Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.
Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Signore, ti loderò con cuore sincero,
voglio osservare i tuoi decreti: non abbandonarmi mai.
Con tutto il mio cuore ti cerco: benedetto sei tu, Signore.
Voglio meditare i tuoi precetti, considerare le tue vie.
Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola.
Aprimi gli occhi, dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge.
Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti.
Venga a me, Signore, il tuo amore.
Camminerò in un luogo spazioso; alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo.
Nel cuore della notte mi alzo a renderti grazie.
Del tuo amore, Signore, è piena la terra.
Tu sei buono e fai il bene: bene per me è la legge della tua bocca.
Per sempre, o Signore, la tua parola è stabile nei cieli.
Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.
Tu sei mio rifugio e mio scudo: Tu, Signore, sei vicino.
Sgorghi dalle mie labbra la tua lode, la mia lingua canti la tua promessa.
(dal salmo 119)
Veni, Sancte Spiritus
Veni, per Mariam.
1Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
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Parola di Dio.
MEDITATIO Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.
Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza.
Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarsi plasmare dal suo stesso "cuore".
Entrare in profondità - il contesto
Il brano evangelico narra la chiamata di Gesù a Pietro. Luca colloca la chiamata dei primi discepoli dopo che la fama di Gesù si era già estesa per tutta la regione (Lc 4,14). Gesù aveva curato molta gente (Lc 4,40) ed aveva pregato nelle sinagoghe di tutto il paese (Lc 4,44). La gente lo cercava e la moltitudine lo spingeva da tutte le parti per udire la Parola di Dio (Lc 5,1).
Luca rende comprensibili i passi lungo i quali si è sviluppata la chiamata di Pietro: in primo luogo, Pietro ascolta le parole di Gesù alla gente; poi è testimone della pesca miracolosa; solo dopo questa duplice esperienza sorprendente, capisce la chiamata di Gesù. Pietro risponde, lascia tutto e diventa “pescatore di uomini”.
Approfondimento del testo
“Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù…” (vv 1-3)
L'inizio della narrazione di Luca è molto pacato e tranquillo. Se guardiamo i vv. 1-3 ecco cosa si descrive: Gesù è in riva al lago ed è attorniato dalla folla; non ci meravigliamo: già dal cap. 4 si diceva che la fama di Gesù si diffondeva dappertutto, e dopo l'insuccesso di Nazareth la predicazione e l'attività taumaturgica di Gesù hanno ripreso alla grande, senza sosta: insegna a Cafarnao, scaccia un demonio, guarisce la suocera di Pietro e tutti gli ammalati e indemoniati della città; poi si sposta costeggiando il lago, e non è da meravigliarsi se sia sempre circondato da molta gente. Anzi, così tanta gente che per andare meglio a predicare, o per non essere schiacciato dalla folla, Gesù chiede alloggio sulla barca di Simone. Sale sulla barca, prega Simone di scostarsi un poco da terra, si siede (come un bravo maestro) e insegna. Notiamo i movimenti di Gesù. All'inizio sta sulla riva, insieme alla folla; poi sale nella barca e, insieme a Pietro, si scosta un po' da terra; e così contemporaneamente si allontana dalla folla e si avvicina a Pietro. È solo il primo passo dell'incontro tra Gesù e Pietro, perché Gesù continua a parlare con la folla e non si rivolge ancora a Simone. Però Luca avverte questo movimento e decide di non raccontarci l'insegnamento di Gesù alla folla; in mezza riga liquida il discorso.
“Quando ebbe finito di parlare disse a Simone: ‘Prendi il largo e gettate le vostre reti…” (vv 4-7).
Al v. 4 Gesù ha già dimenticato la folla; entriamo nel vivo della narrazione, e i personaggi sono Gesù, Pietro, e gli altri che erano con lui.
I vv. 4-7 sono il racconto di un miracolo: sulla parola di Gesù, Pietro getta le reti e pesca una quantità enorme di pesci. Ma riassunto così il miracolo non dice nulla; in realtà nel racconto di Luca c'è tutta una serie di dati, di dettagli, di sfumature che dice come sia stato un miracolo gigantesco, una cosa eccezionale.
Primo dato: Gesù non è un pescatore, ma Simone sì, e ha già pescato tutta la notte senza prendere nulla; quindi Gesù riesce laddove dei pescatori, cioè dei professionisti, nel tempo migliore della giornata che è la notte, hanno già provato a pescare, ma inutilmente, senza risultato. Questo è un primo dato che fa risaltare il miracolo di Gesù.
Un secondo elemento è la quantità smisurata di pesci; Luca dice in tutti i modi che i pesci pescati da Pietro e compagni sono tantissimi: «presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano; …vennero i compagni dell'altra barca e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare». È un miracolo eccezionale, straordinario, ad effetto quello a cui assistono, o meglio sono partecipi, Pietro e i suoi compagni.
“Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: ‘Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore’…” (vv 8-9).
Ha proprio fatto effetto questo miracolo su Pietro e sugli altri che erano con lui; è quanto ci raccontano i vv. 8-9: rimangono tutti impressionati. La reazione di Pietro, poi, è quella su cui Luca attira di più la nostra attenzione: «al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore"» (v. 8). Con il gesto di prostrarsi ai piedi di Gesù e dire "allontanati da me, perché sono un peccatore" Pietro esprime tutta la grandezza di Gesù e la piccolezza sua. Come Isaia, che di fronte a Dio che si rivela in tutta la sua gloria dice: «Ohimè, sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono, in mezzo ad un popolo dalle labbra impure io abito» (Is 6,5). Nella Bibbia c'è la consapevolezza che non si può avvicinare troppo Dio e tutto ciò che lo riguarda; chi vede Dio muore. Pietro è così profondamente consapevole di avere di fronte una persona eccezionale, che non si ritiene degno di stare alla sua presenza. Tutta la grandezza, allora, con cui avviene il miracolo, la pesca miracolosa, ha questo scopo: far percepire a Pietro e a quelli che erano con lui, la straordinarietà di quella persona che sta lì, in barca con loro.
