Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
O Gesù, amore puro,
dammi la tua luce affinché veda il tuo amore.
Dammi un cuore per amarti,
dammi occhi per vederti,
dammi orecchi per udire la tua voce,
dammi labbra per parlare di te,
dammi il gusto per assaporarti.
Dammi l’olfatto per sentire il tuo profumo,
dammi mani per toccarti
e piedi per seguirti.
(Tichon di Zadonsk , santo ortodosso, monaco e vescovo)
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
CAMMINO DELLA FEDE E DELLA LIBERTA’
Mangiare, bere, fare festa!
La serie di lectio, iniziata alcuni mesi fa, che ci ha portati a incontrare Gesù
Risorto, si conclude oggi.
“Videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane”. Oggi meditiamo sul
significato del mangiare, del bere e del far festa. Certe volte ci è capitato di
pensare che occuparsi delle cose del corpo fosse sconveniente… Il nostro sbaglio
era aver diviso ciò che Dio ha unito: il corpo e lo spirito.
Buona meditazione e buona preghiera.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
(Gv
21,1-14)
1Dopo
questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E
si manifestò così: 2si
trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di
Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli.
3Disse loro
Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te».
Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4Quando
già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che
era Gesù. 5Gesù
disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No».
6Allora
egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete».
La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci.
7Allora
quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro,
appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché
era svestito, e si gettò in mare. 8Gli
altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci:
non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena
scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
10Disse
loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora».
11Allora
Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di
centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò.
12Gesù
disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi
sei?», perché sapevano bene che era il Signore.
13Gesù si
avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.
14Era la
terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
Suggestioni
Questa riflessione sul brano del vangelo è influenzata da alcune suggestioni che
sono nate in cuore leggendo un brano del libro del Qoelet e il commento che ne
faceva una teologa che ora vive in
America Latina.
Il testo del Qoelet, libro della Bibbia, suona cosi:
«Su, mangia con gioia il tuo pane e bevi il tuo vino con cuore lieto, perché
Dio ha già gradito le tue opere. In ogni
tempo siano candide le tue vesti e il profumo non manchi sul tuo capo.
Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza
che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e
nelle fatiche che sopporti sotto il sole.
»
(Qoelet 9,7-9)
Se si manifesta, sarà per dire cose grandi!
Perché questo brano e il suo commento si sono riaffacciati d'istinto leggendo
del Risorto che sul litorale del lago prepara brace pane e pesce per i discepoli
che ritornano stanchi dalla pesca notturna, la terza manifestazione del Signore
risorto ai discepoli, secondo l'evangelista Giovanni?
Qualcuno, e giustamente, potrebbe pensare: se si manifesta, sarà per dire cose
importanti. Di che cosa parlerà? Se si manifesta, sarà per fare cose importanti.
Che cosa farà? E certo sarà cosi! Con una precisazione però che per lui
importante, molto importante, è una cosa alla quale noi abbiamo tolta importanza
da un punto di vista "spirituale": mangiare, bere, far festa!
Mangiare, bere e far festa?
Di
che cosa parla Gesù?
E’ l'alba tenera di un mattino sul lago, luogo della manifestazione, le sabbie
invase di luce del lago di Tiberiade.
Di che cosa parla? Di che cosa si preoccupa?
«Figlioli, non avete nulla da mangiare?».
Ma come? Gli interessava il mangiare?
Noi, vedete, siamo molto abili a glissare su questa richiesta di Gesù, a
sfuggire allo sconcerto per la materialità, così saremmo tentati di chiamarla,
di Gesù. E inventiamo l'interpretazione che quella richiesta fosse solo una
scusa, un appiglio per attirare attenzione.
Ma se così fosse, perché quel suo darsi da fare per accendere un fuoco sulla
sabbia e arrostire pesce e pane sulla brace?
Preoccupato del mangiare?
Li immaginava stanchi, prosciugati da una notte di fatiche sul lago. E poi
chiede che portino altro pesce:
«Portate un po' del pesce che avete preso or ora... E
disse loro: venite a mangiare... Prese il pane e lo diede loro e così pure il
pesce».
