Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.
Al mattino ascolta la mia voce;
al mattino ti espongo la mia richiesta
e resto in attesa.
Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo.
Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta.
Per il tuo grande amore,
entro nella tua casa;
mi prostro verso il tuo tempio santo
nel tuo timore.
Guidami, Signore, nella tua giustizia
a causa dei miei nemici;
spiana davanti a me la tua strada.
Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Proteggili, perché in te si allietino
quanti amano il tuo nome,
poiché tu benedici il giusto,
Signore, come scudo lo circondi di benevolenza.
(dal Salmo 5)
Veni, Sancte Spiritus
Veni, per Mariam.
Il 24 marzo scorso abbiamo celebrato la Giornata di Preghiera e di Digiuno in Memoria dei Missionari martiri.
Quest’anno, in particolare, abbiamo ricordato il trentesimo anniversario del martirio di mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso da un sicario il 24 marzo 1980 mentre stava celebrando l’Eucaristia nella cappella dell’Ospedale della Divina Provvidenza. Nell’omelia aveva ribadito la sua denuncia contro il governo di El Salvador che aggiornava quotidianamente le mappe dei campi minati mandando avanti bambini che restavano squarciati dalle esplosioni; durante l’offertorio fu ucciso con un colpo di fucile.
Accantonando momentaneamente il classico schema della LECTIO, preghiamo e meditiamo partendo dalla PAROLA DI DIO e riflettiamo aiutati dalle parole di mons. Romero.
LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
MEDITAZIO Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra
e più lunga del nostro Ritiro On Line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.
Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a
volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza.
Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".
Mons. Romero, un uomo di Dio
“Dio, nessuno lo ha mai visto Dio: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Gv 1,18).
Questa esperienza di fede del Vangelo di Giovanni, è stata vissuta con profondità da Monsignor Romero. Egli ha capito chi è e come è Dio a partire da Gesù.Credette nel Dio di Gesù Cristo che si rivela come un Dio che si identifica con i poveri, che cammina con il suo popolo e che sente la sofferenza delle vittimedell’ingiustizia. Questo Dio fu l’ispirazione del suo lavoro e della sua predicazione. Dalla fede nel Dio di Gesù Cristo messa in pratica, comprese che la propria storia (personale e pubblica) poteva trasformarsi in storia di salvezza.
Romero fu un uomo che credette profondamente in Dio
“Questo è un invito rivolto a tutti, fratelli, nessuno escluso, tutti abbiamo questo santuario intimo della coscienza in cui Dio è in attesa dell’ora in cui tu scendi a parlare con lui e decidi del tuo proprio destino alla luce del suo sguardo.
Com’è bello pensare che quando voglio ho udienza presso Dio! Che in qualunque momento io voglia raccogliermi in preghiera, Dio mi attende e mi ascolta”.
(Omelia del 10 febbraio 1980)
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO (Es 3, 7-12)
“7Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze.
8Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo.
9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!”. 11Mosè disse a Dio: “Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?”. 12Rispose: “Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte”.
Romero credette in Dio nel modo di Gesù di Nazaret
“Dio è il Dio di Gesù Cristo. Il Dio dei cristiani non deve essere un altro, è il Dio di Gesù Cristo, quello di colui che si identificò con i poveri, che diede la sua vita per gli altri, il Dio che mandò suo Figlio Gesù Cristo ad assumere un’inequivocabile atteggiamento di preferenza per i poveri.
Senza disprezzare gli altri, egli chiamò tutti al campo dei poveri per potersi rendere uguali a lui. Nessuno è condannato in vita sua; soltanto chi rifiuta la chiamata del Cristo povero e umile, preferendo piuttosto le idolatrie della sua ricchezza e del suo potere”. (Omelia del 27 maggio 1979)
RIFLETTO
• Che concetto ho di Dio?
• Che concetto di Dio ha la nostra società?
• Che concetto di Dio ci rivela Gesù di Nazareth?
• Come si relaziona Dio con la storia degli esseri umani?
• Cosa vuol dire amare Dio sopra ogni cosa?
• Quale chiamata personale ci viene fatta dal Dio di Gesù?
Mons. Romero, un discepolo esemplare
In una delle sue omelie (17 dicembre 1978), Monsignor Romero sosteneva che davanti a Gesù Cristo, gli esseri umani hanno più o meno due reazioni: “o lo seguono allo stesso modo di colui che sente la necessità della luce nella notte, o lo respingono, nascondendosi sempre di più come coloro alla quale la luce da fastidio agli occhi”.
