RITIRO ON LINE - luglio 2022     










Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

                                                                                                                                    (San Pietro in vincoli a Campo di Brenzone)

 

Mi inviti a prendere posto là dove mi viene offerta salvezza, presenza, vita!

(Luca Rubin)

 Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

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INCONTRI DI GESU’ LUNGO LE STRADE POLVEROSE DELLA PALESTINA

 

In parrocchia recentemente è stata proposta una serie di Lectio incentrata sugli incontri di Gesù con alcuni “personaggi” colti nella concretezza della loro vita quotidiana, narrati nel Vangelo di Luca. Sono dei “ritratti dal vivo”! In questi personaggi si possono riscontrare molti  aspetti presenti anche nella vita di ciascuno di noi, nonostante la distanza temporale.  Sono spazi di concreta umanità ma anche di svelamento della verità.

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.       (Lc 5, 1-11)

1Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

GESÙ E IL PESCATORE SIMONE

 

La missione di Gesù non si riduce soltanto a salvare le persone che sono ai margini dell’esistenza, malati, peccatori, moribondi, sfruttati. Sicuramente quando l’uomo tocca con mano il proprio limite, quando non possiede più il sostegno umano, vive una situazione in cui più facilmente sorge in lui la fede e si eleva la preghiera a Cristo, il cui compito però è quello di chiamare e di incontrare ciascun uomo.

 

SIMONE IL PESCATORE

Come è accaduto per quel pescatore del lago di Galilea, uomo di mare (sarebbe più corretto dire “di lago”…), un certo Simone. Costui non si trova in una condizione disagiata, ha un mestiere, una casa, una famiglia. Eppure l’incontro con Gesù segna per lui un cambiamento decisivo della sua vita; non deve più accudire alla pesca, ma svolgere la missione apostolica.

Luca dipinge la svolta esistenziale di quest’uomo con abbondanza di particolari, non presenti negli altri due sinottici.

Il brano può essere diviso in molti momenti di un cammino di crescita e di maturazione interiore. Possiamo notare il progressivo sviluppo della vicenda che costituisce un modello e un confronto per l’itinerario di fede di ogni seguace del Signore. La fede, infatti, non è una realtà statica, ma dinamica, che causa un incremento progressivo nell’unione con Cristo e in lui con i fratelli.

 

LA FOLLA ACCERCHIA GESU’

In primo piano compare la folla che fa ressa attorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio presso il lago di Gennèsaret. Dopo l’ “insuccesso” subìto a Nazaret, il Maestro trova ancora persone disposte ad ascoltarlo. Luca spesso sottolinea l’atteggiamento benevolo e accogliente della folla verso Gesù. É una calca di gente desiderosa di conoscere e accogliere «la parola di Dio». Il Signore ammaestra, dichiara la volontà di Dio. In questo episodio non è espresso il contenuto di quanto egli annuncia, si dice solo che le sue sono parole di Dio, in quanto vengono da Dio, espongono il disegno salvifico di Dio, si proiettano verso Dio, dicono ciò che Dio opera e ciò che chiede. Sono indirizzate a tutti, senza eccezioni o distinzioni, assumendo così delle connotazioni generiche, sintetiche e universali.

Gesù si vede accerchiato dalla folla, ma non riesce a farsi sentire da tutti, solo dai più vicini. Gli altri, che stanno a una certa distanza, non sono capaci di vederlo di udirlo.

Per superare la difficoltà, egli cerca l’aiuto di qualcuno, chiede un favore a Simone, che era là nei pressi, pensando che la sua barca potesse servire da pulpito. In verità, ci sono due imbarcazioni. Gesù sceglie quella di Simone forse perché la vede più adatta o perché conosce già il proprietario, in quanto aveva già operato guarigioni a casa sua e nelle immediate adiacenze.

«Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. »

 

LA DISPONIBILITA’  DI SIMONE

Il pescatore era sceso dalla barca e se ne stava a terra; aveva pescato tutta la notte e ora lavava le reti; era quasi alla fine del suo lavoro. Una brutta nottata per la pesca. Ora però deve risalire sulla barca, poiché Gesù lo prega di scostarsi un poco da terra. Si presume che sia anche stanco, dopo la fatica della notte e ora del riassetto delle reti. Luca lo raffigura disponibile e generoso, pronto a eseguire la richiesta di quel maestro che inizia appena a conoscere. Sale di nuovo sulla barca, prende con sé Gesù e si allontana di qualche metro dalla riva.

