RITIRO ON LINE - marzo 2021 |
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Signore, da chi andremo?
Manda a noi un raggio di Luce,
che ci faccia intravedere, |
oltre le nostre paure e visioni
confuse e sofferte vicende,
una “perla” per cui vendere tutto.
(Stefania Perna – |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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"PREGARE IL PADRE NOSTRO"
“Gesù
pregava come prega ogni uomo del mondo. Eppure, nel suo modo di pregare, vi era
racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non era sfuggito ai suoi
discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata:
«Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).
Gesù mette sulle labbra dei suoi discepoli una preghiera breve, audace, fatta di
sette domande – un numero che nella Bibbia non è
casuale, indica
pienezza”.
Questa presentazione
introduce le
meditazioni di
papa Francesco sul Padre Nostro, da lui tenute nelle udienze generali del
mercoledì. Sono un materiale
prezioso da approfondire nei nostri momenti di riflessione.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
4Che dovrò fare per te, Efraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all’alba svanisce.
5Per
questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
6poiché
voglio l’amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocausti.
11Io
trasformerò i miei monti in strade e le mie vie saranno elevate.
12Ecco,
questi vengono da lontano, ed ecco, quelli vengono da settentrione e da
occidente e altri dalla regione di Sinìm.
13Giubilate,
o cieli, rallégrati, o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore
consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri.
14Sion
ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato».
15Si
dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio
delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti
dimenticherò mai.
16Ecco,
sulle palme delle mie mani ti ho disegnato, le tue mura sono sempre davanti a
me.
17I
tuoi figli accorrono, i tuoi distruttori e i tuoi devastatori si allontanano da
te.
18Alza
gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si radunano, vengono a te. «Com’è vero
che io vivo – oracolo del Signore –, ti vestirai di tutti loro come di
ornamento, te ne ornerai come una sposa».
(Isaia 49,11-18 )
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
Padre che sei nei cieli
Il primo passo di ogni preghiera cristiana è l’ingresso in un mistero, quello
della paternità di Dio. Non si può pregare come i pappagalli. O tu entri nel
mistero, nella consapevolezza che Dio è tuo padre, o non preghi. Se
io voglio pregare Dio mio padre, incomincia il mistero.
“Padre” come i miei genitori?
Per capire in che misura Dio ci è padre, noi pensiamo alle figure dei nostri
genitori, ma dobbiamo sempre in qualche misura “raffinarle”, “purificarle”.
Nessuno di noi ha avuto genitori perfetti, nessuno; come noi, a nostra volta,
non saremo mai genitori, o pastori, perfetti. Tutti abbiamo difetti, tutti.
Le nostre relazioni di amore le viviamo sempre sotto il segno dei nostri limiti
e anche del nostro egoismo, perciò sono spesso inquinate da desideri di possesso
o di manipolazione dell’altro. Per questo a volte le dichiarazioni di amore si
tramutano in sentimenti di rabbia e di ostilità. “Ma guarda, questi due si
amavano tanto la settimana scorsa, oggi si odiano a morte”: questo lo vediamo
tutti i giorni! Tutti abbiamo radici
amare dentro, che non sono buone e alle volte escono e fanno del male.
Ecco perché, quando parliamo di Dio come “padre”, mentre pensiamo all’immagine
dei nostri genitori, specialmente se ci hanno voluto bene, nello stesso tempo
dobbiamo andare oltre. Perché l’amore di Dio è quello del padre «che è nei
cieli», secondo l’espressione che ci invita a usare Gesù: è l’amore totale che
noi in questa vita assaporiamo solo in maniera imperfetta. Gli uomini e le donne
sono eternamente mendicanti di amore – noi siamo mendicanti di amore, abbiamo
bisogno di amore, cerchiano un luogo dove essere finalmente amati, ma non lo
troviamo.
