RITIRO ON LINE                                                                                                   
giugno 2016

                                                                                                                                                                                                                                                

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

O Gesù, amore puro,

dammi la tua luce affinché veda il tuo amore.

Dammi un cuore per amarti,

dammi occhi per vederti,

dammi orecchi per udire la tua voce,

dammi labbra per parlare di te,

dammi il gusto per assaporarti.

Dammi l’olfatto per sentire il tuo profumo,

dammi mani per toccarti

e piedi per seguirti.

(Tichon di Zadonsk , santo ortodosso, monaco e vescovo)

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

CAMMINO DELLA FEDE E DELLA LIBERTA’

Mangiare, bere, fare festa!

 

La serie di lectio, iniziata alcuni mesi fa, che ci ha portati a incontrare Gesù Risorto, si conclude oggi.

“Videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane”. Oggi meditiamo sul significato del mangiare, del bere e del far festa. Certe volte ci è capitato di pensare che occuparsi delle cose del corpo fosse sconveniente… Il nostro sbaglio era aver diviso ciò che Dio ha unito: il corpo e lo spirito.

Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.  (Gv 21,1-14)

 

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

 

Suggestioni

Questa riflessione sul brano del vangelo è influenzata da alcune suggestioni che sono nate in cuore leggendo un brano del libro del Qoelet e il commento che ne faceva una teologa che ora vive  in America  Latina.

Il testo del Qoelet, libro della Bibbia, suona cosi:

«Su, mangia con gioia il tuo pane e bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere.  In ogni tempo siano candide le tue vesti e il profumo non manchi sul tuo capo.

Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e nelle fatiche che sopporti sotto il sole. » (Qoelet 9,7-9)

 

Se si manifesta, sarà per dire cose grandi!

Perché questo brano e il suo commento si sono riaffacciati d'istinto leggendo del Risorto che sul litorale del lago prepara brace pane e pesce per i discepoli che ritornano stanchi dalla pesca notturna, la terza manifestazione del Signore risorto ai discepoli, secondo l'evangelista Giovanni?

Qualcuno, e giustamente, potrebbe pensare: se si manifesta, sarà per dire cose importanti. Di che cosa parlerà? Se si manifesta, sarà per fare cose importanti. Che cosa farà? E certo sarà cosi! Con una precisazione però che per lui importante, molto importante, è una cosa alla quale noi abbiamo tolta importanza da un punto di vista "spirituale": mangiare, bere, far festa!

 

Mangiare, bere e far festa?

Di che cosa parla Gesù?

E’ l'alba tenera di un mattino sul lago, luogo della manifestazione, le sabbie invase di luce del lago di Tiberiade.

Di che cosa parla? Di che cosa si preoccupa?

«Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Ma come? Gli interessava il mangiare?

Noi, vedete, siamo molto abili a glissare su questa richiesta di Gesù, a sfuggire allo sconcerto per la materialità, così saremmo tentati di chiamarla, di Gesù. E inventiamo l'interpretazione che quella richiesta fosse solo una scusa, un appiglio per attirare attenzione.

Ma se così fosse, perché quel suo darsi da fare per accendere un fuoco sulla sabbia e arrostire pesce e pane sulla brace?

 

Preoccupato del mangiare?

Li immaginava stanchi, prosciugati da una notte di fatiche sul lago. E poi chiede che portino altro pesce: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora... E disse loro: venite a mangiare... Prese il pane e lo diede loro e così pure il pesce». 

E Giovanni annota:  "Era la terza volta che Gesù si manifestava ai suoi discepoli".

Le parole e i gesti sono tutti intorno al mangiare. Così poco "spirituali", direbbe qualcuno.

Ma perché?

 

Gesù, il Rabbi che amava i banchetti

Perché ancora si divide corpo e anima, come se le cose dell'anima riguardassero Dio, ma non lo riguardassero le cose del corpo.  Ma come, tu ti occupi delle cose del corpo? Vedete, noi abbiamo diviso ciò che Dio ha unito, il corpo e lo spirito.

Gesù è tutt'altro che un uomo "spirituale" nel senso che noi diamo oggi a questa parola. "Gesù, il Rabbi che amava i banchetti" recita il titolo di un libro di un nostro amico, Enzo Bianchi.

 

Quello di Gesù era un altro modo di intendere lo spirituale: uno spirituale, il suo, che illumina, coglie il significato non banale; siamo noi che banalizziamo, del mangiare, del bere, del far festa. Tant'è che Ia scena del vangelo si conclude qui: " Era la terza volta che Gesù si manifestava ", dice Giovanni.

La scena si conclude qui ed è bellissima, è un'icona. Da ricordare: quei sette della barca, e sette è il numero della completezza, con Gesù, intorno a quel fuoco, nel  profumo del pesce arrostito, nella gioia di una presenza ritrovata! Lo scandalo non è il mangiare e bere e far festa!

 

Lo scandalo è un altro

Lo scandalo è che questa possibilità di mangiare e bere e far festa non sia per tutti e che ci sia qualcuno, oggi è la maggior parte dell'umanità, che, dopo il duro mestiere di vivere ogni giorno, trovi la spiaggia vuota, il fuoco spento, la non possibilità di mangiare, bere, far festa.

Vi dicevo, all'inizio, del commento della teologa domenicana, che ora vive nel Terzo mondo, al passo del Qoelet che invita a mangiare, a bere, a godere la vita con la sposa che ami. Vorrei chiudere con alcuni passi del suo commento.

Scrive: «L'immagine del tempo messianico non si può proporre al popolo se non come festa, come banchetto, come mangiare e gustare i gesti dell'abbondanza (...). Noi invece abbiamo spesso ridotto la religione (e non solo noi cristiani) a un intenso ascetismo, nel quale il mangiare, il bere e il corpo sono sospetti. Con queste categorie giudichiamo anche la vita degli altri e così non siamo più persone gioiose, ma melanconiche (...). Quanto pochi sono gli accompagnamenti delle persone verso la felicità! Si preferisce accompagnare le persone verso la perfezione. Pretendere di accompagnare le persone verso la perfezione è assurdo: significa pensare alla perfezione come a qualcosa dell'individuo, mentre la perfezione può essere solo comunitaria. E questa perfezione si può dare solo nella gioia» (Antonietta Potente, Sapienza  quotidiana,  pp. 79-80).

 

 

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ORATIO  Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Tu, o Gesù, ti fai largo anche tra le nebbie

della mia stanchezza.

Tu mi raggiungi alla fine della mia notte,

quando tutto sembra perduto,

quando l’animo è stanco di combattere

e cede allo sconforto.

All’alba ti fai incontro alla mia fatica;

la tua vicinanza comporta la fine della notte

e l’inizio di un nuovo giorno,

e di una vita nuova.

Tu sei lì sulla spiaggia,

proprio al limite tra il mare e la terra.

Il mare è il mondo in cui vivo,

un mondo fragile, instabile, imprevedibile.

La terra, nella quale vedo stabilità e sicurezza,

è la tua presenza,

che devo riconoscere e accogliere,

perché solo con te posso

portare frutti abbondanti.

Ammettimi a sedere con te alla tua mensa.

 (don Canio Calitri)

 

  

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

           

(spunti liberamente tratti da una riflessione di don Angelo Casati, della Chiesa di Milano)