RITIRO ON LINE - dicembre 2023     










Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

    (Duomo di Milano - interno)

Padre, mandaci il tuo Spirito che sia per noi un fuoco ardente e luminoso,

illumini le nostre tenebre e ravvivi una volta ancora il nostro amore.

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

==========================================================

TRADITIO SYMBOLI

Nella lectio-meditazione di questo mese ascolteremo il cardinale Carlo Maria Martini nell'omelia che pronunciò in occasione della celebrazione della “Traditio symboli” del 2002.

La “Traditio symboli” è un'antica tradizione che oggi si celebra nel rito ambrosiano il sabato precedente la Domenica delle Palme, che prende appunto nome di “Sabato in traditione syimboli”.

Anticamente la celebrazione consisteva nella “consegna” del Credo (symbolum fidei) ai catecumeni.

Dai tempi del cardinal Martini alla cattedra milanese, questo gesto è diventato, simbolicamente, l'occasione per una convocazione dei giovani in Duomo per una veglia di preghiera che abbia al centro la “conferma” della propria fede mediante la “riconsegna” del Credo ai giovani da parte del vescovo.

Durante la celebrazione del 2002 sono presenti, oltre a ottanta catecumeni, i giovani del gruppo di preghiera delle “Sentinelle del mattino”, cui il vescovo si rivolge in particolar modo, dopo averli seguiti in un lungo percorso spirituale, riconsegnando loro i punti chiave delle riflessioni frutto dei loro incontri, in un susseguirsi di esortazioni che costituiscono l'ultimo discorso del vescovo Martini ai giovani.

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.      Luca 19,1-10

 

1 Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2 quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo.

10 Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"

 

  NON ABBIATE PAURA

 

Traditio symboli

All'inizio del cammino delle “Sentinelle del mattino” avevo ricordato le parole del profeta Gioele, citato dagli Atti degli Apostoli: «I vostri vecchi avranno sogni e i vostri giovani avranno visioni». Ecco, proprio di queste visioni profetiche di futuro è ricco il testo sinodale che mi avete consegnato come frutto del lavoro dei vostri incontri, ognuna di esse è come una perla che oggi è mio compito restituirvi tramite questa piccola collana, di cui vi farò dono, in cui ho infilato una a una alcune delle vostre perle che comporranno questa mia omelia.

 

Come Gesù attraverso la città di Gerico

Comincerò dunque a menzionare queste vostre perle a partire dal testo di Vangelo letto nella celebrazione di questa serata così particolare. Si tratta dell'episodio in cui Gesù, passando per Gerico, si ferma in casa di Zaccheo. L'incontro di Gesù con Zaccheo parte da un'icona fondamentale che nel Vangelo suona così:

«Entrato in Gerico Gesù attraversava la città».

 È questo il titolo che vorrei dare alla mia omelia, perché pensando alle vostre assemblee che hanno radunato i rappresentanti dei giovani delle nostre parrocchie e comunità ho visto davanti a me questa scena evangelica di Gesù che, circondato dalla folla, entra nella città di Gerico e, con la libertà che gli deriva dall'obbedienza al Padre, attraversa per intero questa città.

Gesù, poco prima di entrare in Gerico, aveva dato la luce agli occhi del mendicante cieco e subito dopo non ha paura di misurarsi con la convivenza degli uomini: entra nella città, si presenta con una straordinaria padronanza di sé mentre la folla entusiasta grida:

«Passa Gesù il nazareno!» , ma Gesù va diritto per la sua strada perché sa bene dove deve andare.

Quel che voglio dirvi, carissimi giovani, è: abbiate anche voi il coraggio di attraversare per intero la città, passate tra le folle nel nome di Gesù, andate diritti per la via dell'obbedienza e della fede senza preoccuparvi troppo di ciò che di voi dice la gente, sappiate comunque che qualcuno o qualcosa vi attende.

