RITIRO ON LINE - maggio 2021 |
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Donaci, Signore,
dopo la fatica,
un tempo di pace.
Dacci, dopo tante parole,
il dono del silenzio.
Donaci, dopo tanti cammini,
la contemplazione di ogni
porzione di realtà.
Donaci la gioia, dopo le insoddisfazioni.
Donaci la possibilità di
vivere senza fretta, |
estasiati dalla sorpresa
che i giorni portano con sé.
Donaci la capacità di vivere
a occhi aperti,
di vivere intensamente.
Fa' di noi dei pellegrini,
che nel visibile scorgono
l'insinuarsi discreto
dell'invisibile. |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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"PREGARE IL PADRE NOSTRO"
“Gesù
pregava come prega ogni uomo del mondo. Eppure, nel suo modo di pregare, vi era
racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non era sfuggito ai suoi
discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata:
«Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).
Gesù mette sulle labbra dei suoi discepoli una preghiera breve, audace, fatta di
sette domande – un numero che nella Bibbia non è
casuale, indica
pienezza”.
LECTIO
Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che
sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
10
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in
terra.
11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12 e rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
13 e non abbandonarci alla tentazione, ma
liberaci dal male.
(Mt 6,10)
14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò
nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15
e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e
credete nel Vangelo».
(Mc 1,14-15)
2 Giovanni, che era in carcere, avendo
sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò
3 a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o
dobbiamo aspettare un altro?». 4 Gesù rispose
loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete:
5 i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi
camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai
poveri è annunciato il Vangelo».
(Mt 11,2-5)
24 In verità, in verità io vi dico: se il
chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore,
produce molto frutto.
(Gv 12,24)
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"
“Venga il tuo Regno”
Quando preghiamo
il
Padre
nostro, la
seconda invocazione con cui ci rivolgiamo a Dio
è
«venga
il tuo Regno»
(Mt 6,10). Dopo aver pregato perché il suo nome sia santificato, il credente
esprime il desiderio che si affretti la venuta del suo
Regno.
Questo desiderio
è
sgorgato,
per
così
dire,
dal
cuore
stesso
di
Cristo,
che
iniziò
la
sua
predicazione
in Galilea proclamando: «Il
tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete
nel
Vangelo»
(Mc
1,15).
Un lieto annuncio
Queste
parole
non
sono
affatto
una minaccia, al contrario, sono un lieto annuncio, un messaggio di gioia. Gesù
non vuole spingere la gente a convertirsi seminando la paura del giudizio
incombente di Dio o il senso di
colpa per il male commesso. Gesù non fa proselitismo: annuncia, semplicemente.
Quella
che
Lui
porta
è
la
Buona
Notizia
della
salvezza,
e a partire da essa chiama a
convertirsi. Ognuno è invitato a
credere nel “vangelo”: la signoria di
Dio
si
è
fatta
vicina
ai
suoi
figli.
Questo
è il
Vangelo:
la signoria di Dio si è fatta vicina ai suoi figli. E Gesù
annuncia questa
cosa meravigliosa,
questa grazia:
Dio, il Padre, ci ama, ci è vicino e ci insegna a camminare sulla strada della
santità.
I segni del Regno
I segni della venuta di questo Regno sono molteplici
e tutti positivi. Gesù inizia il suo
ministero prendendosi cura degli ammalati, sia nel corpo che nello spirito, di
coloro che vivevano una esclusione sociale –
per esempio i lebbrosi –, dei
peccatori guardati con disprezzo da
tutti, anche da coloro che erano più peccatori di loro ma facevano finta di
essere giusti. E Gesù questi come li
chiama? “Ipocriti”.
Gesù stesso indica questi segni, i segni del Regno di Dio: «I
ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i
lebbrosi sono purificati, i sordi
odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il
Vangelo»
(Mt 11,5).
Gesù è venuto, però…
«Venga
il tuo
Regno!»,
ripete con
insistenza il
cristiano quando prega il Padre
nostro. Gesù è venuto; però il mondo è ancora segnato dal peccato, popolato
da tanta gente che soffre, da persone
che non si riconciliano e non perdonano, da guerre e da tante
forme
di sfruttamento, pensiamo alla tratta dei bambini,
per esempio.
Tutti questi fatti sono la prova che
la vittoria di
Cristo
non
si
è
ancora
completamente
attuata:
tanti
uomini e donne vivono ancora con il cuore chiuso.
È soprattutto
in queste
situazioni che
sulle labbra
del
cristiano affiora la seconda
invocazione del Padre nostro:
«Venga
il tuo regno!».
