RITIRO ON LINE - luglio 2022 |
Venero
la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia
persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla
presenza del Signore che vuole parlarmi.
(San Pietro in vincoli a Campo di Brenzone)
|
Mi inviti a prendere posto
(Luca Rubin)
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INCONTRI DI GESU’ LUNGO LE STRADE POLVEROSE DELLA PALESTINA
In parrocchia recentemente è stata proposta una serie di Lectio incentrata sugli
incontri di Gesù con alcuni “personaggi” colti nella concretezza della loro vita
quotidiana, narrati nel Vangelo di Luca. Sono dei “ritratti dal vivo”! In questi
personaggi si possono riscontrare molti
aspetti presenti anche nella vita di ciascuno di noi, nonostante la
distanza temporale. Sono spazi di
concreta umanità ma anche di svelamento della verità.
LECTIO
Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
1Mentre
la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando
presso il lago di Gennèsaret,
2vide
due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
3Salì
in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.
Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
4Quando
ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre
reti per la pesca».
5Simone
rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma
sulla tua parola getterò le reti».
6Fecero
così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.
7Allora
fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi
vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
8Al
vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore,
allontanati da me, perché sono un peccatore».
9Lo
stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca
che avevano fatto;
10così
pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse
a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
11E,
tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"
GESÙ E IL PESCATORE SIMONE
La missione di Gesù non si riduce soltanto a salvare le persone
che sono
ai margini
dell’esistenza, malati,
peccatori, moribondi,
sfruttati. Sicuramente quando l’uomo tocca con mano il proprio limite,
quando non
possiede più
il sostegno
umano, vive
una situazione
in cui più
facilmente sorge in
lui la
fede e
si eleva
la preghiera
a Cristo, il cui compito però
è quello di chiamare e di incontrare ciascun uomo.
SIMONE IL PESCATORE
Come è accaduto per quel pescatore del lago di Galilea,
uomo di mare (sarebbe più corretto dire “di lago”…), un certo Simone.
Costui non si trova in una condizione disagiata, ha un mestiere, una casa, una
famiglia. Eppure
l’incontro con Gesù segna per lui un cambiamento decisivo della sua vita;
non deve più accudire alla pesca, ma svolgere la missione apostolica.
Luca dipinge la svolta esistenziale
di quest’uomo con abbondanza
di particolari, non presenti negli altri due sinottici.
Il brano può essere diviso in molti momenti di un cammino di crescita e di
maturazione interiore. Possiamo notare il progressivo sviluppo della vicenda che
costituisce un
modello e
un confronto
per l’itinerario
di fede
di ogni
seguace del Signore. La fede, infatti, non è una realtà statica, ma
dinamica, che causa un incremento progressivo nell’unione con
Cristo e
in lui
con i
fratelli.
LA FOLLA ACCERCHIA GESU’
In primo piano compare la folla che
fa ressa attorno a Gesù per ascoltare la
parola di Dio
presso il lago di Gennèsaret. Dopo l’ “insuccesso”
subìto a Nazaret, il Maestro
trova ancora persone disposte ad ascoltarlo.
Luca spesso
sottolinea l’atteggiamento
benevolo e
accogliente della folla verso
Gesù. É una calca di gente desiderosa
di conoscere e accogliere «la
parola di Dio». Il Signore ammaestra, dichiara la
volontà di Dio. In questo
episodio non è espresso il contenuto di quanto egli annuncia,
si dice solo che le sue sono parole di Dio, in quanto vengono da Dio,
espongono il disegno salvifico di Dio, si proiettano verso Dio, dicono
ciò che Dio opera e ciò che chiede.
Sono indirizzate a tutti,
senza eccezioni o distinzioni, assumendo così delle connotazioni
generiche, sintetiche
e universali.
Gesù si vede accerchiato dalla folla, ma non riesce a farsi sentire
da tutti, solo dai più vicini. Gli altri, che stanno a una certa
distanza, non
sono capaci
di vederlo
né di
udirlo.