Difatti nel cammino delle “Sentinelle del mattino” avete gustato, avete capito la fatica e la bellezza di attraversare la città: siete stati in mezzo ai giovani, li avete ascoltati, avete colto ciò di cui hanno più bisogno, vi siete mescolati fra di loro senza disperdervi; avete capito che le nostre città hanno bisogno di voi e vi attendono, anche se magari senza averne piena coscienza.

Non abbiate dunque un’idea della fede troppo intimistica. Gesù parlava per le strade, entrava nelle case, non faceva differenze, era rispettoso ma deciso e al Suo passaggio saliva la lode a Dio perché proclamava l'Evangelo.

Non richiudetevi mai, perché la Chiesa è aperta al mondo, e tutta la nostra Chiesa di Milano ha ascoltato l'anelito della vostra fede e il vostro modo di porvi nella storia ha fatto notizia.

Avete descritto i problemi della gente di oggi; avete sperimentato quel metodo dell'ascoltare, discernere e decidere che voi stessi indicate nel sinodo come riferimento positivo per qualificare anche gli ulteriori cammini formativi; avete gustato l'impegno e la bellezza di camminare insieme giovani delle parrocchie, dei movimenti, dei diversi gruppi di impegno lavorando con il vescovo per il bene della nostra Chiesa diocesana. Questi beni preziosi che avete sperimentato li affido a coloro che nelle parrocchie, nei decanati, nelle aggregazioni ecclesiali e negli organismi diocesani operano con i giovani e per i giovani.

 

Come Zaccheo sul sicomoro

A tutti voi nel momento in cui trasmettiamo il simbolo della fede, guardando in particolare alle generazioni nuove, cioè ai circa ottanta catecumeni qui presenti stasera, vorrei affidare a partire dal vostro sinodo alcune consegne decisive, le stesse che l'evangelista Luca ci ha affidato attraverso la pagina di Zaccheo: cercate Gesù che viene a salvare ciò che è perduto, cercate Gesù che viene a costruire esperienze nuove di vita comune, cercate Gesù che viene a essere vicino ai poveri di ogni categoria, anche ai poveri di fede e di speranza.

Zaccheo ha saputo cogliere l'occasione di un passaggio irripetibile, non era abituato alla Sua presenza, ma intuiva che Gesù aveva qualcosa di grande da dargli e per questo salì su un sicomoro per vedere Gesù.

Abbiate anche voi la forza di cercare Gesù! Qualcosa attirava Zaccheo verso di Lui e tuttavia qualcosa lo faceva sentire anche molto distante da Lui, forse il modo di vivere e operare di Gesù metteva a disagio Zaccheo, lo faceva sentire inadeguato, come molti giovani confessano oggi.

Zaccheo, un pubblicano così sicuro nel pretendere, così incoerente nell'operare, così solo e insoddisfatto nelle sue relazioni; a volte anche voi avete detto nel vostro sinodo di sentirvi piccoli, non all’altezza delle situazioni, di essere spesso in pochi. È necessario perciò salire sull'albero, ascoltare la parola del Signore, ricevere il Suo invito, accettare di entrare in un rapporto singolare con Lui: voi avete fatto questa fatica, avete diffuso intorno a noi questa divina curiosità, nel vostro cuore si è mossa una nuova energia, un nuovo benessere, una volontà straordinaria di bene che vi indurrà a nuove e precise decisioni. Il Signore è venuto e vi ha riempito di gioia.

 

Cercate Gesù

Seguitando a ispirarmi all'ordine del racconto evangelico ribadisco la prima consegna, che poi è la prima delle vostre perle che ho voluto richiamare: cercate Gesù e siate contenti di essere cristiani, cioè identificati come coloro che sono di Cristo, che stanno dalla parte di Gesù Cristo. Non siate eccessivamente preoccupati di molte cose, superate il disagio di essere piccolo gregge, smettetela di lamentarvi per questo motivo e piuttosto considerate la grazia e il privilegio che avete.