Monsignor Romero appartiene al primo gruppo, cioè fu un fedele seguace di Gesù. E questo significò per lui assumere con profondità e serietà le opzioni fondamentali di Gesù: il regno di Dio e la sua giustizia, i poveri e la verità. In cristo, diceva Monsignor Romero, si rilevano le tre dimensioni della vera grandezza: la giustizia opposta alla persecuzione, un servizio animato dall’amore e una trascendenza che identifica Dio anche con i più piccoli e gli umili. Vivere questa grandezza era l’ideale che egli sperava per il popolo e per se stesso. (cfr. Omelia del 23 settembre 1979).
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO (Lc 4,16-21)
“16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
19a proclamare l’anno di grazia del Signore.
20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.
Romero discepolo di Gesù e profeta
“Gesù realizzò la sua missione, la sua predicazione, il suo servizio agli uomini e alle donne, nel mondo e in una società reale e concreta. Questo è il profondo significato di quello che noi Cristiani affermiamo quando parliamo dell’incarnazione del Figlio di Dio: si fece carne nella storia reale del suo tempo. Quella realtà, come tante altre realtà della storia umana, era dominata dal peccato; è per quello che Gesù, all’effettivo annuncio del Regno di Dio, aggiunse la chiara denuncia del peccato del suo tempo. Ciò che Gesù annuncia è il Regno di Dio; il peccato per Lui è tutto ciò che ostacola, rende difficile o distrugge il Regno di Dio. Per questo, con il coraggio di un uomo libero, denuncia l’immagine distorta del Regno di Dio che è stata creata con la manipolazione delle tradizioni umane, annullando l’autentica volontà di Dio (Mc 7,8-13). Denuncia la distorsione del Tempio, che da casa di Dio, è stato trasformato in un covo di ladri (Mc 11,15-17). Denuncia una religione senza opere di giustizia, come nella famosa parabola del buon Samaritano (10,29-37).
Egli denuncia anche tutti coloro che hanno fatto del proprio potere, non un strumento di servizio per i deboli e i poveri, ma un mezzo per mantenerli nell’oppressione. Per quello accusa i ricchi di non condividere la loro ricchezza (Lc 6,24); i sacerdoti, di caricare gli uomini di pesi insopportabili (Lc 11,46); i savi di essersi portati via la chiave della scienza, lasciando molti senza istruzione (Lc 11,52); i governanti di pensare solo al loro vantaggio personale, senza preoccuparsi del popolo (Mt 20,25). Queste denunce procurarono a Gesù frequenti attacchi fin dall’inizio della sua vita pubblica (cfr. Mc 2,1-3), con rischi personali, inclusa la persecuzione ”. (Seconda Lettera Pastorale)
RIFLETTO
• Che cosa comunicò e annunziò Gesù di Nazareth?
• Perchè il modo di essere di Gesù di Nazareth e la sua predicazione sono Buona Notizia?
Per chi fu Buona Notizia?
• Come si manifesta in Gesù la compassione solidale e l’indignazione profetica?
• Che significa per me seguire Gesù?
• In che modo io oggi sono una Buona Notizia?
Mons. Romero e la conversione
Non possiamo parlare di conversione senza fare riferimento al peccato. La definizione di quest’ultimo ci permette di sapere da cosa dobbiamo convertirci. Per Monsignor Romero il peccato comporta una rottura, sebbene non tutte le rotture siano peccato.
Ci sono almeno tre passaggi fatali per l’essere umano vincolate tra loro: la rottura con Dio, tra gli esseri umani e con la natura.
Rompere con Dio: “La rottura con il Legislatore Supremo - nostro Dio - la disobbedienza ai suoi dieci comandamenti, porta a conseguenze molto tragiche”.
Rompere con gli esseri umani: “dalla rottura con Dio ne nasce un’altra: quella con gli uomini. E nella Bibbia appare Caino che uccide Abele (...): Quando si ama Dio, si ama anche il prossimo, anche se è un nemico”.
Rompere con la natura: “Adamo, prima del peccato - ci dice la Bibbia - dominava tutta la creazione. Però quando commise il peccato, il disordine che si creò lo portò a sentir paura...”.
Monsignor Romero storicizzò questa visione cristiana del peccato. Parlò del peccato concreto delle persone e delle strutture. E alla concretezza del peccato affiancò la concretezza della conversione:
“io denuncio, soprattutto, l’assolutizzazione della ricchezza. Questo è il grande male in El Salvador (...). Altra ossessione degli uomini che hanno perso la fede in Cristo: l’assolutizzazione del potere. Si collega alla filosofia della sicurezza nazionale dove tutto è permesso per il dio potere (...). Altra assolutizzazione...è quella della politica. Quando la mia opzione politica, ciò che io penso sia la soluzione politica, il mio partito, la mia organizzazione, diventa per me l’unica soluzione possibile, ‘l’assoluto’.”