“Gesù disse a Simone: ‘Non temere,d’ora in poi sarai pescatore di uomini’. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.” (vv 10-11).
Pietro conosceva già Gesù: aveva guarito sua suocera e poi sempre a Cafarnao aveva fatto tanti altri miracoli; ma quelli erano miracoli "normali", se si può dire così; nel senso che dopo Simone era tornato a fare il suo lavoro. Questa volta invece l'esito è diverso, l'uomo cambia vita: «tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono», così finisce il racconto al v. 11. Non c'è neanche bisogno che Gesù formalizzi la chiamata, dica «Seguitemi»; dopo il miracolo, per Pietro Giacomo e Giovanni tutto diventa secondario, relativo, rispetto a Gesù. Proprio tutto diventa relativo, anche la gran quantità di pesce pescato: intuito chi è Gesù, non portano neanche via il pesce, ma lo lasciano lì ai garzoni, insieme con le reti la barca e tutto il resto: lasciato tutto, lo seguirono. Non so se si può usare questa immagine, ma tutto quel pesce su cui il racconto di Luca insiste tanto è solo un'esca con cui Gesù attira a sé Pietro, Giacomo e Giovanni; ed è stata un'esca azzeccata: erano pescatori e Gesù li ha stupiti facendo fare loro una pesca meravigliosa. Ma tutto aveva un solo scopo: che si accorgessero di lui, che percepissero la sua presenza eccezionale, prioritaria su tutto il resto. Incontrato Gesù, dei pesci non è più interessato niente a nessuno.
La Parola m’interpella, soffermiamoci:
Sembra proprio che sia un modo di fare di Dio, che non spinge, ma attira; non forza, ma affascina; non costringe, ma stupisce, incanta, seduce, per usare un'immagine di Geremia. Potrebbe anzi essere bello rileggere qualche passaggio del capitolo 20 di Geremia: «mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre, mi hai fatto forza e io mi sono lasciato sedurre.» (v. 1); ma questo "mi hai fatto forza" non è di chi è costretto, quanto piuttosto di chi è ammaliato nell'intimo: «Mi dicevo: "non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome", ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo» (v. 9). Questo è il modo di agire di Dio. Anche la vocazione di Isaia ha uno schema molto simile a quella di Pietro: Dio affascina Isaia, che si sente impuro perché percepisce la presenza di Dio, e allora è pronto per la missione (cfr. Is 6,1-8).
Certo, leggendo la vocazione di Pietro non bisogna cadere nella tentazione di farne uno standard: Pietro era una persona impulsiva e Gesù l'ha affascinato con un miracolo. S. Agostino invece era un tipo intelligentissimo e molto riflessivo, ed è arrivato ad incontrare il Signore solo dopo un lungo cammino intellettuale; di fronte ad un miracolo, il giovane Agostino avrebbe forse reagito con scetticismo, non con lo stupore di Pietro.
Non tutti, pregando, ricordiamo il giorno e l'ora esatti in cui siamo stati folgorati da Dio. Però tutti possiamo tracciare un percorso, mettere insieme delle tappe, congiungere i puntini e vederne emergere una figura. Magari guardando indietro ci verrà da sorridere, al pensiero di come il Signore ci ha conquistati con cose che adesso ci sembrano banali, guardandole cinque o dieci o venti anni dopo; come i pesci di Pietro, erano solo un'esca, l'importante è avere incontrato lui.
Per chi è sposato, dev'essere bello ripercorrere la storia dell'incontro con la propria moglie o marito, oltre a quella dell'incontro con Dio. Ma un po' tutti possiamo ricordare con stupore di come magari per sbaglio abbiamo incontrato una persona, che poi ci è divenuta amico/a, e le nostre vite sono state legate per sempre.
ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
“Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla!”.
Sono le parole di Pietro, o Gesù, ma possono essere benissimo anche le mie parole.
Quanti fallimenti, amarezze, delusioni!
Non è facile, Gesù, fare quello che mi chiedi; non è facile prendere il largo, non è facile lasciarmi alle spalle frustrazioni ed insuccessi,
stanchezze e fallimenti e fidarmi solo di Te e della tua Parola.
Eppure, o Gesù, tu mi chiedi proprio questo: mettere da parte le mie logiche e le mie competenze,
mettere da parte i miei progetti e le mie previsioni e, “sulla tua Parola”, calare di nuovo le reti.
Tu mi chiedi un’obbedienza carica di fiducia. E’ unicamente la tua Parola che riempie le reti di pesci.
Tu, o Gesù, vuoi salire sulla mia barca, vuoi avere bisogno di me per poter raccontare il vangelo al mondo.
Se lo dici tu, o Gesù, mi fido; rischio la vita “nel tuo Nome”, sulla tua forza, sul tuo Amore.
(d. Canio Calitri)
CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
“Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare;
poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore.”
(Isaia 41, 1-3)
Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.
AMEN
ACTIO Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti da una lectio tenuta nel Seminario Maggiore di Padova)