Possiamo pensare alla natura ambivalente dell’amore umano: capace di fiorire e
di vivere prepotente in un’ora del giorno, e subito dopo appassire e morire;
quello che afferra, gli sfugge sempre via.
C’è un’espressione del profeta Osea che inquadra in maniera impietosa la
congenita debolezza del nostro amore: «il
vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce»
(Os 6,4).
Ecco che cos’è spesso il nostro amore: una promessa che si fatica a mantenere,
un tentativo che presto inaridisce e svapora, un po’ come quando al mattino esce
il sole e si porta via la rugiada della notte.
Desiderosi di voler bene, ci siamo poi scontrati con i nostri limiti, con la
povertà delle nostre forze: incapaci di mantenere una promessa che nei giorni di
grazia ci sembrava facile da realizzare.
Nella nostra incoerenza non siamo soli
In fondo anche l’apostolo Pietro ha avuto paura e ha dovuto fuggire. L’apostolo
Pietro non è stato fedele all’amore di Gesù. Sempre c’è questa debolezza perché
siamo mendicanti che nel cammino rischiano di non trovare mai completamente quel
tesoro che cercano fin dal primo giorno della loro vita: l’amore.
Però, esiste un altro amore, quello del Padre «che
è nei cieli». Nessuno deve dubitare di essere destinatario di
questo amore. Ci ama. “Mi ama”,
possiamo dire. Se anche nostro padre e nostra madre non ci avessero amato –
un’ipotesi storica –, c’è un Dio nei cieli che ci ama come nessuno su questa
terra ha mai fatto e potrà mai fare. L’amore di Dio è costante.
Siamo sul palmo della Sua mano
Dice il profeta Isaia:
«si
dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per
il figlio delle sue viscere? anche se costoro si dimenticassero, io invece non
ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato»
(Is 49,15-16).
Ho fatto un tatuaggio di te sulle mie mani. Io sono nelle mani di Dio, così, e
non posso toglierlo. L’amore di Dio
è come l’amore di una madre, che mai si può dimenticare. E se una madre si
dimentica? «Io
non mi dimenticherò», dice il Signore. Questo è l’amore perfetto
di Dio, così siamo amati da Lui. Se anche tutti i nostri amori terreni si
sgretolassero e non ci restasse in mano altro che polvere, c’è sempre per tutti
noi, ardente, l’amore unico e fedele di Dio.
“Fame” di conoscere l’Amore
Nella fame d’amore che tutti sentiamo, non cerchiamo qualcosa che non esiste:
essa è l’invito a conoscere Dio che è Padre. La conversione di sant’Agostino, ad
esempio, è transitata per questo crinale: il giovane e brillante retore cercava
semplicemente tra le creature qualcosa che nessuna creatura gli poteva dare,
finché un giorno ebbe il coraggio di alzare lo sguardo. E in quel giorno conobbe
Dio. Dio che ama.
L’espressione “nei
cieli” non vuole esprimere una lontananza, ma una diversità
radicale di amore, un’altra dimensione di amore, un amore instancabile, un amore
che sempre rimarrà, anzi, che sempre è alla portata di mano.
Basta dire
«Padre
nostro che
sei nei
cieli», e
quell’amore viene.
Pertanto, non temere! Nessuno di noi è solo. Se anche per sventura il tuo padre
terreno si fosse dimenticato di te e tu fossi in rancore con lui, non ti è
negata l’esperienza fondamentale della fede cristiana: quella di sapere che sei
figlio amatissimo di Dio, e che non c’è niente nella vita che possa spegnere il
suo amore appassionato per te.
(catechesi di Papa Francesco del 20 febbraio 2019)
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Signore Gesù, Padre mio,
mi
abbandono a te,
accetto tutto. |
Affido l'anima mia alle tue mani. senza riserve
( Charles
de Foucauld
) |
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CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre
Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti
i secoli dei secoli.
Amen
ACTIO
Mi impegno a
vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore
e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego
con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto dalle catechesi di Papa Francesco )
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