Esprimetevi con sincerità e sicurezza, gioiosi di vivere da cristiani nel mondo, pochi o molti che siate, perché la testimonianza non è una propaganda superficiale e subito vincente, non è una preoccupazione per l'audience, ma innanzitutto una riconoscente convinzione di un dono ricevuto, un benessere da diffondere, una gioia da far provare anche ad altri.

Ricercate Gesù nella vita quotidiana: la famiglia, gli amici, lo studio, il lavoro sono i primi luoghi di vita dove si può incontrare il Signore. Mantenete la precisione della preghiera quotidiana, del mattino e della sera, esprimetevi in una buona disponibilità all'incontro e all'aiuto concreto degli altri; tenete desta l'intelligenza con un pensiero vivo sulle cose e sul mondo, disponetevi al servizio dei fratelli: in tutto questo si gioca innanzitutto il vostro vivere da cristiani, il portare il nome di Gesù.

 

La Parola…

 Seconda perla che vi raccomando e affido: custodite la Parola, mantenete il primato della Parola e custodite la Bibbia nel cuore, ve l'affido come il dono più bello. Nella mia vita la Bibbia mi ha sempre accompagnato nella gioia e nel discernimento, nella preoccupazione e nella speranza, e confido che sempre mi accompagnerà.

Entrate con fiducia nel terzo millennio portando questa preziosa eredità. Vi raccomando dunque la pratica della lectio divina: essa mi ha sempre accompagnato in tutto il mio ministero episcopale e mi sono sentito molto consolato nel vedere tantissimi giovani e molte comunità in questi ventidue anni entrare progressivamente e con frutto nelle pagine della Scrittura, gustarla, scoprirla e a partire da lì intraprendere decisioni e orientamenti di vocazione e di vita.

 

…e la preghiera

 La terza perla che vi restituisco è: domandate il dono della preghiera, domandatelo per poter vedere Gesù, perché, come avete scritto voi stessi, la preghiera è luogo di comunione intima con Dio e fonte della gioia che ogni giovane è chiamato a esprimere con la propria vita.

Sostenete nella comunità cristiana la bellezza delle celebrazioni e dei sacramenti con linguaggi e strutture che rendano più visibile lo Spirito. Ricordatevi che solo il dono della preghiera praticato con fedeltà e perseveranza fa gustare il mistero di Dio e illumina le scelte fondamentali della vita.

 

Vita fraterna

 Una quarta consegna vi voglio affidare. Costruite esperienze di vita fraterna secondo la tradizione più vera delle nostre comunità.

La parola di Dio per essere ascoltata ha bisogno di un contesto comunitario, l'eucaristia ha bisogno di una mensa attorno alla quale condividere la vita; proprio per questo Luca nel suo Vangelo ci racconta che Gesù volle incontrare Zaccheo a casa sua.

Gesù non si è preoccupato di gestire immediatamente la grande folla, vuole bene a tutti ma si prende cura in modo particolare di ciascuno e il suo pensiero più profondo in quel momento è andare dritto al cuore di Zaccheo, entrare nella sua casa, lasciare una traccia, niente lo ferma (inclusa la possibile maldicenza della gente).

Perciò anche voi siate accoglienti, aprite le vostre relazioni e i vostri rapporti umani, imparate a salutare, a stabilire nuove amicizie, ad allargare il numero dei conoscenti e degli amici. Nelle vostre relazioni ci sia spazio per chi condivide già le gioie del Vangelo, ma anche per chi è più lontano per formazione, per tradizione, per storia personale, per contesto famigliare, per situazione ecclesiale; siate capaci di accogliere i fratelli di fede, ma anche i fratelli di umanità.

