RITIRO ON LINE                                                                                                   
ottobre 2016

                                                                                                                                                                                                                                                

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

Vieni, o Spirito Santo
e donami un cuore puro,
pronto ad amare Cristo Signore
con la pienezza, la profondità e la gioia
che tu solo sai infondere.


Donami un cuore puro,
come quello di un fanciullo
che non conosce il male
se non per combatterla e fuggirlo.


Vieni, o Spirito Santo
e donami un cuore grande,
aperto alla tua parola ispiratrice
e chiuso ad ogni meschina ambizione.

Donami un cuore grande e forte
capace di amare tutti,
deciso a sostenere per loro
ogni prova, noia e stanchezza,
ogni delusione e offesa.

 

Donami un cuore grande,
forte e costante
no al sacrificio,
felice solo di palpitare con il cuore di Cristo
e di compiere umilmente, fedelmente
e coraggiosamente la volontà di Dio.
Amen.

(Paolo VI)

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

 

MEDITARE, CIOÈ COMPORRE IL MOSAICO DI DIO

Proseguiamo la riflessione/preghiera che parte da alcuni Salmi, aiutati da spunti di padre Moretti, dehoniano.  Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.  (Salmo 136)

1Rendete grazie al Signore perché è buono,

perché il suo amore è per sempre.

2Rendete grazie al Dio degli dèi,

perché il suo amore è per sempre.

3Rendete grazie al Signore dei signori,

perché il suo amore è per sempre.

4Lui solo ha compiuto grandi meraviglie,

perché il suo amore è per sempre.

5Ha creato i cieli con sapienza,

perché il suo amore è per sempre.

6Ha disteso la terra sulle acque,

perché il suo amore è per sempre.

7Ha fatto le grandi luci,

perché il suo amore è per sempre.

8Il sole, per governare il giorno,

perché il suo amore è per sempre.

9La luna e le stelle,

per governare la notte,

perché il suo amore è per sempre.

10Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti,

perché il suo amore è per sempre.

11Da quella terra fece uscire Israele,

perché il suo amore è per sempre.

12Con mano potente e braccio teso,

perché il suo amore è per sempre.

13Divise il Mar Rosso in due parti,

perché il suo amore è per sempre.

14In mezzo fece passare Israele,

perché il suo amore è per sempre.

15Vi travolse il faraone e il suo esercito,

perché il suo amore è per sempre.

16Guidò il suo popolo nel deserto,

perché il suo amore è per sempre.

17Colpì grandi sovrani,

perché il suo amore è per sempre.

18Uccise sovrani potenti,

perché il suo amore è per sempre.

19Sicon, re degli Amorrei,

perché il suo amore è per sempre.

20Og, re di Basan,

perché il suo amore è per sempre.

21Diede in eredità la loro terra,

perché il suo amore è per sempre.

22In eredità a Israele suo servo,

perché il suo amore è per sempre.

23Nella nostra umiliazione

si è ricordato di noi,

perché il suo amore è per sempre.

24Ci ha liberati dai nostri avversari,

perché il suo amore è per sempre.

25Egli dà il cibo a ogni vivente,

perché il suo amore è per sempre.

26Rendete grazie al Dio del cielo,

perché il suo amore è per sempre.

(salmo 136)

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

 

GIOIRE PER LE MERAVIGLIE DEL CREATO...

"Egli solo ha  compiuto meraviglie..." (Sal  136)

 

Premessa

Poco più di un secolo fa moriva Giulio Verne. Con lui intere generazioni avevano sognato ad occhi aperti. Aveva creato mondi che sembrava non sarebbero mai arrivati ad esistere. Poi, a valanga, sono giunte via via scoperte specialmente nel campo tecnologico e medico, sempre più grandiose…

Ormai sembra che nulla ci possa più sorprendere.

Tutto sembra previsto, tutto sembra scontato. Siamo appiattiti sugli standard. La nostra vita è sempre più scontata. Sì, qualche piccola variante riusciamo ad averla, ma è come un fuoco di paglia che brucia in fretta.

La mancanza di sorpresa ha reso la nostra vita più stanca, più monotona. Se dovessimo definire le situazioni che più pesano sulla nostra vita quotidiana come le chiameremmo? Abitudini, assuefazioni, monotonie, rassegnazioni, stanchezze, delusioni... Ognuna di queste situazioni ha una sua radice e un suo impatto sulla vita, ma tutte insieme  finiscono per  costituire un habitat spirituale, un clima a volte difficile  da reggere.

 

Oltre la sorpresa... la meraviglia.

Sorpresa e meraviglia non sono la stessa cosa. Si assomigliano, ma la seconda ha un'incidenza molto più profonda sulla  persona.

