Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Signore, tu sei il volto visibile della Misericordia del Padre. Lui ti ha mandato a noi per rinnovare con tutti gli uomini la sua Alleanza d'amore e liberarci dal peccato. |
Tu ti avvicini a ciascuno di noi e ci tendi la tua mano per sollevarci e renderci nuovamente capaci di compiere il bene. Tu manifesti la tenerezza e la pazianza di Dio verso ogni creatura. |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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L’INCONTRO CON LA MISERICORDIA
Sta per terminare il tempo santo e salutare della Quaresima. La lectio di oggi è
relativa ad un episodio evangelico che ci sarà proposto dalle liturgie della
Domenica delle Palme e del Venerdì Santo: i tradimenti di Pietro e di Giuda, che
hanno avuto uno sviluppo del tutto opposto l’uno dall’altro.
LECTIO Apro
la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti. (Marco
14,66-72)
66
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote 67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». 68Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. 69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». 71Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». 72E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
MEDITATIO
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente.
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line:
il grande
silenzio ! Il protagonista è lo Spirito
Santo.
Il
modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi
come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia
Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di
amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in
un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso
"cuore".
CREDERE NELLA MISERICORDIA DI DIO
Pietro e Giuda, due storie quasi parallele
La confessione pubblica
Il dato che più colpisce, leggendo la passione secondo Marco, è il rilievo dato
al tradimento di Pietro (Mc 14,66-72). Esso è prima annunciato da Gesù
nell'ultima cena
(«In verità
io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti,
tre volte mi rinnegherai»)
(Mc 14,30), poi descritto in tutto il suo umiliante svolgimento: «
Non conosco quest’uomo di cui
parlate!».
Questa insistenza è significativa, perché Marco era una specie di segretario di
Pietro e scrisse il suo Vangelo mettendo insieme i ricordi e le informazioni che
venivano proprio da lui. È stato dunque Pietro stesso che ha divulgato la storia
del suo tradimento. Ne ha fatto una specie di confessione pubblica. Nella gioia
del perdono ritrovato, a Pietro non è importato niente del suo buon nome e della
sua reputazione come capo degli apostoli. Ha voluto che nessuno di quelli che,
in seguito, fossero caduti come lui, disperasse del perdono.
La dinamica che porta al tradimento
Questo episodio così doloroso per Pietro, ma così istruttivo per noi, ci aiuta a
capire (e a scongiurare) la dinamica che porta al tradimento.
Quando la giovane portinaia si avvicinò a Pietro, nel cortile del gran
sacerdote, per osservarlo alla luce della fiamma, Pietro si impaurì. Non si era
ancora rimesso dalla paura provata durante l'arresto di Gesù, dopo il fallimento
del suo colpo di spada. Aveva ricominciato a seguirlo da lontano e non senza una
certa apprensione era entrato nel cortile del gran sacerdote. Una parola detta
da Giovanni alla portinaia gli aveva permesso di introdursi nel palazzo
e di andare a scaldarsi presso il braciere del cortile.
La giovane serva era impensierita per l'entrata di quello sconosciuto e, notando
la sua aria poco sicura, i suoi sospetti aumentarono. Sappiamo quale fu la sua
domanda e la risposta di Pietro. Allora pensò di allontanarsi dirigendosi verso
il vestibolo, ma la serva lo raggiunse e, anche qui, stessa domanda e stessa
risposta ancora più spaventata:
«Non
conosco quest'uomo!».
Nel frattempo un gallo aveva cantato, ma Pietro non se ne era accorto: era
troppo preoccupato della sua sicurezza.
Per non apparire sospetto, si unì alla conversazione del gruppo e ci fu chi lo
riconobbe come colui che aveva sguainato la spada e Pietro non trovò altro
scampo che negare di nuovo con maggiore energia!
In queste negazioni successive, sempre più insistenti, si rivela l'ingranaggio
della colpa. Pietro era stato progressivamente trascinato in una infedeltà
sempre più decisa, fino al tradimento, che avrebbe ritenuto impossibile nel
momento in cui aveva cominciato a seguire il Maestro. Lui spera di schivare il
pericolo dichiarando semplicemente di non sapere, ma il comportamento non fa che
esporlo di più a una denuncia e, dopo aver negato una prima volta, è portato a
negare con più forza una seconda e una terza volta. La sua prima menzogna e la
sua prima infedeltà, oltre a non trarlo di impaccio, lo pongono in una
situazione che diventa sempre più inestricabile. È un esempio impressionante
della tendenza del peccato a moltiplicarsi e ad aggravarsi, anche se è dovuto
solo a debolezza, quando si basa sulla menzogna.