Ci vuole attenzione comunitaria e dedizione personale perché i luoghi della comunità cristiana siano un crocevia più sciolto, più leggero, più capace di addentrarsi nei veri bisogni dei giovani e dei ragazzi di oggi. Non è un compito facile, ma molti non si aspettavano niente da Zaccheo, eppure Gesù a quest'uomo dà una nuova speranza, gli cambia la vita e lo riempie di gioia; Zaccheo si è sentito cercato, chiamato, conosciuto, accolto e ha ricevuto il centuplo.

 

La “casa comune”

Quinta perla che vi restituisco: inventate forme nuove di vita fraterna. Condividete la gioia di una casa comune, una domus ecclesiae, prima che un edificio ci sia un contesto, un luogo permanente di incontro, ci siano giorni di vita insieme in cui si respiri uno stile di fraternità, di lavoro e di preghiera, tempi comuni dentro la vita ordinaria per imparare a fare bene le cose di tutti i giorni e per interpretare insieme la parola e la cultura contemporanea con l'intelligenza della fede e con il desiderio di dialogare con tutti.

 

Legami affettivi

 La sesta perla che vi rendo è quella di coltivare con vigilanza i legami affettivi. Avete espresso nelle pagine frutto del vostro sinodo il giusto desiderio di capire e di vivere il senso vero della vostra affettività e della sessualità umana. Oggi i legami affettivi occupano uno spazio molto intenso nella relazione giovanile e a volte le relazioni di coppia sostituiscono troppo precocemente e con alterna durata altri legami diventati troppo deboli, quali per esempio quelli con i genitori e i parenti, i legami sociali o le relazioni amicali di gruppo.

Auspico che la comunità cristiana vi possa aiutare in questa sfera così rilevante della vita a essere meno da soli mediante una sapiente e aggiornata descrizione dell'evoluzione dell'amore con l'apporto delle scienze umane e con l'accompagnamento individuale discreto e sincero.

A volte so che non vi è facile comprendere i suggerimenti della Chiesa, ma sappiate che le indicazioni morali che devono orientare il comportamento sono un frutto della grazia; esse chiedono senza dubbio un certo sacrificio della volontà, ma sono un dono che vi aiuta a

crescere e a restare fedeli nell'amore.

 

Nuove strade per la Chiesa

Settima perla: amate la Chiesa e costruite per essa strade nuove. È la Chiesa che mediante il battesimo vi ha generati nella fede, è questa Chiesa che oggi vi riconsegna il Credo, questa Chiesa che vi ha custoditi, nella Chiesa lo Spirito Santo vi accompagnerà.

Avete espresso nel vostro sinodo il desiderio di essere aiutati da uomini e donne spirituali con disponibilità e amorevolezza a orientare le vostre scelte quotidiane, a indirizzare le vostre decisioni definitive verso il discernimento e l'esperienza piena della vostra vocazione: dunque amate la Chiesa e in essa non vi sentirete mai da soli.

Possiate essere nella Chiesa adulti nella fede e partecipare in prima persona a qualche ministero. Pregate dunque per la vostra vocazione, ma pregate anche per i vostri preti e per i vostri vescovi.

Oggi la Chiesa sta ricercando strade nuove per annunciare il Vangelo e ha bisogno di voi; i vescovi italiani ci invitano a comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, siate voi questi annunciatori protagonisti di questo mondo nuovo, mostrate ai vostri coetanei, ai vostri compagni di studio e di lavoro il vero volto della Chiesa.

 

Vicini ai poveri

Da ultimo, ottava perla, è l'invito a restare vicino ai poveri di ogni categoria e aprirvi alla dimensione civile della vita, soprattutto quella della pace. Restate dunque vicini ai poveri di pane, di affetto, di cultura, di libertà e di salute, poveri di fede e di speranza, poveri di senso della vita. Restate vicini ad essi mediante il rapporto personale e attraverso una convinta dedizione anche nelle istituzioni sociali e civili.