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO (Ez 18,21)
“Ma se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà”
Il peccato dell’impoverimento e del conformismo
“La massa di gente povera, dissero i vescovi in Medellin, sono un peccato, un’ingiustizia che fa piangere il cielo. L’emarginazione, la fame, l’analfabetismo, la malnutrizione e tante altre cose miserabili che invadono il nostro essere, sono conseguenza del peccato. Del peccato di quelli che lo accumulano tutto. ”
(Omelia del 9 Ottobre 1977)
Denuncia concreta del peccato
“Come Cristo, la Chiesa deve continuare a denunciare i peccati dei nostri giorni, deve denunciare l’egoismo, che si nasconde nel cuore di tutti gli uomini, il peccato che rende disumane le persone, che disgrega le famiglie, che converte al denaro, al possesso, al profitto e al potere come unico fine degli uomini.
E, come colei che ha un minimo di lungimiranza, una minima capacità di analisi, la Chiesa deve denunciare quello che, a ragione, è stato definito il ‘peccato strutturale’, vale a dire, quelle strutture socio economiche, culturali e politiche che emarginano in modo spaventoso la maggioranza degli uomini.
Quando la Chiesa sente il grido degli oppressi il minimo che deve fare è denunciare gli organismi e gli elementi sociali che causano e perpetuano la povertà dalla quale sorge il grido d’aiuto.
Però, così come ci ha insegnato Cristo, la denuncia della Chiesa non si ispira all’odio né al risentimento, ma punta alla conversione dei cuori e alla salvezza di tutti.”
(Seconda Carta Pastorale,agosto 1977)
Cosa vuol dire convertirsi?
“Convertirsi è uguale alla parola greca: “metanoia”, cambiare di mentalità; questo è convertirsi, cambiare la mentalità. Quel che era di noi prima degli idoli della terra, ha subìto un cambiamento di mentalità davanti all’unico Signore.
Convertirsi è ritornare a Dio e per tornare a Dio, esiste un cammino. Gesù Cristo dice: Io sono il cammino, niente porta al Padre se non attraverso di me, convertirsi è aderire a Cristo e trovare il Padre.”
(Omelia del 9 Marzo 1980)
Il Cambiamento personale
“Prima di un mondo che ha bisogno di trasformazioni sociali evidenti, come non chiedere ai cristiani di incarnarsi nella giustizia del cristianesimo, di viverla nei propri luoghi e nella propria vita, di provare ad essere agenti di cambiamento, di provare ad essere uomini veri? Perché come è stato detto a Medellin: <Non serve a niente cambiare le strutture, se non abbiamo uomini nuovi che sappiano maneggiare queste strutture.>
Uomini con gli stessi vizi, con gli stessi egoismi. Se si cambiano le strutture, se si fanno trasformazioni agrarie e altro, e le occupiamo con la stessa mente egoista, avremo nuovi ricchi, nuove situazioni di insulti e abusi.” (Omelia del 3 Dicembre 1978)
RIFLETTO
• Come si presentano il peccato personale e il peccato sociale?
• Che significato ha la parola conversione?
• Che significato assume, nel nostro mondo e nel nostro contesto, la parola conversione?
• Che relazione esiste tra conversione personale e cambio strutturale?
ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Noi t’invochiamo, vescovo dei poveri,
intrepido assertore della giustizia, martire della pace!
Ottienici dal Signore il dono di mettere la sua Parola al primo posto.
Aiutaci a intuirne la radicalità e a sostenerne la potenza,
anche quando essa ci trascende.
Liberaci dalla tentazione di decurtarla per paura dei potenti,
di addomesticarla per riguardo di chi comanda,
di svilirla per timore che ci coinvolga.
Non permettere che, sulle nostre labbra,
la Parola di Dio s’inquini
con i detriti delle ideologie.
Ma dacci una mano,
perché possiamo coraggiosamente
incarnarla nella cronaca, nella piccola cronaca
personale e comunitaria,
e produca così storia di salvezza.
Aiutaci a comprendere
che i poveri sono il luogo teologico
dove Dio si manifesta, il roveto ardente
e inconsumabile da cui egli ci parla.
Prega, vescovo Romero,
perché la Chiesa di Cristo,
per amore loro, non taccia mai.
CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.
AMEN
ACTIO Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti da pubblicazioni di MISSIO GIOVANI edite per il 30° anniversario del martirio di mons. Romero)