RITIRO ON LINE - luglio 2024     










Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

 

Non tutte le mattine sono capaci di generare una nuova preghiera.

Ma tutte le mattine ti aprono la porta alla possibilità

di aggiungere il tuo piccolo tassello al Regno di Dio.

       (Eric Perlman - Un minuto con Dio)

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

==========================================================

I SALMI INSEGNANO A PREGARE

Continua la piccola serie di Lectio suggerite dalla lettura di alcuni salmi. Per fare ciò prendiamo liberamente spunto da alcune riflessioni di padre Ubaldo Terrinoni, (OFM cappuccini), raccolte nel suo libro “I salmi insegnano a pregare”.

   

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.   

Salmo 57 (56)

 

vv.2-7  la supplica

 2Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te si rifugia l’anima mia;

 all’ombra delle tue ali mi rifugio finché l’insidia sia passata.

 3Invocherò Dio, l’Altissimo, Dio che fa tutto per me.

 4Mandi dal cielo a salvarmi, confonda chi vuole inghiottirmi;

 Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà.

 5In mezzo a leoni devo coricarmi, infiammati di rabbia contro gli uomini!

 I loro denti sono lance e frecce, la loro lingua è spada affilata.

 6Innalzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria.

 7Hanno teso una rete ai miei piedi, hanno piegato il mio collo,

  hanno scavato davanti a me una fossa, ma dentro vi sono caduti.

 

vv. 8-12   il ringraziamento

 8Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore.

 Voglio cantare, voglio inneggiare:

 9svegliati, mio cuore, svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora.

  10Ti loderò fra i popoli, Signore, a te canterò inni fra le nazioni:

 11grande fino ai cieli è il tuo amore e fino alle nubi la tua fedeltà.

12Innalzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"

 

Salmo 57 – Pietà di me, pietà di me, o Dio

 

Premessa e struttura letteraria

Questo salmo può essere compreso entro due parole: supplica e ringraziamento. Vi  è la  supplica  perché  l’orante si riconosce e si dichiara innocente perseguitato, abbandonato da tutti (vv. 2-7). Si rifugia nel tempio per implorare l’intervento liberante di Dio. Segue poi il ringraziamento, perché il Signore ascolta il suo accorato appello e lo libera; egli allora esprime tutta la sua gratitudine con  un  inno pieno di gioia (vv. 8-12).

 A seconda dell’accentuazione del primo o del secondo tema (supplica o ringraziamento), lungo i secoli, si sono registrate differenti designazioni in merito a questo salmo. Alcuni titolano: «All’ombra delle tue ali» o «In mezzo a leoni», o «Pietà di me, o Dio»; altri invece sottolineano l’aspetto della gioia e, perciò, titolano: «Saldo è il mio cuore» oppure «Voglio svegliare l’aurora» o anche «A te canterò inni».

 Forse molti ricorderanno che Giovanni Paolo Il, negli anni 2001-2003, ha offerto preziose riflessioni sui salmi nelle catechesi delle udienze generali del mercoledì. Ebbene in una di quelle udienze, e precisamente il 19 settembre 2001, ha proposto una puntuale meditazione su questo salmo e, tra l’altro, egli afferma che qui «si passa dal lamento drammatico rivolto a Dio, alla speranza serena e al ringraziamento gioioso»; si passa dall’oscurità minacciosa della notte alla luce rasserenante dell’alba.

Prosegue il papa: «Si assiste al passaggio dalla paura alla gioia, dalla notte al giorno, dall’incubo alla serenità, dalla supplica  alla lode». In  verità, solo il Signore può ribaltare le nostre situazioni disperate; solo lui ha la possibilità di «mutare il lamento in danza, togliere l’abito di sacco e rivestire di gioia» (Sal 30,12).

 

Secondo alcuni esegeti, qui ci si troverebbe di fronte a un caso classico di «prova della verità o dell’innocenza». L’orante, pesantemente calunniato, viene condotto nel tempio dove, alla presenza di Dio e dei suoi accusatori, assume una bevanda, il cui effetto benefico o malefico dovrebbe dimostrare la sua innocenza o la sua colpevolezza. Il povero salmista resta in attesa che all’aurora (alle prime luci dell’alba) Dio manifesti il suo giudizio. Egli nel tempio sta  vivendo ore di angoscia mortale, ore da incubo. Ma sa anche riprendersi per abbandonarsi in  Dio, in quanto è sicuro che il Signore confermerà la sua innocenza. Perciò, riposa sotto l’ombra protettrice delle ali di Dio.

