RITIRO ON LINE                                                                                                   
aprile
2013  

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.

 

Lodate, servi del Signore,

lodate il nome del Signore.

Sia benedetto il nome del Signore,

da ora e per sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto

sia lodato il nome del Signore.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,

più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è come il Signore, nostro Dio,

che siede nell’alto

e si china a guardare

sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,

dall’immondizia rialza il povero,

per farlo sedere tra i principi,

tra i principi del suo popolo.

Fa abitare nella casa la sterile,

come madre gioiosa di figli.

 

(dal salmo 113)

 

 Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

  

 

DIROTTAMENTI DELLO SPIRITO

  Gesù passa per le strade nel quotidiano della vita di donne e uomini, sfiora i loro sguardi, parla al cuore, suscita interrogativi e desideri profondi, spinge a fare della vita una ricerca insonne, mai conclusa.

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO  Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano che mi viene proposto   (Lc 3, 1-17) (Mt 11,1-14)

 1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!   

5Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

7Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 9Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco».

10Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

 

2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».  7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!

Parola di Dio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITAZIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !   Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

Giovanni il battezzatore

 La vita di Giovanni il battezzatore, il più grande tra i nati di donna secondo Gesù, si distende ben oltre i due testi su cui oggi rifletteremo. Di lui si racconta un nascere che apre la bocca dei muti. E un morire nell'oscurità delle parole, nel silenzio di un carcere.

 Quasi come una premessa, già prima che venisse alla luce, si dice che sobbalzò di gioia nel grembo di sua madre al sesto mese, di una madre ritenuta sfiorita. Sobbalzò per un altro, che una donna più giovane, di nome Maria, una donna di Nazaret, si portava dentro.

 Il Battista, l'uomo della conversione, o meglio, l'uomo delle conversioni.

Andiamo ai testi. Si tratta di preparare la Via del Signore: non c'è via più importante. Anche perché colui che viene, il Veniente, è la Via: lui, via da preparare e via da accogliere, insieme.

 C'è da preparare una via al “Veniente” di tutti i tempi. Dove gliela prepariamo e come gliela prepariamo? Ammesso che tocchi a noi preparare la via, con chi cominceremmo e da dove incominceremmo? I veri protagonisti dove li andremmo a cercare: nei palazzi o altrove? E, ancora, da dove incominciare: dalle città o dal deserto?

 

Preparare la via

 Leggiamo nel Vangelo di Luca i primi sei versetti del capitolo 3:

Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea,…:  "Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!" (Lc 3,1-6).

 Credo che a nessuno di noi sia sfuggito l'inizio di questo brano: le coordinate storiche e geografiche di ciò che Luca sta per raccontare. Credo che a nessuno di noi sia sfuggita la magniloquenza di quell' elenco, l'elenco dei signori del tempo. I signori del mondo politico: Tiberio Cesare, Ponzio Pilato, Erode, Filippo, Lisania. E i signori del mondo religioso: i sommi sacerdoti Anna e Caifa.

E dopo tutti quei nomi una sorta di dirottamento, uno scarto. L'attenzione sembrava concentrarsi su di loro ed ecco il dirottamento: "La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto".

 Non siamo nei palazzi alti della politica o della religione. E’ vero, Giovanni è di una famiglia di sacerdoti, suo padre Zaccaria è sacerdote, ma appartiene al basso clero. Ma c’è forse significato nel nome del padre: quel nome, Zaccaria, che significa: "Dio ha un pensiero". Ha un suo pensiero Dio, un pensiero suo, un pensiero diverso dal nostro.

 Come a dire che quando accade qualcosa che veramente conti per Dio, non lo devi aspettare secondo i criteri della grandezza mondana, nei luoghi delle grandezze mondane e nemmeno dai personaggi delle esaltazioni umane: c'è uno scarto, un dirottamento.

  

Nel deserto

"Su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto". Nel deserto. E questo è un altro dirottamento, stupefacente, di Dio. Non contano i grandi, Dio inizia con gli umili. Ma con gli umili inizia nel deserto. Anche questo è un inizio strano, perché noi i cambiamenti li vorremmo subito gridare, gridare ai quattro venti. Noi gridiamo, urliamo e quanto più gridiamo e urliamo tanto più tutto si rivela una finta, parole che non accadono.

Il vero cambiamento e il vero accadimento, così diversi dai cambiamenti e dagli accadimenti che lasciano tutto come prima, conoscono il momento del silenzio e del deserto: "La parola di Dio venne su Giovanni, nel deserto".

Nel deserto delle parole umane spesso consumate, ambigue, interessate. I veri cambiamenti nascono da parole alte, da una parola dall' alto, da un' aspirazione più alta. Da pensieri meschini non possono nascere che cambiamenti meschini.

