RITIRO ON LINE - gennaio 2022 |
Venero
la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia
persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla
presenza del Signore che vuole parlarmi.
Brezza, aspetto da te il soffio,
(M.
Quoist) |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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LE DONNE NEI VANGELI
“La rilettura biblica a partire dai nostri corpi “lunatici” deve ri-cordare, far
tornare al corpo, al cuore, alla memoria e al desiderio le parole sperimentate,
dette e cantate che stanno “dietro le parole” della scrittura. A partire dal mio
corpo “lunatico” di donna, da tutti i nostri corpi “lunatici” di donne, voglio
scrivere dei racconti che riscattino le nostre voci ammutolite”
(Maria Soave Buscemi, missionaria laica e biblista, “Le tredici lune” – ed. Emi)
LECTIO
Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
21
Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
(Matteo 15,21-28)
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"
Briciole
Non era facile, a quei tempi, nascere donna. Tutti i
giorni l'aria era impregnata di preghiere e ringraziamenti: «Benedetto
sei tu, Adonai, che non mi hai fatto donna... ».
Era durissima la vita di chi era povero. La vita di molti era mossa,
quotidianamente, dalla lotta senza tregua alla ricerca di un pezzo di pane per
placare la fame.
Vita amara la vita di chi era «altro», diverso, strano, straniero.
Non sapeva bene il
perché, ma, molto spesso la
parola «straniero» era accompagnata dagli aggettivi sporco, idolatra, vagabondo,
impuro...
Lei era donna, povera e straniera.
Come avviene nel destino di molte donne dei libri scritti e custoditi nelle
biblioteche «ufficiali», di lei non conosciamo il nome. Sappiamo che era donna,
molto povera e cananea.
Era gente di mare. Come tutte le persone del litorale, era una donna di poche
parole e dal cuore accogliente. Portava nel sangue il gusto dell'incontro. Da
sempre, dal mare erano venuti molti popoli, molti visi, molte razze, culture e
lingue. Il mare portava molte divinità, e lei, con il suo popolo, aveva imparato
il rispetto profondo, il dialogo e la dolcezza verso i molti modi, visi e razze
con cui il Dio della vita si rivela all'umanità.
Negli ultimi anni, però, il mare non portava più incontri. Il mare, nell'
immaginario del popolo, si era trasformato in un enorme drago che vomitava solo
ciò che non andava bene. Il mare ora portava la grande bestia, il male che
uccideva la vita del popolo, il potere dell'esercito dell'imperatore di Roma.
«Non le rivolse neppure una parola»
I Romani erano gente orgogliosa e violenta, parlavano una lingua
incomprensibile. Come avviene con chi è calpestato e umiliato da gente
orgogliosa e violenta, lei imparò a gridare. Il mare che nel suo flusso l'aveva
educata alla dolcezza, al dialogo e alla mitezza parlando con un paio di occhi
verdi e cristallini, ora, nel suo riflesso, l'aiutava a resistere, a gridare, a
lottare per la conquista del pane e della vita. E i suoi occhi si oscuravano,
come fa il mare che si prepara alla tempesta. Lei si vestiva comunemente di nero
e, con le mani nell'ampia cintura, discuteva ad alta voce con tutti quelli che,
al mercato, impedivano la sua lotta quotidiana alla ricerca del pane per i suoi
bambini. Bambini affamati e con un continuo dolore alla pancia: il demonio della
fame che li tormentava ...
Gesù e i suoi discepoli passavano quel giorno dallo stesso mercato, nella
regione di Tiro e Sidone.
Non era facile per Gesù attraversare quelle regioni. Da buon giudeo, aveva
sempre sentito dire che i territori degli stranieri sono gli spazi
dell'impurità, dell'idolatria, del male...
In questo mercato «una
donna cananea, che veniva da
quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia
figlia è crudelmente tormentata da un demonio"».
Una donna povera e straniera. Non chiede niente per sé stessa, implora vita per
sua figlia. «Ma
egli non le rivolse neppure una parola».
Come poteva un uomo di una società patriarcale rispondere a una donna?
