Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Signore, mio amico, mi hai preso per mano. |
Io andrò senza timore fino in fondo al cammino. |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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LA FEDE: UN INCONTRO A TU PER TU
La lectio di oggi è tratta da una testimonianza di ERNESTO OLIVERO, fondatore
del SERMIG e dell’ARSENALE DELLA PACE insieme con la moglie Carla.
Accostiamo alla testimonianza alcuni brani evangelici che in questi giorni
abbiamo più volte sentito proclamare dall’altare, per illuminare la nostra vita
quotidiana così complessa e talvolta così difficile da “coniugare” con la scelta
di fede… (la scelta dell’accostamento dei brani evangelici è nostra, e
corrisponde ai testi in “rosso”).
Buona meditazione e buona preghiera.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti. (Luca 2
-
Matteo 2)
(Luca 2)
1In
quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di
tutta la terra.
2Questo
primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria.
3Tutti
andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
4Anche
Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di
Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di
Davide.
5Doveva
farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
6Mentre
si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.
7Diede
alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una
mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
8C’erano
in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta
la notte facendo la guardia al loro gregge.
9Un
angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di
luce. Essi furono presi da grande timore,
10ma
l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà
di tutto il popolo:
11oggi,
nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
12Questo
per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una
mangiatoia».
13E
subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava
Dio e diceva:
14«Gloria
a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
15Appena
gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano
l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il
Signore ci ha fatto conoscere».
16Andarono,
senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella
mangiatoia.
17E
dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
18Tutti
quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
19Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
20I
pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano
udito e visto, com’era stato detto loro.
(Matteo 2)
1Nato
Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da
oriente a Gerusalemme
2e
dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la
sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
3All’udire
questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
4Riuniti
tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul
luogo in cui doveva nascere il Cristo.
5Gli
risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
6E
tu, Betlemme, terra di Giuda, non
sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo,
Israele».
7Allora
Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo
in cui era apparsa la stella
8e
li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e,
quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
9Udito
il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li
precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
10Al
vedere la stella, provarono una gioia grandissima.
11Entrati
nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo
adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e
mirra.
12Avvertiti
in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro
paese.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
Fede è riuscire a vedere anche quando non si vede niente.
Nella mia vita ho sempre viaggiato moltissimo.
Ricordo un giorno di
tanti anni fa: ero
in
Ho
vissuto
un
momento
interminabile,
uno dei
peggiori della
mia vita:
a destra,
l’ombra del tir, a sinistra il guard-rail che quasi
mi aspettava. Ho capito in un attimo
che se mi
spaventavo
morivo,
se
frenavo
morivo,
se
spostavo solo di un millimetro il
volante mi
schiantavo.
Eppure,
poco
prima,
quando
avevo deciso
di superare
il camion,
avevo visto
davanti
a me
la
strada
libera.
«Ernesto
– mi
sono detto
con
estrema
lucidità
–, se
non ti
fai
prendere
dalla
paura,
tra
qualche
secondo
vedrai
di nuovo
la
strada.
È
dritta
davanti
a
te».
“
9Un
angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di
luce. Essi furono presi da grande timore,
10ma
l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà
di tutto il popolo: 11oggi,
nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
12Questo
per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una
mangiatoia»”.
(Lc 2)
Così
ho fatto
e così è
accaduto.
Per me è questa la
fede: riuscire a
“vedere” anche quando non vedi
niente, riuscire a vivere anche nei momenti in cui ti sembra
di non
farcela. La
fede è ciò che ti fa
superare le tempeste e la nebbia
senza perdere la direzione. È il
viaggio della vita che ti fa entrare nella
Vita. A volte possiamo fare fatica,
la nostra debolezza può
farci fare delle deviazioni, ma
l’importante è puntare alla meta, avere
sempre presente la bussola della nostra
coscienza.
Con saggezza, preghiera, carità.
“12Avvertiti
in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro
paese.
“(Mt 2)
Solo la
fede vissuta
così ti
fa incontrare
il vero volto
di Dio.
Un incontro
che può
avvenire
solo
quando
è
desiderato,
atteso
con
tutte le
forze,
con
il
cuore
e
con
la
ragione.
Nella
mia esperienza,
ho capito
che l’uomo
può
incontrare
Dio
solo
se
accetta
questo
appuntamento, se
lo
ricerca
nella
sua
libertà.
Perché
Dio non
è morto,
non si
nasconde:
esiste,
è
vivo,
è
vero, da
sempre e per
sempre.
