RITIRO ON LINE
gennaio - 2007  

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 

“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

 

Invoco lo Spirito Santo:

O Spirito Santo,

anima dell'anima mia,

in Te solo posso esclamare: Abbà, Padre.

 

Sei Tu, o Spirito di Dio,

che mi rendi capace di chiedere

e mi suggerisci che cosa chiedere.

 

O Spirito d'amore,

suscita in me il desiderio di camminare con Dio:

solo Tu lo puoi suscitare.

 

O Spirito di santità,

Tu scruti le profondità dell'anima nella quale abiti

e non sopporti in lei neppure le minime imperfezioni:

bruciale in me, tutte, con il fuoco del tuo amore.

 

O Spirito dolce e soave,

orienta sempre Tu la mia volontà verso la Tua,

perché la possa conoscere chiaramente,

amare ardentemente e compiere efficacemente. Amen

(San Bernardo)

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

 

 

Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

 

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

 

LECTIO          Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano

 

Dal libro della Genesi (Gn 18,22-33)

22 Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore. 23 Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? 24 Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? 25 Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». 26 Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città». 27 Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... 28 Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque». 29 Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». 30 Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». 31 Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». 32 Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». 33 Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.

 

Parola di Dio

 

 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

MEDITATIO      Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 

Enzo Bianchi scrive: "L'intercessione non è una funzione, un dovere, qualcosa da fare, ma l'essenza stessa della vita divorata dall'amore di Dio e degli uomini". E' quello che appare esemplarmente da queste pagine della Genesi, dove Abramo, "nostro padre nella fede", si rivela grande intercessore per il suo popolo, in un'ora drammatica della storia, proprio perché arde di amore per Dio e per i suoi fratelli.

 

Contesto:

Quanto qui è narrato si colloca dopo la visita dei tre personaggi misteriosi alle Querce di Mamre dove hanno preannunciato che, entro un anno, sarebbe nato un figlio dal grembo sterile di Sara. Segue poi il monologo di Dio circa la triste constatazione del degrado morale di Sodoma e questa appassionata preghiera di Abramo che stiamo per approfondire. Subito dopo, l'autore narra la pervicacia della depravazione e il castigo che si abbatté su tutti gli empi di Sodoma e città vicine.

 

Struttura:

E' tutta giocata su domanda e risposta. Quel che si narra è ritmato sull'accorgimento, da parte di Abramo, di scalare progressivamente il numero di quei possibili "giusti", in vista dei quali, il Signore potrebbe perdonare al popolo. Questa modalità di domanda e risposta, nel crescendo dell'appassionata proposta quantificata di Abramo, comunica la forza di una preghiera d'intercessione in cui la fede diventa piena fiducia nella misericordia di Dio e la piena fiducia diventa audacia.

 

Approfondimento del testo:

v 22  “Abramo stava ancora davanti al Signore".

Ecco, pregare è anzitutto questo stare alla presenza di Dio e starci con fiducia, entrando nell'intimità che Egli ci offre

v 23  "Abramo gli si avvicinò e gli disse: Davvero sterminerai il giusto con l'empio?"

La prima domanda di Abramo è di carattere giudiziale: è stata fatta presente al giudice l'accusa contro una collettività colpevole, però con alcune eccezioni di uomini giusti. Può il giudice pronunciare una sentenza di condanna che colpirà anche questi giusti? E se è questo il modo degli uomini, può Dio comportarsi alla stessa maniera?

v 24  "Forse ci sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai per riguardo ai cinquanta giusti?"

Per i Padri della Chiesa: “Abramo pensava: Non basta forse un po' di sale a conservare grande quantità di carne? Se c'è dunque forza nel sale per la carne, non ci sarà forza nei giusti per salvare gli ingiusti? (Procopio).

v 25  Lungi da te il far morire il giusto con l'empio (…). Forse il Giudice della terra non praticherà la giustizia?

