Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Vieni, o Spirito Santo
|
Donami un cuore grande e forte
Donami un cuore grande, (Paolo VI) |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
MEDITARE, CIOÈ COMPORRE IL MOSAICO DI DIO
Proseguiamo la riflessione/preghiera che parte da alcuni Salmi, aiutati da
spunti di padre Moretti, dehoniano.
Buona meditazione e buona preghiera.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
(Salmo
136)
1Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
2Rendete
grazie al Dio degli dèi,
perché il suo amore è per sempre.
3Rendete
grazie al Signore dei signori,
perché il suo amore è per sempre.
4Lui
solo ha compiuto grandi meraviglie,
perché il suo amore è per sempre.
5Ha
creato i cieli con sapienza,
perché il suo amore è per sempre.
6Ha
disteso la terra sulle acque,
perché il suo amore è per sempre.
7Ha
fatto le grandi luci,
perché il suo amore è per sempre.
8Il
sole, per governare il giorno,
perché il suo amore è per sempre.
9La
luna e le stelle,
per governare la notte,
perché il suo amore è per sempre.
10Colpì
l’Egitto nei suoi primogeniti,
perché il suo amore è per sempre.
11Da
quella terra fece uscire Israele,
perché il suo amore è per sempre.
12Con
mano potente e braccio teso,
perché il suo amore è per sempre.
13Divise
il Mar Rosso in due parti,
perché il suo amore è per sempre. |
14In
mezzo fece passare Israele,
perché il suo amore è per sempre.
15Vi
travolse il faraone e il suo esercito,
perché il suo amore è per sempre.
16Guidò
il suo popolo nel deserto,
perché il suo amore è per sempre.
17Colpì
grandi sovrani,
perché il suo amore è per sempre.
18Uccise
sovrani potenti,
perché il suo amore è per sempre.
19Sicon,
re degli Amorrei,
perché il suo amore è per sempre.
20Og,
re di Basan,
perché il suo amore è per sempre.
21Diede
in eredità la loro terra,
perché il suo amore è per sempre.
22In
eredità a Israele suo servo,
perché il suo amore è per sempre.
23Nella
nostra umiliazione
si
è ricordato di noi,
perché il suo amore è per sempre.
24Ci
ha liberati dai nostri avversari,
perché il suo amore è per sempre.
25Egli
dà il cibo a ogni vivente,
perché il suo amore è per sempre.
26Rendete
grazie al Dio del cielo,
perché il suo amore è per sempre.
(salmo 136) |
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
GIOIRE PER LE MERAVIGLIE DEL CREATO...
"Egli solo ha compiuto
meraviglie..."
(Sal 136)
Premessa
Poco più di un secolo fa
moriva Giulio Verne. Con lui intere generazioni avevano sognato ad occhi aperti.
Aveva creato mondi che sembrava non sarebbero mai arrivati ad esistere. Poi, a
valanga, sono giunte via via scoperte specialmente nel campo tecnologico e
medico, sempre più grandiose…
Ormai sembra che nulla ci
possa più sorprendere.
Tutto sembra previsto,
tutto sembra scontato. Siamo appiattiti sugli standard. La nostra vita è sempre
più scontata. Sì, qualche piccola variante riusciamo ad averla, ma è come un
fuoco di paglia che brucia in fretta.
La mancanza di sorpresa
ha reso la nostra vita più stanca, più monotona. Se dovessimo definire le
situazioni che più pesano sulla nostra vita quotidiana come le chiameremmo?
Abitudini, assuefazioni, monotonie, rassegnazioni, stanchezze, delusioni...
Ognuna di queste situazioni ha una sua radice e un suo impatto sulla vita, ma
tutte insieme finiscono per
costituire un habitat spirituale, un clima a volte difficile
da reggere.
Oltre la sorpresa... la meraviglia.
Sorpresa e meraviglia non
sono la stessa cosa. Si assomigliano, ma la seconda ha un'incidenza molto più
profonda sulla persona.
La sorpresa è uno stato
emotivo conseguente ad un evento inaspettato o contrario all' aspettativa di chi
lo sperimenta. Dura pochi istanti ed è in genere seguita da gioia o da paura. È
come una finestra che si apre su di un mondo inaspettato, potrebbe essere bello
o brutto; qui appunto sta la
sorpresa. La sorpresa è un fuoco che brucia in fretta. Sorpresa è qualcosa fuori
di noi che ci colpisce oppure è il sentimento che nasce in noi di fronte a
qualcosa di inatteso.
Ben altra cosa è la
meraviglia ("guardare intensamente"). Mentre la sorpresa ci coglie emotivamente,
la meraviglia ci coinvolge come in un vortice. Gesù ha provato meraviglia per la
fede della donna cananea ma anche per l'incredulità dei suoi compaesani o per il
fatto che di dieci lebbrosi guariti uno solo sia tornato a ringraziarlo ed era
uno straniero.
