RITIRO ON LINE                                                                                                   
luglio
2012  

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.

Guardami negli occhi, Signore,

perché non voglio più nascondermi.

Guardami negli occhi, Signore,

perché sarò sincera

fino a star male.

Non ti dirò più

che va tutto bene.

Non ti chiederò più

che male c’è.

Guardami negli occhi,

perché vengo a te

come un’anima nuda,

senza maschere e senza difese.

Guardami negli occhi, Signore,

perché gli occhi

sono la parte migliore di me,

quella che ti ha cercato

anche quando fuggivo.

Guardami negli occhi, Signore,

mentre ti chiedo perdono.

Guardami negli occhi, Signore.

(Emily Shenker)

 

 Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

Come già annunciato nel mese scorso, in questo mese sospendiamo momentaneamente  il filone che stavamo seguendo, cioè le meditazioni che prendono spunto dalle “case” che incontriamo leggendo le Scritture. 

Vogliamo dare spazio al “fatto nuovo” che già ci aspettavamo dallo scorso mese di novembre: sabato 12 maggio Claudio Chiozzi, ideatore e co-autore del Ritiro On Line, E’ STATO ORDINATO SACERDOTE nella cattedrale di Albenga (SV).

 

 

Il Ritiro On Line di questo mese, per aiutarci a pregare per tutte le vocazioni e in particolare per essere vicini a don Claudio in questa sua MISSIONE, prenderà spunto da un intervento fatto da don Amedeo Cristino al Convegno Missionario Giovanile 2012.

Buona meditazione e buona preghiera a tutti.

  

LA CHIAMATA DI PIETRO… VISTA DA PIETRO

 (spunti liberamente tratti da una riflessione “live” di don Amedeo Cristino, al Convegno Missionario Giovanile 2012)

 

 Sono molto curioso quando nei vangeli c’è un “buco”, un “vuoto”, uno “spazio vuoto” e non so cosa esattamente sia accaduto in quell’intervallo di tempo. Oggi mi metterò nei panni di Pietro che noi sappiamo essere stato AMATO, CHIAMATO e poi INVIATO da Gesù, ma lui non lo ha capito subito: se ne è reso conto piano piano, con tanta sofferenza interiore. Con l’immaginazione proverò a riempire alcuni “spazi” presenti nei vangeli. Proverò ad immaginare cosa Pietro avrebbe potuto pensare e dire.

 Partiamo da ciò che è scritto nel vangelo di Giovanni.

 

 

LECTIO  Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano che mi viene proposto.  (Gv 21,1-19)

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. 15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».  

 

Parola di Dio

 

 

 

MEDITAZIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !   Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza.

Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

 

“Io vado a pescare”. Pensavo che non avrei più detto questa frase. Dal giorno in cui Lui mi ha chiamato non sono più entrato in quel lago per pescare, non ho più preso in mano la rete. Anzi, quel giorno quando Lui mi ha chiamato la rete mi è caduta dalle mani e quando è caduta io ho sentito un rumore di porte che si spalancavano, di finestre che si aprivano, di catene che venivano spezzate, perché mi sentivo un po’ prigioniero di quella rete e di quella vita che facevo.

 

Non pensate che Lui mi abbia detto “seguimi” e io sia immediatamente andato… Io Lo cercavo da prima d’incontrarlo; cercavo qualcosa/qualcuno che mi portasse via da lì, che desse un altro significato alla mia vita. Avevo mia moglie, la casa, avevo delle cose, ero rispettato, avevo un mestiere che mi dava “un posto”…, però non mi bastava. Con mio fratello e con qualche altro amico ogni tanto ci vedevamo, ci incontravamo sulla riva del lago e provavamo a sognare altri mondi, qualcosa di diverso… non poteva funzionare sempre tutto così, doveva essere diverso…

 

Poi è arrivato Lui e mi ha detto “seguimi”, ma non è la parola che mi ha convinto ma piuttosto qualcosa che c’era nei suoi occhi perché Lui ha detto “seguimi” ma mi ha guardato e io mi sono visto per la prima volta quel giorno. Mi sono visto come ero, per intero, mi sono visto di spalle (non mi ero mai visto di spalle…), mi sono visto interamente attraverso di Lui. Aveva uno sguardo senza “unghie”: non graffiava; stringeva, ma non tratteneva. Non so spiegarmi ma Lui mi ha detto “seguimi” e mi ha risvegliato l’umore di “nomade” nel sangue per cui tutte le sicurezze passate sono diventate improvvisamente secondarie. Ormai per me vivere era diventato camminare dietro a Lui: Tu cammini avanti e io vengo dietro, dove vai Tu vado io, e so che sarà splendido…

 

Ed è stato splendido, bellissimo: gli abbiamo visto fare cose incredibili e Lo abbiamo sentito dire parole “nuove”. Non ci chiedevamo, ogni mattina, dove si stesse  andando: ma cosa ci importava? Stavo con Lui e questo mi bastava! Sapevamo che qualcosa di enorme si stava avvicinando e prima o poi doveva succedere, lo capivamo ogni giorno, lo vedevamo negli occhi della gente che gli andava incontro; sentivamo, sapevamo che qualcosa di incredibile si stava preparando e lo aspettavamo, ne parlavamo tra di noi, facevamo ipotesi: qualcosa si stava preparando!