Abramo usa le "armi bianche" dell'intercessione. Intercedere etimologicamente vuol dire "fare un passo tra", muoversi tra due realtà, cercando di evidenziare elementi che, dentro una situazione negativa, possono cambiarla in meglio. Dio è un Tu a cui Abramo si rivolge con familiarità appassionata, proprio perché si fida di Lui. C'è in quel che chiede, sia l'espressione di una carità che vuole la salvezza, il bene anche del nemico, e ancora prima c'è il desiderio della gloria di Dio perché, praticando una giustizia che entri nei parametri della misericordia, certamente Dio "dice" la sua identità e glorifica se stesso.

v 26  "Il Signore rispose: se a Sodoma troverò cinquanta giusti nella città, per riguardo a loro, perdonerò a tutta la città".

Ecco la prerogativa del Dio Vivente, il Dio biblico: non è un idolo muto, magari confinato su nel cielo. E' un Dio che risponde. Accetta il Tu, il dialogare dell'uomo, le sue proposte che tendono a far pendere la bilancia dalla parte della misericordia. La preghiera non può fare a meno di queste premesse.

vv 27-28    "Abramo riprese e disse: Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere. Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque distruggerai tutta la città? Non la distruggerò se…".

Più Abramo si avvicina a Dio più avverte il suo niente (polvere e cenere). Il suo intercedere presso Dio è dunque anche all'insegna di un cuore umile, consapevole dell'infinita differenza tra Creatore e creatura, che non impedisce però alla creatura l'audacia che sgorga da un'umile fiducia.

vv 29-31    "Abramo riprese ancora a parlargli (…). Rispose: Non la distruggerò…

Cresce il coraggio di Abramo che, sempre più audacemente fa' leva su quell'immensa misericordia che è il cuore stesso di Dio. Ed è talmente grande, di fatto, il prevalere della volontà di salvezza su quella di punire da parte di Dio che Abramo ottiene la sorprendente risposta: sì, anche un esiguo numero di giusti, agli occhi di Dio conta più di una maggioranza di colpevoli ed è in grado di fermare la sentenza di condanna.

vv 32-33    "Riprese: Non si adiri il mio Signore se parlo ancora una volta sola… Abramo se ne tornò alla sua abitazione".

Per Abramo e per chi narra è raggiunta ormai una posizione finale estrema, oltre la quale non è pensabile l'interrogare ancora. D'altro canto il profeta Ezechiele coglie in Dio quest'affermazione: "Andavo cercando in mezzo a loro un uomo che camminasse rettamente e stesse di fronte a me integro nel suo cuore per non distruggerlo del tutto e non lo trovai" (Ez 22,30). Quell'uno che non solo fu giusto, ma operò per molti salvezza e redenzione, sarà il servo sofferente profetizzato da Isaia (53,5.10): l'uomo Dio, l'uomo della Croce, Gesù.

 

 

 

Attualizzazione:

Circa l'invito a pregare, lanciato anche a livelli alti: dal Papa, dai nostri Vescovi e pastori, a volte c'è chi obietta: "Nelle calamità che colpiscono la gente bisogna rimboccarsi le maniche e aiutare concretamente. Ci vuole ben altro che mettersi in ginocchio a pregare!". Invece no! Prioritaria è l'importanza della preghiera che esprime il nostro essere persuasi che Dio non è confinato sulle nuvole. Non ci rivolgiamo ad un idolo muto ma a un Dio che è Padre ed è potente nel rispondere secondo la sua misericordia. Anche se l'attua, "i suoi pensieri" spesso distano dai nostri (cfr Is 55,8) la fede ci fa certi: sono verità, bontà e salvezza.

Un'altra obiezione: Dio sa già tutto. Che significa intercedere circa situazioni a Lui note? Risposta: "intercedere" è diverso che "far sapere" “Dio infatti sa di che cosa abbiamo bisogno" (Mt 6,32). Ma proprio la preghiera d'intercessione c'impegna ad aprirci a Dio e agli altri facendoci crescere nella consapevolezza che siamo uomini e donne perché siamo in relazione. E la nostra relazione è con Dio e con gli uomini. Di qui il nostro pregare "inter-cedendo" cioè muovendo un passo tra Qualcuno che può e chi è nel bisogno, a favore di quest'ultimo, proprio come fece Abramo. Davvero la preghiera d'intercessione, quando non è uno "sbrodolar parole" nel disimpegno della vita, ci fa prendere in mano noi stessi per unificarci attorno ad un'amorosa fiducia in Dio che polarizza le nostre responsabilità verso gli uomini: verso la giustizia, la solidarietà, il trionfo del bene dentro la storia, mai fuori di essa.

