Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Se ci sono molti santi che non amano danzare,
ce ne sono molti altri che hanno avuto
bisogno di danzare,
tanto erano felici di vivere:
santa Teresa con le sue nacchere,
san Giovanni della Croce con un
Bambino Gesù tra le braccia,
e san Francesco,
davanti al papa.
Se noi fossimo contenti di te, Signore,
non potremmo resistere a questo bisogno
di danzare che irrompe nel mondo,
e indovineremmo
facilmente quale danza
ti piace farci danzare, facendo i passi
che la tua Provvidenza
ha segnato.
Perché io penso che tu forse
ne abbia abbastanza della gente che
parla di servirti col piglio da condottiero,
di conoscerti con aria da professore,
di raggiungerti con regole sportive,
di amarti come si
ama in un |
Signore, vieni ad invitarci.
Siamo pronti
a danzarti la danza del lavoro,
quella del caldo e quella del freddo, …
Signore insegnaci il posto che tiene,
nel romanzo eterno avviato fra te e noi,
il ballo della nostra obbedienza.
Insegnaci a indossare ogni giorno
la
nostra
condizione
umana
come un vestito da ballo,
che ci farà amare di te tutti i particolari.
Facci vivere
la nostra vita,
non come un gioco di scacchi dove
tutto è calcolato,
non come una partita dove tutto è difficile,
non come un teorema che ci rompa il capo,
ma come una festa senza
fine
dove il tuo incontro si rinnova,
come un ballo, come una danza,
fra le braccia della tua grazia,
nella musica che riempie l'universo d'amore.
Signore, vieni ad invitarci.
|
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
DIO FA IL PASSO DELLA DANZA
“noi abbiamo suonato il flauto e voi non avete danzato”
Iniziamo, oggi, una piccola serie di lectio sui Salmi, aiutati da alcuni spunti
di padre Moretti, dehoniano.
I Salmi sono una musica con cui Dio ci invita a danzare con lui la nostra vita.
I Salmi
hanno il potere di svegliare ciò che dorme dentro di noi e di trascinarci
in una festa capace di illuminare tutti i momenti della vita. I Salmi sono
la "sinfonia" di Dio.
Buona meditazione e buona preghiera.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
(Salmo
150)
1Alleluia.
Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nel suo maestoso firmamento.
2Lodatelo
per le sue imprese,
lodatelo per la sua immensa grandezza.
3Lodatelo
con il suono del corno,
lodatelo con l’arpa e la cetra.
4Lodatelo
con tamburelli e danze,
lodatelo sulle corde e con i flauti.
5Lodatelo
con cimbali sonori,
lodatelo con cimbali squillanti.
6Ogni
vivente dia lode al Signore.
Alleluia.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
La preghiera
Pregare ha almeno due significati diversi, secondo che si rivolga a Dio o a un
uomo.
-
Pregare un uomo
significa convincerlo a concederci qualcosa cbe per
noi è importante e che egli può darci (in questo caso facciamo leva sui nostri
titoli di merito).
-
Pregare Dio
non può significare la stessa cosa perché egli sa già ciò di cui abbiamo bisogno
(sono le parole stesse di Gesù:
«il Padre vostro sa di quali cose avete
bisogno ancor prima che gliele chiediate»
(Mt
6,8) ed è
più che disposto a darcelo non perché lo
abbiamo meritato, ma perché è
"padre" e
ci ama come figli (sono sempre le
parole di Gesù:
« …il Padre vostro che è nei cieli, egli
fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui
buoni, e fa piovere sui
giusti e sugli ingiusti »
(Mt
5,45).
La preghiera è un invito fatto a
noi ad “entrare
nella danza”
della volontà
di Dio,
la
più affascinante
avventura per
l'uomo.
Spiace doverlo
ammettere
ma non
di rado le nostre preghiere
sono, come le definiva
il
Maestro,
"pagane":
«Pregando,
non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a
forza di parole»
(Mt 6,7). Il
Padre
dei cieli non ce ne farà
una colpa, ma noi rischiamo di
perdere il piacere
dell'intimità con
lui.
I Salmi una Sinfonia per il cuore
Dire i Salmi... recitare i Salmi... leggere i Salmi... questo modo di esprimerci
mette noi al posto del protagonista, quando il vero unico protagonista è lui, il
Signore. I Salmi sono una musica con cui Dio ci invita a danzare con lui la
nostra vita.
