Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.
Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. Sii attento alla voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. Al mattino ascolta la mia voce; al mattino ti espongo la mia richiesta e resto in attesa. Tu non sei un Dio che gode del male, non è tuo ospite il malvagio. |
Io, per il tuo grande amore, entro nella tua casa; mi prostro verso il tuo tempio santo nel tuo timore. Guidami, Signore, nella tua giustizia. Gioiscano quanti in te si rifugiano, esultino senza fine. Proteggili, perché in te si allietino quanti amano il tuo nome. (dal Salmo 5) |
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
DIROTTAMENTI DELLO SPIRITO
Gesù passa per le strade nel quotidiano della vita di donne e uomini, sfiora i loro sguardi, parla al cuore, suscita interrogativi e desideri profondi, spinge a fare della vita una ricerca insonne, mai conclusa.
LA DONNA CANANEA
LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano che mi viene proposto (Mt 15, 21-28)
21Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di
me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si
avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della
casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e
gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora
Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Parola di Dio
MEDITATIO Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio ! Il protagonista è lo Spirito Santo.
Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".
Il confine
"Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone". Da dove veniva il Signore?
Usciva dalla casa di un fariseo, usciva da una discussione durissima su puro e impuro, una discussione provocata dai suoi discepoli che mangiavano pane con mani impure. E’ importante questo particolare, perché l'episodio riportato da Matteo è tutto giocato sul "puro e impuro". Sulla domanda: attraversare o no il confine che con molta sicurezza abbiamo tracciato tra puro e impuro?
Gesù esce da quella discussione e se ne va verso la terra degli impuri, Tiro e Sidone, quasi volesse respirare aria nuova, fuori da quell'aria pesante segnata da miopie e da restrizioni.
Mentre l'evangelista Marco parla di un Gesù che entra in una casa del territorio, Matteo colloca l'incontro a metà strada. Ne consegue allora che per Matteo la prima a varcare il confine puro-impuro è lei, la donna cananea:
Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di David! Mia figlia è molto tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola.
È lei, la donna, che passa il confine degli impuri. E grida al rabbi di Nazaret tutta la sua angoscia per quella sua figlia tormentata da un demonio. Ed è come se Gesù, stranamente, avesse difficoltà ad attraversare il confine verso la donna pagana, dico un confine interiore, su cui pesavano secoli di pregiudizi: fa finta di non sentire.
Il silenzio
Ecco, fa problema questo silenzio di Gesù. Fa problema questo silenzio, come fa problema il silenzio di Dio davanti a tante nostre drammatiche preghiere, un silenzio che potrebbe essere interpretato come indifferenza, come non compassione. Tace e il suo silenzio potrebbe anche essere frainteso.
Dobbiamo confessare che rimane un mistero invalicabile il silenzio di Dio di fronte ad alcune drammatiche preghiere di donne e di uomini.
Sembrano più sensibili i discepoli che lo invitano a fare qualcosa per quella donna: "Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!" .
Però osservando da vicino le parole dei discepoli, ci accorgiamo che, più che del disagio della donna, essi si preoccupano del loro disagio: "Licenziala, non tanto perché sta male, ma perché ci grida dietro". "Congedala". Sembrano più sensibili, ma il loro problema è togliersi di mezzo una scocciatrice.
Ebbene chiediamoci se non succeda a volte anche a noi... Non succede anche a noi di intervenire a volte più per togliere dagli occhi un fastidio che per soccorrere e sollevare uno che sta male? Apparentemente, ma solo apparentemente, più sensibili di Dio.
Non è la mia ora di superare il confine
E Gesù con la sua risposta ci meraviglia: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Gesù a una povera creatura che gli si inginocchia ai piedi chiedendo aiuto, risponde che non è stato mandato per lei.
Anche lui deve capire. Anche in lui, il Signore, ci fu, e qui la sorprendiamo, una crescita graduale in consapevolezza, anche nella consapevolezza che fosse giunta l'ora in cui andava superato ogni confine.
Una cosa però fa pensare: Gesù non si sente offeso dal grido della donna e non la fa tacere. Non assomiglia a noi che pretendiamo un certo galateo da chi fa presente il suo dramma: "Giù i toni - diremmo- suvvia, un linguaggio più civile!". Noi abbiamo sempre qualcosa da insegnare! Gesù non fa tacere la donna né le raccomanda un altro tono.
Sono i suoi discepoli che vorrebbero sbrigativamente farla tacere, congedandola.