Zaccheo dice al Signore: «Ecco io do la metà dei miei beni ai poveri e se ho frodato qualcuno restituisco quattro volte tanto». Abbiate anche voi una grande capacità di iniziativa per costruire il mondo; Gesù suscita in Zaccheo un desiderio di agire, di un agire pulito. Zaccheo viene liberato delle sue paure, esce di nuovo all'aperto, riconosce gli errori e si riabilita nel dare il quadruplo.

Amate le nostre città e il nostro Paese e apritevi alle dimensioni del mondo, siate competenti nella vostra professione, siate gente che dà quattro volte tanto a chi ha bisogno di presenza e di aiuto, sappiate prendervi a cuore la dimensione civile della vita, chi incontra Gesù sa evitare la frode e sa pagare di persona in misura generosa.

Partecipate anche ai corsi di formazione sociale e politica e assumete progressivamente a diversi livelli le prime responsabilità pubbliche; abbiate a cuore anche il mondo professionale, la cultura umanistica, quella scientifica, i nuovi campi dell'economia, dell'informatica, della bioetica perché siano sempre a servizio dell'uomo.

Per questo costruite in voi una solida coscienza della dignità della persona e del valore della cosa pubblica e un vivo desiderio di partecipazione sociale.

Siate vicini alla sofferenza e al dolore del mondo, voi vi siete impegnati personalmente a stare vicino a chi soffre, a fare visita ai malati, a essere solidali nel lutto, a non lasciare nessuno da solo.

Lavorate per la pace sapendo, come ha detto papa Giovanni Paolo Il, che non c'è pace senza giustizia e senza perdono. Voi avete scritto che la pace nasce da un'esigenza interiore per poi crescere nei rapporti e nelle relazioni quotidiane e si espande verso il superamento di ogni conflitto, di ogni discriminazione, di ogni violenza, di ogni ingiustizia tra le persone, tra i gruppi, le comunità e i popoli.

Siate operatori di pace, coltivate l'informazione e il dialogo, costruite una cultura della pace e abbiate perciò un'anima universale: c'è bisogno di creare piazze nuove tra le nostre case, dove ci siano nel rispetto reciproco vere possibilità d'intesa tra il cittadino e lo straniero; è necessaria una nuova educazione alla mondialità che favorisca una reale integrazione fra culture e realtà umane senza fermarsi a occasioni sporadiche.

 

Non abbiate paura

Vi ho così esposto alcune delle conclusioni del vostro sinodo restituendovele come perle preziose. Vorrei concludere con l'ultima parola di Gesù nell'episodio di Zaccheo quando dice: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa»; la salvezza viene a volte in maniera inaspettata, in situazioni complesse sa trovare strade semplici e non troppo programmabili, si insinua nelle istituzioni e nei contesti di oggi ed entra in ogni casa che sappia accogliere davvero.

Ci sono dei luoghi che sembrano impenetrabili, perduti, rovinati per sempre, inaccessibili al Vangelo: abbiate fiducia, andate incontro al mondo contemporaneo, ha bisogno di voi e vi aspetta.

 

Il figlio dell'uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto, non c'è niente di perduto che non possa essere salvato. Dunque con il coraggio e la fiducia di Gesù attraversate la città, non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio.

(Suore Apostoline)

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

 

Signore Gesù, tu mi chiami per nome

e mi invii a lavorare su questa terra.

Rendimi fratello universale,

con un cuore aperto a tutto il mondo.

Rendimi capace di testimoniare

la Buona Novella del tuo Regno.

Fammi essere aperto alle chiamate degli altri

e vicino ai loro problemi.

Concedimi la tua pace, indicami le vie della pace,

affinché possa annunciarla, desiderarla

e realizzarla sempre.

Mantienimi unito a te, Signore.

 

 

 

 – Un minuto con Dio)

CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente, 

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti

i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.   Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!  Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...   Arrivederci!                                                                   

  

(tratto dall’omelia del card. Martini tenuta in occasione del “Sabato in traditione syimboli” del 2002)

 

                                    ==========================================================