La sorpresa è uno stato emotivo conseguente ad un evento inaspettato o contrario all' aspettativa di chi lo sperimenta. Dura pochi istanti ed è in genere seguita da gioia o da paura. È come una finestra che si apre su di un mondo inaspettato, potrebbe essere bello o brutto; qui appunto sta  la sorpresa. La sorpresa è un fuoco che brucia in fretta. Sorpresa è qualcosa fuori di noi che ci colpisce oppure è il sentimento che nasce in noi di fronte a qualcosa di inatteso.

Ben altra cosa è la meraviglia ("guardare intensamente"). Mentre la sorpresa ci coglie emotivamente, la meraviglia ci coinvolge come in un vortice. Gesù ha provato meraviglia per la fede della donna cananea ma anche per l'incredulità dei suoi compaesani o per il fatto che di dieci lebbrosi guariti uno solo sia tornato a ringraziarlo ed era uno  straniero.

La meraviglia è come una danza che tende a coinvolgerti, facendoti partecipare al suo ritmo. Ma perché la meraviglia trovi il terreno per mettere radici bisogna rimuovere atteggiamenti di invecchiamento dal cuore:

-       abitudine nel senso di mancanza di entusiasmo, di passività, di perdita di motivazioni...

-       assuefazione nel senso di mancanza di ogni sorpresa, di ogni novità...

-       monotonia come fosse una  musica  sempre dello stesso tono, senza variazione...

-       rassegnazione nel senso di perdita di motivazione per ogni cambiamento...

-       stanchezza non semplicemente nel senso fisico, ma molto più in senso psicologico, che spegne l'entusiasmo...

-       … potremmo continuare all'infinito questa sequenza, evocando tutte le svariate situazioni che portano allo spegnimento della  "vitalità".

 

La risposta a queste situazioni è spesso rappresentata da tentativi di fuga: si cerca in situazioni nuove qualcosa che ci dia un po' di ebbrezza, di piacere, di novità. Avviene come quando uno che soffre di insonnia cambia il materasso o il cuscino. Ma siccome l'insonnia non è nel materasso o nel guanciale, dopo qualche minuto di apparente sollievo l'incubo delle ore in bianco torna.

Le difficoltà, gli imprevisti, le resistenze non sono il vero problema: è la nostra risposta  inadeguata  che crea il problema.

 

Vivere o sopravvivere?

La Bibbia definisce Dio «Il Signore, il Dio della vita in ogni essere vivente... » (Nm 27,16). "Vita... vivente" non solo nel senso di vita biologica, ma di vitalità. Alitando nell'uomo il suo "fiato" (lo spirito) gli ha trasmesso la sua "vitalità".

Nella nostra cultura, irrimediabilmente vittima di una mentalità pragmatica, "vita" coincide con "capacità operativa", con attività verificabile, con efficienza. Oggi persino il tempo libero per essere vivo deve tradursi in attività, in esperienze concrete, in esercizio commercialmente vantaggioso. Una persona è viva se agisce, se fa qualcosa... e non semplicemente se "prova" un'emozione.

 

Vedere in profondità

Nei racconti evangelici del Natale ci sono due episodi che possono essere significativi per quello che stiamo sottolineando: i pastori alla grotta della natività e l'adorazione dei magi.

 

“Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.” (Lc 2,16-18)

 

I pastori, avvertiti dall'angelo, vanno alla ricerca del "bambino" del quale  è stata annunciata la nascita. Al termine della loro ricerca « trovarono Maria, Giuseppe e il bambino, adagiato  nella  mangiatoia » . Una  scena comunissima, che non si distingueva da tante altre. Lo stupore loro e di quelli che li sentirono poi raccontare, ci meraviglia non poco. È evidente invece che i pastori e i loro ascoltatori hanno colto altro nell'episodio di cui sono stati testimoni. La meraviglia nasce dalla contemplazione degli avvenimenti visti in profondità.

 

“Udito il re, essi (I magi) partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” . (Mt 2,9-11).

 

Anche qui abbiamo una sorpresa analoga. Questi curiosi indagatori dei segni astrali hanno fatto una lunga ricerca senza nemmeno sapere esattamente che cosa avrebbero trovato. Al termine della loro ricerca «videro il bambino con Maria sua madre, e si prostrarono e lo adorarono». Cosa c'è di così eccezionale in un bambino in braccio a sua madre? "Lo adorarono" vuol dire riconobbero in lui qualcuno di assolutamente eccezionale. Non si sono fermati a ciò che hanno visto in prima battuta, ma sono andati  alla radice del fatto.

In questi due episodi si può individuare una preziosa indicazione per scoprire il valore e la forza della meraviglia. Troppo e troppo spesso noi siamo condizionati dall'opinione  comune, dallo scontato. Ci fermiamo alla superficie di ciò che vediamo e ne perdiamo gli aspetti più profondi. Rischiamo di passare una vita intera, ricchi di un capitale umano incredibile, ma infelici perché non sappiamo di averlo.

 

Meraviglia, gioia e lode... sono segni di giovinezza.