Per superare
la difficoltà, egli cerca
l’aiuto di qualcuno, chiede un favore a Simone, che era là
nei pressi, pensando che la sua barca potesse servire da pulpito. In
verità, ci sono due imbarcazioni. Gesù sceglie quella di Simone forse
perché la vede più adatta o perché conosce già il proprietario, in quanto
aveva già operato
guarigioni a
casa sua e
nelle immediate
adiacenze.
«Gesù,
stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I
pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone,
e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla
barca.
»
LA DISPONIBILITA’ DI SIMONE
Il pescatore era sceso dalla barca e se ne stava a terra; aveva pescato tutta la
notte e ora lavava le reti; era quasi alla fine del suo lavoro. Una brutta
nottata per la pesca. Ora però deve risalire sulla barca,
poiché Gesù lo prega di
scostarsi un poco da terra. Si
presume che sia anche stanco, dopo la
fatica della notte e ora del riassetto delle
reti. Luca lo raffigura disponibile e generoso, pronto a
eseguire la richiesta di quel maestro che inizia appena a conoscere.
Sale di nuovo sulla barca, prende con sé Gesù e si allontana di qualche
metro dalla
riva.
E’ Gesù
che vede
e sceglie,
tra le
due barche,
quella di
Simone, ma anche Simone
corrisponde all’invito. Si stabilisce
tra i due un le game
di reciproca
intesa e,
perché no?,
di simpatia. Seduto
sulla barca,
Gesù può
parlare a
tutti. Lì,
accanto a
lui, c’è
il pescatore,
anche lui
diligente nell’ascolto.
Si può immaginare
Simone con
gli orecchi attenti a quello
che il Maestro stava dicendo e con
gli occhi rivolti
verso la
riva, dove
poteva scorgere
tutta la
folla, con
i volti
attratti e
diretti verso
Gesù. Cosa
sarà balenato
nel suo
animo in
quel momento?
Sebbene ancora
non lo pensi, né lo possa
semplicemente immaginare,
tuttavia vive
un’esperienza nuova,
diversa dalla
solita quotidianità,
un’esperienza probabilmente
affascinante e seducente.
Qualora il
brano evangelico
terminasse a
questo punto,
potremmo congratularci
con Pietro
per il suo atto di generosità
ed esaltare il suo
gesto di
cortesia. Tutto
sarebbe finito
lì. Gesù,
ultimato il
discorso, avrebbe
congedato la
folla; tutti
sarebbero tornati
a casa propria.
Anche Simone avrebbe
ripreso il lavoro, come
sempre, la
notte seguente.
Una notte
puó andar
meglio di
un’altra per la pesca, ma si
continuerà a pescare
in modo ripetitivo
ogni volta:
lo stesso
impegno, il
medesimo ritmo,
gli stessi
gesti.
Il brano evangelico però non si
chiude in questa fase, anzi indica
solo l’inizio; esso
prosegue verso
nuovi orizzonti.
Gesù non
solo parla alla folla o
chiede disponibilità a un individuo, ma si muove
in direzioni
più profonde
e radicali.
Certe azioni
buone, compiute
in momenti
di emergenza,
non cambiano
la vita;
anche se
si moltiplicano, sarebbero
incapaci di fare nuova
una persona,
di trasformare la sua
esistenza; esse forse preparano il
terreno alla conversione,
ma non
hanno la
forza di
convertire il
cuore. Occorre
un ulteriore
intervento, un
tocco più
risolutivo e
incisivo.
UN’ALTRA RICHIESTA DI GESU’ A SIMONE, E NON SOLO A LUI
«Quando
ebbe finito di parlare, disse a Simone».
Nel momento
in cui Gesù chiude un discorso, ne apre subito un altro. Questa volta
non più alla folla, ma a una persona. La sua parola interpella ora un
individuo preso nella sua esistenza concreta. Se può essere agevole e
confortevole sentire il Maestro quando parla a tutti, resta
arduo ascoltarlo quando parla a qualcuno; la sua parola si fa
impegnativa e
puntuale.
Gesù pone un’altra iniziativa, che tocca Simone molto da vicino.
In precedenza lo aveva pregato di
fargli un favore; ora lo comanda
con autorità e determinazione. Si rivolge anzitutto a lui, ma poi ai
suoi compagni di lavoro: «Prendi
il largo e gettate le vostre reti per la
pesca».
