RITIRO ON LINE                                                                                                   
novembre 2016

                                                                                                                                                                                                                                                

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

Ti contemplo qui e ora, Signore.

Solleva i cuori affaticati

e distrutti dei fratelli provati

dalle infinite guerre e dagli odi.

Solleva i cuori di chi è stato provato

dai disastri naturali

ed ha perso tutto quello che aveva con fatica

costruito nella vita.

Facci riscoprire la vera Speranza

che non delude: Tu,

Dono eterno del Padre Misericordioso.

Concedimi, Signore, di contemplare attivamente

la tua Parola nell’ascolto,

nella preghiera e nella carità

verso i fratelli, ed essere sempre

discepolo del tuo Amore.

Guardando a Te, Crocifisso e Risorto

per l’umanità intera,

possa io maturare

il dono che chiunque mi si avvicini

possa trovare comprensione,

amicizia, benevolenza e aiuto.

Amen

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

 

MEDITARE, CIOÈ COMPORRE IL MOSAICO DI DIO

Proseguiamo la riflessione/preghiera che parte da alcuni Salmi, aiutati da spunti di padre Moretti, dehoniano.  Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.  (Salmi 8 e 18)

 

2O Signore, Signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,

3con la bocca di bambini e di lattanti:

hai posto una difesa contro i tuoi avversari,

per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

4Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,

la luna e le stelle che tu hai fissato,

5che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,

il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

6Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,

di gloria e di onore lo hai coronato.

7Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,

tutto hai posto sotto i suoi piedi:

8tutte le greggi e gli armenti

e anche le bestie della campagna,

9gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

ogni essere che percorre le vie dei mari.

10O Signore, Signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome

su tutta la terra!

(salmo 8)

2I cieli narrano la gloria di Dio,

 l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.

3Il giorno al giorno ne affida il racconto

e la notte alla notte ne trasmette notizia.

4Senza linguaggio, senza parole,

senza che si oda la loro voce,

5per tutta la terra si diffonde il loro annuncio

e ai confini del mondo il loro messaggio.

Là pose una tenda per il sole

6che esce come sposo dalla stanza nuziale:

esulta come un prode che percorre la via.

7Sorge da un estremo del cielo

e la sua orbita raggiunge l’altro estremo:

nulla si sottrae al suo calore.

8La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice.

9I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi.

10Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti,

11 più preziosi dell’oro, 

di molto oro fino,

più dolci del miele 

e di un favo stillante.

….

15Ti siano gradite le parole della mia bocca;

davanti a te i pensieri del mio cuore,

Signore, mia roccia e mio redentore.

(salmo 18)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

 

LODARE COLUI CHE  HA FATTO OGNI COSA

« La nostra lode non accresce la tua grandezza ma ci dona la grazia che ci salva » (dalla Liturgia)

 

La lode arricchisce chi la dona

Tra tutte le forme di preghiera, quella di "lode" è l'unica che può definirsi "senza tempo" nel senso che continuerà anche nell'eternità, quando i problemi del pellegrinaggio terreno saranno ormai terminati. Questa preghiera è possibile quando la persona riesce ad allentare la naturale concentrazione su se stessa; è l'unica forma di preghiera ad avere come obiettivo Dio in quanto Dio.

 

Tehillìm  è il termine  ebraico  per  indicare i "Salmi", e Tehillìm significa letteralmente "lodi". La lode è, nella spiritualità  ebraica,  un  passaggio obbligato del dialogo tra  Dio  e l'uomo.  Ma non è Dio che ha bisogno della nostra lode, siamo noi che ricaviamo uno  straordinario  benessere dal lodare Dio. In uno dei prefazi feriali la liturgia cattolica ci invita a pregare così: « Tu (o Dio) non hai bisogno della nostra lode, ma per un dono del tuo amore ci chiami a renderti grazie; i nostri inni di benedizione non accrescono la tua grandezza, ma ci ottengono la grazia che ci salva ». Quando noi lodiamo Dio qualcosa  di grande  cresce in  noi.