 

Commento       a)   vv. 2-7   la supplica

Il salmo si apre con un grido che implora un urgente intervento dall’Alto: «Pietà di me, pietà di me, o Dio». È il grido di un pio israelita che, abbandonato da tutti e privo di speranze umane, si rivolge a Dio, attendendosi ormai soltanto da lui un’esplicita dichiarazione di innocenza: «in te si rifugia l’anima mia; all’ombra delle tue ali mi rifugio» (v. 2). Il rifugio in Dio richiama il diritto d’asilo e di difesa.

Mancando di altri appoggi, gli resta Dio e a lui ricorre con illimitata fiducia. L’immagine delle «ali» dice sicurezza di protezione e anche intimità, tenerezza, benevolenza. Il pulcino inerme si rifugia sotto le ali  della chioccia e là  si  sente al sicuro. È frequente questa delicata immagine nella letteratura biblica, soprattutto nel Salterio:

 «Gioiscano quanti in te si rifugiano, e sultino senza fine» (Sal 5,12);

«Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio: salvami da chi mi perseguita e liberami» (Sal 7,2);

«proteggimi, o Dio, in te mi rifugio» (Sal 16,1);

«ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio» (Sal 91,4).

 

Il giusto però non si limita a rifugiarsi, a mettersi al sicuro, ma invoca l’intervento dall’alto: «Invocherò Dio, l’Altissimo, Dio che fa tutto per me» (v. 3). Sì, Dio è l’Altissimo, il Trascendente, l’Infinito, l’Onnipotente e, nello stesso tempo, è colui che si fa vicino, pronto a soccorrere il tribolato, il perseguitato, l’indifeso, il bisognoso. A lui si rivolge il salmista con ardente invocazione.

Dio fa il bene; non può far  altro che il  bene a  tutto e a tutti. E  vuole bene a te, a me come se per lui esistessimo soltanto tu e io. Egli è il Dio del bene.

 Nel v. 4, l’orante sollecita l’intervento divino ripetendo il verbo «mandare»:  «mandi dal cielo a salvarmi»; «Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà». Egli non vede l’ora di uscire da questa amara esperienza che lo lacera interiormente, perciò mette fretta  al Signore  perché dia un segno concreto di risposta; mandi dei messaggeri celesti per liberarlo: fedeltà e amore sono come due emissari personificati, come esecutori della salvezza. Li invii dal cielo.

L’urgenza di un efficace intervento del Cielo è motivato dall’attacco insidioso sferrato contro di lui da persecutori, i quali sono come leoni, «infiammati di rabbia contro gli uomini» (v. 5). Così, all’immagine protettiva delle ali come rifugio, segue, per contrasto, quella dei terribili e temibili leoni in posizione d’attacco. «È un’immagine — scrive Giovanni Paolo II che poi viene trasformata in un simbolo bellico, delineato con lance, frecce, spade. L’orante si sente assalito da una sorta di squadrone della morte. Intorno a lui c’è una banda di cacciatori, che tende trappole e scava fosse per catturare la preda».

Ma,  fortunatamente, la macchinazione messa in piedi per lui, è scattata per loro. La cattiveria inscenata contro di lui si è ritorta contro di loro. Un autentico effetto boomerang. I suoi nemici piombano nella fossa che hanno scavato per lui:

 «Hanno teso una rete ai miei piedi, hanno piegato il mio collo,

hanno scavato davanti a me una fossa, ma dentro vi sono caduti» (v. 7).

 

Anche nel salmo 7 ricorre la  stessa immagine del nemico che cade nella fossa che ha preparato per altri: «Egli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fatto» (Sal 7,16). Nel libro dei Proverbi viene formulata a mo’ di principio la ritorsione del male che si vuole infliggere agli altri:

«Chi scava una fossa vi cadrà dentro e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso» (Pr 26,27). Ciò vuol dire che l’inganno, la violenza, l’insidia e l’intrigo non recano alcun vantaggio e, sovente, si rivoltano a danno di chi li ordisce. E, d’altra parte, il Signore non tarda a farsi presente sul cammino del tribolato: «sconvolge le manovre degli empi precisa il papa facendoli inciampare nei loro stessi progetti malvagi. La fiducia nell’intervento divino non fa precipitare nello scoraggiamento e nella resa alla prepotenza del male, ma infonde speranza e forza per proseguire il cammino. Anzi, il giusto nel suo cuore coglie già la sconfitta dei prepotenti».