 

E io non ho mai più pescato da quel giorno, non ne avevo bisogno, ma quella sera sulla riva del lago io non ho detto “vado a pescare” perché mi annoiavo; non ho proposto agli altri di andare a pescare solo per riempire una serata spoglia (non abbiamo più niente da fare… sù, andiamo a pescare…). No! Nel momento esatto in cui ho detto quelle parole ho capito che stavo dicendo la cosa più terribile che potessi dire: “io mi dimetto da discepolo”. Torno a fare quello che facevo prima di incontrare Lui perché io non capisco più niente. Io quella sera dovevo andare a pescare perché avevo chiuso… con  Gesù avevo chiuso…

 

Venivamo da giorni terribili, giorni senza nessuna pietà, giorni in cui sembrava che ogni tenerezza fosse sparita, che non ci fosse nessun posto al mondo dove noi potessimo stare. Pensate che io ce l’avessi con quelli che Lo avevano ucciso? No! Ero arrabbiato nero con Lui!

 

Quando ho detto a quella donna “io non lo conosco”, dicevo la verità: io questa persona che si fa maltrattare così, non la conosco, non la riconosco, non so più chi sia. Quando gli dissi “io per te mi faccio uccidere, ti seguirò fino alla morte”, dicevo la verità, era vero! Dobbiamo affrontare tutto questo? dammi una spada! io per te ucciderei anche a mani nude! Ma poi Tu mi togli la spada dalle mani… e mi dici di accettare questa situazione… Quello che si stava maturando era, forse, quello che volevi Tu… ma ti sei chiesto cosa noi volevamo? Perché ti siamo venuti dietro? Perché abbiamo lasciato casa famiglia e figli? Noi abbiamo lasciato tutto per Te… per questo? perché ti trattassero così? Io non lo conosco, non lo so chi è, non so più chi è… Avevo paura di quella donna? No! Ero arrabbiato con Lui! Questo è il Regno? i romani che vincono? la classe sacerdotale che ha l’ultima parola? tu che vali trenta denari?

 

E poi sei risorto: anche questa situazione è difficile da capire… i sogni tornano a realizzarsi? No! Lui risorge e dice” andate in galilea”; che ci andiamo a fare in galilea? a fare la tua fine? non ci sei riuscito tu… vuoi che ci riusciamo noi? e tutti questi poveri che ti hanno creduto e ci sono venuti dietro, adesso che ne facciamo? me ne occupo io? e di me chi si occupa?

 

Lui è risorto, viene, ma se prima era chiaro: Lui andava avanti e noi gli andavamo dietro, e diceva parole bellissime, e faceva gesti bellissimi, adesso invece tu cammini una intera giornata con Lui (è capitato a due dei nostri!) e non sai che è Lui… ogni volta devi scavare e chiederti: è Lui o non è Lui? ma chi è? adesso non sappiamo più con chi stiamo a parlare…

 

Quella sera, sul lago, non capivo più niente. Il silenzio del nostro gruppetto di cinque era “assordante”… avevo bisogno di stancarmi, di sentire i muscoli che mi facevano male… volevo tranquillizzarmi rifacendo i gesti che avevo sempre fatto e dirmi “in fondo puoi vivere anche senza di Lui”. Hai il tuo lavoro, torni a casa (bastonato, ma torni a casa).

 

Sono entrato nel lago, un’intera nottata in quel lago con la rabbia che rodeva nelle viscere, senza prendere niente, nulla… eppure la rete era buona… i gesti c’erano… e quando siamo tornati verso la riva abbiamo visto uno straniero, uno sconosciuto, che abbiamo pensato volesse prenderci in giro quando ci ha detto “non avete preso nulla? buttate la rete dall’altra parte”. E se poi è Lui? …e buttiamola, questa rete, no?... e i pesci erano tutti lì: centocinquantatré grossi pesci!

 