Lo sappiamo: il grande intercessore presso il Padre è Gesù (cfr Eb 5,7-9. 7,25 - Rm 8,34). Ma noi, radicati in Lui come il tralcio nella vite, noi fortificati da Lui, siamo da Lui stesso invitati a "chiedere, cercare, bussare" con insistenza e con perseveranza, come fece Abramo. Gesù ci ha detto che se noi, pur essendo cattivi diamo cose buone ai nostri figli, quanto più il Padre celeste darà "la cosa buona" per eccellenza: lo Spirito Santo! (cfr Lc 11,5-13).

Il dono dello Spirito Santo è di estrema necessità. E' Lui che illumina e agisce nei cuori perché si riesca a capire che quanto Dio vuole da noi è il meglio per noi: questo è ciò che sicuramente otterremo nella nostra preghiera d'intercessione, perché è stato Gesù a prometterlo!

Allora se preghiamo con questo cuore di fiducia, di umile perseveranza, con questo cuore che Dio stesso colma di carità verso tutti, anche verso i nemici, possiamo essere certi di non perder tempo ma di fare qualcosa di assolutamente importante: per noi e per la società in cui viviamo. Questo tipo di preghiera si fa voce di tutte le urgenze della nostra storia: da quelli dei giusti oppressi e angariati da guerre, a quelle dei poveri, delle vittime di questo nostro mondo all'insegna della violenza, della sofferenza, del sopruso. Rimboccarsi le maniche e darsi da fare è importante. Ma senza preghiera o con una preghiera debole, vale ben poco. Vissuta nella fedeltà a Dio e nella solidarietà con gli uomini la preghiera d'intercessione ci configura a Gesù e diventa soprattutto un "vivere davanti a Dio, nella posizione del Crocifisso, a braccia stese, abbracciando il mondo intero".

 

 

 

La Parola m’interpella

Ø      Dio che la Bibbia mi rivela è un Dio che ascolta. E io sono così radicato/a nella fiducia da sottoporgli in preghiera le mie e altrui necessità?

Ø      La mia preghiera d'intercessione, oltre che rivolgersi a un Dio di cui ho piena fiducia, è aperta alle necessità del mondo? Oppure è una richiesta che riguarda solo miei bisogni e, al più, quelli della ristretta cerchia dei miei familiari e amici?

Ø      Sono di quelli che non hanno mai tempo per pregare perché, in fondo, ritengono la preghiera meno utile di un aiuto materiale? Oppure sono uno che prega sì, ma con una preghiera "scollata dalla vita", per cui nei miei rapporti col prossimo sono menefreghista, egoista?

 

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

ORATIO        Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Mediante gli esercizi di consapevolezza del respiro,

mi rendo consapevole che Dio è una Presenza d'Amore.

E' qui: nel mio cuore.

Mi sta amando. E mi ascolta.

Consegno dunque a Lui, con piena fiducia,

sia quello che riguarda me e i miei cari,

sia situazioni che, nel mondo, hanno tanto bisogno di essere illuminate e sanate da Dio.

Non ritengo inutile parlarne a Dio,

mentre Lui dilata il mio cuore alle dimensioni della sua carità.

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!

 

 

JJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJ 

 

Ritiro On Line in lingua inglese

ON LINE RETREAT

JANUARY 2007

 

 

I worship the Word of God, the Icon and Crucifix.

 

I trace the Sign of my faith, the Sign of the Cross, on myself. It is the Sign which was given to me in Baptism and distinguishes me as Christian.

 

“Now that we are about to welcome his glorious Cross, the Cross that has accompanied young people on the roadways of the world, let this consoling and demanding word echo in the silence of your hearts: <Blessed are they…>”.

[XVII World Youth Day in Toronto, Welcoming Ceremony to the Young People, Address of John Paul  II, 25 July 2002]

 

“God, who became a lamb, tells us that the world is saved by the Crucified One, not by those who crucified him. The world is redeemed by the patience of God. It is destroyed by the impatience of man.”