b)     vv. 8-12 il ringraziamento

La seconda parte è più breve, e consiste in un alato inno di ringraziamento al Signore, perché è intervenuto con grande efficacia. Per questo, l’orante, liberato da minacce, paure e incubi, si scioglie in una incontenibile gioia e invita tutte le creature a unirsi a lui, in una meravigliosa sinfonia, per elevare un degno inno d’immensa gratitudine a Dio.

Qui trova conferma una  grande e preziosa verità: l’uomo può mancare all’appuntamento nel momento del bisogno, Dio non manca mai. Quando lo si invoca, si fa subito presente e vicino. Certo, non si fa vedere, non si fa sentire, ma c’è e ascolta ogni accento e raccoglie ogni lacrima e ogni sospiro, e dona fiducia e forza.

 Il salmista, certo di questa rassicurante presenza in seguito a una ennesima conferma, si dispone volentieri a ringraziare il Signore e dichiara: «Voglio cantare, voglio inneggiare» (v. 8).

«Si noti la forza di questo "voglio" (osserva la Canopi). Voglio che la mia vita sia tutta un canto a te, un inno di gratitudine». Il «voglio» dice anche il convinto e deciso impegno di manifestare la propria gioia in modo molto concreto. Intanto dichiara di avere un cuore forte. E dunque, non trema, non è disorientato dalle prove subite, ma sta saldo, perché ogni fiducia è riposta in Dio; e ripete: «saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore» (v. 8).

Il cuore, nell’antropologia biblica, è la sede del pensiero, della riflessione e delle sagge risoluzioni, che hanno come scopo gli orientamenti di fondo della vita. Il cuore qui equivale a coscienza, al centro della personalità. Ebbene, l’autore ispirato, in un dialogo interiore, si rivolge al proprio cuore e poi agli strumenti musicali e all’aurora, perché si sveglino in tutta fretta. L’aurora deve sorgere in anticipo sulla sua ora e gli strumenti,  bene accordati,  accompagnino il canto di grazie.

 

Giovanni Paolo Il, nella citata udienza del mercoledì, riflettendo su questo salmo, annota: «Il salmista forse traduce nei temi della religiosità biblica, rigorosamente monoteistica, l’uso dei sacerdoti egiziani o fenici che erano incaricati di "svegliare l’aurora", cioè di far apparire il sole, considerato una  divinità benefica.  Egli allude anche all’uso di velare gli strumenti musicali nel tempo del lutto e della prova (Sal 136,2), e di risvegliarli al suono festoso nel tempo della liberazione e della gioia».

In effetti, i sacerdoti egiziani avevano l’incarico dal faraone di svegliare l’aurora, cioè il dio Sole.

Questo versetto 9 ci offre «una visione gioiosa e impaziente, che personifica gli strumenti musicali come se fossero membri di un coro e la stessa aurora come se fosse un personaggio celeste che può anticipare un appuntamento» (L.A. Schökel — C. Carniti). L’orante,  ritrovandosi  liberato da paure e da minacce per divino intervento, esplode con una gioia straripante e travolgente.

Nei vv. 10-11, la gioia e il ringraziamento del salmista si fanno ancora più espliciti, perché il Signore è intervenuto inviando due potenti delegati, quasi personificati: l’amore e la fedeltà: «Grande fino ai cieli è il tuo amore e fino alle nubi la tua fedeltà» (v. 11). Questi... «personaggi» erano apparsi già nella prima parte del salmo appunto come «il suo amore e la sua fedeltà» (v. 4).

L’inno si chiude con uno sguardo di orizzonte universale, in quanto l’orante vuole lodare il Signore tra popoli e nazioni. Dio però deve elevarsi per estendere il suo dominio di gloria su nel cielo e sulla terra: «Innalzati  sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria» (v. 12). Tutti i popoli e tutte le nazioni siano spettatori della grandezza e della gloria di Dio.