 

"Lodare" non significa solo far crescere gli altri nella nostra considerazione, ma crescere assieme a loro mentre li si loda. Lodare è liberare la vita che è in noi, è dare via libera alla carica di emozioni, di sentimenti troppo spesso prigionieri dentro di noi; lodare è riconoscere di essere immersi in un mondo ricco di potenzialità di cui anche noi possiamo godere. La lode data o ricevuta promuove la crescita della  personalità.

 

L’identikit  della lode

Diciamo subito che la "lode" ha un sosia che apparentemente  le assomiglia ma ha un DNA completamente diverso: "l'adulazione". Al centro di quest'ultima non c'è colui che è lodato ma ci sono colui che loda e i suoi scopi inconfessati . È, come minimo, un atto di egoismo, spesso accompagnato da falsità e da invidia.

 

La "lode", invece, quando è autentica è carica  di splendide potenzialità:

-       dice riconoscimento nel senso che chi loda riconosce in colui a cui si rivolge una persona degna di particolare rispetto...

-       dice attenzione che è segno di benevolenza. Oggi trionfa lo slogan "Ognuno per sé, Dio per tutti". Ognuno crede di avere già abbastanza problemi per occuparsi di quelli degli altri. Tante isole non comunicanti. La mancanza di attenzione verso gli altri finisce per far diminuire anche quella verso se stessi...

-       dice premura che è molto più che attenzione. La premura indica benevolenza, interesse, coinvolgimento. La premura è sempre un dono ed è disinteressata ...

-       dice ammirazione e stima , due caratteristiche di cui siamo tutti alla ricerca ma che pochi sono disponibili  a dare. Chi si sente stimato  ha una risorsa in più per impegnarsi, per lottare, per crescere; ha una leva potente per rialzarsi dopo gli eventuali insuccessi...

-     dice disponibilità che è una prestazione preziosa per i momenti di emergenza. È meraviglioso sapere di poler contare su di una disponibilità certa...

-      

La lode è una terapia di efficacia straordinaria a tutti i livelli della vita umana.

 

La preghiera di Israele

L’Antico Testamento è soprattutto la storia degli interventi salvifici di Dio nei riguardi di un popolo: Israele. Due interventi appaiono come fondamentali:

-       la promessa della terra ad Abramo, fino alla sua realizzazione con Giosuè;

-       e il regno di Davide.

 

Ma l'AT è anche la risposta di Israele a Dio. Alle "azioni di salvezza” Israele non è rimasto muto... ha rivolto personalmente la parola a Jhwh, lo ha lodato, lo ha interrogato e gli ha esposto in lamenti tutti i suoi dolori, poiché Jhwh non aveva eletto il suo popolo a muto oggetto della propria volontà storica, ma lo ha eletto al dialogo.

 

I Salmi sono questa risposta di Israele! Un canto polifonico, che Israele, in epoca tarda, ha definito "canti di lode" (tehillim). Così la diversità di canti, di preghiere, di inni è stata racchiusa  nella parola:  lode.  Quando  l'uomo risponde a Dio, a prescindere da quel che dirà, il suo sarà un canto di lode. La creatura parlante loda Dio.

 

I Salmi: un invito e una guida alla  Lode.  Il Salmo 8

La preghiera di lode si apprende soprattutto dai Salmi. Il Salmo 8, ad esempio, è una preghiera di lode allo stato puro. Analizzando il testo, ci rendiamo conto che la lode non è motivata  da un beneficio che Dio ha personalmente procurato all'orante; il Salmo 8 esprime uno stato d'animo rapito nella visione della bellezza e della grandezza di Dio.

2O Signore, Signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,

3con la bocca di bambini e di lattanti:

hai posto una difesa contro i tuoi avversari,

per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

4Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,

la luna e le stelle che tu hai fissato,

5che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,

il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

6Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,

di gloria e di onore lo hai coronato.

7Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,

tutto hai posto sotto i suoi piedi:

8tutte le greggi e gli armenti

e anche le bestie della campagna,

9gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

ogni essere che percorre le vie dei mari.

