RITIRO
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santo Natale 2014
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Veni, Sancte Spiritus, veni, per Mariam.
CHI E’ IL MIO DIO?
A QUALE PADRE APPARTENGO?
DI CHI MI RICONOSCO FIGLIO?
Dal libro del profeta Isaìa (Is 9,1.5-6)
tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra
tenebrosa una luce rifulse. Perché un bambino è nato per noi, ci
è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo
nome sarà: Consigliere mirabile, Dio
potente, Padre per sempre, Principe
della pace. Grande sarà il suo potere e la pace
non avrà fine sul trono di Davide e sul
suo regno, che egli viene a
consolidare e rafforzare con il diritto e
la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli
eserciti.” |
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Gesù, quando venne tra di noi, ha rivelato che Dio è Padre, è Amore ed è misericordia. Questa è la buona notizia comunicata da Gesù attraverso la sua parola e la
sua stessa vita: Dio è Padre che ci ama al di là della nostra condotta, dei nostri meriti, di quello che abbiamo fatto o che possiamo fare.
Gesù avrebbe pagato caro questo messaggio; infatti al suo tempo (ma in molti casi ancora oggi) vigeva l'idea di un Dio il cui atteggiamento verso di noi dipende dal
nostro comportamento morale, secondo il più scontato principio di giustizia retributiva: se siamo buoni e facciamo le cose a lui gradite, Egli ci ama; se pecchiamo, se
facciamo il male, se lo rinneghiamo e lo tradiamo, allora lui ci rifiuta, anzi ci castiga. Ebbene, se ragioniamo in questo modo, per noi il Vangelo non sarà mai buona
notizia, ma un codice di leggi a cui attenerci per conquistarci l'amore.
Ma l’amore di Dio non è attratto dalle virtù degli uomini, dai meriti, dalla bontà, dalle prestazioni religiose, da una condotta irreprensibile, dalla santità. La misericordia di
Dio è piuttosto attratta, come una calamita, dalla nostra miseria.
Nel Vangelo l'idea antica e incompleta di Dio è testimoniata in particolare da chi deteneva il potere religioso; da coloro che arriveranno ad eliminare Gesù, appunto
perché ha presentato un Dio "altro", inaccettabile, impensabile, impossibile. Ma l'idea che questi contemporanei di Gesù avevano di Dio spesso non è molto distante
dalla nostra.
Non è difficile riconoscersi in questi pii religiosi zelanti. Perché un Dio da servire nella bontà, nella carità, con le preghiere, con i sacrifici, con le eucarestie (pensando
di portarlo così dalla nostra parte) è un Dio che si concede a chi lo “merita”. Un Dio del commercio insomma, sensibile al “do ut des” di tante religioni.
Quindi il passo importante da compiere è giungere ad una vera immagine di Dio: questa è la conversione. A seconda di chi è Dio per me, mi comporterò di
conseguenza nella vita.
Se Dio per me è il giudice severo che elargisce vita solo a chi se lo merita, ai suoi amici, allora farò di tutto per meritarlo. Ma un amore meritato è un amore comprato.
E se Dio per me è un giudice che premia i buoni e castiga i cattivi, io, suo figlio, nella mia vita non potrò che comportarmi così come vedo fare dal Padre, ovvero
premiando chi mi farà del bene e punendo chi mi farà del male.
Ma se per me Dio è Padre e misericordia, che accetta tutti e non rifiuta nessuno, ed è amore, anzi è dono a chi gli ruba la vita, allora comincerò ad amare i nemici e
vorrò instaurare nel mondo un altro modo di vivere, fatto di perdono, di misericordia, di accoglienza, di dono a chi fa violenza.
Chi è il mio Dio? A quale padre appartengo, di chi mi riconosco figlio? Rispondere a queste domande vuol dire giungere a sapere chi sono io, alla mia vera
identità. Io sono, mi comporto e vivo nel mondo a seconda dell'idea di Dio che abita in me.
(da alcune riflessioni di don Paolo Scquizzato)
Tu che ci ami per primo
O Dio che ci hai amato per primo, noi parliamo di te come di un semplice fatto storico, come se una volta soltanto tu ci avessi amati per primo. E tuttavia tu lo fai sempre. Molte volte, ogni volta, durante tutta la vita, tu ci ami per primo.
Quando ci svegliamo al mattino e volgiamo a te il nostro pensiero, tu sei il primo, tu ci hai amati per primo. |
Se mi alzo all'alba e volgo a te, in un medesimo istante, il mio animo, tu mi hai già preceduto, mi hai amato per primo.
Quando m'allontano dalle distrazioni, e mi raccolgo per pensare a te, tu sei stato il primo.
E così sempre. E poi, noi ingrati, parliamo come se una volta sola tu ci avessi amato così per primo!
(Soren Kierkegaard)
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Auguriamo a tutti i nostri amici di capire/scoprire chi è veramente Dio.
don Claudio Chiozzi e Paolo Capuzzo