RITIRO ON LINE - luglio 2021 |
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
(passo Pelegatta - Trentino)
Vorrei salire molto in alto,
Signore,
sopra la mia città,
sopra il mondo,
sopra il tempo. |
Vorrei purificare il mio sguardo
e avere i Tuoi occhi.
(Michel Quoist – “Preghiere”) |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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"PREGARE IL PADRE NOSTRO"
“Gesù
pregava come prega ogni uomo del mondo. Eppure, nel suo modo di pregare, vi era
racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non era sfuggito ai suoi
discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata:
«Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).
Gesù mette sulle labbra dei suoi discepoli una preghiera breve, audace, fatta di
sette domande – un numero che nella Bibbia non è
casuale, indica
pienezza”.
Questa presentazione introduce le meditazioni di papa Francesco sul Padre
Nostro, da lui tenute nelle udienze generali del mercoledì. Sono un materiale
prezioso da approfondire nei nostri momenti di riflessione.
LECTIO
Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che
sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
10
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
11
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12 e rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
13 e non abbandonarci alla tentazione, ma
liberaci dal male.
(Mt 6,11)
1Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i
segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la
Pasqua, la festa dei Giudei. 5Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo:
«Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli
infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti
neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di
Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?».
10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa
cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo
stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
(Gv 6,1-11)
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"
Dacci il nostro pane quotidiano
Oggi meditiamo e preghiamo cominciando ad analizzare la parte del Padre nostro
in cui presentiamo a Dio le nostre necessità.
Il pane
Questa parte comincia con una parola che
profuma di
quotidiano: il
pane. La preghiera di Gesù parte da una domanda impellente, che molto
somiglia all’implorazione di un mendicante:
«Dacci
il pane
quotidiano!».
Questa preghiera proviene da
un’evidenza che spesso dimentichiamo, vale a dire che non siamo creature
autosufficienti, e che tutti i giorni abbiamo bisogno di nutrirci.
L’incontro con Gesù parte da una domanda
Le Scritture ci mostrano che per tanta gente l’incontro con Gesù si è realizzato
a partire da una domanda. Gesù non chiede invocazioni raffinate, anzi, tutta
l’esistenza umana, con i suoi problemi più concreti e quotidiani, può diventare
preghiera.
Nei Vangeli troviamo una moltitudine di mendicanti che supplicano liberazione e
salvezza. Chi domanda il pane, chi la guarigione; alcuni la purificazione, altri
la vista; o che una persona cara possa rivivere...
Gesù non passa mai indifferente accanto a queste richieste e a questi dolori.
L’ansia di ogni giorno
Gesù ci insegna a chiedere al Padre il pane quotidiano. E ci insegna a farlo
uniti a tanti uomini e donne per i quali questa preghiera è un grido – spesso
tenuto dentro – che accompagna l’ansia di ogni giorno. Quante
madri e
quanti padri,
ancora oggi,
vanno a dormire col tormento
di non avere l’indomani pane a sufficienza per i propri figli! Immaginiamo
questa preghiera recitata non nella sicurezza di un comodo appartamento, ma
nella precarietà di una stanza in cui ci si adatta, dove manca il necessario per
vivere.
Il necessario per vivere
Le parole di Gesù assumono una forza nuova. L’orazione cristiana comincia da
questo livello. Non è un esercizio per asceti; parte dalla realtà, dal cuore e
dalla carne di persone che vivono nel bisogno, o che condividono la condizione
di chi non ha il necessario per vivere. Nemmeno i più alti mistici cristiani
possono prescindere dalla semplicità di questa domanda. «Padre,
fa’ che per noi e per tutti, oggi ci sia il pane necessario».
E “pane” sta anche
per acqua,
medicine,
casa, lavoro, accoglienza,
giustizia,… Cioè chiedere
il necessario per vivere.