 

Attualizzazione: pregare il salmo oggi  -  Dio ascolta anche il tuo silenzio

L’esperienza di momenti di angoscia e di tribolazione si affaccia sovente lungo il cammino terreno dell’uomo. Sopraggiunge la notte della prova, della sofferenza, dell’abbandono, della calunnia... È una terribile fase di vita in cui non puoi contare  su niente e su nessuno,  tranne su Dio. È un’amara esperienza in cui i tuoi nemici si sono trasformati in temibili «leoni», i quali hanno lance e frecce al posto dei denti e una spada affilata al posto della lingua. E quanto danno può compiere quest’ultima...!

E’ pur vero che con la lingua tu puoi dare conforto e consolazione a qualche  afflitto; con la  parola puoi comunicare le tue ricchezze  interiori,  puoi pregare, istruire, correggere, dare consigli. In definitiva,  con  la  lingua puoi dire le cose più nobili, sagge e sante.

Ma è altrettanto vero che con la stessa lingua puoi commettere le cose più orribili: puoi dire menzogne, falsità, calunnie,  errori, dare cattivi consigli, lanciare ingiurie, maledizioni, bestemmie. . . La lingua può far versare molte lacrime, può aprire profonde ferite e. . . può indurre alla disperazione.

Ed è proprio la disperazione che il salmista vuole evitare ad ogni costo e, perciò, si rivolge con illimitata fiducia al Signore: a lui presenta l’angosciosa situazione personale, che risulta senza via d’uscita, perché i suoi nemici hanno disseminato molte reti come lacci sul suo cammino. Egli invoca pietà ricorrendo a verbi all’imperativo, mettendo urgenza a lui: «mandi dal cielo», «confonda», «Dio mandi», «innàlzati» (vv. 4-6).

In realtà si nota che, lungo tutto il Salterio, affiorano di frequente gli imperativi dalla bocca del tribolato perseguitato: «guarda», «vedi» (Sal 25,19), «dèstati» (Sal 44,24), «àlzati», «innàlzati», «sorgi» (Sal 9,20-33), «rialzaci» (Sal 80,4.8.20), «abbi misericordia», «muoviti a pietà» (Sal 22,20), «fammi giustizia» (Sal 43,1), «pietà di me» (Sal 41,5-11), «non tacere», «suscita», «trattami», «liberami», «aiutami», «salvami» (Sal 109,26).

Dio ascolta non solo il  tuo grido, ma anche il tuo silenzio saturo di dolore; ascolta un tuo sospiro, non gli sfugge neppure una sola delle tue lacrime. Non resta indifferente quando ti vede alle prese con la tua angoscia e la tua oppressione. Egli si prende cura del tribolato, dell’indigente, del povero, dell’orfano e della vedova. Per cui, se tu ti trovi immerso nel dolore, non chiuderti in un silenzio rabbioso, ma apriti a un fiducioso abbandono in Dio e a un sincero dialogo con lui.

Egli non ti nega una sua pronta risposta, non ti priva della sua protezione, ma interviene nei modi più impensabili: attraverso una sorpresa, un’ispirazione, una insperata consolazione, attraverso un tuo amico o anche mediante un incontro imprevisto per infonderti fiducia e per darti la forza e il coraggio sufficienti per superare la terribile tribolazione. Ti fa passare da una situazione di angoscia a un’altra di pace, di serenità e di indicibile gioia.

Soltanto lui ha la possibilità di ribaltare le tue situazioni... impossibili! Egli fa tornare il sereno sul cielo della tua vita, basta che ti rifugi in lui e ti abbandoni pienamente a lui.

«Tu sei spesso nella tempesta, ma ogni giorno, ogni momento Dio è là, oltre le dense nubi, per accoglierti. Devi chiamarlo, invocarlo, lasciarti prendere, lasciarti sollevare fino al suo cuore e su di esso riposare. Allora puoi vedere l’aurora del giorno della salvezza che è già sorto e che sempre sorge per te» (A.M. Canopi).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Se potessi esprimere un desiderio, Signore di tutti i mondi,

vorrei che nessuno si perda, che ognuno raggiunga la Tua Pienezza,

le esistenze più sconquassate, e quelle più riuscite,

tutti, ma proprio tutti, conoscano che Ti sei consumato d'Amore

per le une e per le altre, e questa è l'unica cosa che conta...

 (Valentino De Santis - Un minuto con Dio)

 

 

CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente, 

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti

i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.   Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!  Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!                                                                   

                            ==========================================================