E’ Gesù che vede e sceglie, tra le due barche, quella di Simone, ma anche Simone corrisponde all’invito. Si stabilisce tra i due un le game di reciproca intesa e, perché no?, di simpatia. Seduto sulla barca, Gesù può parlare a tutti. Lì, accanto a lui, c’è il pescatore, anche lui diligente nell’ascolto.

Si può immaginare Simone con gli orecchi attenti a quello che il Maestro stava dicendo e con gli occhi rivolti verso la riva, dove poteva scorgere tutta la folla, con i volti attratti e diretti verso Gesù. Cosa sarà balenato nel suo animo in quel momento? Sebbene ancora non lo pensi, né lo possa semplicemente immaginare, tuttavia vive un’esperienza nuova, diversa dalla solita quotidianità, un’esperienza probabilmente affascinante e seducente. Qualora il brano evangelico terminasse a questo punto, potremmo congratularci con Pietro per il suo atto di generosità ed esaltare il suo gesto di cortesia. Tutto sarebbe finito lì. Gesù, ultimato il discorso, avrebbe congedato la folla; tutti sarebbero tornati a casa propria.

Anche Simone avrebbe ripreso il lavoro, come sempre, la notte seguente. Una notte puó andar meglio di un’altra per la pesca, ma si continuerà a pescare in modo ripetitivo ogni volta: lo stesso impegno, il medesimo ritmo, gli stessi gesti.

Il brano evangelico però non si chiude in questa fase, anzi indica solo l’inizio; esso prosegue verso nuovi orizzonti. Gesù non solo parla alla folla o chiede disponibilità a un individuo, ma si muove in direzioni più profonde e radicali. Certe azioni buone, compiute in momenti di emergenza, non cambiano la vita; anche se si moltiplicano, sarebbero incapaci di fare nuova una persona, di trasformare la sua esistenza; esse forse preparano il terreno alla conversione, ma non hanno la forza di convertire il cuore. Occorre un ulteriore intervento, un tocco più risolutivo e incisivo.

 

UN’ALTRA RICHIESTA DI GESU’ A SIMONE, E NON SOLO A LUI

«Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone». Nel momento in cui Gesù chiude un discorso, ne apre subito un altro. Questa volta non più alla folla, ma a una persona. La sua parola interpella ora un individuo preso nella sua esistenza concreta. Se può essere agevole e confortevole sentire il Maestro quando parla a tutti, resta arduo ascoltarlo quando parla a qualcuno; la sua parola si fa impegnativa e puntuale.

Gesù pone un’altra iniziativa, che tocca Simone molto da vicino. In precedenza lo aveva pregato di fargli un favore; ora lo comanda con autorità e determinazione. Si rivolge anzitutto a lui, ma poi ai suoi compagni di lavoro: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca».

La parola di Gesù non suona più in senso generico, per indicare come vivere e orientarsi nelle scelte della vita; si fa molto pratica e precisa: è rivolta direttamente a Simone e riguarda esattamente la sua realtà di pescatore, il suo mestiere specifico, la sua efficienza professionale.

Quell’ingiunzione di Gesù sembra far fare a Pietro un passo all’indietro:

«Prendi il largo». Poco fa era risalito sulla barca, dopo che ne era sceso per lavare le reti. Aveva scostato la barca da terra quando Gesù parlava alla folla. Ora deve andare ancora più al largo.

Gesù soggiunge: «Gettate le vostre reti per la pesca». Si rivolge a Pietro perché coinvolga gli altri pescatori nella stessa impresa. Gli ingiunge addirittura di tornare a pescare. Le reti erano pulite e in ordine. Con quale giovamento? Il tempo della pesca era terminato senza profitto; la notte successiva si sarebbe ripreso a pescare. Non c’era urgenza né fretta. Anzi quel comando non aveva proprio alcun senso, d’altra parte però esso si inseriva nel contesto abituale della vita di Simone. Gesù gli chiede un’azione che corrisponde al modo di essere e di fare del pescatore, non lo porta fuori dal suo mondo.

 

LA RISPOSTA E’ PRONTA

La risposta di Simone è pronta: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla». Alla luce di questa dichiarazione l’ordine di Gesù si illumina di un significato profondo. Con la sua autorevole e risoluta parola, il Signore vuole condurre Simone a rivivere con occhi e cuore diversi  l’esperienza fatta infruttuosamente: «…non abbiamo preso nulla», pur avendo impiegato tutta la fatica necessaria. Il Maestro coglie nel segno, quello della debolezza di Simone nella sua professione di pescatore. Proprio lì, dove sta il fallimento, egli interviene e rinnova ogni cosa. Simone non deve semplicemente calare le reti, come ha fatto tante altre volte, ma deve farlo adesso di nuovo, sebbene abbia costatato di persona l’esito negativo della pesca. Si tratta di un modo di operare diverso, non più guidato dalla propria bravura, ma dall’affidamento alla disposizione di un'altra persona.

