RITIRO
ON LINE
dicembre 2015
- tempo di Avvento
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Siamo, Padre, davanti a te all'inizio di questo Avvento. E siamo davanti a te insieme, in rappresentanza anche di tutti i nostri fratelli e sorelle di ogni parte del mondo. In particolare delle persone che conosciamo; per loro e con loro, Signore, noi ti preghiamo. Noi sappiamo che ogni anno si ricomincia e questo ricominciare per alcuni è facile, è bello, è entusiasmante, per altri è difficile, è pieno di paure, di terrore. Pensiamo a come si inizia questo Avvento nei luoghi della grande povertà, della grande miseria; con quanta paura la gente guarda al tempo che viene. |
O Signore, noi ci uniamo a tutti loro;
(card C.M. Martini)
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Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
ALZATI E GUARDA VERSO ORIENTE
Sospendiamo per questo mese la serie di lectio, iniziata tre mesi fa, che ci
porterà passo dopo passo a incontrare Gesù Risorto fra poco più di tre mesi. La
riprenderemo a gennaio.
Oggi ci soffermiamo, invece, sull’azione dell’ ALZARSI, del GUARDARE e dell’
ANDARE, specifiche in questo tempo di Avvento.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.
10Ora
l’amato mio prende a dirmi:
«Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto!
11Perché,
ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata;
12i
fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.
13Il
fico sta maturando i primi frutti e le viti in fiore spandono profumo.
Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto!
14O
mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è
incantevole».
(Ct 2,10-14)
1Sul
mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
2Mi
alzerò e farò il giro della città per le strade e per le piazze;
voglio cercare l’amore dell’anima mia.
(Ct 3, 1-2)
“Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di
popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini
moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le
potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo
venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina».”
(Luca 21,25-28)
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è
lo Spirito Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
Nel Cantico dei Cantici, un’opera della letteratura dei nomadi del deserto, in
un momento di difficoltà nel rapporto tra l’amato e l’amata, reciprocamente si
dicono:
”Alzati, amica mia bella e vieni, presto”
(Ct 2,13).
L’Oriente
L’Oriente, il luogo della nascita, il luogo della novità è nel profondo di
ognuno di noi, l’intimo è l’ambito di tutti i cambiamenti e di tutte le cose
nuove, anche di quelle che forse nessuno ha il coraggio di sperare.
“Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di
popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini
moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le
potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo
venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina».”
( Luca 21,25-28)
Rimanere “leggeri”
E’ opportuno mantenere la nostra anima povera, senza elementi esterni di
potenza: perché possa sorgere l’aurora di un nuovo giorno radioso, che succederà
al momento in cui tutte le grandi cose di potenza e di gloria cadranno.
Dobbiamo fermare i nostri occhi sul sole che sorge, e allora scopriremo che ogni
morte è l’inizio di una vita nuova, che le gemme sorgono dai rami nuovi e non
dai rami secchi.
Potremo scorgere con meraviglia che si allargano gli spazi della fraternità, che
i popoli sono obbligati ad incontrarsi, che devono convivere e devono
abbracciarsi.
Nonostante gli allarmismi, dobbiamo essere sicuri che il mondo non finisce, può
finire un mondo, ma la storia continua a riprendere un nuovo cammino.
Quando finisce il nostro mondo, inizia il mondo degli altri.
Le pagine della storia
Questa è l’ottica di Dio: le pagine della storia sono ben presto sostituite
dalle altre, le persone si susseguono rapidamente. Le identità culturali, a cui
noi teniamo tanto, sono impermanenti, il che non è dovuto alla debolezza dello
Spirito, ma alla provocazione dei fatti.
Di qui l’invito alla vigilanza, a non avere la pretesa di una continuità
imperturbabile: crollano i muri, crollano le certezze giuridiche, morali,
ideologiche.
L’invito è sempre lo stesso:
“Alzati e guarda verso Oriente”.
Una tragedia e una luce, dolore e gioia
Lo stesso evento può essere una tragedia per alcuni, e la luce di un’alba nuova
per altri, di dolore per coloro che credono indiscussa la propria posizione, e
invece di gioia per coloro che vivono nell’attesa di un cambiamento. Dobbiamo
abituarci a vivere dentro di noi la fine e il principio contemporaneamente.
La fine
La fine è il termine di tutto ciò che è stato costruito secondo la volontà di
potenza, in ogni atto in cui l’uomo e la donna vogliono essere al centro
dell’universo, sostituendosi ad ogni altro esistente. Stiamo tutti costruendo le
nostre torri di Babele, e nonostante siano abbattute o rimangano incompiute,
riponiamo in loro la nostra sicurezza e la nostra speranza.