E Giovanni annota:
"Era la terza
volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli".
Le parole e i gesti sono tutti intorno al mangiare. Così poco "spirituali",
direbbe qualcuno.
Ma perché?
Gesù, il Rabbi che amava i banchetti
Perché ancora si divide corpo e anima, come se le cose dell'anima riguardassero
Dio, ma non lo riguardassero le cose del corpo.
Ma come, tu ti occupi delle cose del corpo? Vedete, noi abbiamo diviso
ciò che Dio ha unito, il corpo e lo spirito.
Gesù è tutt'altro che un uomo "spirituale" nel senso che noi diamo oggi a questa
parola. "Gesù, il Rabbi che amava i banchetti" recita il titolo di un libro di
un nostro amico, Enzo Bianchi.
Quello di Gesù era un altro modo di intendere lo spirituale: uno spirituale, il
suo, che illumina, coglie il significato non banale; siamo noi che banalizziamo,
del mangiare, del bere, del far festa. Tant'è che Ia scena del vangelo si
conclude qui: "
Era la terza volta che Gesù si manifestava ", dice Giovanni.
La scena si conclude qui ed è bellissima, è un'icona. Da ricordare: quei sette
della barca, e sette è il numero della completezza, con Gesù, intorno a quel
fuoco, nel profumo del pesce
arrostito, nella gioia di una presenza ritrovata! Lo scandalo non è il mangiare
e bere e far festa!
Lo scandalo è un altro
Lo scandalo è che questa possibilità di mangiare e bere e far festa non sia per
tutti e che ci sia qualcuno, oggi è la maggior parte dell'umanità, che, dopo il
duro mestiere di vivere ogni giorno, trovi la spiaggia vuota, il fuoco spento,
la non possibilità di mangiare, bere, far festa.
Vi dicevo, all'inizio, del commento della teologa domenicana, che ora vive nel
Terzo mondo, al passo del Qoelet che invita a mangiare, a bere, a godere la vita
con la sposa che ami. Vorrei chiudere con alcuni passi del suo commento.
Scrive:
«L'immagine del tempo messianico non si può proporre al popolo se non come
festa, come banchetto, come mangiare e gustare i gesti dell'abbondanza (...).
Noi invece abbiamo spesso ridotto la religione (e non solo noi cristiani) a un
intenso ascetismo, nel quale il mangiare, il bere e il corpo sono sospetti. Con
queste categorie giudichiamo anche la vita degli altri e così non siamo più
persone gioiose, ma melanconiche (...). Quanto pochi sono gli accompagnamenti
delle persone verso la felicità! Si preferisce accompagnare le persone verso la
perfezione. Pretendere di accompagnare le persone verso la perfezione è assurdo:
significa pensare alla perfezione come a qualcosa dell'individuo, mentre la
perfezione può essere solo comunitaria. E questa perfezione si può dare solo
nella gioia» (Antonietta Potente, Sapienza
quotidiana, pp. 79-80).
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ORATIO
Domando
umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio.
Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i
propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La
preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più
volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Tu, o Gesù, ti fai largo anche tra le nebbie
della mia stanchezza.
Tu mi raggiungi alla fine della mia notte,
quando tutto sembra perduto,
quando l’animo è stanco di combattere
e cede allo sconforto.
All’alba ti fai incontro alla mia fatica;
la tua vicinanza comporta la fine della notte
e l’inizio di un nuovo giorno,
e di una vita nuova.
Tu sei lì sulla spiaggia,
proprio al limite tra il mare e la terra.
Il mare è il mondo in cui vivo,
un mondo fragile, instabile, imprevedibile.
La terra, nella quale vedo stabilità e sicurezza,
è la tua presenza,
che devo riconoscere e accogliere,
perché solo con te posso
portare frutti abbondanti.
Ammettimi a sedere con te alla tua mensa.
(don Canio Calitri)
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
Amen
ACTIO
Mi impegno
a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si
compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che
si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti liberamente tratti da una riflessione di don Angelo Casati, della Chiesa
di Milano)