Che è come dire: «Padre, abbiamo
bisogno di Te! Gesù, abbiamo bisogno
di te, abbiamo bisogno che ovunque e
per sempre Tu sia Signore in mezzo a
noi!». «Venga il tuo regno,
sii tu in mezzo a
noi».
Dio ha pazienza
A volte ci domandiamo:
come mai questo Regno si realizza così lentamente?
Gesù ama parlare della sua vittoria
con il linguaggio delle parabole. Ad esempio, dice che il Regno di Dio è simile
a un campo dove crescono insieme il
buon grano e la zizzania: il peggior
errore sarebbe di voler intervenire
subito estirpando dal mondo quelle che ci sembrano erbe infestanti. Dio non è
come noi, Dio ha pazienza. Non è con
la violenza che si instaura il Regno nel
mondo: il suo stile di propagazione è la mitezza (cfr Mt
13,24-30).
Come il lievito…
Il Regno di Dio è certamente una grande forza, la
più grande che ci sia, ma non
secondo i criteri del mondo; per questo sembra non avere mai la
maggioranza assoluta. È come il
lievito che si impasta nella farina:
apparentemente scompare, eppure è proprio esso
che
fa
fermentare
la
massa
(cfr
Mt
13,33).
Oppure
è come
un granello
di senape,
così piccolo, quasi invisibile,
che però porta in sé la dirompente forza della natura, e una volta cresciuto
diventa il più
grande
di
tutti
gli
alberi
dell’orto
(cfr
Mt
13,31-32).
Chicco di grano
In questo “destino” del Regno di Dio si può intuire
la trama della vita di Gesù: anche
Lui è stato per i suoi contemporanei
un segno esile, un evento pressoché sconosciuto agli storici ufficiali del
tempo. Un «chicco
di grano»
si è
definito Lui
stesso, che
muore nella
terra ma solo così può dare «molto
frutto»
(cfr Gv 12,24).
Il simbolo del seme è eloquente: un giorno il contadino lo affonda nella terra
(un gesto che sembra una sepoltura),
e poi, «dorma
o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non
lo sa»
(Mc 4,27). Un seme che germoglia è più
opera di Dio che dell’uomo che l’ha seminato (cfr Mc 4,27).
Dio
ci
precede
sempre,
Dio
sorprende
sempre.
Grazie
a Lui dopo la notte del Venerdì santo
c’è un’alba di Risurrezione capace di illuminare di speranza il mondo
intero.
Seminiamo questa parola
«Venga
il tuo Regno!».
Seminiamo questa parola in mezzo ai nostri peccati e ai nostri fallimenti.
Regaliamola alle persone sconfitte e piegate dalla vita, a chi ha assaporato più
odio che amore, a chi ha vissuto giorni inutili senza mai capire il perché.
Doniamola a coloro che
hanno lottato
per la
giustizia, a
tutti i
martiri della storia, a chi ha concluso di aver combattuto
per niente e che in questo mondo
domina sempre il male.
“Sì, presto!”
Sentiremo allora la preghiera del Padre
nostro rispondere. Ripeterà per
l’ennesima volta quelle parole di speranza, le stesse che lo Spirito ha posto a
sigillo di tutte le Sacre Scritture: «Sì,
vengo presto!»:
questa è la risposta del Signore. «Vengo
presto».
E la Chiesa del Signore risponde: «Vieni,
Signore Gesù»
(cfr
Ap 2,20).
«Venga
il tuo regno»
è come dire «Vieni,
Signore Gesù».
E Gesù dice: «Vengo
presto».
Fiducia
E Gesù viene, a suo modo, ma tutti i giorni. Abbiamo
fiducia in questo. E quando
preghiamo il Padre nostro
diciamo sempre: «Venga
il tuo regno»,
per sentire nel cuore: «Sì,
sì, vengo,
e vengo
presto». Grazie!
(catechesi di Papa Francesco del 6 marzo 2019)
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Quante volte Signore,
abbiamo pregato
“venga il tuo regno”!
non arrivi mai.
perché forse non c’è?
perché lo ostacoliamo?
perché non lo “attendiamo”?
Non arriva mai,
perché non sappiamo vederne
fin da ora i segni?
Signore, noi non rinunciamo
alla fede nelle tue parole,
a vedere, a capire, ad attendere
il tuo Regno
di giustizia e di pace. Amen
(Missionari della Consolata)
Eppure ci sembra che
Non arriva mai,
Non arriva mai,
Non arriva mai,
ma apri questo nostro cuore
con una attesa operosa
di verità e di amore,
CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo!
Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti
i secoli dei secoli. Amen
ACTIO
Mi impegno a
vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore
e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica
del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di
lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto
dalle catechesi di Papa Francesco)
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