La parola di Gesù non suona più in senso
generico, per indicare come vivere e orientarsi nelle scelte della vita; si
fa molto pratica e precisa: è rivolta
direttamente a Simone e riguarda esattamente la sua realtà di pescatore,
il suo mestiere specifico, la sua efficienza
professionale.
Quell’ingiunzione di
Gesù sembra
far fare a Pietro un passo
all’indietro:
«Prendi
il largo».
Poco fa era
risalito sulla
barca, dopo
che ne
era sceso per lavare le reti.
Aveva scostato la barca da terra
quando Gesù
parlava alla
folla. Ora
deve andare ancora
più al
largo.
Gesù soggiunge: «Gettate
le vostre reti per la pesca».
Si rivolge a Pietro perché coinvolga
gli altri pescatori nella stessa impresa. Gli
ingiunge addirittura di
tornare a pescare. Le reti erano
pulite e in ordine. Con quale giovamento?
Il tempo della pesca
era terminato senza profitto; la notte successiva si sarebbe ripreso a
pescare. Non c’era urgenza né fretta. Anzi quel comando non aveva
proprio alcun senso, d’altra parte però esso si inseriva nel contesto
abituale della vita di Simone. Gesù gli chiede un’azione che corrisponde
al modo di essere e di fare del pescatore,
non lo porta fuori dal
suo mondo.
LA RISPOSTA E’ PRONTA
La risposta di Simone è pronta:
«Maestro,
abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla».
Alla luce di questa dichiarazione l’ordine di Gesù si illumina di un significato
profondo. Con la sua autorevole e
risoluta parola, il Signore vuole condurre Simone a
rivivere con occhi e cuore diversi l’esperienza
fatta infruttuosamente: «…non
abbiamo preso nulla»,
pur avendo impiegato tutta la fatica
necessaria. Il Maestro coglie nel
segno, quello della debolezza di Simone nella
sua professione di pescatore. Proprio lì, dove sta il fallimento, egli
interviene e rinnova ogni cosa. Simone non deve semplicemente calare le
reti, come ha fatto tante altre volte, ma deve farlo adesso di
nuovo, sebbene abbia costatato di persona l’esito negativo della pesca.
Si tratta di un modo di operare diverso, non più guidato dalla
propria bravura,
ma dall’affidamento alla
disposizione di
un'altra persona.
A questo punto Simone è posto davanti a un’alternativa: da una
parte la sua esperienza, dall’altra la parola di Gesù. Lui è il
pescatore, lui conosce il mestiere sul serio; Gesù no. Gesù è, si, il Maestro
che parla di Dio con estrema
sapienza, ma non si intende di pesca. Egli ha lavorato
tutta la
notte, nel
tempo più
favorevole per
catturare pesce,
ma inutilmente; ora invece è giorno: la valutazione umana della situazione non
potrebbe in alcun modo spingerlo a tentare di pescare di nuovo. A chi dar retta?
A se stesso, ai suoi ragionamenti, alla sua perizia, oppure alla parola di Gesù
che ordina un’azione che apparentemente è senza senso né speranza, anzi appare
assurda al vaglio dell’esperienza umana?
Simone preferisce affidarsi al «Maestro».
La risposta di Simone è decisa e chiara, come era stata la richiesta di Gesù: «Sulla
tua parola getterò le reti».
Perché lo ha detto il Maestro, solo nell’adesione alla sua parola, non tenendo
conto della propria competenza, egli va a pescare. Gesù non si sostituisce a
Simone e non è lui a gettare le reti. È Simone che pesca e agisce, ma ormai
secondo un’ottica totalmente nuova, l’ottica della fede.
Egli crede e obbedisce. Obbedendo compie ciò che Gesù gli aveva detto:
«Fecero
così e presero una quantità enorme di pesci
e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra
barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le
barche fino a farle quasi affondare.».
COSA E’ CAMBIATO?
E’evidente il contrasto tra l’inutile pesca precedente, condotta
con le sole capacità umane, e la pesca copiosissima compiuta nel
nome di Gesù.