Gesù lo fissò
Il secondo canto del gallo arrivò in tempo per impedire a
Pietro di impantanarsi ulteriormente nei suoi falsi giuramenti. E ricordò la
profezia del Maestro. Turbato da quel ricordo, si allontana dal gruppo. Proprio
in quel momento Gesù esce dalla sala in cui era stato interrogato da Caifa;
segue le guardie che lo conducono incatenato, ma volge la testa verso il suo
discepolo.
Nessun
peccato è più grande della misericordia di Dio
Per capire fino in fondo la storia del rinnegamento di Pietro bisogna leggerla
in parallelo con quella del tradimento di Giuda. Anche questo è preannunciato
prima da Cristo nel cenacolo, poi consumato nel giardino degli ulivi. Di Pietro,
si legge che Gesù passando «fissò
lo sguardo su di lui»; con Giuda fece di più: lo baciò. Ma
l'esito fu ben diverso. Pietro, «uscito
fuori, pianse amaramente»; Giuda, invece, uscito fuori andò a
impiccarsi.
Pietro ebbe rimorso di quello che aveva fatto, ma anche Giuda ebbe rimorso,
tanto che gridò: «Ho
peccato, perché ho tradito sangue innocente»
(Mt 27,4) e restituì i trenta denari. Dov'è allora la differenza? In una cosa
sola: Pietro ebbe fiducia nella misericordia di Cristo, Giuda no!
La Bibbia ci presenta tutta una galleria di queste storie parallele di peccato
che si concludono in modo diametralmente opposto. Lo fa per spingerci a fare la
scelta giusta. Ad esempio: Caino che ha ucciso Abele; David che ha ucciso Uria.
Caino ha disperato: ha pensato che il suo peccato fosse troppo grande per
essere perdonato. David invece ha avuto fiducia nella misericordia di Dio.
Sul Calvario, di nuovo, la stessa vicenda. Lì ci sono due ladroni. Tutti e due
hanno ugualmente peccato e si sono macchiati di crimini. Uno però maledice,
insulta e muore disperato; l'altro grida: «
Gesù,
ricordati di me quando entrerai nel tuo regno», e subito si sente
rispondere da lui: «In
verità io ti dico: oggi con me sarai in paradiso» (Lc 23,42-43).
Nell'Antico Testamento Dio diceva già: «Su,
venite e discutiamo – dice il Signore –. Anche se i vostri peccati fossero come
scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.»
(Is 1,18).
In conclusione
Una storia che, se non è vera, è però istruttiva. Una volta un bambino, a cui
era stata raccontata la vicenda di Giuda, disse con il candore e la sapienza dei
bambini: «Giuda ha sbagliato l'albero a cui impiccarsi: ha scelto un albero di
fico». «E che cosa avrebbe dovuto scegliere?», gli chiede stupita la catechista.
«Doveva appendersi al collo di Gesù!». Aveva ragione: se si fosse appeso al
collo di Gesù, per chiedergli perdono, oggi sarebbe onorato non meno di san
Pietro.
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Signore Gesù, donaci
lo Spirito per essere tuoi discepoli.
Dona lo Spirito alla tua Chiesa perché ogni battezzato viva
la tua
sequela con generosità e gioia.
Donaci la tua forza per imparare a
rinunciare a quanto ci allontana dall'Amore del Padre.
Dona la tua
Grazia a chi desidera rispondere alla chiamata e ha paura ad affidarsi
completamente
a te.
Dona la tua forza a quanti
il
Padre chiama alla gioia piena della fedeltà alla grande avventura della
Fede.
Dona il perdono a chi fatica a vivere nella fedeltà a te e al
tuo Vangelo.
Lo Spirito renda comprensibile
la Parola a chi ti
cerca
con cuore sincero.
CONTEMPLATIO
Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo
mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione
del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È
Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in
silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei
secoli. Amen
ACTIO
Mi impegno
a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il
cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego
con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da
Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(tratto da una lectio proposta in parrocchia nel tempo di Quaresima)
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