Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
O Dio, sei tu la nostra attesa.
Sei ciò che noi cerchiamo,
anche senza saperlo.
Sei colui del quale abbiamo nostalgia,
anche se non ti pensiamo. Sei colui che sempre attendiamo, anche se
chiudiamo la porta di casa.
Sei colui che invochiamo,
anche se non ti rivolgiamo
la parola. Sei colui col quale lottiamo, anche se mai ti incontriamo.
Sei la nostra domanda,
anche se non ti interroghiamo. |
O Dio,
fondamento di ciò che ha vita:
tu sei invisibile
eppure ti fai vicino all'uomo
e cammini con lui;
tu sei silenzioso
eppure la tua parola risuona
e percepiamo il suono
della tua musica; tu sei imprendibile dalle nostre mani
eppure sentiamo che
ci stringi tra le braccia;
tu sei misterioso
eppure rendi affascinante
(Francesco d’Assisi) |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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“Le donne sono quelle del Vangelo di Luca;
la gioia è quella che scaturisce dal loro incontro con
Gesù”
Proseguiamo la preghiera suggerita da alcune lectio tratte da episodi del
Vangelo di Luca, nelle quali il filone comune è la GIOIA DELLE DONNE CHE
INCONTRANO GESU’.
Oggi lasciamoci toccare da Maria di Nazaret, dal suo essere “giovane
innamorata”, dalla sua disponibilità all’accoglienza dei disegni di Dio.
Queste riflessioni sono liberamente
tratte da alcune lectio di don Davide Caldirola, della Chiesa di Milano.
Buona meditazione e buona preghiera.
LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che
mi vengono proposti.
(Luca 1,26-38)
Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato
da Dio in una città della
Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa
di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei,
disse: «Rallegrati, piena di grazia:
il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L'angelo le disse:
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato
Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo:
«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo
Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la
sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed
ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un
figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è
impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per
me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande silenzio
! Il protagonista è lo Spirito Santo.
Il modo migliore per assaporare un brano delle
Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito,
è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle
dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo
attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per
lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".
Maria, l’invito alla gioia
(Luca 1, 26-38)
Premessa
Di solito Maria sta alla fine. Provare
per credere: se ascoltate un'omelia, o un discorso ufficiale dei nostri vescovi
o perfino del papa, l'accenno alla Madre di Gesù è quasi sempre quello
conclusivo, il segno che la predica sta per finire. Qualcuno sostiene perfino di
vedere la manina del segretario zelante già pronta a ritirare i fogli con il
testo stampato. Anche nelle nostre assemblee domenicali il canto a Maria è di
solito quello conclusivo, e perfino la Compieta, l'ultima preghiera del giorno,
si conclude con l'antifona mariana.
Maria sta all’inizio
Ma di per sé Maria sta anche
all'inizio. Sta all'inizio del vangelo, all'inizio della vita di Gesù: è la sua
dimora, la sua casa nei nove mesi che ne precedono la nascita al mondo. Ed è la
prima nel vangelo di Luca a cui viene detto «rallegrati!». L'angelo che a
Zaccaria, nel tempio, aveva detto
«non temere»
(Lc 1,13), e solo in un
secondo tempo
«avrai gioia ed esultanza» (una profezia, più che
un'esortazione), alla fanciulla di Nazaret si rivela anzitutto con un invito
alla gioia:
«Rallegrati,
piena di grazia: il
Signore è con te».
Dunque, Maria ci dice che la gioia sta
all'inizio, e non solo al termine della storia della salvezza. Non è un buon
finale da favola, un «e vissero felici e contenti» che chiude le controverse
vicende della storia dell'uomo. C'è già da subito, come da subito nella
creazione c'è la gioia di Dio nel contemplare la propria opera e nel vederla
bella, buona, ben riuscita. Qualcuno addirittura ha scritto che Dio crea il
mondo in un'esuberanza di gioia, in una sorta di tracimazione della propria
pienezza di felicità e di bene. Di questa creazione Maria è l'opera «più
perfetta» (così viene definita da un'orazione del messale), il capolavoro
assoluto. Dio la pensa, la crea, la guarda; e non può che essere soddisfatto di
quanto è uscito dalle sue mani e dal suo amore.
Anche noi mettiamo Maria all'inizio
del nostro cammino di Avvento, sulle tracce della gioia, e ci affidiamo - passo
dopo passo - al suo aiuto e alla sua protezione.
La parola spezzata
Proviamo a rispondere alla domanda:
«Quale gioia raccolgo da questo vangelo?». Per questo brano notissimo
dell'Annunciazione
indichiamo tre
strade di gioia che ci suggerisce Maria.
«Rallegrati,
piena di grazia: il
Signore è con te»
-
Anzitutto il testo di Luca ci parla della gioia come dono da accogliere e non
come l'esito dei nostri sforzi o del nostro impegno. Maria riceve l'invito
dell'angelo a rallegrarsi non dopo un lungo tirocinio, o un lento apprendistato,
o un severo cammino di conversione. Lo riceve e basta, così com'è, nella
situazione in cui si trova. È una gioia non collegata a un duro lavoro ascetico
che alla fine permette di raggiungere buoni risultati, ma semplicemente alla
sorpresa per il bene di cui è stata fatta oggetto; una sorpresa, peraltro, non
priva di timore e turbamento.
