Un altro ti cingerà…".
E proprio in questa comunione col Signore sofferente ha instancabilmente
e con rinnovata intensità annunciato il Vangelo, il mistero dell’amore
che va fino alla fine (cf Gv 13, 1).
Egli ha interpretato
per noi il mistero pasquale come mistero della divina misericordia. Scrive
nel suo ultimo libro: Il limite imposto al male "è in definitiva
la divina misericordia" ("Memoria e identità", pag. 70). E riflettendo
sull’attentato dice: "Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un
nuovo senso alla sofferenza; l’ha introdotta in una nuova dimensione, in
un nuovo ordine: quello dell’amore…E’ la sofferenza che brucia e consuma
il male con la fiamma dell’amore e trae anche dal peccato una multiforme
fioritura di bene" (pag. 199). Animato da questa visione, il Papa ha sofferto
ed amato in comunione con Cristo e perciò il messaggio della sua
sofferenza e del suo silenzio è stato così eloquente e fecondo.
Divina Misericordia:
Il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della misericordia
di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera età la
mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole
del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: "Ecco tua
madre!". Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l’ha accolta nell’intimo
del suo essere (eis ta idia: Gv 19, 27) – Totus tuus. E dalla madre ha
imparato a conformarsi a Cristo.
Per tutti noi rimane
indimenticabile come in questa ultima domenica di Pasqua della sua vita,
il Santo Padre, segnato dalla sofferenza, si è affacciato ancora
una volta alla finestra del Palazzo Apostolico ed un’ultima volta ha dato
la benedizione "Urbi et orbi". Possiamo essere sicuri che il nostro amato
Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice.
Sì, ci benedica, Santo Padre. Noi affidiamo la tua cara anima alla
Madre di Dio, tua Madre, che ti ha guidato ogni giorno e ti guiderà
adesso alla gloria eterna del Suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.
Amen.
La meditazione non è fine a se stessa,
ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa,
per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune
frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno
fatto meditare. Se sei in difficoltà, puoi pregare così:
Noi ti adoriamo, o
santo Spirito di Dio,
mentre con il meglio
delle nostre forze
tentiamo di indovinare
chi Tu mai sia per noi.
Ti chiamiamo con nomi
umani, con umane parole
per non dover tacere.
Ti apriamo il nostro
cuore
per accoglierti e
per capire
come profondamente,
anche non visto,
ovunque sei presente.
Sei l'aria che respiriamo,
la lontananza che
scrutiamo,
lo spazio che ci è
toccato in parte.
Tu sei la dolce luce
che ci rende attraenti
gli uni agli altri.
Tu sei il dito di
Dio
con il quale come
per gioco Egli ha ordinato l'universo.
Sei l'amore squisito
con il quale Dio tutti
ci ha creati.
Noi ti preghiamo,
Spirito di Dio
che tutto crei,
da' compimento all'opera
iniziata;
previeni il male che
possiamo fare,
muovici al bene, fa'
che siamo fedeli e pazienti,
accendi nel nostro
cuore l'amicizia per tutto ciò che vive
e dacci gioia per
ciò che è umano e buono.
A tutto ciò
che vive Tu dai forza,
Tu agisci in modo
strano e inafferrabile,
nascosto nel profondo
di ciascuno
come un fermento,
come un seme di fuoco.
Tu sei la nostra volontà
di vita,
l'amore che ci attacca
a questa terra
e che ci lega al nostro
Dio.
Tu ci sproni ad andare
fino in fondo
disposti a sopportare
qualunque cosa,
sperando sempre
come l'amore spera.
Sei l'anima delle
nostre preghiere,
che cosa non potremmo
aspettarci da te?
Saggezza per capirci
gli uni gli altri,
abilità nel
dare aiuto, ovunque e sempre.
Sei il dono fattoci
da Dio,
sii dunque presente
qui in mezzo a noi,
sii Dio con noi.
Amen.
(H.Oosterhuis)
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere
dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi.
È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver
toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Totus Tuus ego sum
Nel Nome della Santissima
Trinità. Amen.
“Vegliate, perché
non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (cf. Mt 24,
42) – queste parole mi ricordano l’ultima chiamata, che avverrà
nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero
che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo
momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento
depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle stesse
mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la
mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa,
e anche la mia Nazione e tutta l’umanità. Ringrazio tutti. A tutti
chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinché la Misericordia
di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità.
[….]
A tutti voglio dire
uno sola cosa: “Dio vi ricompensi”
“In manus Tuas, Domine,
commendo spiritum meum”
GIOVANNI PAOLO II, Dal Testamento - 1979-2000
Per Cristo, con Cristo
e in Cristo
a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità
dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria
per tutti i secoli
dei secoli.
ACTIO
Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito
di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto
come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo
nell’actio.
Si compie concretamente un’azione che cambia
il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa
ora vita!
Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore!
Non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!
Non abbiate paura di aspirare alla santità! Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un'era di uomini santi!
Non abbiate paura, perché Gesù è con voi! Non abbiate paura di perdervi: più donerete e più ritroverete voi stessi!
Non abbiate paura di Cristo! Fidatevi di lui fino in fondo! Egli solo "ha parole di vita eterna". Cristo non delude mai!
Non abbiate paura di dire "sì" a Gesù e di seguirlo come suoi discepoli. Allora i vostri cuori si riempiranno di gioia e voi diventerete una Beatitudine per il mondo. Ve lo auguro con tutto il mio cuore.
Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo! Sì, spalancate le porte a lui! Non abbiate paura!
Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...