A questo punto Simone è posto davanti a un’alternativa: da una parte la sua esperienza, dall’altra la parola di Gesù. Lui è il pescatore, lui conosce il mestiere sul serio; Gesù no. Gesù è, si, il Maestro che parla di Dio con estrema sapienza, ma non si intende di pesca. Egli ha lavorato tutta la notte, nel tempo più favorevole per catturare pesce, ma inutilmente; ora invece è giorno: la valutazione umana della situazione non potrebbe in alcun modo spingerlo a tentare di pescare di nuovo. A chi dar retta? A se stesso, ai suoi ragionamenti, alla sua perizia, oppure alla parola di Gesù che ordina un’azione che apparentemente è senza senso né speranza, anzi appare assurda al vaglio dell’esperienza umana?

Simone preferisce affidarsi al «Maestro».

La risposta di Simone è decisa e chiara, come era stata la richiesta di Gesù: «Sulla tua parola getterò le reti». Perché lo ha detto il Maestro, solo nell’adesione alla sua parola, non tenendo conto della propria competenza, egli va a pescare. Gesù non si sostituisce a Simone e non è lui a gettare le reti. È Simone che pesca e agisce, ma ormai secondo un’ottica totalmente nuova, l’ottica della fede.

Egli crede e obbedisce. Obbedendo compie ciò che Gesù gli aveva detto:

«Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.».

 

COSA E’ CAMBIATO?

E’evidente il contrasto tra l’inutile pesca precedente, condotta con le sole capacità umane, e la pesca copiosissima compiuta nel nome di Gesù.

Gesù non è un semplice aiutante per ottenere una pesca migliore, ma colui che è capace di effettuare un evento straordinario, una cosa inaudita, al di sopra di ogni logica o aspettativa umana. Gesù non aveva chiesto a Simone semplicemente e banalmente di tentare di nuovo, di riprovare con maggiore impegno, nel caso potesse riuscire. Egli esigeva da lui la fede nella sua parola, una fede totale, incondizionata, molto più di un atto di cortesia, per altro già fatto.

Il brano evangelico non ha qui la sua conclusione. Se la fine fosse a questo punto, Simone potrebbe dirsi contento e soddisfatto di aver trovato una persona idonea a risolvere i problemi concreti per avvantaggiarlo nel lavoro. Anche questo atteggiamento potrebbe essere equiparato alla fede, ma a una fede allo stato iniziale. Essa ha bisogno di un passaggio ulteriore. Il brano evangelico infatti spinge in avanti, preannuncia cose più grandi. Simone ha sperimentato la potenza infinita della parola del Maestro, ha capito la ricchezza che si nasconde in lui. Ora deve scoprire se stesso e quale sia il rapporto che lo pone di fronte alla persona di Gesù.

Simone e Gesù, l’uno davanti all’altro: è il momento culminante di un incontro che, mettendoli accanto, li ha condotti a rivelarsi l’uno all’altro per essere coinvolti nel medesimo disegno di salvezza; ciascuno a modo suo, ma inseparabilmente.

 

SIMON PIETRO

«Al vedere questo…», cioè quando vede e fa esperienza dell’azione di Dio, Simone ricollega la pesca sovrabbondante non alla fortuna, né a un avvenimento casuale, ma alla parola di Gesù. Egli riflette, non si dimostra distratto e superficiale. Non si dimentica del dono ricevuto dal Signore.

A questo punto Luca individua il pescatore con il nome di «Simon Pietro»; a Simone, di cui finora ha trattato, aggiunge il titolo «Pietro». Lo indica finalmente nella sua identità, nella singolarità per cui è riconosciuto e distinto dagli altri individui. Non solo Simone, semplice pescatore, ma anche Pietro, guida e capo della Chiesa. Nome solenne e carico di presagi.

È questa la prima volta che Luca nel Vangelo impiega il termine Pietro. Lo fa in un momento particolarmente espressivo, quando il pescatore si prostra davanti a Gesù e si confessa come un colpevole. Atto di umiltà e di sincerità, di estrema povertà. Pietro è esattamente quest’uomo: colui che si getta alle ginocchia di Gesù, riconoscendosi peccatore. D’altro verso Simone è indicato, questa volta, come la roccia, il sostegno, la guida, il primo apostolo, punto di riferimento e segno di unione. È’ lo stesso Pietro che si abbassa dinanzi a Gesù come un bisognoso ed è innalzato ad essere la pietra  della Chiesa.