“15Appena
gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano
l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il
Signore ci ha fatto conoscere».
16Andarono, senza indugio, e trovarono
Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
17E
dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.”
(Lc 2)
Chi
accetta
questo
incontro
entra
in una
dimensione
molto
particolare,
a tu
per tu,
mente a
mente,
cuore
a
cuore,
mano
a
mano
con
Dio. Non è un incontro scientifico,
matematico, frutto di
un ragionamento.
Parte
dall’intimo,
dall’assurdo;
il
ragionamento
viene
dopo.
È
un
salto
nel
buio
per
trovare
la
luce:
una
luce
grande e non
spiegabile.
Avvenuto l’incontro, tutto
può concorrere a vivificarlo, anche
le cose minime e insignificanti: una
foglia verde o
secca, un
vetro rotto, la
polvere, un
volo di
gabbiani, oppure i
fatti imponenti e
tragici che
facciamo fatica a
comprendere.
“20I
pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano
udito e visto, com’era stato detto loro.
“(Lc2)
Il silenzio è il
linguaggio di
questo incontro d’amore. Nel
silenzio, una
Presenza raggiunge l’uomo,
lo
avvolge,
gli
penetra
dentro,
gli
insegna ad amare con il cuore di
Dio. Un amore che si alimenta di
preghiera, di
gratuità,
senza pretendere, felice di
amare e di
essere amato. La presenza di Dio
accompagna l’uomo e la
donna in
ogni momento della giornata. Li
illumina, li consola, li
redarguisce, li frena, li rivela a
se stessi. Un
cammino di
misericordia, sempre.
“1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». “
(Mt 2)
“Per
questo incontro con Dio, l’uomo è
disponibile a percorrere il lungo
viaggio
dall’umano al divino, dal peccato
alla misericordia alla
purezza, dall’individualismo alla
fraternità. Un
percorso
non
facile,
non
lineare,
carico di rischi e di cadute;
un percorso
che chiede la fede e
l’invocazione alla fede.
L’incontro, il
vero e
intimo incontro con
Dio,
cambia
la vita:
lo stesso
volto di
prima, le
stesse
mani, lo stesso sguardo si trasformano
e
il
prossimo
che
incontriamo
può
avvertire
che
in
Dio ci
siamo
già
conosciuti,
ci
siamo
già
capiti. La
preghiera diventa vita,
diventa
concretezza.
Io l’ho imparato dai
miei
genitori.
Ricordo
mia madre che
pregava ed era
capace
di
spartirsi con
chiunque, nell’ascolto degli
affanni
altrui.
Eravamo negli anni del
dopoguerra e
lei
si
toglieva il
pane di
bocca per
me e
per i
miei
fratelli: senza prediche, ho subito
capito che
chi pregava era una
persona attendibile
che
si
donava
agli
altri,
che
sapeva affrontare
ogni
sacrificio senza farlo pesare.
Mio padre non era un credente come mia
madre, ma era un
uomo onesto, di
buona volontà; non
andava a
messa tutte le
domeniche, ma viveva la giustizia.
Avrebbe potuto prendere
bustarelle, approfittare del suo
lavoro in un ente pubblico per avere favori, invece
applicava
la legge anche nelle minime cose,
nella
vita di tutti i
giorni e con noi
figli.
Mia madre
mi ha fatto
respirare la
fede
concreta,
mio padre la
giustizia. Da
loro ho
imparato fin da
piccolo che
certi miei no,
certi miei egoismi indebolivano l’incontro
con Dio. Crescendo, ho
capito che il
desiderio di
amare, il desiderio di
trovare il
senso della vita arrivano ad un
approdo solo se si chinano sui miseri,
sugli ultimi della propria famiglia, del
proprio paese, della propria città,
del proprio mondo.
“11Entrati
nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo
adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e
mirra.
“ (Mt 2)
Negli
anni,
me lo
hanno
dimostrato
decine di
giovani,
ragazzi
e
ragazze
che
hanno
dato
la vita
per
un
ideale,
persone
apparentemente
insignificanti
che si
sono
consumate
per gli
altri: «Posso
servire? Posso
fare
qualcosa?».
Mi hanno insegnato che la vita ha senso solo quando asciughiamo una lacrima,
incoraggiamo chi è nel dubbio, facciamo pensare qualcuno troppo sicuro di sé.