Anche io attendo le briciole
La donna, veramente grande, supera l'apparente ritardo della compassione di Gesù, gli si prostra davanti e gli dice: "Signore, aiutami!".
La risposta di Gesù sembra scoraggiante: "Non è bene prendere il pane dei figli - gli ebrei, i puri, i figli! - e gettarlo ai cagnolini", i non ebrei, gli impuri, i cagnolini.
Osserviamo la risposta della donna, sempre più grande: "E’ vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Questo: "E’ vero, Signore" è il culmine della preghiera della donna cananea.
Prima esclama: "Abbi pietà di me" , poi: "Aiutami", e ora: "E’ vero, Signore". Riconosce: "Sono un cagnolino, siamo cagnolini. Ti parlo dal paese della mia lontananza, io impura, io esclusa, io non avente diritto. Non ho diritto a sedere alla mensa. Non è bello, è vero, non è normale, che i cagnolini mangino il pane dei figli, ma ricordati, Signore, che è normale, è bello che i cagnolini mangino le briciole".
Dove sta l'intuizione della donna? Ha intuito due grandi verità.
La prima è che noi siamo cagnolini e a Dio ci rivolgiamo dalla nostra impurità, dal paese della nostra lontananza.
Seconda verità: che però, al banchetto del Regno, il pane non è contato e se Dio è un Dio che provvede, provvederà anche agli impuri, ai cagnolini, supererà il confine puro-impuro.
Il necessario non si nega
Gesù guardò la donna, ascoltò la donna che si metteva sì tra i cagnolini, ma gli parlava anche di un Dio che le briciole non le può negare ai cagnolini. Altrimenti che Dio sarebbe? Ascoltò l'insegnamento, la sapienza teologica dei cagnolini. E passò il confine una volta per tutte. Le disse: "Donna, grande è la tua fede!".
Pensate allo sconcerto tra gli integralisti dell’epoca, per i quali i non ebrei erano disprezzati come cani.
Fede di una donna che, in un prefazio della liturgia, la chiesa ortodossa chiama "apostola" e "teologa". Ha intuito e annunciato che al banchetto di Dio il pane non è contato, ce n'è per tutti, anche per i cagnolini.
La fede dei “lontani”
Gesù nel vangelo spesso segnala questa fede grande fuori dai confini. Ricordate il centurione pagano, quello che aveva costruito un tempio agli ebrei. Aveva chiesto a Gesù di venire a imporre le mani sul suo servo. Lui che si era dichiarato indegno di ospitarlo in casa sua. E Gesù, a commento: "lo vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!" (Lc 7,9).
I centurioni sembrano avere un posto di riguardo, loro pagani, nelle pagine del Nuovo Testamento. La confessione più alta sotto la croce non sarà forse quella del centurione pagano: "Davvero costui era Figlio di Dio!" (Mt 27,54)?
E Pietro, quando entrerà nella casa del centurione pagano Cornelio a Cesarea, non si accorgerà forse che là lo Spirito lo ha preceduto? Aveva sconfinato (cf. At 10,44-48).
Dare spazio a Dio, togliere confini alla fede. Dio è anche altrove, è anche dove non ce lo aspetteremmo.
Un raggio di luce
Ci volle del tempo a Gesù per passare il confine e riconoscere la grande fede, ma non è nulla in confronto alla fatica e al tempo che ci volle per noi, per riconoscere quello che il Signore ci aveva già insegnato. Ci vollero secoli per giungere alle affermazioni limpidissime del concilio Vaticano II. Una fra le tante contenuta nel documento Nostra aetate:
“La chiesa cattolica nulla rigetta di quanto in queste religioni è vero e santo. Essa con sincero rispetto considera quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che ... non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina gli uomini”.
Siamo arrivati a capire che in coloro che non sono della nostra fede c'è un raggio di luce!
Ma Gesù è più in là. Non parla di un raggio di luce, come facciamo noi. No, parla di luce grande nella donna cananea, pagana. "Grande - notate - donna, grande è la tua fede!".
Togliere la distanza, guardare, ascoltare
Ma per scoprire la grande fede, egli dovette - e dovremmo farlo anche noi, condizione preliminare - dovette buttare alle spalle ogni pregiudizio, ogni incasellamento degli umani, ogni principio astratto e avvicinarsi, come quella donna si era avvicinata. Togliere la distanza, guardarla e ascoltarla. Stare in ascolto della sapienza dei cagnolini.