Il “nostro” pane
Il pane che il cristiano chiede nella preghiera non è il “mio” ma è il “nostro”
pane. Così vuole Gesù. Ci insegna a chiederlo non solo per se stessi, ma per
l’intera fraternità del mondo. Se non si prega in questo modo, il Padre nostro
cessa di essere una orazione cristiana.
Se Dio è nostro Padre, come possiamo presentarci a Lui senza prenderci per mano?
Tutti noi.
E se il pane che Lui ci dà ce lo
rubiamo tra di noi, come possiamo dirci suoi figli?
Questa preghiera contiene un atteggiamento di empatia, un atteggiamento di
solidarietà. Nella mia fame sento la fame delle moltitudini, e allora pregherò
Dio finché la loro richiesta non sarà esaudita.
Portare a Dio le necessità di tutti
Così Gesù educa la sua comunità, la sua Chiesa,
a portare a Dio le necessità
di tutti: «Siamo tutti tuoi figli, o
Padre, abbi pietà di noi!».
Fermiamoci un momento e pensiamo ai bambini affamati. Pensiamo ai bambini che
sono in Paesi in guerra: i bambini affamati dello Yemen, i bambini affamati
nella Siria, i bambini affamati in tanti Paesi dove non c’è il pane, nel Sud
Sudan. Pensiamo a questi bambini e pensando a loro diciamo insieme, a voce alta,
la preghiera: «Padre,
dacci oggi il pane quotidiano».
La poca abitudine a spezzare il pane
Il pane che chiediamo al Signore nella preghiera è quello stesso che un giorno
ci accuserà. Ci rimprovererà la poca abitudine a spezzarlo con chi ci è vicino,
la poca abitudine a condividerlo.
Era un pane regalato per l’umanità,
e invece è stato mangiato solo da qualcuno: l’amore non può sopportare questo.
Il nostro amore non può sopportarlo; e neppure l’amore di Dio può sopportare
questo egoismo di non condividere il pane.
Solo un ragazzo condivise il suo pane…
Una volta c’era una grande folla davanti a Gesù; era gente che aveva fame. Gesù
domandò se qualcuno avesse qualcosa, e si trovò solo un ragazzo disposto a
condividere la sua provvista: cinque pani e due pesci.
Gesù moltiplicò quel gesto generoso (cfr Gv 6,1-11). Quel ragazzo aveva capito
la lezione del Padre nostro: che il cibo non è proprietà privata – mettiamoci
questo in testa: il cibo non è proprietà privata –, ma provvidenza da
condividere, con la grazia di Dio.
Due miracoli quel giorno! la condivisione e la moltiplicazione
Il vero miracolo compiuto da Gesù quel giorno non è tanto la moltiplicazione, ma
la condivisione: date quello che avete e io farò il miracolo.
Egli stesso, moltiplicando quel pane offerto, ha anticipato l’offerta di Sé nel
Pane eucaristico. Infatti, solo l’Eucaristia è in grado di saziare la fame di
infinito e il desiderio di Dio che anima ogni uomo, anche nella ricerca del pane
quotidiano.
(catechesi di
Papa Francesco del 27 marzo 2019)
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Ho mangiato,
ho mangiato troppo.
Ho mangiato per fare come
gli altri
perché ero invitato.
Mentre nello stesso momento
tante persone
devono andare alla mensa
della Caritas.
Signore, Tu fai la coda
alla mensa della Caritas,
Tu mangi gli avanzi
delle immondizie.
Signore, non ho più fame,
non voglio più mangiare che
il necessario per vivere,
per servirti e lottare
per i miei fratelli.
Perché Tu hai fame, Signore.
Perché Tu muori di fame,
mentre io sono sazio.
(Michel
Quoist – “Preghiere”)
CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per
noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio
questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti
i secoli dei secoli. Amen
ACTIO
Mi impegno a
vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore
e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica
del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di
lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto
dalle catechesi di Papa Francesco)
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