« Il Signore tuo Dio in mezzo a te
è un salvatore potente . Danzerà di
gioia per te...»
(Sof 3,17 – vers.1977).
Dentro ciascuno di noi Dio ha nascosto tracce della
sua grandezza. Sono tesori spesso
sepolti sotto cumoli di
banalità.
I
Salmi hanno
il potere di svegliarli e di trascinarci con loro in una festa capace di
illuminare tutti i momenti della vita. I Salmi sono
la "sinfonia" di Dio:
una musica che nasce da tanti
strumenti diversi. Gli strumenti diversi sono le diverse
capacità, le diverse
energie della persona; sono come i
diversi colori di una tavolozza. Una
ricchezza straordinaria di tonalità che potrebbero (e talvolta lo fanno)
esprimersi in una
dissonanza.
L’orante fa confluire nella preghiera del Salmo tutte le energie del suo mondo
interiore. La preghiera dei Salmi trasforma il rumore caotico del cuore in
armonia: pace con se stessi, con la propria vita, con Dio, con gli altri...
Questa è la forza educativa dei Salmi.
Una musica
che ci
può fare
compagnia
in tutte
le situazioni della vita è la
premura che i Salmi ci assicurano
che Dio ha per noi. Immergersi nei
Salmi è come abbandonarsi a un abbraccio rassicurante, quello del Padre. Nei
momenti critici della vita (e capitano a tutti) invece di aggrapparsi
disperatamente a qualche appiglio
occasionale (persone, cose,
circostanze...) si può trovare una
roccia sicura su cui fissare i
nostri progetti. La preghiera dei
Salmi può offrirci questo.
I "Salmi": una preghiera a 360 gradi
L’orante, che rappresenta tutti gli oranti della Bibbia, è il "salmista". Benché
la tradizione abbia assegnato a Davide il merito di molti Salmi, in realtà gli
autori di questa preghiera sono tanti e per lo più sconosciuti. La maggior parte
dei Salmi comincia con un versetto introduttivo che ne attribuisce l'autore o
descrive le circostanze per le quali furono composti. Così rappresentano meglio
la complessità degli uomini che rivolgono la preghiera a Dio. Rappresentano le
attese, le paure, le domande, le delusioni, le gioie, le meschinità... del cuore
dell'uomo. Dio è l'approdo a cui tutti gli oranti
tendono.
Quello che sorprende nella preghiera dei Salmi è che riesce ad accogliere questo
momento magico. L’uomo della Bibbia trasforma in preghiera tutte le realtà
che popolano la sua vita:
fatti, persone, emozioni, cose... Quello che troviamo nei Salmi
(e che spesso scandalizza i cristiani
che non vi sono
abituati) è la presenza
di tutti i sentimenti umani. Nell'orante del salterio vibrano volta a
volta tutte le corde del cuore
umano: la gioia, la festa, l'amore
coniugale, la gelosia, la delusione per il
tradimento dell'amico, il
rancore per un torto subìto, l'amarezza per
una sentenza ingiusta, la voglia di rivalsa, l'umiliazione per il peccato
compiuto e la voglia di purificazione, la
paura della morte e
dell'Aldilà ... Ci sono anche i sentimenti collettivi come la celebrazione dei
grandi eventi della storia o la
domanda comunitaria
del
perdono…
Il
Salmo accoglie il caos delle musiche del nostro spirito e lo trasforma in
un'armonia. Nella preghiera del Salmo si placano le burrasche
del cuore.
Il salmo della musica e della danza: il Salmo 150
Cominciamo la nostra serie di lectio sui Salmi, dall’ultimo anziché dall’inizio:
dal Salmo 150.
L'ultima lirica del salterio è una fastosa, solenne, musicale dossologia il cui
alleluia sembra quasi non spegnersi mai in una spirale sonora simile
all'esaltante Hallelujah del Messia di Handel.
Questo squillo di tromba accompagnato dall'orchestra del tempio chiude tutto il
salterio, che si era snodato con il filo sonoro delle liriche fatte spesso di
lamenti, intrise di poche gioie e di molte lacrime, percorse dal respiro della
vita, dal brusio del mondo e persino dalle urla delle battaglie; la «preghiera»
diventava, però, sempre meno, «supplica», e sempre più «lode».