Ma perché le barriere rimangono? Perché non indugiamo a guardare, a osservare con occhi ospitanti le persone, per quello che veramente sono. No, le guardiamo da dietro le lenti fuorvianti di ciò che sempre si è detto di loro. E ciò vale nei confronti di tutti coloro che abbiamo già a priori incasellato per via delle barriere erette dalla nazionalità, dalla cultura, dall'ideologia, dalla differenza di genere, dalla religione. Vale nei confronti di tutti coloro che, per un verso o per un altro, riteniamo irregolari. E sono molti! Le barriere rimangono perché non li ascoltiamo nell'angoscia che spesso li abita. Come avrebbe potuto Gesù riconoscere la grande fede di quella donna pagana se non l'avesse ascoltata?
Non ci si ascolta, perché prima viene l'ideologia.
Se Dio non dà le briciole ai cagnolini, che Dio è? Sapienza della donna cananea!
«Fatevi questa domanda: quante volte Gesù è dentro e bussa alla porta per uscire, per uscire fuori, e noi non lo lasciamo uscire, per le nostre sicurezze, perché tante volte siamo chiusi in strutture caduche, che servono soltanto per farci schiavi, e non liberi figli di Dio? In questa “uscita” è importante andare incontro; questa parola per me è molto importante: l’incontro con gli altri». (papa Francesco – 18 maggio 2013 Pentecoste)
Il pane è per tutti
Alcuni esegeti fanno notare che questo episodio della donna dei cagnolini è come incastonato tra le due moltiplicazioni dei pani. Dopo il primo segno si dice che furono raccolte dodici sporte di pane avanzato, dodici quante le tribù d'Israele.
Dopo la seconda moltiplicazione, sette sporte e il numero sette allude ai popoli della terra. Dunque ora il pane è per tutti!.
In alcune pagine dell’ Antico Testamento Dio - o siamo noi? – sembra chiedere la distanza dai popoli idolatri, dai contaminati, dai peccatori. Nelle parole di Gesù la crescita è insieme, grano e zizzania insieme. Non la distanza, ma la purezza di cuore.
La purezza di cuore
Insegnamento luminoso nella vita di Gesù: la purezza di cuore non è distanza, la distanza per non essere contaminati. La purezza, declinata come distanza, era quella rivendicata dal fariseismo. Pensate allo scandalo, scandalo non evitato da Gesù, che superava i confini delle separatezze: toccava e si lasciava toccare, giudicato severamente dagli occhi, quelli sì impuri di sospetto dei suoi avversari.
Lui a tavola con i peccatori, ancora non convertiti: mangia con loro, che sono impuri. Non solo, ma si lascia ungere e profumare dalla donna, una poco di buono. La difende. Non sappiamo il nome della donna, ma noi oggi parliamo ancora di lei, dopo duemila anni.
Pensiamo alla rivoluzione operata da Gesù: la purezza, non come distacco, non come separatezza, ma come passione!
Religione pura e senza macchia
Ci può aiutare un brano di Giacomo, l'apostolo, a proposito di religione pura. Se ci chiedessero quando per noi una religione è pura, che cosa penseremmo, che cosa risponderemmo?
L'apostolo Giacomo, forse sconcertando tanti nostri criteri di giudizio, scriveva: “Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo”. (Gc 1,27).
In poche parole: soccorrere coloro che non hanno nessuno che li difenda (gli “ultimi”) e non arrendersi, resistere alla mentalità mondana!
ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende
e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del
brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
Andiamo anche noi verso Gerusalemme, andiamoci con le nostre vite, con le nostre umanità, con le nostre passioni. Andiamo anche noi verso Gerusalemme, portando le nostre domande, portando l'ascolto del cuore, disponibili all'incontro con uomini e donne in attesa, disponibili all'altro. Andiamo anche noi verso Gerusalemme, senza temere i sogni, le attese, le speranze dell'altro che ci attende, disponibili ad essere adulti nella vita e nella fede.
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Andiamo anche noi verso Gerusalemme, senza nascondere le nostre fragilità, portando in offerta i frutti benefici delle nostre vite. Andiamo anche noi verso Gerusalemme, disponendoci ai sogni di Dio. Andiamo anche noi verso Gerusalemme, città del pubblico ludibrio e dell'infinito amore, perché ci venga domandato quale è la verità. Andiamo anche noi verso Gerusalemme, città di festa e di dolore, città di passione e calvario, città che apre alla risurrezione, città di salvezza per eccesso d'amore. (Annalisa Margarino)
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CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!
Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
AMEN
ACTIO Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!
(spunti liberamente tratti da una riflessione di don Angelo Casati)