La meraviglia è come una
danza che tende a coinvolgerti, facendoti partecipare al suo ritmo. Ma perché la
meraviglia trovi il terreno per mettere radici bisogna rimuovere atteggiamenti
di invecchiamento dal cuore:
-
abitudine nel senso di mancanza di entusiasmo, di passività, di perdita di
motivazioni...
-
assuefazione nel senso di mancanza di ogni sorpresa, di ogni novità...
-
monotonia come fosse una musica
sempre dello stesso tono, senza variazione...
-
rassegnazione nel senso di perdita di motivazione per ogni cambiamento...
-
stanchezza non semplicemente nel senso fisico, ma molto più in senso
psicologico, che spegne l'entusiasmo...
-
… potremmo continuare all'infinito questa sequenza, evocando tutte le svariate
situazioni che portano allo spegnimento della
"vitalità".
La risposta a queste
situazioni è spesso rappresentata da tentativi di fuga: si cerca in situazioni
nuove qualcosa che ci dia un po' di ebbrezza, di piacere, di novità. Avviene
come quando uno che soffre di insonnia cambia il materasso o il cuscino. Ma
siccome l'insonnia non è nel materasso o nel guanciale, dopo qualche minuto di
apparente sollievo l'incubo delle ore in bianco torna.
Le difficoltà, gli
imprevisti, le resistenze non sono il vero problema: è la nostra risposta
inadeguata che crea il
problema.
Vivere o sopravvivere?
La Bibbia definisce Dio
«Il Signore, il Dio della vita in ogni essere vivente... » (Nm 27,16). "Vita...
vivente" non solo nel senso di vita biologica, ma di vitalità. Alitando
nell'uomo il suo "fiato" (lo spirito) gli ha trasmesso la sua "vitalità".
Nella nostra cultura,
irrimediabilmente vittima di una mentalità pragmatica, "vita" coincide con
"capacità operativa", con attività verificabile, con efficienza. Oggi persino il
tempo libero per essere vivo deve tradursi in attività, in esperienze concrete,
in esercizio commercialmente vantaggioso. Una persona è viva se agisce, se fa
qualcosa... e non semplicemente se "prova" un'emozione.
Vedere in profondità
Nei racconti evangelici
del Natale ci sono due episodi che possono essere significativi per quello che
stiamo sottolineando: i pastori alla grotta della natività e l'adorazione dei
magi.
“Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato
nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato
detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai
pastori.”
(Lc 2,16-18)
I pastori, avvertiti
dall'angelo, vanno alla ricerca del "bambino" del quale
è stata annunciata la nascita. Al termine della loro ricerca
« trovarono
Maria, Giuseppe e il bambino, adagiato
nella mangiatoia »
. Una scena comunissima, che non si
distingueva da tante altre. Lo stupore loro e di quelli che li sentirono poi
raccontare, ci meraviglia non poco. È evidente invece che i pastori e i loro
ascoltatori hanno colto altro nell'episodio di cui sono stati testimoni. La
meraviglia nasce dalla contemplazione degli avvenimenti visti in profondità.
“Udito il re, essi (I magi) partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto
spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava
il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella
casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi
aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”
. (Mt 2,9-11).
Anche qui abbiamo una
sorpresa analoga. Questi curiosi indagatori dei segni astrali hanno fatto una
lunga ricerca senza nemmeno sapere esattamente che cosa avrebbero trovato. Al
termine della loro ricerca
«videro il bambino con Maria sua madre, e si
prostrarono e lo adorarono». Cosa c'è di così eccezionale in un
bambino in braccio a sua madre?
"Lo adorarono" vuol dire riconobbero in
lui qualcuno di assolutamente eccezionale. Non si sono fermati a ciò che hanno
visto in prima battuta, ma sono andati
alla radice del fatto.
In questi due episodi si
può individuare una preziosa indicazione per scoprire il valore e la forza della
meraviglia. Troppo e troppo spesso noi siamo condizionati dall'opinione
comune, dallo scontato. Ci fermiamo alla superficie di ciò che vediamo e
ne perdiamo gli aspetti più profondi. Rischiamo di passare una vita intera,
ricchi di un capitale umano incredibile, ma infelici perché non sappiamo di
averlo.
Meraviglia, gioia e lode... sono segni di giovinezza.
E’ un fatto che
meraviglia, gioia e lode non nascono per caso e non riescono a vivere in
qualsiasi "clima", ma vogliono un
clima adatto.
Dio è "eterna
giovinezza", è "meraviglia che non si esaurisce mai", è "festa senza ombre di
tristezza": accostarsi a lui è come bere alla sorgente della vita che si rinnova
e continuamente cresce.