Il pescatore ora prende lui l’iniziativa, si fa avanti, si manifesta nella realtà più profonda e vera, non come aveva fatto poc’anzi, quando aveva riconosciuto il suo insuccessi  professionale; adesso avviene qualcosa di più radicale e totale, una rivelazione concernente tutta la sua vita e il suo essere: «Sono un peccatore».

 

HA APERTO GLI OCCHI

Si rivolge a Gesù: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Chiama Gesù con il titolo di «Signore». Per lui, ora, Gesù non è solo il Maestro, seduto sulla sua barca che ammaestra le folle, ma è il Signore. Con questa espressione ammette che in lui, il Cristo, si manifesta la signoria, la regalità, la forza, quelle che appartengono a Dio.

Dice di essere un uomo peccatore. Nel Vangelo di Luca Pietro è il primo a riconoscersi tale. Vi sono altri incontri di Gesù con i peccatori. Non è quindi il solo ad essere chiamato in questo modo, ma il primo a essersi dichiarato peccatore. L’esperienza dell’intervento prodigioso gli ha aperto gli occhi per scoprire e individuare la reale situazione della propria persona. Egli vede in se stesso le cose sbagliate, che contrastano con la santità del Signore che sta davanti, e lo rendono indegno e impuro. Considera tutta la vita segnata dalla debolezza. Egli rivede, tornando indietro con la mente, la sua esistenza passata. Ogni creatura umana, quando si trova davanti al divino, si denuda nella propria debolezza. Gesù è la luce e solo nella luce si evidenzia il male nella sua gravità e bruttura. Le tenebre invece lo nascondono, lo occultano. L’uomo, se si lascia illuminare dalla luce, è capace di vedersi peccatore. Quanto piú si avvicina a Gesú, la luce vera, tanto più si percepisce misero, fragile. Contemporaneamente, però, si sente perdonato e salvato.

 

UMILTA’

«Allontanati da me», dice Pietro. Come può il Signore, il Santo, stare accanto a lui peccatore?

Quando l’uomo si trova di fronte a Dio, alla sua grandezza, alla sua santità, quando sta alla presenza della manifestazione divina, quando entra nell’esperienza del trascendente, avverte un senso di stupore misto a spavento:

«…lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone.».

A  questo  punto è oltrepassato il livello di credere o non credere alla parola di un maestro di Galilea; non è più neanche questione di impegnarsi per una pesca abbondantissima; si tratta ora di porsi di fronte alla persona di Cristo, stabilire l’incontro con lui. Il Signore li ha condotti gradualmente davanti a sé.

La risposta di Gesù alle parole di Pietro non suona più come un comando, ma contiene una promessa.

 

LA PROMESSA

Anzitutto dice: «Non temere!». Una parola di incoraggiamento, in evidente collegamento  con il tremore e la sorpresa di Pietro. Lo invita a non aver paura, a superare quella sensazione timorosa che potrebbe indurlo a fuggire o a desiderare che il Maestro se ne vada e si discosti da lui. La consapevolezza di Pietro di essere peccatore è giusta, ma la soluzione che prevede «Allontanati da me» non è accettata da Gesù. Non lo allontana da sé. Il suo atteggiamento verso i peccatori non è quello di scostarli, ma anzi di mostrarsi desideroso di andare in cerca di loro.

In Luca l’invito a «non temere» precede di solito un annuncio importante, una missione da svolgere.

La parola  di Gesù non si riferisce al perdono e alla redenzione dei peccati di Simone, piuttosto preannuncia un modo nuovo di pescare: «Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Detto con altre parole suona così: «Da questo momento sarai uno che “cattura” vivi gli uomini».

In  precedenza Gesù suggeriva a Simone di gettare le reti per una pesca straordinaria, fuori della quotidiana esperienza, ma sempre nell’ambito normale di raccogliere i pesci. Ora le parole del Maestro orientano l’animo di Simon Pietro verso un altro modo di pescare, che proprio adesso prende l’avvio, un modo veramente nuovo, profondamente diverso rispetto al primo. Nell’episodio della pesca miracolosa vi era stato un comando di Gesú, ma in questo momento risuona una solenne promessa:

«Sarai uno che “cattura” vivi gli uomini».

