RITIRO ON LINE                                                                                                   
novembre 2019

                                                                                                                                                                                                                                                

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

Signore Gesù,

donami di riconoscere

chiaramente

quello che tu vuoi

comunicarmi

negli avvenimenti

di ogni giorno.

 

Non lasciarmi vivere

in un dormiveglia,

ma risveglia in me

la passione di

nuovi percorsi

di vita.

  (Avvento 2019 - in cammino!)

 


Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

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TI RENDO LODE, PADRE

 

La lectio di oggi è tratta da una meditazione che Padre Carlo Chiappini sj  ha proposto al Convegno Nazionale delle Caritas Diocesane 2019, a Scanzano.

Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti. (Matteo 11,25-27)

 

25In quel tempo Gesù disse: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

«TI RENDO LODE»

 

  Il breve brano di oggi, molto noto, è una delle parole fondamentali del Vangelo di Matteo, un passo di altissima rivelazione e quindi di grande portata culturale. Perché la cultura è il paio di occhiali con cui guardiamo la realtà, e perciò attraverso il quale il mondo ci si rivela.

 

Mettiamo in luce innanzitutto alcune caratteristiche del testo, nello stile della lectio.

La struttura è molto chiara, contiene due oracoli di Gesù, composto ciascuno di quattro frasi, riuniti insieme da Matteo con un linguaggio poetico e ritmico, tale da permettere facilmente di tenerli a memoria.

 

Grido di giubilo

Il primo è un grido di giubilo, un inno, potremmo dire –nei termini della spiritualità ignaziana- un’esperienza profonda di consolazione che proviene da Dio:

"Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.” (vv. 25-26)

 

Rivelazione trinitaria

Il secondo è una rivelazione trinitaria, proposta in un genere letterario differente, un’affermazione che ha quasi un sapore dogmatico:

Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.” (v. 27)

 

Padre

Alcune parole chiave collegano i due oracoli. Subito risalta il termine “Padre”, che ritorna più volte nelle poche righe: “Ti rendo lode, Padre”, “Sì, o Padre”, “Tutto è stato dato a me dal Padre mio”, “nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio”.

 Un’altra parola chiave è la parola “rivelazione”: “queste cose le hai rivelate ai piccoli”, e “il Figlio rivela il Padre”.

 

Grido di gioia

Interessante per noi è pure il contesto. Questa pagina si pone infatti immediatamente dopo il rimprovero fatto a Corazim, Betsaida e Cafarnao perché non hanno accolto la Parola. Sono città piene di sé, arroganti, potenti, rappresentano la cultura dominante che rifiuta Gesù. Gesù sperimenta il fallimento della sua predicazione là dove c’è più cultura, più civiltà; ma Lui, invece di reagire con amarezza, esplode in un grido di gioia, perché coglie in tale situazione il disegno del Padre, che rivela l’annuncio di salvezza ai piccoli, ai semplici, agli umili.

Quindi il brano ci presenta un intermezzo gioioso, nell’ambito di un ministero difficile, accompagnato da una spiegazione rivelativa: “Ti rendo lode, Padre, perché…

Come sappiamo, questo grido di giubilo è nei Vangeli una delle rare preghiere di Gesù di cui ci viene presentato anche il contenuto (un’altra, in una situazione ben diversa, è la preghiera nell’orto degli ulivi). Di fronte al rifiuto del messaggio da parte dei potenti, Gesù ringrazia il Padre che lo ha rivelato ai piccoli. “Queste cose” indicano la capacità di intuire la manifestazione definitiva di Dio nell’agire di Gesù umile, povero, misericordioso.

 

Chi sono? (chi siamo?)

Subito sorge una domanda sulle due categorie contrapposte: chi sono i sapienti e i dotti? E chi sono i piccoli?

L’originale greco parla di sapienti e dotti, senza l’articolo. Possiamo allora riformulare l’espressione così: “coloro che si credono sapienti e dotti”. Rifiutando la rivelazione divina, in realtà non sono sapienti ed intelligenti, e però si ritengono tali. Potremmo dire, tante persone che si ritengono “di cultura”!

 

I “piccoli”

La rivelazione di Dio invece non si acquista a prezzo di studio, di sapere, neppure con il denaro, e non conferisce potere.