Il vero accadimento è nel deserto anche in un altro senso: nel deserto ci sei tu da solo, sei tu a colloquio con te stesso e con Dio. Quella parola è indirizzata innanzitutto a te, viene su di te, per cambiare prima di tutto te. Momento ineludibile, perché se noi rimaniamo dentro avvizziti non faremo che generare un mondo avvizzito, se noi siamo interiormente storti non faremo che generare cose e vie storte.

 

Il battesimo

Di Giovanni è detto: "Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando il battesimo di conversione". Dove i due termini “battesimo”  e "conversione" stanno insieme. Noi abbiamo impallidito il significato di battesimo, con l'immagine del Battista che versa da una ciotola un po' d'acqua sul capo di Gesù. Il termine "battesimo" significa immersione:  ti immergi per lasciare nell' acqua l'uomo vecchio e  per riemergere come uomo nuovo.  E’ qualcosa di più che detergersi: è dare alla vita un orientamento nuovo. E’ rinascere. Riemergo, vengo alla luce.

"Se uno non nasce dall'alto, non puo vedere il regno di Dio", dirà Gesù a Nicodemo. E lui di rimando: "Come può nascere un uomo quando è vecchio?" (Gv 3,3-4). E’ Gesù che rivendica una nascita da acqua e Spirito per entrare nel regno di Dio. Battesimo e conversione.

 

…di conversione

Ma a proposito di conversione è in agguato un duplice fraintendimento.

Il  primo sta nel circoscrivere il termine “conversione" al significato di passaggio dalla non credenza alla credenza, dall' ateismo alla religione. Notate: nel nostro brano le parole di fuoco del Battista, parole che fanno appello alla conversione, sono rivolte a credenti, anzi a quelli che vantano la loro ascendenza religiosa. "Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: ‘Abbiamo Abramo  per padre!'. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo “(Lc 3,8).

 Il secondo equivoco consiste nel ritenere che la conversione sia un atto avvenuto una volta per sempre. Siamo tentati alla fine di tirare i remi in barca. A sessanta, settanta, ottanta anni, che cosa può accadere ancora nella mia vita?

 

Chiamato a conversione

Soffermiamoci su Giovanni, non semplicemente come il profeta che chiamò a conversione, ma come l'uomo chiamato lui stesso a conversione.

Giovanni fu “convertito” da Gesù. Avvenne in lui un dirottamento. E Giovanni si è concesso al dirottamento, si è lasciato dirottare. Dirottare dall' essere centrato in se stesso all'essere decentrato, decentrato verso il “Veniente”: "Giovanni gli dà testimonianza e proclama". Proclama, alza la voce. Alza la voce non per sé, come spesso succede a chi alza la voce. Alza la voce per un altro. Proclama che è un altro colui che conta. "Proclama: 'Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me" (Gv 1,15).

 E ancora al primo capitolo del Vangelo di Giovanni:

E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Tu, chi sei?". Egli confessò e non negò. Confessò: "lo non sono il Cristo". Allora gli chiesero: "Chi sei, dunque? Sei tu Elia?". "Non lo sono", disse. "Sei tu il profeta?". "No", rispose. Gli dissero allora: "Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato? Che cosa dici di te stesso?". Rispose: "lo sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore" (Gv 1,19-23).

 Giovanni è un indice. Pensate la vocazione a essere un indice, vocazione che appartiene a tutti. Indica un altro: "Ecco l'agnello di Dio" (Gv 1,29). E’ lui, seguite lui.

 

La fatica di credere: lo scandalo di un messia debole

 C'è anche un' altra conversione cui è chiamato il Battista. E mentre della prima conversione, del primo dirottamento dall"'io" al “Veniente” non è registrata nel vangelo la fatica, dell'altra conversione, dell'altro dirottamento, invece si: il dirottamento da un'immagine del Messia a un'altra immagine, un'immagine capovolta, non fu semplice e indolore.

 Aveva detto il Battista: "Colui che viene dopo di me è più forte di me" (Mt 3, 11). E lo vede in fila con tutti i peccatori, a ricevere il battesimo. Lo sconcerto! Tant'è che l'evangelista Matteo aggiunge: "Sono io - dice il Battista - che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?"

E Gesù: "Lascia fare per ora, perché conviene che così adempiamo ogni giustizia" (vv. 14-15).

C'è dunque un'altra giustizia: che cosa è giusto e che cosa non è giusto secondo Dio?

 Si intravede da quell'inizio nelle acque del Giordano, da quell'entrata in scena, scena primigenia della sua missione, un' altra immagine di Messia. Era l'alba di un giorno ormai prossimo che avrebbe svelato l'immagine di un Messia diverso. E lo scandalo di un Messia debole, o meglio diverso, si sarebbe ingigantito. Fino a diventare inquietante nelle ombre del carcere.

 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!"  (Mt 11,2-6).

 Sì, la fatica a credere. E ognuno di noi, che non ha la stoffa del Battista, che fa fatica in certi giorni a credere, a volte è tentato di scandalizzarsi di Gesù. Sono allora di consolazione queste parole del Battista: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?".