 

NELLA RETE DELL’AMORE DI DIO

Di fronte a un'assicurazione del genere é secondario considerare le probabilità di successo, anzi queste appaiono scarse, date le incapacità personali di Pietro. Anche questa volta, a maggior ragione, per un genere di pesca totalmente superiore e trascendente occorre una fede ancor più grande e paradossale.

«Sarai uno che cattura (pesca) vivi»: in questo caso Luca allude all’azione concreta e impegnativa di saper attirare molti uomini dentro la rete dell’amore di Dio e del suo regno. Una missione di altissimo valore umano e spirituale. L’oggetto catturato è vivo. Si tratta dunque di un’azione volta non a uccidere, ma a far vivere o a lasciare in vita, a salvare da una sicura rovina. Una pesca dunque del tutto singolare e umanamente imprevedibile. Pietro avrà un compito per sé molto delicato e gravoso: quello di saper avvicinare gli uomini per farli restare in vita, non soffocarli o sopprimerli.

Egli deve offrire loro la pienezza della vita vera, la vita immortale e felice che Gesù é venuto a portare sulla terra. Una pesca dunque per la rinascita, non per la disfatta. Questa é la sua missione, una missione di pastore, che nutre e fa vivere le pecore, dopo che, come pescatore, le ha attratte alla fede in Cristo.

 

UNA SVOLTA NUOVA E DEFINITIVA

«D’ora in poi», precisa Gesú, quasi volesse sottolineare l’istantaneità di un inizio di attività nuova. É questa l’ora in cui termina per Simone un modo di vivere e ne comincia un altro.

Con quelle parole Gesú pone una svolta, dichiara un tempo preciso di cambiamento, fa nascere qualcosa di nuovo in Simone. Da ora, da adesso si delinea un futuro, che si protrarrà nel tempo senza discontinuità. Ciò significa che Pietro non inizia la sua missione alla dipartita di Gesù, quando questi non sarà più sulla terra visibilmente ed egli prenderà il suo posto. Il Maestro dice: «D’ora in poi», quando ancora si è all’inizio del Vangelo e Gesú é il pescatore di uomini. Pertanto Pietro, in un primo momento, comincia a pescare con Gesù e al suo seguito. In un secondo momento, dopo l’ascensione al cielo del Signore, eserciterà la missione nel nome di Cristo.

Pietro ha già visto Gesù ammaestrare gli uomini, annunciare loro la buona novella, anche dalla sua barca. Ora, in modo più preciso, capisce di dover condividere la stessa missione con lui, di essere pescatore come lui.

Niente è impossibile all’infinita potenza della parola di Gesù. In questo senso l’intero episodio è strutturato in modo da infondere coraggio per intraprendere il servizio apostolico, nonostante le prevedibili difficoltà, congiunte agli innumerevoli insuccessi. Il miracolo della pesca mostra il senso del rapporto da stabilirsi tra Cristo e i suoi collaboratori, un rapporto non fondato sulle sole capacità umane o professionali, ma costruito soprattutto sulla fede nella parola di Gesù. Il Maestro fa di tutto per portare i discepoli a questa fede, con la quale potranno veramente compiere azioni portentose per la salvezza degli uomini.

Pietro aveva dichiarato: «Sono peccatore»; Gesù gli ribatte: «Sarai pescatore». Pietro è il primo tra i discepoli a riconoscersi peccatore e il primo a essere chiamato al servizio apostolico. In ragione della consapevolezza di essere peccatore, egli si affianca a Gesù per porsi al suo servizio nell’azione misericordiosa verso i peccatori.

 

UN CAMMINO NUOVO PER TUTTO IL POPOLO DI DIO

«…e lo seguirono». Si apre una strada nuova; un cammino irreversibile si delinea con queste parole. Pietro aveva chiesto a Gesù di allontanarsi da lui, mentre d’ora in poi egli segue Cristo, per stare sempre con lui, per andare dietro a lui che si dirige verso gli uomini con lo scopo di chiamarli alla salvezza.

«Sarai pescatore di uomini», ha detto Gesù a Pietro. Ma, ironia della sorte, per il momento Pietro e gli altri sono stati pescati da Gesù; attratti da lui, hanno lasciato tutto e tutti per mettersi sulle sue orme, catturati dalla sua parola e avviati dal suo amore. Sono entrati nella sua rete, la quale, gettata al largo, dovrà pescare molti altri pesci.

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ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

(Patrizio Righero – Un minuto con Dio)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente, 

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti

i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.   Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!  Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!                                                                             

 

(tratto da Lectio sul Vangelo di Luca proposte in parrocchia)

  

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