RITIRO ON LINE - maggio 2022 |
Venero
la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia
persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla
presenza del Signore che vuole parlarmi.
Signore Gesù: tu mi chiami per nome
e mi invii a lavorare su questa terra.
Rendimi fratello universale,
con un cuore aperto a tutto il mondo.
Fammi essere aperto alle chiamate
degli altri e vicino ai loro problemi.
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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LE DONNE NEI VANGELI
“La rilettura biblica a partire dai nostri corpi “lunatici” deve ri-cordare, far
tornare al corpo, al cuore, alla memoria e al desiderio le parole sperimentate ,
dette e cantate che stanno “dietro le parole” della scrittura. A partire dal mio
corpo “lunatico” di donna, da tutti i nostri corpi “lunatici” di donne, voglio
scrivere dei racconti che riscattino le nostre voci ammutolite”
(Maria Soave Buscemi, missionaria laica e biblista, “Le tredici lune” – ed. Emi)
LECTIO
Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
(Matteo 25,1-13)
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della
Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga
del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio! Il protagonista è lo Spirito Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"
LE
DIECI
VERGINI
Ricordi
Ricordo che, quando ero bambina, non mi piaceva andare al catechismo. Pensavo
che fossero noiosi e troppo seri quei discorsi sulla religione.
Non sono mai stata una buona bambina di chiesa, ma mi piaceva, nell’ infanzia,
andare al cinema della parrocchia la domenica. Là il parroco mi lasciava entrare
nella cabina di proiezione e mi insegnava a usare le macchine che facevano
girare le pellicole.
Erano macchine enormi e rumorose. Io, sopra a un tavolino, aiutano a proiettare
il film, imparavo a tagliare in modo preciso i pezzi di pellicola che si
attorcigliavano o bruciavano, sapevo unirli di nuovo e farli girare.
Era divertente la domenica proiettare nel salone parrocchiale.
Qualcosa mi ha colpita
Di quel periodo ricordo un film in bianco e nero molto antico, che non mi
stancavo mai di proiettare e di rivedere. L’attrice era una grande attrice:
Ingrid Bergman. E il titolo era “La locanda della sesta felicità”.
Nel film lei impersonava una missionaria laica. Il suo sogno era essere
missionaria in Cina.
Nessuna organizzazione voleva investire su una donna senza molta istruzione,
sola e laica, che voleva essere missionaria in un paese lontano e sconosciuto
come la Cina. Mi ricordo che nel film la Bergman lavorava come domestica per
mettere insieme il denaro necessario per pagare il viaggio in treno dal Nord
Europa fino in Cina!
I miei occhi si spalancavano di meraviglia quando, dalla piccola finestra della
sala proiezione, assistevo al film e vedevo quella donna coraggiosa che
viaggiava per molti giorni e molte notti in treno per migliaia e migliaia di
chilometri!
Infusi e racconti
Ma cosa ci andava a fare quella missionaria in Cina? Nessuno voleva convertirsi
al cristianesimo. Le persone stavano bene con la loro religione.
La protagonista si unì a un’altra missionaria, anziana, e insieme aprirono una
casa per offrire tè. Immaginate l’assurdo: lasciare il proprio paese, la propria
cultura, il proprio popolo, viaggiare fino alla fine del mondo per. . . offrire
tè!
La giovane e la vecchia missionaria offrivano tè per quel popolo che soffriva e
si disperava e insieme all'infuso offrivano racconti. Passavano giorni e notti
raccontando agli uomini, alle donne e ai bambini belle storie di un uomo buono
che parlava di amore, di pace e di solidarietà. Narravano storie di guarigione,
di amicizia, di vita senza limiti. Parlavano di Gesù e del suo movimento tra i
poveri.
Le persone amavano entrare nella locanda delle missionarie per scaldarsi al
calore del tè e delle belle parole, di dolcezza e di speranza.
Tutto ciò era un olio buono che
scaldava il corpo, curava le ferite e rendeva la gente forte per la difficile
vita quotidiana.
La missionaria forse non convertì
nessuno alla sua religione. Ma quando camminava per la strada del paese, le
persone sorridevano e, come è costume in Cina, la salutavano con reverenza,
dicendo: «Che bello vederti, Gen-ai». Gen-ai è un nome cinese che significa
«quella che ama ed è amata dal popolo».
A me piaceva vedere quel film, mi piaceva vedere il modo di fare di quella
missionaria; era olio per il mio cuore
e mi rendeva forte nella volontà di essere, nell'avventura della vita, una
persona profondamente umana.
Essere olio, gente di amore
Olio.
. . Ci sono
persone e modi di essere che sono olio:
che curano ferite, danno coraggio per affrontare le difficoltà, fanno bene ai
corpi, tessuti di anime sparse per il mondo.
È importante essere olio nella vita. Essere strumento d’amore perché la dolcezza
possa avere l'ultima parola.
Probabilmente questo è vivere una “vocazione missionaria”. Mi sembra che
l’importante non sia tanto lo studio, la preparazione, la purezza. . .
È essere olio, essere gente che sa
accogliere, gente di amore, corpo, spazio aperto di anima a tutti i poveri;
sorriso indifeso per tutte le lacrime. . . Essere olio affinché la vita,
soprattutto di bambini, donne e persone impoverite, possa sempre essere l’ultima
parola.
Aparecida
Una volta ho sentito questa testimonianza di una povera donna del Nordest del
Brasile: «Il mio nome è Aparecida:
lavoro, ho sei figli e sono vergine. Il capo del posto dove lavoro molte volte
mi ha offerto denaro perché gli indicassi le compagne di lavoro che arrivavano
in ritardo e quelle che partecipavano alle riunioni del sindacato o agli
scioperi. Io ho sempre rifiutato. Un altro mi ha invitato ad andare a letto con
lui e io ho detto di no. Questo è per me essere vergine. Io non mi vendo a
questi uomini...».
Aparecida, missionaria della vita degna, missionaria che probabilmente non
lascerà mai il Nordest. Aparecida, vergine della vigilanza e della testardaggine
della costruzione del Regno. Donne... vergini... tè... olio... consolazione...
Vita in abbondanza!
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Padre, rendici degni di servire
i tuoi figli e nostri fratelli,
che in mezzo al mondo
vivono e muoiono nella povertà
e nella fame.
Attraverso le nostre mani
e il nostro cuore, |
dà loro il pane quotidiano,
la pace e la gioia.
Padre, donaci oggi
e sempre la fede che
sa vedere e servire Gesù
nei poveri.
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CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci
precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo
mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti
i secoli dei secoli.
Amen
ACTIO
Mi impegno a vivere un versetto di
questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita.
Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al
momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto
da “Le tredici lune” di M. S. Buscemi)
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