Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Invoco lo Spirito Santo:
O Spirito Santo,
anima dell'anima mia,
in Te solo posso esclamare: Abbà, Padre.
Sei Tu, o Spirito di Dio,
che mi rendi capace di chiedere
e mi suggerisci che cosa chiedere.
O Spirito d'amore,
suscita in me il desiderio di camminare con Dio:
solo Tu lo puoi suscitare.
O Spirito di santità,
Tu scruti le profondità dell'anima nella quale abiti
e non sopporti in lei neppure le minime imperfezioni:
bruciale in me, tutte, con il fuoco del tuo amore.
O Spirito dolce e soave,
orienta sempre Tu la mia volontà verso la Tua,
perché la possa conoscere chiaramente,
amare ardentemente e compiere efficacemente.
Amen
(San Bernardo)
Veni, Sancte Spiritus
Veni, per Mariam.
18 Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. 19 La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20 essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza 21 di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22 Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23 essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. 24 Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? 25 Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. 26 Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; 27 e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio. 28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Parola di Dio
MEDITATIO Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.
Contesto:
Inoltrarsi nella lettera ai Romani è comprendere quello che davvero entusiasma in un vero cammino di fede. Capisci che il prendere coscienza della totale schiavitù essendo peccatori è anche conoscenza della sovrabbondante libertà: l'ultimo ALT! è il primo AVANTI! in Cristo Gesù perché è la svolta dalla morte alla vita. Si tratta poi di spalancare un'altra grande finestra: se l'uomo è uno con se stesso, perché è uno con Dio, anche la natura, con cui è in continuo contatto, è redenta, liberata. Però condividere l'eredità con Cristo insieme al quale vivremo per sempre (cfr Rm 6,8), presuppone una realtà: che la nostra ineludibile esperienza esistenziale di dolore noi non la viviamo da soli ma insieme con Cristo; dal suo Spirito sostenuti e liberati e fatti crescere secondo il disegno di un Dio che è amore.
Approfondimento del testo:
v. 18 Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
Vivere nella dimensione della speranza cristiana è proprio radicarsi in questa certezza. Qui c’è anche un grande dinamismo! Entrare nella vita eterna non è solo terminare di avere a che fare con la sofferenza, ma conoscere il sovrabbondare d'uno stato di vita gloriosa da con-risorti con Cristo che è gioia infinita. Paragonato a questa gloria, il dolore di questa vita è "tribolazione lieve e momentanea" (2Cor 4,17). È importante, soprattutto oggi, averne una convinzione di fede radicata, inconcussa. È questa convinzione che ti assicura, già qui in speranza, la pace e la gioia.
vv. 19-22 La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l`ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto.
Non c'è un'immagine più efficace che questa della partoriente per esprimere l'incompiutezza e quel senso di sofferenza evidente nel creato. È infatti un dolore-anelito alla vita e non devastante denuncia della morte imminente! L'immagine non è di chi soffre ormai prossimo a chiudere l'esistenza. Al contrario l'immagine della donna che soffre le doglie del parto, dice che tutto il creato geme preannunciando prossimità di vita in pienezza.
vv. 23-25 Essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
C'è un anelito più profondo: quello dei credenti che hanno già ricevuto lo Spirito nell'adozione a figli di Dio. Anche se nell'imperfezione della vita presente non ne godiamo ancora la meravigliosa rivelazione, proprio il "perseverare" dà consistenza alla nostra speranza. Non è più l'anelito del creato, cioè un anelito inconscio. Qui c'è la consapevolezza! Io so di essere stato redento e di vivere attendendone la pienezza che ne verrà. Il mio, il tuo anelito è dunque quella forte anche se sofferta attesa del pieno avveramento. Il mio anelito e il tuo è quello dello Spirito in me che spira dentro il mio perseverante sperare.
vv. 26-27 Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
C'è un Altro a gemere, e proprio nel più intimo di noi: Uno che si fa carico di noi pur essendo tutt'altro che la nostra pochezza. È lo Spirito stesso che geme in noi e per noi, venendo così in aiuto alla nostra debolezza che è anzitutto il nostro non saper pregare. Noi siamo deboli perché ci resta spesso difficile capire che cosa Dio vuole da noi nei particolari della nostra esistenza, della nostra personale chiamata. Ma, se lo Spirito prende questa nostra debolezza che è fatica e difficoltà, se ne fa carico facendone gemito di Dio a Dio, proprio per noi, dentro i nostri cuori. Allora la nostra preghiera, in forza dello Spirito, ci ottiene di capire e volere ciò che Dio vuole. E ciò che Dio vuole, ciò che lo Spirito di Dio desidera è assolutamente in ordine alla manifestazione della sua gloria, della sua pace della sua luce in noi che, per la fede, siamo figli suoi, "figli della luce".