[Mass for the beginning of the Petrine Ministry, Homily of Benedict XVI, 24 April 2005]

 

I invoke the Holy Spirit:

Oh Holy Spirit,

soul of my soul,

only in You can I cry out: Abba, Father.

 

Only You, Spirit of God, 

can teach me how to ask

 and suggest to me what to ask.

 

Oh Spirit of Love,

stir up my desire to walk with God:

You are the only one who can stir it up.

 

Oh holy Spirit,

You pry into the secrets of the soul where you dwell on 

and you cannot bear even its slightest imperfections :

burn them all through the fire of Your love.

 

Oh holy and sweet Spirit,

always orient my will to Yours,

so that I can know it clearly,

love it fervently and fulfill it effectively.

Amen

(St. Bernard)

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

 

I contemplate the signs of the Passion which are impressed in the Crucifix.

 

“Gathered around the Lord's Cross, we look to Him…”

[XVII World Youth Day in Toronto, Welcoming Ceremony to the Young People, Holy Father's Address, 25 July 2002]

 

LECTIO          I open the Word of God and, while standing, read the passage.

From the book of Genesis (Gn 18,22-33)

22 While the men left there and went to Sodom, Yahweh remained in Abraham's presence. 23 Abraham stepped forward and said, “Will you really destroy the upright with the guilty? 24 Suppose there are fifty upright people in the city. Will you really destroy it? Will you not spare the place for the sake of the fifty upright in it? 25 Do not think of doing such a thing: to put the upright to death with the guilty, so that upright and guilty fare alike! Is the judge of the whole world not to act justly?” 26 Yahweh replied, “If I find fifty upright people in the city of Sodom, I shall spare the whole place because of them”.

27  Abraham spoke up and said, “it is presumptuous of me to speak to the Lord, I who am dust and ashes. 28 Suppose the fifty upright were five short? Would you destroy the whole city because of five?”. “No”, he replied. “I shall not destroy it if I find forty-five there”. 29 Abraham persisted and said, “Suppose there are forty to be found there?” “I shall not do it”, he replied, “for the sake of the forty”.

30 Abraham said, “I hope the Lord will not be angry if I go on: Suppose there are only thirty to be found there?” “I shall not do it”, he replied, “if I find thirty there”. 31 He said, “It is presumptuous of me to speak to the Lord. Suppose there are only twenty there?” “I shall not destroy it”, he replied, “for the sake of the twenty”. 32 He said, “I trust my Lord will not be angry if I speak once more: perhaps there will only be ten.” “I shall not destroy it,” he replied, “for the sake of the ten.” “I shall not destroy it”, he replied, “for the sake of the ten.”

33 When he had finished talking to Abraham Yahweh went away, and Abraham returned home.

Word of God

 

The Word of God written in the Bible should be read with a pen, not just with the eyes!

“Reading” also involves underlining the text so as to highlight the important parts.

It's a very simple thing, but must be done with a pen, it should not just be thought of.

 

MEDITATIO    While sitting, I read the Word slowly, several times. Reading the Word of God is also praying. We have entered the most sacred and the longest phase of our on-line retreat: “The Great Silence”! The Holy Spirit is the protagonist.

 

Enzo Bianchi writes: "Intercession is not a function, a duty, something to do, but the very essence of the life devoured by God's and men's love.". This is what clearly emerges from the passage of Genesis where Abraham, "our Father in faith”, proves to be the major intercessor for his people, over a dramatic period  of history, right because he burns with love for God and his brothers.

 

Background

This story can be traced back after the visit of the three mysterious characters to the Oaks of Mamre, where they preannounced that within a year a child would be born from Sarah's sterile womb. This is followed by God's monologue over Sodom's moral deterioration and Abraham's passionate prayer, which, however, deserve further analysis. Then, the author describes the persistent depravation and the resulting punishment for  all  the impious of Sodom and the nearby towns.

 

Structure:

The story is all based on a question-answer structure. The narration revolves around Abraham's awareness  to progressively scale down the number of those upright individuals for whom the Lord could forgive His people. This structure, in the crescendo of the passionate proposal quantified by Abraham, expresses the power of an intercession prayer characterised by a faith becoming more and more confident in God's mercy and  by a full confidence turning into audacity.