Dunque anche la roccia del deserto, colui che era anche più di un profeta, non fu al riparo dal dubbio. Eppure, tempo prima, l'aveva confessato, indicato: "Ecco l'agnello di Dio".

 

I giorni del dubbio

 Abbiamo giorni in cui proclamiamo, anche con fierezza. Ma non tutti i giorni sono uguali. Abbiamo anche giorni in cui siamo scossi, messi alla prova dal dubbio. E come non poteva non essere messo alla prova Giovanni, che nella sua proclamazione del Messia era andato per immagini prevalentemente minacciose, di fuoco? Ricordiamo il vangelo. Il Messia avrebbe finalmente separato il grano dalla paglia. Questa tentazione di separare che, ancora oggi, per falso zelo, ci attraversa…

 Ed ecco la cosa sconvolgente: colui che il Battista ha indicato come Messia, non separa i giusti dai peccatori, anzi cerca i peccatori, siede a mensa con loro! Aveva detto Giovanni del Messia: "Brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile" (Mt 3,12). Ma dov'è questo Messia che brucia la paglia?

E la domanda era legittima. La domanda prendeva la profondità e la pesantezza delle ombre del carcere in cui Giovanni stava imprigionato.

Vedete la fatica del dirottamento?

 

La fede della vita, degli eventi

 Un conto è la fede dei libri e del catechismo e un conto è la fede della vita, degli eventi. La fede della vita, degli eventi, più che una fede delle asserzioni, è una fede interrogante, è una fede in ricerca: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". L'interrogativo - pensiamo solo alla fatica e alla lentezza con cui emerge un mondo nuovo - l'interrogativo, dopo duemila anni, rimane. Persistiamo a puntare in questa direzione o dobbiamo rivolgerci ad altri, ad altro? Persistiamo nelle sue vie, anche se le carceri imprigionano i profeti, anche se i profeti sono zittiti, a volte zittiti addirittura dalle chiese? Non bisognerà alla fine cambiare metodo?

 

Opere minacciose o opere di consolazione?

 Gesù è esplicito. Più che rispondere alla domanda se è lui o non è lui il “Veniente”, rimanda ai fatti. Ad annunciare la vera immagine del Messia e a rendere ragione che la sua venuta è già in atto non sono tanto le parole, sono le opere.

Ma, ecco il punto decisivo, non le opere minacciose, quelle sono assenti nel “Veniente”, ma opere di guarigione, opere di consolazione.

E’ un Messia che si china sulla sofferenza degli umani e la solleva. È un Messia che ha occhi e cuore per la debolezza umana, per l'infinita debolezza che segna trasversalmente tutta l'umanità, al di là di ogni condizione.

Dirottamento dell'immagine. Che chiede fede. Pensiamo alla purezza di fede che fu chiesta a Giovanni, che, dopo aver ricevuto risposta, continuò a ripetere a se stesso che la visita di Dio, nel suo Messia, era in atto, se pur in modalità inattese e sconcertanti. Continuò a ripeterlo a se stesso quando le sbarre rimanevano chiuse e, ancor più continuò a ripeterlo a se stesso quando sentì le sbarre schiudersi, non per segno di liberazione, ma per segno di chiamata a morte.

La conversione di Giovanni interroga la nostra conversione a un'immagine diversa di Messia. Quale immagine di Cristo  stiamo dando oggi nel mondo? E quale immagine di credenti? Se qualcuno oggi ci chiedesse se siamo cristiani, potremmo rimandare, come Gesù, alle opere?  E a quali opere? Quelle di Gesù?  Voi mi capite, è in gioco la nostra conversione.

  

 

 

 

ORATIO   Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

A distanza di duemila anni riuscirà, o Gesù,

la voce di Giovanni a raggiungere il mio cuore?

Riuscirà a farmi avvertire

la necessità del cambiamento

ed infrangere la scorza dura del mio animo?

Riuscirà a farmi provare un desiderio intenso

della tua parola e della tua salvezza?

Giovanni usa l’immagine della strada.

In quale maniera posso preparare questa via

nel mio cuore e nella mia vita

per venire incontro a te e accoglierti?

Quali sono le cose storte, i pensieri malsani,

gli atteggiamenti incoerenti che devo riportare

 

nella luce e nella direzione giusta?

Come posso colmare i vuoti della mia vita,

il vuoto di tante azioni senza significato,

come posso aprirmi a te

per non rimanere negli abissi della mia miseria?

Come posso abbassare la cresta

della superbia e dell’egoismo

per accogliere te?

A te, o Gesù, interessa il mio cuore:

è lì che devo preparare la via, colmare i vuoti,

cambiare, convertirmi.

 

(don Canio Calitri)

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

AMEN

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

 

(spunti liberamente tratti da una riflessione di don Angelo Casati)