Gesù non è un semplice aiutante
per ottenere una pesca migliore, ma colui che è capace di
effettuare un evento straordinario,
una cosa inaudita, al di sopra di
ogni logica o aspettativa umana. Gesù non aveva chiesto a
Simone semplicemente e banalmente di
tentare di nuovo, di riprovare
con maggiore impegno, nel caso potesse riuscire. Egli esigeva da lui
la fede nella sua parola, una fede totale, incondizionata, molto più di
un
atto di
cortesia, per
altro già
fatto.
Il brano evangelico non ha qui la sua conclusione. Se la fine fosse
a questo punto, Simone potrebbe dirsi contento e soddisfatto di aver
trovato una persona idonea a risolvere i problemi concreti per
avvantaggiarlo nel lavoro. Anche
questo atteggiamento potrebbe essere
equiparato alla fede, ma a una fede allo stato iniziale. Essa ha
bisogno di
un passaggio
ulteriore. Il
brano evangelico
infatti spinge
in avanti, preannuncia cose
più grandi. Simone ha sperimentato la
potenza infinita
della parola
del Maestro,
ha capito
la ricchezza
che si nasconde in lui. Ora
deve scoprire se stesso e quale sia il rapporto
che lo
pone di
fronte alla
persona di
Gesù.
Simone e Gesù, l’uno davanti all’altro: è il momento culminante
di un incontro che, mettendoli
accanto, li ha condotti a rivelarsi
l’uno all’altro per essere coinvolti nel medesimo disegno di salvezza;
ciascuno
a modo
suo, ma
inseparabilmente.
SIMON PIETRO
«Al vedere questo…»,
cioè quando vede e fa esperienza dell’azione
di Dio, Simone ricollega la pesca sovrabbondante non alla fortuna, né a
un avvenimento casuale, ma alla parola di Gesù. Egli riflette, non si dimostra
distratto e superficiale. Non si dimentica del
dono ricevuto
dal Signore.
A questo punto Luca individua il pescatore con il nome di «Simon
Pietro»;
a Simone,
di cui
finora ha
trattato, aggiunge
il titolo «Pietro».
Lo indica finalmente
nella sua identità,
nella singolarità
per cui è riconosciuto e distinto dagli altri individui. Non solo Simone,
semplice pescatore,
ma anche
Pietro, guida
e capo
della Chiesa.
Nome solenne
e carico
di presagi.
È questa la prima volta che Luca nel Vangelo impiega il termine
Pietro. Lo fa in un momento particolarmente espressivo,
quando il pescatore si prostra
davanti a Gesù e si confessa come un colpevole.
Atto di umiltà e
di sincerità, di estrema
povertà. Pietro è esattamente
quest’uomo: colui che si getta alle
ginocchia di Gesù, riconoscendosi peccatore. D’altro
verso Simone è indicato, questa volta, come la roccia, il sostegno, la
guida, il primo apostolo, punto di riferimento e segno di unione. È’ lo
stesso Pietro che si abbassa dinanzi a Gesù come un bisognoso ed è
innalzato ad
essere la
pietra della
Chiesa.
Il pescatore ora prende lui l’iniziativa, si fa avanti, si manifesta
nella realtà
più profonda
e
vera, non come aveva fatto
poc’anzi, quando
aveva riconosciuto il suo
insuccessi professionale;
adesso avviene qualcosa
di più radicale e
totale, una rivelazione concernente tutta la sua vita e il suo essere: «Sono
un peccatore».
HA APERTO GLI OCCHI
Si rivolge a Gesù:
«Signore,
allontanati da me, perché sono un peccatore».
Chiama Gesù con il titolo di «Signore».
Per lui, ora, Gesù non è solo il
Maestro, seduto sulla sua barca che ammaestra le folle,
ma è il Signore. Con questa espressione ammette che in lui, il Cristo,
si manifesta la signoria, la regalità, la forza,
quelle che
appartengono a Dio.
Dice di essere un uomo peccatore.
Nel Vangelo di Luca Pietro è
il primo a riconoscersi tale. Vi sono altri incontri di Gesù con i peccatori.