 

A thorough reading of the text

v 22  “Yahweh remained in Abraham's presence".

First of all, praying is standing confidently in the presence of God, in close intimacy with Him .

v 23  "Abraham stepped forward and said, “Will you really destroy the upright with the guilty?"

Abraham's first question is of a judicial nature: the judge was advised as to the accusation against a guilty collectivity, yet with the exception of some upright people. Can the judge pronounce a judgement affecting the upright people too? And if this is man's conduct, can  God also behave likewise?

v 24  "Suppose there are fifty upright people in the city. Will you really destoy it? Will you not spare the place for the sake of the fifty upright in it?"

The Fathers of the Church said: “Abraham thought: Is some salt enough to store a large quantity of meat? So, if salt has enough force for meat, won't there be sufficient force for upright people to save the Unjust? (Procopio).

v 25  Do not think of doing such a thing: to put the upright to death with the guilty   (…). Is the judge of the whole world not to act justly?

Abraham uses the “white weapons” of intercession. Etymologically, interceding means “ to take a step inbetween”, moving between two situations, trying to pinpoint some elements that may improve a negative situation. God is a sort of friend to Abraham, to the point that he addresses Him with passionate familiarity, right because he trusts Him. In his requests lies the expression of a charity aiming at salvation, even at his enemy's good. Also, there is the desire for the glory of God because, by practising a mercy-based justice, God certainly reveals His identity and glorifies Himself.

v 26  "Yahweh replied, “If I find fifty upright people in the city of Sodom, I shall spare the whole place because of them.”

Here is the distinctive feature of the Living God, the Biblical God: it's not a dumb idle confined to  Heaven.  He is an answering God. He accepts first-name terms, he accepts the dialogue with man, he accepts his proposals which tend to tip the scales in favour of mercy. Without these premises, a  prayer cannot exist.

vv 27-28    "Abraham spoke up and said, “It is presumptuous of me to speak to the Lord, I who am dust and ashes. Suppose the fifty upright were five short? Would you destroy the whole city because of five? I shall not destroy it if…".

The more Abraham approaches God, the more he perceives his nothingness (dust and ash). His intercession with God is therefore based on a humble heart, which is aware of the infinite difference between the Creator and His creature. However, it does not prevent the creature from acting with the audacity  resulting from humble trust.

vv 29-31    "Abraham persisted and said (…). He replied, “I shall not do it…

Abraham grows in courage. He increasingly relies on that immense mercy, which is the heart of God.  God's desire for salvation exceeds that for punishment; thus, Abraham receives a surprising affirmative answer: amazingly, in the eyes of God, even a tiny number of upright people, compared to the majority of guilty, can halt His sentence of condemnation.

vv 32-33    "He said, “I trust my Lord will not be angry if I speak once more...... Abraham returned home".

Both Abraham and the narrator come to an extreme conclusion, beyond which one cannot go any further. On the other hand, prophet Ezekiel seizes this affirmation in God: "Thus I have searched among them for someone who could build a wall or stand in the breach before me to keep me from destroying the land; but I found no one

 (Ez 22,30). That one would not only be an upright, but would act for the salvation and redemption of many souls. Yes, he would be the suffering servant prophesied by Isaiah (53,5.10): the living God, the Crucified man.

 

Bringing up-to-date:

As for the invitation to pray, also made by the Pope, our Bishops and priests, sometimes  there is someone objecting : "In calamities striking people, we have nothing to do but tuck up our sleeves and offer concrete help. It takes more than prayers !".  That's totally wrong! Prayer is of utmost importance! It expresses our conviction that God is not retired in Heaven. We are not referring to a dumb idle, but to a God who is Father, who is powerful in His answers according to His mercy. Even if He accomplishes it, and His thoughts are often so different from ours (cf Is 55,8), faith makes us certain through His Truth, Goodness, Salvation.