“…per loro
non c’era posto nell’alloggio
“ (Lc2)
Un giorno, l’ho spiegato anche a
Giacomo, un
ragazzo di
diciassette
anni che non
pensava minimamente a certe cose e
che da un momento all’altro mi ha fatto la domanda della
vita: «Ma Dio
esiste?». Sì! Dio
esiste perché il
mio
cuore me
lo conferma.
Dio esiste
perché vedo che, quando provo
rancore contro una
persona
e
prego,
riesco
a
trasformare
quel
sentimento
in
pazienza.
Il
giudizio
scompare,
mi acquieto, ritrovo la pace.
Dio esiste perché quando ho dei
soldi che
potrei usare per
me, donandoli
mi
sento
più
felice.
Ecco,
in
quella felicità,
Dio esiste.
E se
Dio esiste,
allora
mi
dono.
Se Dio
esiste
veramente,
io
perdono.
Se Dio
esiste veramente,
il mio
peccato non
mi ferma. Se Dio esiste veramente, allora
rico- mincio
da
capo.
Dio
esiste
e non
ha
bisogno
né di
me né
di
nessuno
per
dimostrare
se
stesso, ma
ha
bisogno
di me,
di noi
per
dimostrare
il suo
amore.
Se
accettiamo
questo
metodo,
la
nostra
fede sarà
contagiosa,
sarà
un
segno
di
speranza
per chi
ci
incontra,
un
esempio
che non
avrà
bisogno
di
parole.
Non
siamo
chiamati
a
fare
altro che
sentirci
amati
senza
riserve
da Dio
e
poi, per
amore,
senza
retorica,
vivere
il
nostro
cristianesimo da convertiti
all’amore là dove siamo.
Siamo bancari,
dottori, casalinghe,
insegnanti,
operai?
Svolgiamo
il
nostro
lavoro
da cristiani!
Il cristiano
non ruba,
paga le
tasse, ama la
giustizia,
non
lascia
solo
nessuno,
non diventa uomo di potere,
ma è a servizio del
bene.
Il
cristiano
che
vive
secondo
la
legge
dell’amore
non
lascia
morire
il
proprio
vicino
di casa
da solo,
disperato, ma
fa di
quella
situazione di solitudine una grande
occasione di
bene per
tanti. Dovremmo fare di
tutti i
condomini
dei
condomini
di
solidarietà,
dove
nessuno
è
abbandonato,
dove
ognuno
è
curato.
“18Tutti
quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
“ (Lc2)
Ogni volta che qualcuno ha un problema
dovrebbe poter dire: «Vado a casa
mia» e bussare alla porta di
una chiesa, una parrocchia, un monastero,
una comunità… Una
casa dove incontrare cristiani accoglienti
come un fuoco che scalda e
illumina, che sono occhi per il
cieco, piedi per lo zoppo, padri e madri per i
poveri, consolazione per gli
afflitti, compagnia per
l’abbandonato, speranza per il disperato,
maestri buoni per i giovani,
difensori dei bambini.
Chi ci incontra
dovrebbe poter dire: «Oggi, sono stato avvicinato da qualcuno che
mi vuole bene, che mi ha guardato
senza giudicarmi».
“9Un
angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce
“ (Lc2)
È
uno
sguardo
di
fede
che non
esclude nessuno, che alimenta
la speranza, che ci fa
dire: «Coraggio, c’è
posto anche per te,
anche tu puoi cambiare, io sono
stato perdonato, puoi essere perdonato
anche tu; io sto facendo qualcosa
di buono, tu
puoi fare qualcosa di
ancora
meglio».
Tutto questo è possibile solo con la preghiera,
solo chiedendo ogni giorno al
Signore:
«Fammi guardare con i tuoi occhi, fammi ascoltare con le tue orecchie, fammi
parlare o tacere come faresti tu». Allora l’altro, qualunque cosa abbia fatto,
potrà pensare: «Anche per me c’è spazio, anch’io mi posso alzare e camminare.
Anch’io ho incontrato Dio».
Ernesto Olivero (2012)
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Anche nel mio cuore
Ecco la tenda di Dio
con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno
suoi popoli
ed egli sarà il
Dio con loro,
il loro Dio.
Egli asciugherà
ogni lacrima
dai loro occhi
e non vi sarà più
la morte né lutto
né lamento
né affanni,
perché le cose di prima sono passate.
(Ap. 21,3-4)
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei
secoli. Amen
ACTIO
Mi impegno
a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il
cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego
con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto da una testimonianza di Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG e
dell’ARSENALE DELLA PACE)