10O Signore, Signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

 

Il Salmo 18

Un altro esempio chiaro di preghiera di lode è il Salmo 18:

 

2I cieli narrano la gloria di Dio,

 l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.

3Il giorno al giorno ne affida il racconto

e la notte alla notte ne trasmette notizia.

4Senza linguaggio, senza parole,

senza che si oda la loro voce,

5per tutta la terra si diffonde il loro annuncio

e ai confini del mondo il loro messaggio.

Là pose una tenda per il sole

6che esce come sposo dalla stanza nuziale:

esulta come un prode che percorre la via.

7Sorge da un estremo del cielo

e la sua orbita raggiunge l’altro estremo:

nulla si sottrae al suo calore.

8La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice.

9I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi.

10Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti,

11 più preziosi dell’oro, 

di molto oro fino,

più dolci del miele 

e di un favo stillante.

….

15Ti siano gradite le parole della mia bocca;

davanti a te i pensieri del mio cuore,

Signore, mia roccia e mio redentore.

 

Anche in questo salmo la grandezza e la magnificenza di Dio sono l'unico motivo che spinge alla preghiera.

 

Esiste una specie di grammatica elementare della preghiera di Israele. Soffermiamoci su due dei suoi princìpi.

Il primo afferma che la lode è l'inizio e la fine di ogni preghiera.

Il secondo, che la lode e la supplica sono i due elementi che, da sé soli, bastano a formare la totalità della preghiera.

Lode e supplica formano una coppia come è confermato da molte espressioni di san Paolo.

Eccone alcune:

“Fate  presenti   a  Dio  le  vostre  necessità con preghiere e suppliche accompagnate da azioni di grazie ...” (Fil 4, 6).

“Pregate senza posa;  in ogni cosa rendete grazie...” (1Ts 5, 17-18).

 

Queste  due  dimensioni  della  preghiera formano una coppia di cui si può constatare l'esistenza attraverso tutto il Salterio. Ringraziare, sì. Ma, prima di ringraziare, riconoscere il bene ricevuto.

 

 

Il Salmo 100

Il Salmo 100 giustamente porta per titolo "Salmo di lode". Il salmista ci esorta a mandare grida di gioia al Signore, ad esprimere in modo forte e chiaro la nostra adorazione, il nostro culto, la nostra riconoscenza verso di lui.

 

2Acclamate il Signore, voi tutti della terra,

servite il Signore nella gioia,

presentatevi a lui con esultanza.

3Riconoscete che solo il Signore è Dio:

egli ci ha fatti e noi siamo suoi,

suo popolo e gregge del suo pascolo.

4Varcate le sue porte con inni di grazie,

i suoi atri con canti di lode,

lodatelo, benedite il suo nome;

5perché buono è il Signore,

il suo amore è per sempre,

la sua fedeltà di generazione in generazione.

 

 

 

Splendido è il contenuto di questa preghiera. Questo breve Salmo riesprime, in sintesi, il "credo" di Israele:

-       Jhwh è Dio Riconoscete che solo il Signore è Dio»);

-       È ilnostro creatore egli ci ha fatti e noi siamo suoi» );

-       Noi siamo il suo popolo suo popolo e gregge del suo pascolo»);

-       Jhwh è buono («perché buono è il Signore» )

-       Il suo amore è eterno il suo amore è per sempre»);

-       Eterna è la sua misericordia la sua fedeltà di generazione in generazione» ).

 

Nel cantico il Salmista abbraccia tutta la storia: il passato (“egli ci ha fatti ), il presente (“riconoscete che il Signore è Dio) e il futuro (“il suo amore è per sempre ).

La prima cosa che ci colpisce di questo Salmo è il linguaggio: si tratta  di inviti pressanti  e di motivazioni:Venite... acclamate... servite… entrate… riconoscete... egli è Dio... egli ci ha fatti ... noi suo popolo e gregge ... lodare... benedite...“. Ce n'è più che a sufficienza per dire che siamo in una danza di lode.