Chi può riceverla in dono? I “nèpioi” (dal greco), che non sono solo i bambini, ma più in generale coloro che non sono autonomi, autosufficienti. I “nèpioi” sono coloro che non pretendono di bastare a se stessi e di farsi giustizia da sé.

Matteo indica l’azione di Dio con una frase fortissima: “Hai nascosto queste cose”. Non è detto: non le hanno capite, bensì: “Tu le hai nascoste”, proprio perché pensavano di sapere chissà che cosa.

Siamo qui di fronte ad una logica che sfiora il paradosso; certo Gesù non vuole spingere a non studiare, a non avere istruzione teologica e religiosa, ma avverte che la conoscenza vera di Dio non coincide immediatamente con la cultura religiosa!

 

L’accoglienza

La conclusione dell’oracolo è bellissima: “Sì, o Padre, perché così hai deciso nella Tua benevolenza”. Come già detto, il mistero di rifiuto diventa per Gesù motivo di lode, in quanto mostra l’accoglienza di coloro a cui non si era pensato: è qui contenuto il carattere provvidenziale della croce, la gratuità del Vangelo, l’imprevedibilità del disegno di Dio… Abbiamo continuamente bisogno di questa verità, che contrasta il nostro istinto di giudicare tutto sulla base del consenso! Gesù qui loda Dio perché consenso non c’è!

 

Gesù rivela il Padre

Il secondo oracolo è racchiuso in un solo versetto, il 27, ed è chiamato giustamente “la perla giovannea nei Sinottici”. Gesù rivela il Padre: siamo di fronte ad una sintesi della storia della salvezza, dove appare il primato di Gesù, la sua divinità, la sua relazione con il Padre, il suo essere nella Trinità. E’ un mistero che soltanto attraverso il superamento della ragione e l’ingresso nell’oceano infinito di Dio possiamo accettare. Di fatto noi in tanti modi nella nostra vita praticamente non accettiamo che Gesù riveli il Padre, che lo riveli pure nell’umiliazione e nella croce, non accettiamo il rapporto privilegiato di Gesù con il Padre, che Gesù sia Dio.

Proviamo infine a trarre alcune conseguenze da questo brano. Ne proponiamo sinteticamente tre.

 

Rallegriamoci

La prima. Nel grido di giubilo, “Ti rendo lode, Padre”, troviamo l’invito a rallegrarci del disegno di Dio, anche quando esso comporta ciò che certe volte sembra pesare tanto, ossia il rifiuto da parte della cultura dominante. Penso alle ansie che spesso proviamo rispetto agli orientamenti della politica e della società del nostro tempo, di fronte al consenso pubblico costruito attraverso la manipolazione informatica delle informazioni!

 

Stimare i “piccoli”

Un secondo messaggio consiste nell’invito a stimare davvero i piccoli, i semplici.

Papa Francesco spinge la Chiesa ad uscire, ci sprona a guardare la storia e il disegno di Dio cambiando la prospettiva, ponendoci non in quello che consideriamo il centro ma nelle periferie, ossia dalla parte dei piccoli. E’ una svolta culturale.

Uscire dalla logica dei potenti, che governano il mondo, e così generare una cultura evangelica. Papa Francesco nella “Gaudete et exultate” ci ricorda che esiste una sola via della santità, per qualsiasi stato di vita: è la via delle beatitudini.

 

Accogliere il mistero di Dio “povero”

La terza ed ultima conseguenza è piuttosto di ordine teologico. Le parole pronunciate da Gesù –il Figlio che rivela il Padre- ci pongono una domanda mai superata, finché vivremo: quanto concretamente accogliamo il mistero di un Dio che si rivela nell’umiliazione della croce e che proprio nella morte manifesta la verità della Trinità?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Gesù, tu sai che il Padre

non si arresta di fronte

al rifiuto, ma inventa

nuove strade e compie

meraviglie anche in mezzo

ai tanti NO di noi uomini.

Il Vangelo, rifiutato

dai sapienti e dagli intelligenti,

è accolto con gioia e semplicità

dai piccoli che si affidano

totalmente a Dio.

Tu, Gesù, vedi tutto questo

 e, pieno di gioia,

rendi lode al Padre e lo ringrazi.

 

Gesù, fammi capire che

non si tratta di capire tutto,

ma solamente

di accettare di essere amati.

 



(don Canio Calitri)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!  

 

(da una lectio di Padre Carlo Chiappini sj – Convegno Nazionale Caritas Diocesane)