v. 28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Questo "noi sappiamo" dice il concordare del pensiero di Paolo con tutti i pensatori onesti del suo tempo: Giudei e Greci, quando approdano all'intuizione di fondo: se Dio è Dio cioè il Sommo Bene, il Sommo Amore, non può che far servire al bene della sua creatura quello che questa creatura (elevata all'adozione a figlio) incontra nella sua avventura esistenziale. Anzi perfino la sofferenza, i morsi del dolore, non solo non devastano il cuore di chi crede ma cooperano al bene anzitutto di una consapevolezza importante: tutto è limitato, imperfetto; io sono dunque chiamato a vivere tutto fuori da qualsiasi assolutizzazione. "Ogni carne è come l'erba e la gloria dell'uomo è come il fiore del campo che ora c'è e subito però avvizzisce". Se entro, con l'aiuto dello Spirito, in questo realismo, sempre con l'aiuto dello Spirito e non certo da solo, io mi abbandono esistenzialmente a Dio fondando la mia personalità il mio vivere su di Lui dentro una libertà da tutti gli attaccamenti. È libertà che rende operante la mia fede con l'energia dello Spirito che è l'amore di Cristo nel mio agire quotidiano. Chi vive questa certezza e si consegna a Dio-Amore non può che vivere lietamente e in pace questo suo atteggiamento di totale abbandono, diventando operatore di pace.
Meditiamo attualizzando:
Viviamo il disfacimento di una società che rincorrendo 'il più avere' sta sperimentando, nelle sue convulsioni di realtà tanto contraddittorie, il non senso esistenziale che soprattutto i giovani avvertono e soffrono. Soprattutto le nuove generazioni sono chiamate ad aprire gli occhi interiori. Dove sta il bello, il vero e il buono a cui ogni uomo che sia veramente tale aspira? Quale mentalità deve cambiare? Che cosa può innescare, circa un cambiamento di società, circa un'umanità nuova, la visione della nostra fede? Oggi c'è un'attenzione da dare ai tre gemiti:
v quello di un creato sempre più ferito da tanta incuria ecologica a favore di speculazioni economiche che arricchiscono i più ricchi e danneggiano i più poveri.
v quello di tanti uomini che, nonostante le agevolazioni della tecnologia, soffrono soprattutto perché, non amati non amano
v quello dello Spirito Santo stesso che abita nel cuore dei credenti. Ecco, Egli trasforma l'ineludibile dolore in "dolore del parto" cioè preludio di vita piena. Non solo trasfigura la nostra debolezza e incapacità spirituale in una preghiera intima e viva che ci fa contattare Dio. Contattarlo dentro il cuore non solo nel tempo della preghiera ma anche nel quotidiano più ripetitivo però solo apparentemente banale. Perché tutto, assolutamente tutto, concorre al vero bene.
Così il mistero di Gesù crocifisso e risorto si compie in noi. Ci libera, ci potenzia, ci conduce verso il compimento del progetto di Dio, in pace, per opera dello Spirito Santo che è amore in azione.
La Parola m’interpella:
ü Prova a percepire i tre grandi gemiti: attorno a te e dentro di te.
ü Li sai distinguere?
ü Quali sono i gemiti promossi dalla vita?
ü Credi fermamente che nulla, assolutamente nulla è per la tua rovina, nella tua vita; ma anzi, nello Spirito Santo, il tuo vivere credendo alla sua grazia fa sì che tutto concorra al tuo vero bene?
ü E tu come collabori?
ü Di che tipo sono le tue scelte?
La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
O Spirito che gemi in me con ineffabili gemiti di dolore,
di vita, di amore, spingimi su riviere di pace e di gioia.
Dammi di uscire da me e andare verso l'altro,
sospinto dal tuo amore.
CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.
AMEN
ACTIO Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!