Another objection: God already knows everything. So, what does it mean interceding for  situations He already knows? The answer: “interceding” is different from “letting someone know” All these things the pagans seek. Your heavenly Father knows that you need them all  (Mt 6,32).  Instead, intercession prayer forces us to open our hearts to God and to others, thus increasing our awareness that we are men and women in that we can establish a relationship. And our relationship is with God and with humans alike. Hence our prayers through intercessions, that is, creating a link between Someone who can and someone in need, as in the case of Abraham. Intercession prayer, therefore, is not a waste of words; in truth, only this way can we realize our Loving Unity with God, focusing our responsibilities on men, justice, solidarity, the triumph of good within and not outside history.

We already know that the great  intercessor with God is Jesus (cf Heb 5,7-9. 7,25 - Rm 8,34). Yet, we, deeply rooted in Him like the branch in the vine, we, fortified by Him, are invited by Him to "ask, seek, knock” persistently as Abraham did. Jesus, indeed, told us that if we, despite our wicked nature, can give good gifts to our children, the Heavenly Father will give us, in abundance, the Good thing par excellence: the Holy Spirit! (cf Lk 11,5-13).

The gift of the Holy Spirit is absolutely needed. It is the Holy Spirit who enlightens and acts in our hearts so that everyone can realise that what God wants is the best for us: this is what we will certainly receive in our intercession prayers, because these are Jesus's promises!

Then, if we pray with this confident, persevering heart that God Himself fills with charity for everyone, including our enemies, we can be certain that we are not wasting time, but we are doing something that really matters to us and the society we live in. This kind of prayer expresses all urgencies of our history: from those of the war-oppressed upright people to those of the poor and the victims of this world based on violence, suffering and abuse. Tucking up our sleeves and committing ourselves is surely important.  Yet, without a prayer or with a weak prayer, all this has very little meaning.

When focused on God's fidelity and solidarity with men, intercession prayer makes us similar to Jesus and becomes primarily a “life before God, in the position of the Crucified One,  our arms outstretched to hug the whole world”.

The word asks me questions

Ø      The God revealed by the Bible is a listening God. Am I so deeply confident as to submit my and others' needs to Him?

Ø      Is my intercession prayer, besides addressing a God whom I fully trust, opened to the world's needs? Or does it only concern my specific needs and those of my relatives and close friends?

Ø      Am I like those who never have any time to pray as they think prayer is less useful than material help? Or am I a person whose prayer is detached from daily life and therefore, I am  selfish and insensitive towards my neighbours?

 

Meditation is not a practice for its own sake, but tends to let me enter into a dialogue with Jesus, to become prayer.

 

ORATIO        I humbly pray for being consistent with the indications emerged from the meditatio. I express faith, hope, love. Prayer extends and becomes such for our friends, our community, for the Church, for all men. Prayer can also be recited by ruminating over some phrases of the passage, repeating that or those which struck me most for my meditation.

 

Through the breath awareness exercises

I realise that God is a Presence of Love.

He dwells on my heart.

He is loving me. And he is listening to me.

Then I, in full confidence, entrust Him with my personal situations,

with those concerning my dear ones,

and with situations across the world so much in need of God's healing.

I don't deem it useless to speak to God about them,

while He dilates my heart to the greatness of his charity.

 

 

CONTEMPLATIO     I feel the need to concentrate on Jesus only, to let myself be reached by His mistery, to rest on Him, to receive His love for me. It is the perception  of the Kingdom of God penetrating me, it is the certainty of touching Jesus.

 

It's Jesus who precedes us, accompanies us, who is close to us, Jesus alone! Let's contemplate this mystery in silence: God is close to every man!

 

Through Him, with Him and in Him,

in the unity of the Holy Spirit,

all glory and honour is yours, Almighty Father,

forever and ever.

 

ACTIO     I commit myself to living out a verse of this passage, the one that struck me most in my meditatio, the one I repeated in my oratio,  I lived as silent prayer and adoration in my contemplatio and  which I now live in my actio.

 

The action I've done changes my heart round and causes a U-turn in my life. What has been meditated becomes life now!

 

I pray with the Liturgy of the Hours, the canonical hour of the day suitable for the specific moment.

 

I conclude my lectio, reciting peacefully the prayer we have learnt from Jesus: Our Father....

 

Bye for now!