Non è quindi il solo ad essere chiamato in questo modo, ma il
primo a essersi dichiarato peccatore. L’esperienza dell’intervento
prodigioso gli ha aperto gli occhi
per scoprire e individuare la reale situazione
della propria persona. Egli vede in se stesso le cose sbagliate, che
contrastano con la santità del Signore che sta davanti, e lo rendono
indegno e impuro. Considera tutta la vita segnata dalla debolezza. Egli
rivede, tornando
indietro con la
mente, la sua
esistenza passata.
Ogni creatura umana, quando si
trova davanti al divino, si denuda
nella propria debolezza. Gesù è la
luce e solo nella luce si evidenzia
il male nella sua gravità e
bruttura. Le tenebre invece lo nascondono, lo occultano. L’uomo, se si lascia
illuminare dalla luce, è capace di vedersi peccatore. Quanto
piú si avvicina a Gesú, la
luce vera, tanto più si percepisce
misero, fragile. Contemporaneamente, però, si sente
perdonato e
salvato.
UMILTA’
«Allontanati
da me»,
dice Pietro. Come può il Signore, il Santo,
stare
Quando l’uomo si trova di fronte a Dio, alla sua grandezza, alla sua santità, quando sta alla presenza della manifestazione divina, quando entra nell’esperienza del trascendente, avverte un senso di stupore misto a spavento:
«…lo
stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca
che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano
soci di Simone.».
A
questo punto è oltrepassato
il livello di credere o non credere alla parola di un maestro di Galilea;
non è più neanche questione di impegnarsi per una pesca abbondantissima; si
tratta ora di porsi di fronte alla persona di Cristo, stabilire l’incontro con
lui. Il Signore li ha condotti gradualmente davanti
a sé.
La risposta
di Gesù
alle parole
di Pietro
non suona
più come
un
comando, ma
contiene una
promessa.
LA PROMESSA
Anzitutto dice:
«Non
temere!».
Una parola
di incoraggiamento, in
evidente collegamento
con
il tremore e
la sorpresa
di Pietro.
Lo invita
a non
aver paura,
a
superare quella
sensazione timorosa
che potrebbe
indurlo a
fuggire o a desiderare che il Maestro se ne vada e si discosti da lui. La
consapevolezza di
Pietro di
essere peccatore
è giusta,
ma la
soluzione
che prevede
«Allontanati
da me»
non è
accettata
da
Gesù. Non
lo allontana da
sé. Il suo atteggiamento verso
i peccatori non è quello di
scostarli, ma
anzi di
mostrarsi desideroso
di andare
in cerca
di loro.
In Luca l’invito a «non
temere»
precede di solito un annuncio
importante, una missione
da svolgere.
La parola di
Gesù non si riferisce al perdono e alla redenzione dei peccati di Simone,
piuttosto preannuncia un modo nuovo di pescare: «Gesù
disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
Detto con altre parole suona così: «Da
questo momento sarai uno che
“cattura” vivi gli uomini».
In precedenza
Gesù suggeriva a Simone di gettare le reti per una pesca straordinaria,
fuori della quotidiana esperienza, ma
sempre nell’ambito normale di
raccogliere i pesci. Ora le parole del Maestro orientano l’animo di Simon Pietro
verso un
altro modo
di pescare,
che proprio
adesso prende
l’avvio, un modo veramente
nuovo, profondamente diverso rispetto
al primo. Nell’episodio della
pesca miracolosa vi era stato un comando
di Gesú,
ma in questo
momento risuona
una solenne
promessa:
«Sarai
uno che “cattura” vivi gli uomini».
NELLA RETE DELL’AMORE DI DIO
Di fronte a un'assicurazione del genere é secondario considerare le probabilità
di successo, anzi queste appaiono scarse, date le incapacità personali di
Pietro. Anche
questa volta,
a maggior
ragione, per
un genere
di pesca totalmente superiore
e trascendente occorre una fede ancor più grande
e paradossale.
«Sarai
uno
che
cattura
(pesca)
vivi»:
in
questo caso
Luca
allude all’azione concreta e impegnativa di saper attirare
molti uomini dentro la rete dell’amore di Dio e del suo regno.
Una missione di altissimo valore umano e spirituale. L’oggetto
catturato è vivo.