E’ un fatto che meraviglia, gioia e lode non nascono per caso e non riescono a vivere in qualsiasi "clima", ma vogliono  un clima adatto.

Dio è "eterna giovinezza", è "meraviglia che non si esaurisce mai", è "festa senza ombre di tristezza": accostarsi a lui è come bere alla sorgente della vita che si rinnova e continuamente cresce.

In questo senso interpretiamo l'effetto della preghiera: entrare in sintonia con Dio "eterna giovinezza, gioia e lode". A questo ci educano i Salmi: sono stimoli che provocano in noi il recupero di questi beni. Il Paradiso sarà immersione definitiva, senza rischio di intoppi, in una novità che non finirà mai.

 

A scuola di meraviglia: Salmo 136

Immaginiamo il piazzale del tempio in un giorno di celebrazione per la chiusura solenne della "cena pasquale". Questo Salmo era detto "il grande Hallel" . Il ritornello martellante «il suo Amore è per sempre” (nella traduzione precedente era: eterna è la sua misericordia”) è come la ripartenza della danza dopo ogni nuovo annuncio. Tutta la folla si muove all'unisono su questo ritmo. L’alternarsi del solista e del coro conferma l'impostazione di festa; il solista elenca i motivi della meraviglia  e il coro gli fa  eco con il ritornello: “perché il suo amore è per sempre”.

I versetti di questo inno sono la professione della fede di Israele nei  suoi motivi  fondamentali: creazione, esodo dall'Egitto, dono della terra. I tre messaggi sono espressi nel Salmo in 22 distici (w. 4-25) tanti quante sono le lettere dell'alfabeto ebraico, quasi a voler racchiudere in uno schema ideale un perfetta lode al Dio Creatore e Salvatore. La voce solista elenca le azioni di Dio, dalla creazione cosmica alle piaghe d'Egitto, dal passaggio del mar dei giunchi alla traversata del deserto, dalla guerriglia contro i beduini,  all'ingresso nella terra promessa.

"È come un tuffo nell'oceano infinito della misericordia e nell’Amore di Dio, da cui l'anima riemerge ad ogni versetto per cantare una nuova esperienza di predilezione divina" scrive il Salterio corale delle suore Benedettine  di Sorrento.

 

I gesti di premura di Dio

Gli eventi raccontati nel Salmo probabilmente sono accaduti anche ad altri popoli; solo Israele li rilegge in chiave teologica: il mare di giunchi apertosi, la manna caduta dalla Tamarix mannifera, le quaglie abbattutesi per stanchezza sul terreno, l'acqua scaturita dalla  roccia ... potevano essere dei fenomeni naturali, ma per un popolo innamorato erano gesti di premura di Jhwh. Come un'innamorata che dice all'innamorato: "Questa sera mi hai donato un cielo stellato bellissimo!" In questo sta il cammino misterioso di fede di Israele.

 

Poter dire anche noi

Anche noi potremmo pregare questo Salmo a partire da quello che nella vita ci ha dato e ci dà il Signore. Potremmo riprendere ogni versetto sostituendo il racconto del Salmo con il racconto della storia di amore che Dio ha fatto per noi.

In questo spirito possiamo riprendere una rilettura di questo Salmo fatta da padre Davide Maria Turoldo (I Salmi - lungo i fiumi... , Ed. Paoline  1987), riportato nella sezione “oratio”, più sotto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

 

Poter dire anche noi, ognuno di noi:

Egli si è degnato di chiamarci alla vita,

ha chiamato ciascuno per nome:

eterno è il suo amore per noi.

 

E ci ha dato una mente e un  cuore,

e occhi e mani, e sensi;

e la donna ha dato a perfezione dell'uomo:

eterno è il suo amore per  noi.

 

E ci ha donato la Grande Madre:

e la buona e umile terra, e i fiori:

eterno è il suo amore per noi.

 

Ed Egli stesso si è fatto uomo

e ha fatto della terra il suo paese,

e ha consacrato il vino e il pane

per ilnostro cammino:

eterno è il suo amore per noi.

 

E ci ha dato lo stesso suo Spirito,

estremo dono per cui siamo liberi:

eterno è il suo amore per noi.

E pur se provati da mali e sventure,

potati come vigne d'inverno,

visitati dalla morte,

ostaggi di una civiltà di morte,

braccati da forsennata morte,

almeno qualcuno riesca a dire:

eterno è il suo amore per noi.

 

Che tutti gli umiliati e offesi del mondo,

questo immenso oceano di poveri,

possano un giorno insieme urlare:

eterno è il suo amore per noi.

 

Perché egli continua a sognare il Regno,

un regno di uomini liberi e giusti:

eterno è il suo amore per noi.

 

Per il nostro atto di fede mai finito:

eterno è il suo amore per noi.

(David Maria Turoldo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

           

(spunti liberamente tratti da alcune riflessioni di padre Giuseppe Moretti, dehoniano)