In questo senso
interpretiamo l'effetto della preghiera: entrare in sintonia con Dio "eterna
giovinezza, gioia e lode". A questo ci educano i Salmi: sono stimoli che
provocano in noi il recupero di questi beni. Il Paradiso sarà immersione
definitiva, senza rischio di intoppi, in una novità che non finirà mai.
A scuola di meraviglia: Salmo 136
Immaginiamo il piazzale del tempio in un giorno di celebrazione per la chiusura
solenne della "cena pasquale". Questo Salmo era detto "il grande Hallel" . Il
ritornello martellante
«il suo Amore è per sempre” (nella
traduzione precedente era: “eterna
è la sua misericordia”) è come la ripartenza della danza dopo ogni
nuovo annuncio. Tutta la folla si muove all'unisono su questo ritmo.
L’alternarsi del solista e del coro conferma l'impostazione di festa; il solista
elenca i motivi della meraviglia e
il coro gli fa eco con il
ritornello:
“perché il suo amore è per sempre”.
I versetti di questo inno
sono la professione della fede di Israele nei
suoi motivi fondamentali:
creazione, esodo dall'Egitto, dono della terra. I tre messaggi sono espressi nel
Salmo in 22 distici (w. 4-25) tanti quante sono le lettere dell'alfabeto
ebraico, quasi a voler racchiudere in uno schema ideale un perfetta lode al Dio
Creatore e Salvatore. La voce solista elenca le azioni di Dio, dalla creazione
cosmica alle piaghe d'Egitto, dal passaggio del mar dei giunchi alla traversata
del deserto, dalla guerriglia contro i beduini,
all'ingresso nella terra promessa.
"È come un tuffo nell'oceano infinito della misericordia e nell’Amore di Dio, da
cui l'anima riemerge ad ogni versetto per cantare una nuova esperienza di
predilezione divina"
scrive il Salterio corale delle suore Benedettine
di Sorrento.
I gesti di premura di Dio
Gli eventi raccontati nel
Salmo probabilmente sono accaduti anche ad altri popoli; solo Israele li rilegge
in chiave teologica: il mare di giunchi apertosi, la manna caduta dalla Tamarix
mannifera, le quaglie abbattutesi per stanchezza sul terreno, l'acqua scaturita
dalla roccia ... potevano essere
dei fenomeni naturali, ma per un popolo innamorato erano gesti di premura di
Jhwh. Come un'innamorata che dice all'innamorato: "Questa sera mi hai donato un
cielo stellato bellissimo!" In questo sta il cammino misterioso di fede di
Israele.
Poter dire anche noi
Anche noi potremmo
pregare questo Salmo a partire da quello che nella vita ci ha dato e ci dà il
Signore. Potremmo riprendere ogni versetto sostituendo il racconto del Salmo con
il racconto della storia di amore che Dio ha fatto per noi.
In questo spirito
possiamo riprendere una rilettura di questo Salmo fatta da padre Davide Maria
Turoldo (I Salmi - lungo i fiumi... , Ed. Paoline
1987), riportato nella sezione “oratio”, più sotto.
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Poter dire anche noi, ognuno di noi:
Egli si è degnato di chiamarci alla vita,
ha chiamato ciascuno per nome:
eterno è il suo amore per noi.
E ci ha dato una mente e un
cuore,
e occhi e mani, e sensi;
e la donna ha dato a perfezione dell'uomo:
eterno è il suo amore per
noi.
E ci ha donato la Grande Madre:
e la buona e umile terra, e i fiori:
eterno è il suo amore per noi.
Ed Egli stesso si è fatto uomo
e ha fatto della terra il suo paese,
e ha consacrato il vino e il pane
per ilnostro cammino:
eterno è il suo amore per noi.
E ci ha dato lo stesso suo Spirito,
estremo dono per cui siamo liberi:
eterno è il suo amore per noi. |
E pur se provati da mali e sventure,
potati come vigne d'inverno,
visitati dalla morte,
ostaggi di una civiltà di morte,
braccati da forsennata morte,
almeno qualcuno riesca a dire:
eterno è il suo amore per noi.
Che tutti gli umiliati e offesi del mondo,
questo immenso oceano di poveri,
possano un giorno insieme urlare:
eterno è il suo amore per noi.
Perché egli continua a sognare il Regno,
un regno di uomini liberi e giusti:
eterno è il suo amore per noi.
Per il nostro atto di fede mai finito:
eterno è il suo amore per noi.
(David Maria Turoldo) |
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
Amen
ACTIO
Mi impegno
a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si
compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che
si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti liberamente tratti da alcune riflessioni di padre Giuseppe Moretti,
dehoniano)