Si tratta
dunque di
un’azione volta non a uccidere, ma a far vivere o a lasciare in
vita, a salvare da una sicura rovina. Una
pesca dunque del tutto singolare e umanamente imprevedibile. Pietro avrà un
compito per sé molto delicato e gravoso:
quello di saper avvicinare gli uomini per
farli restare
in vita,
non soffocarli
o sopprimerli.
Egli deve
offrire
loro la pienezza della vita vera, la vita immortale e felice che
Gesù é venuto a portare sulla
terra. Una pesca dunque per la rinascita, non per la disfatta. Questa é la sua
missione, una missione di pastore,
che nutre e fa vivere le pecore, dopo che, come pescatore, le
ha attratte
alla fede
in Cristo.
UNA SVOLTA NUOVA E DEFINITIVA
«D’ora
in poi»,
precisa Gesú, quasi volesse sottolineare
l’istantaneità
di
un
inizio
di
attività
nuova.
É
questa l’ora
in cui
termina per Simone un modo di
vivere e ne comincia un altro.
Con
quelle parole Gesú pone una svolta, dichiara
un tempo preciso di
cambiamento,
fa
nascere
qualcosa
di nuovo
in Simone.
Da ora,
da adesso si delinea un futuro, che si protrarrà nel tempo senza discontinuità.
Ciò significa che Pietro non inizia la sua missione alla dipartita
di Gesù, quando questi non sarà più sulla terra visibilmente
ed egli prenderà il suo posto. Il
Maestro dice: «D’ora
in poi»,
quando ancora si è all’inizio del Vangelo e Gesú é il pescatore
di uomini. Pertanto Pietro, in un primo momento, comincia a
pescare con Gesù e al suo seguito. In un secondo momento, dopo
l’ascensione al cielo
del Signore, eserciterà la missione nel nome
di
Cristo.
Pietro ha
già visto Gesù ammaestrare
gli uomini,
annunciare loro la buona
novella, anche dalla sua barca. Ora, in modo più preciso,
capisce di dover condividere la stessa missione con lui, di essere
pescatore come lui.
Niente è impossibile all’infinita
potenza della parola di Gesù. In questo senso
l’intero episodio è strutturato in modo da infondere coraggio per
intraprendere il servizio
apostolico, nonostante
le prevedibili
difficoltà, congiunte agli innumerevoli insuccessi. Il miracolo della
pesca mostra il senso del rapporto da
stabilirsi tra Cristo e i suoi collaboratori, un rapporto non fondato sulle sole
capacità umane o professionali, ma costruito soprattutto sulla fede nella parola
di Gesù. Il Maestro fa di tutto per portare i discepoli a questa fede, con la
quale potranno veramente compiere azioni portentose per la salvezza degli
uomini.
Pietro aveva dichiarato: «Sono
peccatore»;
Gesù gli ribatte: «Sarai
pescatore».
Pietro
è il
primo tra
i discepoli a
riconoscersi peccatore e il primo a essere chiamato al servizio
apostolico. In ragione della
consapevolezza di essere peccatore, egli
si affianca a Gesù per porsi al suo servizio nell’azione misericordiosa
verso i
peccatori.
UN CAMMINO NUOVO PER TUTTO IL POPOLO DI DIO
«…e
lo seguirono».
Si apre una strada nuova; un cammino irreversibile si delinea con queste parole.
Pietro aveva chiesto a Gesù di allontanarsi da lui, mentre d’ora in poi egli
segue Cristo, per stare sempre con lui, per andare dietro a lui che si dirige
verso gli uomini con lo scopo di chiamarli alla salvezza.
«Sarai
pescatore di uomini»,
ha detto Gesù a Pietro. Ma, ironia della sorte, per il momento Pietro e gli
altri sono stati pescati da Gesù; attratti da lui, hanno lasciato tutto e tutti
per mettersi sulle sue orme, catturati dalla sua parola e avviati dal suo amore.
Sono entrati nella sua rete, la quale, gettata al largo, dovrà pescare molti
altri pesci.
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
(Patrizio Righero – Un minuto con Dio)
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci
precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo
mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre
Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti
i secoli dei secoli.
Amen
ACTIO
Mi
impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il
cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica
del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di
lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto da Lectio sul Vangelo di Luca proposte in parrocchia)
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