Ora, con l'ultima parola del salterio è solo «lode»: ed è questa la lezione di
congedo del salterio: d'ora innanzi la preghiera dev'essere solo inno, lode
pura, celebrazione della gloria divina, ringraziamento a Jahweh per il solo
fatto che egli esiste. L'ultima parola della preghiera dev'essere sempre
hallelujah come nella liturgia celeste dell'Apocalisse. È una lode che si
esprime attraverso la poesia, il linguaggio dell'infinito, e attraverso la
musica.
Entriamo ora direttamente in questo concerto corale e strumentale,
abbandonandoci alla sua musica, alla sua passione, in accordo con tutta
l'innologia della Bibbia, con tutto il respiro di preghiera che sale dal nostro
pianeta e dal cosmo.
La simbologia del carme
Poche osservazioni bastano ad esprimere la compattezza simbolica del carme che
ruota interamente attorno allo schema dell'armonia, della cosmicità nel senso
etimologico greco (kosmein, «ordinare e ornare»). Non per nulla la creazione è
espressa nel linguaggio simbolico biblico come una «separazione» della
confusione caotica per ritrovare una trama perfetta ordinata e ornata,
«estetica».
L'essere e il bello si identificano senza esitazioni.
L'armonia cantata dal salmo parte dall'infinito di Dio, il cui indizio simbolico
è il cielo (v.1) passa attraverso la storia santa (v. 2) e avvolge tutta
l'umanità come emblema più alto e rappresentativo della vita (v. 6 e la lode del
tempio), ma è particolarmente condensata e tipizzata in quel «microcosmo» che è
il culto musicale gerosolimitano, sul cui sfondo è collocato ora tutto il
salterio ed è posta ogni preghiera personale. La musica del tempio è, quindi, il
paradigma più degno per manifestare tutte le risorse della visione «estetica»
del mondo e della storia e tutte le loro dimensioni teologiche (creazione,
salvezza, rivelazione).
Lettura esegetica
Siamo davanti a questo testo liturgico certamente di epoca recente come tutta la
collezione dell'Hallel finale. Gli echi dei suoi alleluia si diramano per
l'universo e per i secoli, il loro crescendo ritmico conduce verso l'estasi come
in una danza sacra. Lodare e cantare Dio è tutto per il salmista ed è tutto per
il credente.
Primo movimento (vv. 1-2):
cosmo e storia.
1Alleluia.
Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento.
2Lodatelo
per le sue imprese, lodatelo per la
sua immensa grandezza.
La lode sale innanzitutto dal cosmo considerato nella sua dimensione più
Il primo nodo da cui si svolge il
Il v. 2 fa partire la lode dalle opere di Dio, cioè i suoi interventi salvifici,
segno della sua potenza liberatrice. Sono opere «forti», sono manifestazioni
della sua grandezza trascendente e abbracciano tutta la storia della salvezza,
compresa la creazione, in pratica si evoca tutta la sostanza della fede
d'Israele e la materia poetica di molti carmi del salterio.
La creazione e la storia sono continua presenza di Dio e quindi devono
essere «laus perennis».
Secondo movimento (vv. 3-5):
la musica.
3Lodatelo
con il suono del corno, lodatelo con l’arpa e la cetra.
4Lodatelo
con tamburelli e danze, lodatelo sulle corde e con i flauti.
5Lodatelo
con cimbali sonori, lodatelo con cimbali squillanti.
Entriamo nel cuore della sinfonia, nell'interno del tempio ove tutta l'assemblea
partecipa alla liturgia in sintonia con l'orchestra e i cori levitici e in
armonia coi cori celesti.
Sulla pedana si presentano sette strumenti che intoneranno il loro .concerto
sacro. Seguiamoli brevemente, cercando di cogliere in questa coreografIa il
valore laudativo, innico, spirituale fondamentale.
1.II «corno». È il corno dì capra o ariete, usato tuttora nelle sinagoghe.
Produce due suoni ma un suonatore abile può introdurvi delle variazioni. Il
corno, come la tromba strumenti
sacerdotali, era originariamente il segnale militare delle cariche di guerra.