«Benedetto sei tu, Adonai, che non mi hai fatto donna...».
Come poteva un uomo fedelmente osservante della legge giudaica dire una parola a
una donna straniera, impura, idolatra? Parlare con lei significava rompere con
la legge della santità del tempio. Parlare con lei significava aprire la mano
della salvezza predicata dai sacerdoti del tempio. E Gesù aveva timore...
«Allora
i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida
dietro"».
I discepoli erano uomini sicuri e fedeli alla legge del patriarcato. Non
potevano permettere che una donna impura e straniera, con le sue grida, fosse
udita dal Maestro. Uomini sicuri, i discepoli, senza paura, con la parola e la
verità sempre pronta...
E Gesù aveva timore, non poteva ascoltare una donna straniera, non poteva
mischiarsi con gente impura e di «altra religione», non poteva, da buon giudeo,
aprire la mano della salvezza promessa dal tempio. «Non
sono stato inviato che alle pecore perdute della casa d'Israele».
lo che conosco la povertà
Gli occhi scuri e pieni di tempeste della donna si calmarono. Il grido si
acquietò nella gola e, capendo il timore di Gesù, quegli occhi calmi verdi come
il mare si riempirono di lacrime. Cominciò a implorare: «Signore,
aiutami!».
Il timore continuava a imprigionare il corpo di Gesù. Come poteva mischiarsi con
quella donna impura? «Non
è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini».
La donna quasi poteva toccare il manto di paura che avvolgeva il corpo di Gesù.
Gli occhi verdi e cristallini della donna si immergevano nello sguardo, scuro
come una notte senza luna, di Gesù. Il corpo della donna si riempì di tenerezza
per quell'uomo che voleva liberarsi dai preconcetti, ma era legato al timore
creato dalla cultura, dalla religione e dalla tradizione. E la donna cominciò a
parlare dolcemente alle orecchie di Gesù: «Maestro,
conosco molto bene la povertà. Il mio corpo vive umiliato a causa della povertà.
Mia figlia vive sull'orlo della morte per fame. So bene cosa significhi il
bisogno. lo e i miei bambini abbiamo fame. Non è importante sapere ora chi è più
santo e puro tra il popolo, chi ha più diritto di mangiare il pane. Non abbiamo
più pane da mangiare, Maestro. I Romani ce lo hanno tolto tutto attraverso le
tasse altissime che siamo obbligati a pagare. Non voglio sapere chi è più santo
e chi ha più diritto di mangiare il pane. Mia figlia sta morendo, chissà se un
po' di briciole possano ridarle la vita...
».
«Un po' di briciole»...
Quelle parole scesero nel profondo dell'anima di Gesù. Il corpo del Maestro fu
visitato da un dolce calore e il
timore si allontanò dolcemente. E Gesù non ebbe più timore dell'impurità degli
stranieri. Non ebbe più timore di mischiarsi con gente di «altra religione». Una
donna di un'altra religione gli insegnava la forza rigeneratrice della vita per
i poveri, che viene dalle briciole. La vita è fatta di condivisione di cose
piccole, di relazioni, di tenerezza, di quotidiano... di briciole.
Gesù prese dalla tasca un pezzo di pane, alimento del giorno, e lo condivise con
la donna baciando le sue mani... Il demonio della fame e dell'esclusione era
vinto!
La vita, la salvezza, non si
trovano solo nei luoghi «certi», tra i puri, tra quelli «della stessa chiesa».
Persone totalmente diverse, straniere e «impure» possono portare vita e annuncio
di salvezza. E il cuore di Gesù si convertì sempre di più al mondo degli
esclusi.
«Donna,
davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri».
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Donaci, Signore, grandi ali per volare e piedi forti per
camminare.
La nostra vita non sia mai fine a se stessa, ma abbia in sé il segno
dell'eterno, di ciò che non finisce
perché è prezioso ai tuoi
occhi.
(Maria Chiara Carulli)
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci
precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo
mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre
Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti
i secoli dei secoli.
Amen
ACTIO
Mi impegno a
vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore
e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica
del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di
lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto
da “Le tredici lune” di M. S. Buscemi)
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