Spesso riteniamo di avere segni evidenti di presenza del divino nelle creazioni
dell’impossibile, nella conoscenza del bene e del male, nei giudizi
inappellabili legati alle nostre leggi e ai nostri diritti, invece Dio in quelle
dimensioni non c’è, perché la vita, l’essere e l’amore non fanno rumore e non
pronunciano parole dove tutti gridano.
Alzarsi per partire
Alzarsi significa partire, andare altrove, e per camminare è necessario
mantenere la nostra povertà e la nostra leggerezza, senza sostegni di certezze
su elementi esterni di potenza.
Troppa fiducia abbiamo messo sull’efficienza, sul prestigio delle nostre Chiese,
sulla forza della scienza e della ricchezza. Tutto questo cadrà e dovremo porre
lo sguardo sulla precarietà e cogliere i rumori dei crolli che sono stati
preannunciati.
Quale sguardo?
Abbiamo sviluppato lo sguardo insipiente: abbiamo persino sfruttato la
situazione di miseria dei poveri per dimostrare la nostra carità, e il suicidio
di tanti depressi per affermare che noi avevamo ragione.
C’è invece un altro sguardo, lo sguardo del sapore della vita: nascono linguaggi
nuovi, le parole recuperano il loro significato originario, i diritti non sono
solamente quelli che noi abbiamo catalogato, ma sono molteplici e tutti sono
invitati ad assumere la responsabilità dei diritti degli altri.
Alzarsi e guardare verso Oriente
“Alzati e guarda verso Oriente”
significa diventare levatrici dell’aurora, e prendere coscienza delle novità che
sono davanti ai nostri occhi.
Se guardiamo verso Oriente presto il cielo s’illuminerà per svelare ogni cosa,
che era nascosta, ma già esiste. Per farle nascere è necessario vedere le
persone e le cose con complicità, con simpatia: senza condizionarle, senza
possederle, senza giudicarle.
Ogni volta che abbiamo condizionato, posseduto e giudicato siamo rimasti delusi.
Se corriamo dietro agli eventi strepitosi, rimarremo sconcertati, perché lo
Spirito è come il fulmine, che
“nasce ad Occidente ed è già ad Oriente.”
L’Oriente si trova nelle cose vive
L’Oriente si trova nelle cose vive, non nei templi dei morti, non nelle statue,
non nei simboli religiosi fini a se stessi.
L’Oriente si vede nella freschezza del mattino, in due persone che si amano, in
un bambino che nasce. In due popoli che dialogano, e negli imperi che crollano.
Non dobbiamo lasciarci sgomentare dalle tragedie, dagli attentati, dai crolli
delle torri di potenza, o dalle uccisioni.
Ogni distruzione è solo il segno che è giunto il momento per recuperare la
saggezza della fine, quella che si confonde con la saggezza dell’inizio.
(da “Coraggio, alzati” - Fraternità di Romena)
ORATIO
Domando
umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio.
Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i
propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La
preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più
volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Bastavano pochi mesi.
E da sposa, Maria, avrebbe atteso il Bambino.
Niente difficili dialoghi con Giuseppe.
Niente decisioni terribili per l'«uomo giusto».
Niente cose impossibili da credere.
E da accettare e gestire.
In momento poco opportuno, un annuncio.
Di quel che avverrà.
Ma nessuna spiegazione
su quello che bisognerà fare.
Così la mia vita, con tante cose
«fuori tempo».
Avessi capito prima, avessi fatto ieri.
Ora è troppo difficile, ora è impossibile.
Passi incerti, che non riesco a credere
tu «abbia contati».
Vieni, Signore, in questo Natale
a ripetermi che non c'è realtà della mia vita
inutile, senza senso, impossibile.
Perché tu, che sei Dio, sei venuto nel tempo
eterno Emanuele, che vuol stare tra noi.
Piccolo, perché possiamo crescere con te.
Indifeso, perché non abbiamo paura di amarti
Infante, perché anche noi
impariamo a parlare di meno.
E ad amare di più.
I tempi sfasati della vita
non li hai risparmiati
neanche a tua madre,
«santa e immacolata»!
E hai scelto anche noi,
per diventare «santi e immacolati»!
Percorrendo incerte e confuse strade.
Orientate solo da un sì.
( Stefania Perna)
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei
secoli.
Amen
ACTIO
Mi impegno
a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si
compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che
si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti liberamente tratti da una riflessione di Arrigo Chieregatti per la
Fraternità di Romena)