Era Lui! Sapevo che era Lui! Mi sono buttato nell’acqua… volevo incontrarlo ma avevo anche il terrore di incontrarlo… e quando sono arrivato a riva Lui, lo straniero, senza barca senza rete senza essere entrato nel lago, stava già arrostendo del pesce e a fianco della graticola c’era un pane… Era Lui! Era Lui! Quando ho visto il pane ho avuto la certezza che fosse Lui! Ma nessuno di noi osava domandargli “chi sei”… la domanda ce la portavamo dentro… sapevo che era Lui ma non lo conoscevo… per tutta la vita avrei dovuto scavare dentro di me per cercarlo… ero vissuto nel desiderio di ritrovare qualcosa di Lui… e cominciavo a capire che solo così non avrei buttato via nessuno, non avrei sprecato nessuno, e che ogni persona che avrei incontrato, per me sarebbe stata unica perché in ognuno avrei cercato qualcosa di Lui: un pezzo del suo sguardo, una luce,… Avrei cercato Lui in ognuno che avrei incontrato senza scartare più nessuno. So che Lui mi si stava nascondendo per regalarmi i volti di tutti gli altri… so che Lui non si sarebbe più manifestato, non avrei più potuto toccarlo, perché solo così poteva regalarmi tutti gli sguardi che avrei incontrato, nascondendo qualcosa di sé in ognuno e costringendomi a scavare ogni volta, a togliere i veli, a penetrare dentro, alla ricerca di questo qualche cosa di suo che aveva nascosto negli altri, persino in quelli che mi avrebbero poi ammazzato…Tutto ciò grazie al fatto che Lui aveva cominciato a nascondersi, a camminare intere giornate con noi senza che ci accorgessimo della sua presenza… solo con le viscere che ci ballavano dentro, con questa gioia che non ti sai spiegare…

 

E abbiamo mangiato quel pesce che Lui ci aveva arrostito e i nostri centocinquantatre grossi pesci li abbiamo ributtati nel lago perché abbiamo capito in quel momento che Lui ci sarebbe bastato e che bisognava arrendersi.

 

Poi Lui mi ha preso da parte; ho lasciato gli altri e mi ha detto “vieni con me un attimo, perché io e te dobbiamo parlare”. Ho cominciato a sudare: che vorrà adesso? mi vorrà rimproverare per il mio comportamento il venerdì santo? Mi ero già preparato…invece Lui mi fissa con i suoi occhi e mi domanda “ma tu, mi ami?”. E io come glie lo dico che non lo so? che vorrei amarti, ma… non so se dal venerdì santo in poi ci riuscirò… Tu “così”, vuol dire “anch’io così”… non so se ce la faccio… e non ci arrivavo a dirgli ti amo, me la cavavo girando con le parole… rispondendo “per me sei importante”… ma Lui insiste “mi ami?”... e io come te lo dico?... e rispondo “ti voglio bene; se sono qua qualcosa significherà, no?”. Ma Lui insiste “però me lo devi dire, Pietro: se non hai il coraggio di dirmi che mi ami, dimmi almeno se mi vuoi bene (non è esattamente la stessa cosa, ma ci si avvicina…)”.

 

E lì mi ha distrutto perché in quel momento ho pensato che Lo stavo deludendo un’altra volta… Lui mi sta chiedendo tanto e io non sono capace di dirglielo, non ci riesco… “Signore, tu sai tutto, tu sai che vorrei volerti bene, però io questo sono…” e Lui mi ha guardato e nei suoi occhi c’era scritto “mi basta” e poi mi ha detto “seguimi” e io l’ho seguito, non mi ha fermato più nulla, l’ho seguito fino a quel colle fuori della città, come Lui sul golgota fuori della città, sulla croce come Lui, ma a testa in giù.

 

A testa in giù perché… volevo vedere le formiche negli occhi, volevo vedere il mondo capovolto; è quello che abbiamo sognato sempre da ragazzi: il mondo capovolto; era il sogno che portava anche Lui: il mondo capovolto… il mondo capovolto di Dio… e io volevo vederlo in quell’ultimo momento: il mondo alla rovescia così come Dio l’aveva voluto; e il mondo alla rovescia lo puoi vedere solamente quando riesci a fissare negli occhi una formica… il mondo dove i grandi si fanno piccoli per guardare negli occhi i più piccoli!

 

 

  

Per la riflessione

 Abbiamo voglia di “missione”? abbiamo voglia di appassionarci della vita? Allora ogni tanto mettiamoci a testa in giù a guardare le formiche negli occhi. Si può essere felici solo se ci si impegna a far felice qualcuno. Se ti metti a cercare solo la tua felicità, la devi rubare a qualcun altro. Invece se ti impegni a far felice qualcuno, anche tu sarai felice. E’ quello che Lui ci ha insegnato con quei giorni terribili.

Buona missione!

 

 

 

ORATIO    Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

Ci vado io.

Non ti chiederò più, Signore

di fare qualcosa per i poveri,

di intervenire nelle situazioni disperate

di cambiare le cose dove tutto va male,

di mandare qualcuno dove c’è bisogno di aiuto.

Questa volta ci vado io

Prendo io questa cesta di Vita

per fare qualcosa,

per intervenire,

per cambiare le cose.

A distribuire il pane

che hai moltiplicato tu,

ci vado io, questa volta.

Usa pure queste mie mani

il mio sorriso,

la mia voce,

i miei muscoli,

la mia fatica.

Non voglio più lamentarmi

mentre le mie sorelle

e i miei fratelli

chiedono di Te.

Vado io a dire loro

dove sei e che cosa fai.

Questa volta, Signore,

conta su di me.

(da “Hai un momento, Dio?”)

 

 

 

 CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. AMEN

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

  

(spunti da una riflessione di don Amedeo Cristino)