Non dobbiamo accontentarci di essergli riconoscenti nel nostro intimo, dobbiamo esprimerlo! È bene che Dio riceva "il frutto delle nostre labbra". Come il canto degli uccelli "risveglia l'alba", così dobbiamo fare noi: «svegliati, mio cuore, svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora." (Salmo 57,9). La nostra anima deve brillare di amorevole adorazione, deve diffondere un canto contagioso!

Talvolta, forse senza rendersene conto, si tende a ostacolare il progresso della fede con un atteggiamento cupo, deprimente e inutilmente severo. Servire Dio è perfetta libertà e, se ci rallegriamo nel Signore, dovremmo esprimerlo anche con un canto forte, gioioso, entusiasta, fatto di tutto  cuore!

L’altra cosa importante della preghiera di lode è la "coralità": partecipare al culto celebrato nella comunità perché ogni opportunità di esprimere al Signore tutti insieme la nostra lode e la nostra adorazione è preziosa! Dobbiamo "entrare nelle sue porte" con ringraziamento, "nei suoi cortili" con lode, celebrarlo, benedire il suo nome! È molto espressiva al riguardo l'immagine offerta dall'Apocalisse all'apertura del "settimo  sigillo":

Poi venne un altro angelo e si fermò presso l’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi, perché li offrisse, insieme alle preghiere di tutti i santi, sull’altare d’oro, posto davanti al trono. E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme alle preghiere dei santi.  (Apocalisse 8,3-4).

 

Il Salmo 56

Il Salmo 57 (vv. 8-11) fa un invito pressante che diventa provocazione:

Saldo è il mio cuore, o Dio,

saldo è il mio cuore.

Voglio cantare, voglio inneggiare:

svegliati, mio cuore,

svegliatevi, arpa e cetra,

voglio svegliare l’aurora.

Ti loderò fra i popoli, Signore,

a te canterò inni fra le nazioni:

grande fino ai cieli è il tuo amore

e fino alle nubi la tua fedeltà.

 

In una siluazione umanamente senza scampo, come un uomo gettato in pasto ai leoni, il povero del Signore non ha perso la sua meravigliosa  fiducia  in Dio. Rifugiato all'ombra delle sue ali egli attende sereno che sia passato il pericolo; dal cielo verranno sicuramente a salvarlo la fedeltà e la grazia del Signore. Questa sicurezza di fede rende così saldo il suo cuore da fargli gridare al mondo il suo inno di lode, perché tutti sappiano quanto  sono  grandi  la  bontà dal Signore, la sua fedeltà e la sua  gloria.

 

Quale conforto possiamo trovare nel sapere che la sua fedeltà è eterna? Abbiamo bisogno di così tanta pazienza, sopportazione e resistenza che se la misericordia di Dio fosse meno grande di quella che il Salmo ci assicura, dovremmo veramente disperare, ma essa "si estende di generazione in generazione" fintanto che il tempo non avrà chiuso il suo ciclo.

 

Lodare Dio con le parole di Dio!

 

 

Il Salmo 95

Analizziamo in  particolare uno dei Salmi di lode sul quale anche la Liturgia

della Chiesa ha posto una particolare attenzione: il Salmo 95.

 

1Venite, cantiamo al Signore,

acclamiamo la roccia della nostra salvezza.

2Accostiamoci a lui per rendergli grazie,

a lui acclamiamo con canti di gioia.

3Perché grande Dio è il Signore,

grande re sopra tutti gli dèi.

4Nella sua mano sono gli abissi della terra,

sono sue le vette dei monti.

5Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;

le sue mani hanno plasmato la terra.

6Entrate: prostrati, adoriamo,

in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.

7È lui il nostro Dio

e noi il popolo del suo pascolo,

il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!

8«Non indurite il cuore come a Meriba,

come nel giorno di Massa nel deserto,

9dove mi tentarono i vostri padri:

mi misero alla prova

pur avendo visto le mie opere.