Il suo suono è «povero» ma di grande tensione.
2. L’«arpa». E’ l'arpa orizzontale. Strumento a corda dotato di cassa di
risonanza trapezoidale, l'arpa è spesso unita alla cetra, ad essa affine.
3. La «cetra, lira». Lira verticale, spesso citata nella Bibbia da sola o in
connessione con l'arpa, era
composta da corde fatte con budello di pecora, tese su un asse sonoro e una
sbarra trasversale. Il suonatore toccava le corde con un plettro trattenendo con
le dita quelle che voleva bloccare. La cassa di risonan.za aveva una forma
triangolare.
4. Il «tamburo». Nome onomatopeico di uno strumento più vicino al tamburello da
tam-tam che al timpano d'orchestra. Di uso «laico», accompagnava soprattutto le
danze rituali e di vittoria, agitato da donne. Ed infatti nel v. 4 evoca la
danza cultica, una componente rilevante della liturgia orientale.
5. Le «corde». Un termine molto generico per abbracciare gli strumenti a corda
di vano genere, ammessi alle celebrazioni sacre.
.6. Il «flauto». Questo termine indica qualcosa di affine al flauto dolce (canna
con fori), ben noto in Egitto, ma si estende anche ad abbracciare tutti gli
strumenti a fiato.
7. I «cembali». Possono, sotto questo termine, essere catalogati tutti gli
strumenti a percussione che con la loro sonorità squillante e stridente
martellavano il ritmo dei canti e delle processioni.
La sequenza dei sette strumenti citati in questa sinfonia hallelujatica ricopre
i tre settori della strumentazione musicale, a corda, a fiato, a percussione.
AI suono del corno sacerdotale, attraverso le melodie del flauto, dell'arpa e
della cetra, nell'eccitazione della danza scandita dal tamburello e dai cembali,
tutta l'assemblea canta al suo Dio la sua lode, il suo amore entusiastico, la
sua gioia.
Terzo movimento (v. 6):
cosmo-storia
6Ogni
vivente dia lode al Signore. Alleluia.
Il culmine della sinfonia è l'uomo che può essere preghiera col suo stesso
esistere. Per comprendere il valore di questa lode finale, che raccoglie quella
celeste e quella del tempio, si deve fissare l'attenzione sul termine usato che
possiamo tradurre «respiro». Questo vocabolo nella Bibbia ha una partIcolare
connotazione essendo applicato solo all'uomo e a Dio. In Gs 11,11 indica la
persona umana.
La liturgia cosmica
Il nostro respiro di vita può diventare lode e preghiera e portarci alla
comunione piena con l'eterno e l'infinito. E con noi possiamo trascinare tutto
ciò che respira. L'universo diventa un tempio per una liturgia cosmica, come
affermava Teilhard de Chardin nella sua opera “La Messe sur le monde”,
ricordando i momenti in cui nelle steppe asiatiche gli era impossibile celebrare
l'eucaristia:
«Mi eleverò al di sopra dei simboli sino alla pura
maestà del reale e ti offrirò, Signore, io, tuo sacerdote, sull'altare della
terra intera il lavoro e la pena del mondo».
ORATIO
Domando
umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio.
Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i
propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La
preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più
volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Lodate il Signore nel cosmo suo santuario
dal raggio di centomila milioni di anni luce.
Lodatelo per le stelle e gli spazi interstellari,
Lodatelo per le galassie e gli spazi intergalattici.
Lodatelo per gli atomi e i vuoti interatomici.
Lodatelo con il flauto e il violino e con il sassofono.
Lodatelo con i clarinetti e il corno,
con clarini e tromboni, con cornette e trombette.
Lodatelo con
viole e violoncelli, con piani e
pianole. |
Lodatelo con blues e jazz e con orchestre sinfoniche,
con spiritual negri e con la Quinta di Beethoven,
con chitarre e marimbe.
Lodatelo con giradischi e nastri magnetici.
Tutto ciò che respira lodi il Signore,
ogni cellula viva.
Alleluia!
(Ernesto Cardenal – rielaborazione poetica del Salmo 150) |
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
Amen
ACTIO
Mi impegno
a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si
compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che
si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti liberamente tratti da alcune riflessioni del card. Ravasi e di padre
Giuseppe Moretti, dehoniano)