In secondo luogo Maria ci rivela la
gioia di essere innamorati. Viene definita anzitutto
«promessa
sposa». Con un passaggio un po' ardito potremmo chiamarla
«giovane innamorata». E chi di noi nella vita è stato o è ancora innamorato
conosce bene la leggerezza e la grazia, la bellezza e la passione in cui l'amore
ti getta, ti porta, ti conduce, ti travolge. Maria è gioiosa perché è
innamorata.
Infine Maria ci rivela la gioia
pacificata di chi decide di mettere la propria vita nelle mani di Dio. È la
gioia di chi si consegna, di chi si fida ed impara a dire di sì:
«Ecco la serva
del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
«Eccomi, ci sono, avvenga in me, per me, quanto tu hai detto». La gioia del dono
di una vita.
Dalla mensa della parola, briciole di
gioia
Quale gioia raccolgo, oggi, da una
parola così? Quale felicità possibile per la mia vita?
È una parola che leggo volentieri all'inizio di un percorso, di un itinerario,
di un cammino. Mi regala prima di tutto la gioia di credere che la parola di Dio
e la sua grazia precedono ogni mio sforzo. Molto spesso rischio di trasformare
la vita in una corsa folle per raggiungere obiettivi, per ottenere risultati. La
vita di fede stessa diventa un martellamento incessante di cose da fare o
addirittura di prestazioni (inutili!) da offrire al Padreterno, come se fosse
lui ad averne un disperato bisogno, e non il mio orgoglio o la mia autostima.
Perfino il lavoro pastorale finisce per diventare un labirinto di organigrammi e
di progetti, di iniziative e di eventi dei quali alla fine rimane poco o nulla,
se non un grande senso di sfinimento e il sollievo perché sono finiti. Di gioia
nemmeno l'ombra.
Rileggere una pagina così all'inizio di un cammino (l’anno liturgico) mi rende
più sereno, mi conduce a essere disposto ad accogliere un dono e a lasciarmi
raggiungere da Dio prima ancora che cercare di arrivare a lui con i miei sforzi.
A volte sento il bisogno di cancellare per un istante tutti i miei buoni
propositi per chiedere soltanto la quiete necessaria per lasciare spazio allo
Spirito e alla sua opera.
Sentirmi nuovamente innamorato
Ma chiedo anche, insieme a tutto
questo, la grazia di sentirmi innamorato. Perché è una grazia che purifica dal
peccato e dal disamore. Spesso quando si inizia un corso di esercizi spirituali,
o quando si riapre un nuovo anno, o quando si riparte pieni di buona volontà
dopo un momento difficile del cammino di fede, ci si trova di fronte alla
propria esperienza di peccato e di distanza da Dio, di freddezza e di sfiducia
nei confronti dei fratelli. Questo sentimento rischia di paralizzare, di
schiacciare, e ci porta a credere che non saremo mai capaci di ricominciare e di
ripartire perché troppo deboli e fragili, troppo segnati dal nostro limite.
Non occorre preoccuparsi
eccessivamente in momenti così. Basta riscoprirsi innamorati, o perlomeno
desiderare di esserlo. Dobbiamo essere di nuovo innamorati, «tornare a
Lui». E Lui accoglierà semplicemente
così, dicendogli queste parole: «Bentornato da me».
Oggi vorremmo raccogliere la gioia
dalla bocca di Dio, che ci dice: «Ti aspettavo. Bentornato da me».
Cosa ci “dice” Maria
Raccogliamo da Maria la gioia di chi
decide di nuovo per il Signore, e affida la propria vita alle sue mani. Sappiamo
bene che il «sì» detto a Dio ha bisogno di essere rinnovato, che la consegna
della nostra esistenza a lui chiede la fedeltà dei giorni, la pazienza di
ricominciare. Vogliamo rinnovare la gioia di dire sì, di vivere per lui, con
lui, in lui.
ORATIO
Domando
umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio.
Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i
propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La
preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più
volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Dio della mia missione!
Io non posso essere annoverato
fra quei tuoi apostoli
che sono sempre sicuri di sé
e hanno sempre la vittoria in
cuore.
A me concedi piuttosto
di far parte di quei tuoi umili
messaggeri
i quali, riconoscenti per la tua
grazia
che è potenza nella debolezza,
|
si stupiscono quando vengono
accolti dagli uomini.
Fa' che il mio cuore
tremi di gratitudine.
Che la tua forza
sia sempre vittoriosa
nella mia debolezza,
se a te piacerà. (Karl Rahner) |
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi
raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per
noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato
Gesù. È Gesù che ci precede, ci
accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio
si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio
Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei
secoli. Amen
ACTIO
Mi
impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò
che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti liberamente tratti da alcune lectio di don Davide
Caldirola, della Chiesa di Milano)