10Per quarant’anni mi disgustò quella generazione

e dissi: “Sono un popolo dal cuore traviato,

non conoscono le mie vie”

 

"Felice il popolo che sa ancora cantare" è stato detto. Questo Salmo è un inno processionale, che il  popolo eseguiva entrando nel tempio. La Chiesa si è riconosciuta in questo popolo che canta processionalmente andando incontro al suo Signore; ha scelto questo Salmo come "invitatorio" per la preghiera ufficiale dei suoi sacerdoti. È come un ingresso solenne che ti porta davanti al Signore con il cuore in festa.

 

•• «Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza.». Applauso e acclamazione nascono da una certezza: Dio è "roccia" di salvezza.

 

Il Salmo 95 riprende i temi del Salmo 100, dando  i motivi della lode ricavati dalla storia di Israele dove la fedeltà di Jhwh dà consistenza alla fragile fedeltà di Israele.

 

•• «Perché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dèi. 4Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. Suo è il mare» . La signoria di Dio è radicata nella sua azione creatrice. Dio è creatore non solo perché un giorno ha creato ma soprattutto perché è creatore ora. Ogni realtà che avviene è segno della potenza creatrice di Dio: quando il sole sorge e la primavera ritorna, quando la donna concepisce o partorisce, quando due si innamorano, quando un artista crea, quando un uomo si esprime nel lavoro... è il Creatore che presiede.

 

•• «Entrate: prostrati, adoriamo,… È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce.». Il rapporto tra Dio e noi è quello della sua premura, che guida gli eventi della nostra vita a un fine di beatitudine. Le cose avvengono secondo le loro cause, ma è Dio che poi le conduce. La nostra risposta è il riconoscimento del nostro limite e l'accettazione gioiosa della sua benevolenza.

 

•• «Se ascoltaste oggi la sua voce! Non indurite il cuore come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto... » . L’eventualità del misconoscimento della premura di Dio da parte dell'uomo attraversa il cielo del Salmista come un temporale improvviso. Sì, l'uomo ha il terribile potere di non vedere, di chiudere gli occhi e il cuore. L’ira di Dio che qui sembra scatenarsi come un castigo è solo espressione della sua tenerezza: Dio vede in anticipo il danno che la sua creatura si fa prendendo le distanze da lui. Ma alla fine il suo amore vincerà.

 

Pregare questi Salmi da discepoli di  Gesù, come Gesù ci ha indicato

«Quando pregate dite: Padre nostro » (Mt 6,9). In queste parole Gesù raccoglie i temi di preghiera e di lode del Salmo 99. Una certezza: Dio è Padre e ha cura di noi tanto che "persino i capelli del nostro capo sono contati" (cfr. Mt 10,30), cioè nulla capita a caso, ma tutto è illuminato dal suo amore: "Egli ci ha fatti e noi siamo suoi" (v. 3).

Un invito: "Servite il Signore nella gioia". "Vi dico queste cose - dice Gesù - perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv 15,11). La gioia scaturisce dall'incontro "tu per tu" con il Dio-Amore.

 

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ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Signore, fammi amico.

Fa che la mia persona ispiri fiducia

a chi soffre e si lamenta,

a chi cerca luce perché

è lontano da te,

a chi vorrebbe incominciare e

non se ne sente capace.

Signore,

aiutami a non passare accanto

ad alcuno

con volto indifferente, con cuore chiuso,

con un passo affrettato.

Signore,

aiutami ad accorgermi subito

di quelli che mi stanno accanto.

Fammi vedere quelli preoccupati

e disorientati,

quelli che soffrono e non

lo mostrano,

quelli che si sentono isolati

senza volerlo,

e dammi quella sensibilità

che mi fa incontrare i loro cuori.

Signore,

liberami da me stesso perché

ti possa servire,

perché ti possa amare,

perché riesca ad ascoltarti

in ogni fratello che tu

mi fai incontrare.

 

(Guglielmo Volpi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

           

(spunti liberamente tratti da alcune riflessioni di padre Giuseppe Moretti, dehoniano)